L'atletica è uno sport molto duro sia a livello
fisico che mentale
Matteo Simone
Nella vita di ognuno ci sono varie opportunità per intraprendere un percorso sportivo nei vari contesti quali la famiglia, la scuola, relazioni amicali e a volte si fanno scoperte inaspettate che possono cambiare la vita di una persona estremamente in positivo.
Di seguito, Valeria racconta la sua esperienza rispondendo ad alcune mie domande.
Qual
è stato il tuo percorso nello sport? Fin da bambina ho sempre avuto lo sport che mi scorreva nelle vene. Per
questo i miei genitori mi hanno dato la possibilità di praticare diversi sport
come il basket, il tennis e il nuoto. Nel nuoto mi sono cimentata fino all'età
di 14 anni e, nel mentre, mi sono anche approcciata per un breve periodo
all'atletica leggera. Successivamente sono sempre rimasta sportivamente attiva
dedicandomi prevalentemente al fitness. Poi un bel giorno, in un periodo
particolare della mia vita, durante l'ultimo anno di università, per scaricare
un po' di stress e alleggerirmi di alcune emozioni da cui mi sentivo
sopraffatta, mollai immediatamente quello che stavo facendo e andai a correre
con la musica nelle orecchie e, lasciandomi trasportare da quel ritmo
coinvolgente, corsi senza meta, per il gusto di sentire qualcosa fino in fondo. Quel giorno riuscii finalmente a liberarmi di tutto quello che avevo dentro e a
vivere appieno le belle e leggere emozioni che solo la corsa può regalare. E da
lì, fu amore.
Scuola e sport possono andare a
braccetto, staccare dallo studio mettendosi in moto e praticando sport aiuta a centrarsi,
poi, nello studio con la consapevolezza di avere una vita completa, così come
la pratica dello sport non sempre assorbe tutta la vita ma c’è la
consapevolezza che ci sono momenti per divertirsi e faticare facendo sport e
momenti che bisogna mettersi d’intenzione nello studio per pensare a un futuro
performante e competitivo nello sport e nella vita lavorativa e relazionale.
Quando
ti sei sentita campionessa nello sport? Non mi sono mai sentita una campionessa ma considero ogni piccolo
miglioramento un grande successo personale.
La pratica di un sport aiuta a
conoscersi, a incrementare autoconsapevolezza, a capire cosa si vuol e si può
fare impegnandosi e apprendendo dall’esperienza quotidiana anche se a volte è
faticosa.
Nello
sport cosa e chi contribuisce al tuo benessere e/o performance?
Il runner's high, lo sballo del runner.
Uno stato che mi dona euforia e benessere a 360°. La mia famiglia che con
pazienza e amore rispetta il mio stile di vita e rende più agevole la mia
routine. Il mio allenatore, Michele Cuoco, che mi affianca quotidianamente con
estrema professionalità. Oltre ad essere una figura imprescindibile per il
miglioramento della mia performance, grazie al suo costante supporto, la sua
empatia e bontà d'animo, riesce a rendere il percorso agonistico, non privo di
alti e bassi, decisamente più leggero. E questo giova al mio benessere
psico-emotivo.
Lo sport apporta tantissimi benefici che
compensano la fatica e il tempo dedicato che viene tolto ad altri contesti
della vita quotidiana. E’ importante avvalersi di persone competenti e
professionali che guidano l’atleta nei piani e programmi di allenamento per
cercare di trasformare sogni in realtà gradualmente, senza fretta, ma
supportandoli con fiducia reciproca.
Cosa
pensano familiari, amici, colleghi della tua attività sportiva?
I miei genitori e mia sorella sono
contenti perché sanno che la corsa è una parte fondamentale della mia felicità.
I miei nonni, invece, mi ripetono sempre che dovrei smetterla perché ‘sfrutto
il fisico’. Mia nonna vorrebbe che mangiassi ogni domenica le pietanze
ipercaloriche che cucina e a cui spesso rinuncio. I miei amici che sono una
folle. Mi ammirano per la costanza e la passione che ho. Quando però vengo meno
a qualche uscita serale, soprattutto il sabato prima di una gara, mi detestano.
