La mia squadra Liferunner è sempre pronta a spronarmi e incitarmi
Nel fine settimana di sabato e domenica 26 e 27 marzo si è svolta la 3^ edizione della BI.Ultra 6.24, ultramaratona di Biella, organizzata dalla Pietro Micca che prevedeva tre gare classiche dell’ultramaratona su strada: 6 ore, 12 ore e 24 ore.
La “6 ore di Biella”, iniziata sabato alle ore 12 è stata vinta da Alessio Gazzo con 76,961 km, e Astrid Gagliardi con 64,059 km. Dietro è stata lotta a tre per tutta la gara per le altre due posizioni sul podio.
La prima edizione della “12 ore di Biella” con partenza a mezzanotte è stata vinta da Luigi Pecora (Liferunner) con 139,201 km e Cristina Trestin (Zena Runners) con 115,917 km.
La “24 ore di biella” è stata vinta da Tiziano Marchesi con 236,742 km e Alice Modignani Fasoli con 207,649 km.
Gli atleti iscritti alla BI.Ultra e tesserati IUTA concorrevano anche per i titoli italiani assoluti e di categoria 50 e 100 miglia. Stefano Emma in 16h18'33" e Alice Modignani Fasoli in 18h53'18", hanno vinto il titolo della 100 miglia. Luigi Pecora in 6h32'03" e Francesca Ferraro in 7h51'43", hanno vinto il titolo della 50 miglia.
Di seguito approfondiamo la conoscenza di Luigi Pecora attraverso risposte di alcune mie domande in riferimento alla “100km del Conero – Memorial Mimmo Strazzullo” del 19 febbraio 2022.
Come hai gestito e controllato la gara con il fisico e con la testa? Diciamo che a livello di gestione gara, a sentire anche le impressioni di coach Bravi, non ho proprio rispettato i piani, partendo col gruppo di testa a una andatura più elevata del previsto. Ma col proseguire della gara, mi sentivo sempre più a mio agio, sembrava la giornata perfetta, dove tutto era al suo posto, gambe, testa, cuore e divertimento, e dove sarei stato ripagato dei sacrifici dei mesi precedenti… ma la realtà è stata diversa a causa di un risentimento muscolare all’80º km.
Purtroppo può succedere che si segue un obiettivo prefissato sfidante e ambizioso, preparandosi diversi mesi con impegno, grinta, costanza e determinazione e poi il giorno della gara qualcosa non funzioni come preventivato.
Quanto eri motivato e da quando ci lavoravi? La motivazione era molto alta. Saper di poter essere in grado di fare il tempo di accredito alla nazionale, ti dà lo stimolo di tirar fuori quel qualcosa in più, e sicuramente fino a quel 80º km si è visto. Dispiace il risultato soprattutto perché venivo da un periodo di allenamento molto intenso dove ero arrivato a uno stato di forma eccellente.
Quando si è vicini al raggiungimento di un sogno, si cerca di raschiare il barile, si cerca di focalizzarsi per tale progetto ambizioso, ma se qualcosa va storto, bisogna accettare l’accaduto, riorganizzarsi e rimodulare piani e programmi così come ha fatto Luigi andando avanti con fiducia e ottenendo una ottima prestazione eccellente e forse ora si potrebbe focalizzare per aspirare a una maglia della nazionale ultramaratona di 24 ore.
Quanto sei fiducioso ora in te stesso? L’aver dovuto abbandonare la gara, mi ha lasciato sicuramente tanta delusione ma ho anche raggiunto una grandissima consapevolezza in me stesso e in quello che realmente valgo e che posso fare continuando a impegnarmi, mantenendo vivo in me il sogno di essere parte di qualcosa di grande e unico. Continuerò ad allenarmi duramente, ma con una consapevolezza e fiducia in più!
A volte, da sconfitte, fallimenti e infortuni nascono nuove consapevolezze e più motivazione per fare un grande salto.
Con chi ne parli della tua gara? Tanti mi sono vicini, in primis mia moglie Elena, che con me era ed è sempre in gara (è anche la mia aiutante al ristoro) e proprio dopo questa dura sconfitta al Conero, mi è stata vicina e con me si è messa ad analizzare la gara, i pro e i contro, e a capire come affrontare la restante stagione! Poi sicuramente Paolo Bravi, il suo supporto è fondamentale, anche se ancora devo regalargli qualche soddisfazione. Poi non posso non citare la mia squadra Liferunner, che è sempre pronta a spronarmi e incitarmi, e il mitico Davide Caroli, che non solo mi sistema dal punto di vista fisico, ma riallinea anche la mia mente!
Dietro grandi atleti c’è un grandissimo lavoro di squadra, tra amici, familiari e professionisti e credo ora una bellissima soddisfazione per tutto il team questa vittoria.
Prossimi obiettivi? Nei prossimi obiettivi, mantenendo invariato quello di poter un giorno accedere alla nazionale di 100km, diciamo che ci sarà qualche maratona, a Rimini esordisco come Pacer delle 3 ore, poi il trittico e qualche sfida stimolante su distanze ‘molto Ultra’ … staytuned..heheh.
Ottimi obiettivi stimolanti e super ultra con tanti amici e con tanta passione e motivazione.
In gara cosa hai notato, visto, sentito? Cosa hai portato a casa? In gara, sono sempre molto concentrato ma cerco sempre di vedere e ascoltare. Sicuramente a livello visivo, è stata una gara bellissima, con scenario mozzafiato, dal lungomare Recanatese all’entroterra con un punto in cui sembrava di toccare l’imponente santuario di Loreto. A livello gara era palpabile una certa tensione nelle facce di tutti i partecipanti di alto livello, 10/15 persone a giocarsi quell’accesso alla nazionale.
Sentivi distintamente i loro pensieri e paure (mie comprese) percepivi che l’aria era frizzante, e che sarebbe stata una bella gara. Poi quando abbiamo fatto gruppo compatto, sembrava a detta di tanti, un gruppo di cavalli in corsa, il cui passo si era armonizzato sembrando uno solo… mi è piaciuto stare in mezzo a quei purosangue, un onore vederli da vicino e misurarmi con loro! Grazie di cuore Matteo, le tue domande sono capaci di far riaffiorare alla mente sensazioni e ricordi fantastici! Alla prossima e un abbraccio! W La Corsa!
Bellissima e utile testimonianza per capire cosa c’è dietro una gara di ultramaratona dove ci si gioca una maglia azzurra per poter rappresentare la nazione Italia in gare internazionali come la 100k a Berlino in agosto, complimenti e grazie ancora.
Un’intervista a Luigi è riportata nel mio libro “La 100km del Passatore. Una gara fra coraggio e resilienza”, Edizione Psiconline.
La 100km del Passatore. Una gara fra coraggio e resilienza: Cosa significa correre una gara di 100km? Quali meccanismi psicologici aiutano ad allenarsi e gareggiare con coraggio e resilienza? La 100km del Passatore è una classica e famosa gara di corsa a piedi da Firenze a Faenza.
È un libro che racconta di atleti di livello nazionale e internazionale ma anche di atleti che hanno la passione della corsa di lunga distanza e la lettura delle interviste aiuta a vedere con occhi diversi questa pratica sportiva, una pratica da avvicinarsi con cautela, attenzione, preparazione. Sono trattati aspetti della psicologia dello sport quali lo sviluppo della consapevolezza delle proprie capacità e limiti; il grande e importante lavoro della definizione oculata degli obiettivi chiari, difficili, sfidanti ma raggiungibili; il lavoro dell'autoefficacia, il graduale fare affidamento su se stesso.
Psicologo, Psicoterapeuta
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