mercoledì 23 marzo 2022

Sara Pastore vince a Fano la 6^ della Supermarathon, 6 ore di corsa su strada

 Era la mia prima ‘ultra’ e non sapevo quanto avrei retto  
Matteo Simone 3804337230- 21163@tiscali.it 
 

Il 6 marzo 2022 si è svolta a Fano la 6^ edizione della Supermarathon, 6 ore di corsa su strada e la vincitrice è stata Sara Pastore (Calcaterra Sport ASD) che ha totalizzato 64,345 km, precedendo Tiziana Antonucci (Bergamo Stars Atletica) 59,812 km e gloria Argnani (Atletica 85 Faenza) 57,829 km. 

Di seguito approfondiamo la conoscenza di Sara attraverso risposte ad alcune mie domande.
Ciao, complimenti per la vittoria alla 6h, te l'aspettavi? Non mi aspettavo assolutamente di vincere, mi chiedevo se ce l'avrei fatta. In vita mia ho percorso solo due volte la grande distanza della maratona, la più recente la Maga Circe 2022 dove mi sono classificata terza assoluta e dove ho superato dopo 3 anni i 25km che avevo fatto qualche domenica prima. 

Una bella sfida per Sara esordire a una 6 ore di corsa su strada e vincerla, sembra che per lei il meglio debba ancora venire per quanto riguarda le lunghe di stanze di corsa a piedi. 
Sara aveva ottenuto un’ottima prestazione in maratona il 6 febbraio 2022 alla Maratona Maga Circe (Sabaudia - San Felice Circeo) con il crono di 03h28’53”, classificandosi 3^ donna e 1^ di categoria. C’ero anch’io alla Maga Circe quale pacer 4 ore. 
Quali allenamenti sono stati fondamentali? Tutti e nessuno: non era allenata per una 6 ore. Attualmente non sono allenata sulla corsa, corro in maniera sporadica e per il piacere di farlo o mentre alleno gli altri. Di fatto sono istruttrice sportiva dal running al functional, al pilates allo yoga, oltre ad essere un'appassionata di mobilità. Corro in occasione di gare, tra le ultime oltre alla Maratona Maga Circe, la Mezza di Pesaro e la 30k del Conero, tutte fatte nel 2022 senza allenamento e senza ‘spingere’. Cammino tanto e vado tanto in bici. 

Sembra che Sara riesca con facilità a fare bene nello sport, ciò può dipendere da una forte passione e amore in quello che fa e da una grande predisposizione atletica. Poi una cosa tira l’altra, ogni disciplina sportiva può essere funzionale per un’altra, può completare la persona nell’allenare altri distretti muscolare o per quanto riguarda le pratiche più orientali può agevolare il recupero e la predisposizione ad affrontare e gestire l’eventuale fatica. 
Qual è stato il prezzo da pagare? Nessun prezzo da pagare, anzi, diciamo che dalla mia attività sportiva ci guadagno 😊. 

Certo, Sara ci guadagna sia dal punto di vista economico con le sue attività di insegnamento che dal punto di vista del benessere psicofisico per non parlare dei premi in considerazione che riesce ad andare a premio in diverse gare e a volte anche a vincerle. 
Come hai gestito e controllato la gara con il fisico e con la testa? Non sapevo bene come gestire la gara, era la mia prima ‘ultra’ e non sapevo quanto avrei retto. Sapevo di non avere la preparazione fisica e mentale adeguata. Invece ogni tanto il corpo se tenuto sempre in movimento in modo sano ti stupisce. Ho corso con un ritmo costante la lunghezza della maratona sulle 3h30', poi ho rallentato per trovare compagnia e affiancarmi agli atleti sul circuito. Tra una chiacchiera e l'altra il tempo è passato. Non ho avuto bisogno di alimentarmi con gel o altro, solo qualche bicchiere di coca cola dal 40esimo in poi, mezzo cracker e una bottiglietta di sali al 55esimo circa. 

Fatta la maratona con buone sensazioni ci si può mettere in gioco in una ultramaratona un po’ più impegnativa come chilometraggio da percorrere e tempo di corsa sulle gambe, con il fisico e la mente che insieme trovano un equilibrio per proseguire fino alla fine. 
Quanto eri motivata nel raggiungere questo risultato e da quando ci lavoravi? Ho pensato a vivermi questa esperienza e ci tenevo a reggere fino alla fine al meglio. Non avendoci lavorato in maniera specifica l'ottica era quella della scoperta. 