Interessante,
utile e simpatica questa testimonianza di Valeria, è vero che i familiari si
preoccupano che si sciupi il fisico, soprattutto i nonni che vedono lo sport
come una fatica sprecata, senza senso e vorrebbero vedere figli e nipoti sempre
in carne. Ma ognuno sceglie il suo stile di vita migliore che apporta
sensazioni piacevoli, gioie e soddisfazioni personali facendo sacrifici che si
possono fare per un determinato periodo e senza ossessione.
Quali
capacità, risorse, caratteristiche possiedi nel tuo sport?
La costanza, la determinazione nel
perseguire i miei obiettivi e la meticolosità nello svolgere le sedute di
allenamento indicate, senza mai trascurare anche altri aspetti complementari
alla corsa. Dal punto di vista fisico sicuramente una particolare dotazione di
massa muscolare.
E’ importante avere la consapevolezza di
come si è da dove si parte e capire come si vuol diventare e dove i vuole
arrivare e con chi, stilando piani e programmi che portano a mete e obiettivi
sfidanti e difficili ma raggiungibili e non impossibili per diventare e
sentirsi persone migliori.
Nella
pratica del tuo sport quali sono le difficoltà e i rischi? Cosa e chi ti
ostacola? Come nella
vita, anche nello sport, il percorso non è mai facile. Bisogna far fronte a fallimenti,
infortuni, periodi in cui si hanno dei cali fisici, ma se ami follemente ciò
che fai, nulla potrà farti mollare. In particolare nell'atletica ci sei solo
tu, il tuo respiro, le tue gambe e la tua testa. Puoi solo contare sulle tue
risorse e devi resistere alla fatica.
È uno sport molto duro sia a livello
fisico che mentale. Essendo una attività ripetitiva e ad alto impatto c'è anche
un'alta probabilità di incorrere in infortuni. Il percorso è tortuoso ma più è
dura, più mi incaponisco e quando ci riesco… le emozioni valorizzano in una
maniera incredibile tutto il pacchetto fatto di sacrifici, sudore e rinunce.
Per fortuna in questo bellissimo percorso nessuno mi rema contro.
Valeria ha molto chiaro il suo approccio
alla corsa che per lei è molto essenziale ed è consapevole che per avere
soddisfazioni, successo, performance e benessere bisogna prima fare sacrifici
con allenamenti duri e costanti trovando un equilibrio tra intensità e cura di
sé. Sembra avere tutto chiaro e sotto controllo, una grande visione del suo
sport preferito che dà tanto in termini di restituzione emotiva.
La
tua situazione sportiva più difficile? Il
mio primo e serio infortunio: edema della spongiosa ossea tibiale, la fase che
precede la frattura da stress che mi ha tenuta lontana dalla corsa per circa 6
mesi. È stato difficile non solo giungere alla diagnosi corretta ma soprattutto
trovare uno specialista che mi indicasse la terapia risolutiva.
Per
quali aspetti e fasi ritieni utile lo psicologo nel tuo sport?
Penso che possa servire durante i periodi
un po’ bui per uno sportivo, come quello caratterizzato da un infortunio.
Oppure quando non può o non riesce ad allenarsi o a gareggiare per altri
fattori. Ma anche per alzare il proprio potenziale o mitigare le proprie debolezze.
Purtroppo succede e si mettono incontro
infortuni che preoccupano e destabilizzano da una vita che fluisce ottimamente
ma bisogna accettare, capire, organizzarsi ed essere fiduciosi e pazienti per
poter distrarsi e fare altro che compensi la mancanza di benessere attraverso
lo sport e rimodulare piani, programmi, mete e obiettivi.
Come
hai affrontato, gestito, superato eventuali crisi, sconfitte, infortuni?
