La 100 km della mia vita, considerando che era proprio sotto casa mia
Il 19 febbraio si è svolta la 100km del Conero – Memorial Mimmo Strazzullo, organizzata da Grottini Team. Tra gli uomini la vittoria è andata a Massimo Giacopuzzi in 7h01’04’’, precedendo Gabriele Turroni 7h15’46’’ e Giovanni Quaglia 7h21’45’’.
Tra le donne la vittoria è andata a Silvia Luna in 7h53’02’’, precedendo Ilaria Bergaglio 8h05’06’’ e Lorena Brusamento, in 8h07’11’.
Di seguito, Fabrizio della “Grottini Team Recanati ASD”, racconta la sua esperienza rispondendo ad alcune mie domande.
Ciao, complimenti, te l'aspettavi? Ma diciamo sinceramente che mi aspettavo la prima posizione di categoria, come dicono in tanti, era la 100 km della mia vita, considerando che era proprio sotto casa mia. Quando mi è stato proposto di partecipare, avevo appena terminato la 100 km delle Alpi, e la mia testa mi diceva che, poteva essere a rischio figuraccia, giocando in casa e con un percorso completamente pianeggiante. Poi parlandone a casa, mia moglie mi ha subito detto, che dovevo partecipare a tutti i costi, perché poteva non ricapitare più. Da lì si è accesa la miccia nel cervello, e ho pensato che effettivamente, poteva essere una gara, che mi poteva lasciare grandi ricordi, anche col trascorrere degli anni.
Fabrizio spesso in giro per l’Italia a correre gare di 100km dal Gargano, alla Sicilia, a Torino e ora che la sua squadra organizza una gara sotto casa che fa, non la corre? La mente degli atleti inizia a lavorare e grazie a persone care si arriva a decidere di partecipare a un grande evento in casa con un grande risultato e non è la prima volta che Fabrizio eccelle in gare di 100km, ha già vinto la durissima 100km del Gargano, anzi 105km del Gargano. Quali allenamenti sono stati fondamentali? Dopo la 50 km di Salsomaggiore di novembre 2021, mi sono preso 3 settimane di recupero fisico mentale, avevo bisogno di staccare la spina per un po’, considerando che nel 2021 ho affrontato parecchie ultramaratone. Ma una volta deciso di partecipare alla 100 km del Conero, ho iniziato ad aumentare il chilometraggio dei miei allenamenti progressivamente, percorrendo spesso il percorso che poi sarebbe stato lo stesso della gara che avremmo affrontato. Ho lavorato molto su lunghi pianeggianti e progressivi per dare qualità ai km che avevo già nelle gambe.
Per Fabrizio un 2021 molto intenso dal punto di vista di gare di ultramaratone, correndo 3 gare di 100km, 2 gare di 50km e una di 58km, dice bene che aveva bisogno di recuperare fisico e mente per riorganizzarsi e centrarsi con l’obiettivo di fare una grandissima prestazione in casa approfittando della conoscenza delle sue strade di casa per allenarsi quantitativamente e qualitativamente.
Qual è stato il prezzo da pagare? Devo dire con grande felicità, che non c’è stato nessun prezzo da pagare, tutto è stato così bello ed entusiasmante, dagli allenamenti alla gara. Come hai gestito e controllato la gara con il fisico e con la testa? Con l’aiuto della mia famiglia che a ogni giro mi teneva aggiornato sui parziali, la posizione che stavo occupando, e tutti gli amici che erano sul percorso che mi urlavano da ogni parte. Non ho mai avuto cali mentali, fisicamente qualche piccolo sentore di affaticamento subito annullato con il forte desiderio di fare un buon risultato. Ero concentratissimo sul mio obbiettivo, e con gli aggiornamenti che mia moglie mi dava ad ogni giro, sapevo di avere in pugno la prima posizione di categoria.
Certo, giocando in casa, non ha dovuto pagare nemmeno trasporto, vitto e alloggio, tutto a disposizione a costo zero, e comunque ne ha tratto un grande vantaggio in termini di emozioni e sensazioni intense sotto gli occhi di amici e familiari.
Quanto eri motivato nel raggiungere questo risultato e da quando ci lavoravi? Fino alla sera prima, non mi rendevo neanche conto che andavo ad affrontare una 100 km, probabilmente perché correvo in casa, ed erano arrivati tutti i miei amici da ogni parte d’Italia, ma appena arrivato al nastro di partenza, ho capito che ero lì per fare una bella gara. Avevo corso una media di 400 km al mese negli ultimi 3 mesi, quindi ero pronto.
Anche se giocava in casa ed era sereno e comodo con il supporto di amici e famiglia, si trattava comunque di correre ad alti livelli per una distanza di 100km e se non ci si prepara bene non sono garantiti ottimi risultati, bisogna seguire piani e programmi di allenamento giornalieri e settimanali con elevati carichi di chilometri e lavori specifici di qualità. Cosa e/o chi ti ha aiutato? Innanzitutto devo ringraziare mia moglie che anche in quest’occasione non mi ha mai mollato, né mentalmente, incitandomi e credendoci sempre. Ad ogni giro mi diceva: ‘oggi fai il garone, sei fresco, non stai soffrendo, stai migliorando ogni giro’, mi ha fatto sentire un campione vero. Poi il mio nutrizionista Marco Perugini, che mi ha fatto entrare in un mondo di alimentazione sportiva, completamente nuova ed efficace voglio aggiungere, visto che ho migliorato di 21 minuti il mio PB, senza soffrire la fame in questi mesi e durante la gara stessa, come con altri nutrizionisti mi era successo, portandomi ad un giusto equilibrio tra apporto calorico e performance.