La partecipazione alle ultramaratone può essere anche una scoperta, le prime si possono fare per provare, per capire cos’è e poi si apprende dall'esperienza e si può pensare di impegnarsi e riprovare un’altra con una preparazione più mirata o comunque si può riprovare solo per esserci e fare la propria esperienza di gara. 
Cosa e/o chi ti ha aiutato? Pensieri, parole, frasi, immagini, persone? Mi ha aiutato il mio animo sereno, il mio spirito positivo e il pensare a ‘qualcosa di bello’. Mi hanno aiutato gli incoraggiamenti e i sorrisi degli altri atleti sul circuito e degli spettatori, sono stati degli ottimi compagni di viaggio. Mi ha aiutata la presenza costante del mio compagno che ho visto correre e poi è rimasto lì per supportarmi. 

Questa è un’ottima testimonianza, a volte le cose vengono da sole con serenità, spensieratezza, serenità, importante è esserci ed essere aperti all’esperienza, nutrirsi di cose buone, sorrisi e sguardi, fare quello che si può con piacere e ci si accorge che si può sperimentare il flow, uno stato di grazia dove tutto sembra filare liscio, quasi inconsapevolmente. 
Quali consideri siano state le tue risorse, qualità, caratteristiche utili? Credo che il mio ritmo di vita frenetico e sempre in movimento dalle 5.30 del mattino fino a tarda sera, nonché tutto il lavoro fatto negli anni sul mio corpo, e la mia forza di volontà siano stati importanti per raggiungere il traguardo in maniera tranquilla e senza crisi. 

L’allenamento alle ultra a volte è un allenamento alla vita, gradualmente si imposta la propria vita facendo cose che stimolano e che non fanno sentire la fatica, rinforzandosi sempre di più e con la propensione a afre sempre di più per piacere, questo aiuta a tollerare sempre di più lo sforzo e la fatica e poi basta integrare con un po’ di allenamento specifico per essere pronti a correre oltre l’ordinario, sorprendendosi per quello che si riesce a fare. 
Quanto sei fiduciosa ora in te stessa? Non so quantificarlo ma sono fiduciosa del fatto che posso sopravvivere a kilometraggi maggiori della maratona. 

L’appetito vien mangiando, l'esperienza di successo incrementano l’autoefficacia e spingono a provare gare più difficili con più chilometri da percorrere con la consapevolezza che si può osare e provare ad alzare l’asticella. 
Con chi ne parli della tua gara? Ho parlato della mia gara con il mio compagno, i miei familiari, i miei amici e alcune persone che alleno. 

Dopo la gara c’è tanto da fare, recuperare, integrarsi, alimentarsi, pensare, confrontarsi, progettare con la consapevolezza che ogni gara è un punto di arrivo ma anche un punto di ripartenza con nuovi programmi progetti sfidanti e ambiziosi. 
Prossimi obiettivi? Sperimentarmi di nuovo sulle lunghe distanze con una consapevolezza maggiore, ma con lo stesso sorriso. 
In gara cosa hai notato, visto, sentito? In gara ho avuto conferma del fatto che nella maggior parte dei casi (non in tutti) se sorridi in maniera sincera a una persona e sei gentile spesso questo ti viene ricambiato. Ho sentito che non stavo faticando e ne sono stata felice. 

Ottima consapevolezza, infatti è importante non fissarsi e ossessionarsi nella ricerca di prestazioni ma essere sereni mettendosi in gioco con serenità e possibilmente non perdendo il sorriso che è una grande risorsa nello sport e nella vita quotidiana. 
Cosa hai portato a casa e cosa hai lasciato lì? Ho portato a casa una coppa stile Barbie (con inserti rosa) e tutte le emozioni vissute quel giorno, il mio nome al passaggio sotto l'arco come ‘prima donna’, gli abbracci e i complimenti ricevuti. Ho lasciato lì il freddo, il vento gelido che ad ogni curva mi veniva contro 😁… e spero di aver lasciato un po' di me, del mio stato d'animo in questo momento della mia vita che mi aiuta a vivere anche la corsa con estrema serenità. 

Cose semplici ma ricche e intense, mi verrebbe da dire: cosa vuoi di più dalla vita? Questo è lo sport che vogliamo, che ci fa star bene, senza stress e senza pretese, complimenti Sara e grazie per questa ricca testimonianza di sport. 

Matteo Simone 3804337230- 21163@tiscali.it  
Psicologo, Psicoterapeuta, Terapeuta EMDR  

1 commento:

Unknown ha detto...

Ero sul circuito perché ho la 43km poi sono rimasto a vedere, sapevo che per Sara era la sua prima ultra ed ero preoccupato per una eventuale crisi. Ma ha sorriso dall'inizio alla fine ed è riuscita a sorprendermi molto piacevolmente.
Complimenti Sara.
Giorgio Calcaterra

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