Nel caso dell'infortunio alla tibia, ho
lavorato molto sulla mia pazienza, su altre attività funzionali alla corsa e
sono diventata molto più motivata e determinata. In quel periodo mi ripetevo
sempre il termine ‘resilienza’. Resistere 6 mesi senza correre non è stato
facile ma aver affrontato con atteggiamento costruttivo quel periodo buio e averlo
superato al meglio è stato per me una grande vittoria. Quando invece si sono verificati altri piccoli problemi fisici è stato
sufficiente fare qualche giorno di riposo totale oppure dedicarmi ad altre
attività come bici o nuoto. Per il resto, quando mi sono capitati dei momenti
in cui ero sottotono, ho cercato sempre di trovare la forza interiore per
risollevarmi e ripartire in tempi brevissimi. Anche se ritengo che in questo
caso sia sempre utile fare una chiacchierata con l'allenatore o con le persone
care che ci sono attorno e di cui ci fidiamo.
La resilienza aiuta ad accettare la situazione, a essere consapevoli come affrontarla e gestirla, a individuare prontamente risorse residue da utilizzare e a essere nonostante tutto ottimisti e pazienti nel saper aspettare che prima o poi passi.
Prossimi
obiettivi? Sogni realizzati e da realizzare? Cimentarmi nel mezzofondo veloce. Un bel
sogno realizzato è stato quello di aver terminato anni fa, da neofita della
corsa, una maratona dedicata alla mia famiglia, senza sapere cosa significasse
correre oltre i 21km. Ora sono felice di dedicarmi al mezzofondo su pista e di
sogni ne ho tanti…infiniti… alcuni un po' utopistici, altri meno…ma
cercheremo con tutte le forze di realizzarne qualcuno finché cuore, testa e
gambe saranno allineati.
Ogni tanto si tirano le somme e si fanno
bilanci rispetto a quello che si è fatto, da dove si è partiti e cosa si vuol
fare ora e prossimamente con la consapevolezza che tutto cambia ed è importante
conoscersi bene e essere motivati nel raggiungimento di obiettivi e sogni,
impegnandosi duramente e con costanza.
Come
vivi il pre-gara, la gara e il post-gara? Cerco di rilassarmi il più possibile per
placare l'ansia. Curo il riposo, la mobilità e lo stretching. Cerco di trovare
carica e focus mentale. Dopo lo start non penso più a nulla se non a correre
più forte che posso. Nel post gara se il risultato è in linea con le
aspettative, mangio un dolce o festeggio con la famiglia. Diversamente, un po'
mi rattristo ma il giorno dopo ho ancora più grinta per continuare ad allenarmi
duramente.
La gara porta a prepararsi fisicamente e
mentalmente per affrontarla gestendo ogni momento prima, durante e dopo,
sperimentando tante sensazioni ed emozioni che vanno accolte e metabolizzate serenamente.
Cosa
diresti a te stessa quando eri più giovane? Di non avere alcun rimpianto perché ho colto
tutte le opportunità che mi si sono presentate. Mi dispiace non aver praticato
seriamente atletica da giovanissima ma la carenza di tecnici e di impianti, unita
alla mancanza di qualcuno che mi indirizzasse, ha segnato l'andamento della
vita...tuttavia non è mai troppo tardi per trasformare i sogni in realtà…
Nella vita si perdono e si prendono
terni, bisogna starci e focalizzarsi sul presente che ha ancora tanto da darci
da farci vivere appieno i nostri sogni.
Quali
sono gli ingredienti del successo? Sudore, determinazione e rinunce.
Cosa
hai scoperto di te stessa nella pratica dello sport?
Di avere la testa dura e di non ritenermi
mai pienamente soddisfatta dei piccoli risultati raggiungi. È come se
pretendessi sempre qualcosina in più da me stessa.
Si è sempre alla ricerca di un risultato
migliore, bisogna apprezzare quello che si è ottenuto ma sempre pronti a capire
come far meglio.
Autore di libri di psicologia e sport
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
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