Dietro un grande campione e grandi performance ci sono grandi personaggi, una moglie che si dimostra essere un’ottima 'mental coach', conoscendo Fabrizio e il mondo delle ultramaratone sa cosa gli può far scattare la molla nel continuare a correre a ritmi elevati ma non troppi che gli possono permettere di fare una prestazione elevata.
Quali consideri siano state le tue risorse, qualità̀, caratteristiche utili? Credo che la più grande risorsa, sia stata la mia famiglia presente sul tracciato per tutta la gara, con all’arrivo i miei figli e la mia mamma che non mi aveva mai visto correre un'ultramaratona. La mia qualità potrei dire la facilità di recupero, la costanza, la felicità nel correre, caratteristiche molto utili, anzi fondamentali nel mondo ultra.
La famiglia risulta essere una grande risorsa e un grande supporto per l’atleta che si sacrifica in allenamento e in gara ha bisogno di serenità e sostegno, i genitori danno sempre una spinta motivazionale in più a qualsiasi età, essere visti durante una competizione stimola a impegnarsi per fare una bella figura e per far fare una bella figura ai propri cari che sono orgogliosi e si vantano con amici e altri parenti.
Quanto sei fiducioso ora in te stesso? Sinceramente penso che ogni sfida abbia la sua storia e il suo finale. Vanno affrontate sempre con le armi, che si ha in possesso in quel momento. Non ho mai il timore di affrontare un'ultramaratona, credo che se sei preparato a dovere, nulla è impossibile, anche se meglio sempre restare umili e con i piedi per terra.
Con chi ne parli della tua gara? Con tutti ……. Quest’avventura è partita già da mesi con chat varie, chi chiedeva consigli, condividendo i nostri allenamenti, le nostre emozioni, la nostra attesa. Ora tutti coloro che mi conoscono e che erano sul percorso, chi ad assistere e chi a correre le distanze più brevi, mi fermano per avere un racconto delle sensazioni, che si provano in una gara del genere.
Tutto ha un inizio, un percorso e una fine. Si decide un obiettivo, ci si prepara a dovere, ci sono attese, motivazioni, aspettative, arriva il giorno della gara e ci si mette in gioco con tutto quello che si è preparato e alla fine si tirano le somme, ci si confronta, ci sono nuove consapevolezze e nuovi obiettivi dopo un opportuno recupero per ristabilirsi e per far emergere nuovi entusiasmi, aspettative, mete.
Prossimi obiettivi? Strasimeno il 13 marzo, la maratona di Rimini il 20 marzo, poi la maratona del lamone il 3 aprile, e infine il mio sogno la 9 colli. Nel frattempo ci sarà una splendida parentesi come accompagnatore alla UMS di Alessio Tomassini, dove se non sbaglio anche tu farai parte del nostro staff.
Nella mente degli atleti ci sono tanti piani e programmi, tante gare per mettersi in gioco e soprattutto imprese da portare a termine come la Nove Colli Running di 202km. È vero che farò parte della ‘Crew’, insieme a Fabrizio, Luigi Brugnoli e Alberto Zuccarelli, per accompagnare e sostenere Alessio Tomasini nei 285 km che dividono Milano da San Remo toccando l’acqua ai Navigli il 22 aprile e poi arrivando a toccare l’acqua del mare a San Remo.
In gara cosa hai notato, visto, sentito? Tanto affetto dalla gente, dai miei amici, compagni di ultra come Mimma Caramia, Alisia Calderone, Alessio Tomassini, Davide Fusca e tanti compagni di squadra e di altre società dove ho trascorso anni sportivi precedenti. Emozioni indescrivibili che ancora provo forti, come stamattina quando mi sono allenato su parte del tracciato di gara, e mi riaffioravano forti vibrazioni e ricordi. Mai dimenticherò l’ottantesimo km passando il traguardo, c’era un tifo da stadio, tutto per me. Nulla potrà togliermi tutto questo dalla mente e dal cuore.
Il mondo delle ultramaratone risulta essere per la gran parte degli atleti una grande famiglia dove ci si incontra e confronta, ci si rivede, ognuno sa che significa allenarsi per tanti chilometri nelle diverse ore della giornata e partecipare a gare durissime da punto di vista fisico e mentale.
Cosa hai portato a casa e cosa hai lasciato lì? Tanto tantissimo e giuro che non ci ho lasciato nulla, è tutto dentro di me.
In gare di ultramaratona forse si svuotano i serbatoi energetici ma si caricano si serbatoi emozionali molto utili per divenire sempre più resilienti e fiduciosi da cui attingere nei momenti più bui e tristi.
Ti hanno aiutato pensieri, parole, frasi, immagini, persone? In queste sfide, ogni piccola cosa che ti fa vibrare il cuore mentre corri è la chiave di tutto. Grazie mille per la tua attenzione nei nostri confronti. Salutoni e a presto.
Ringrazio Fabrizio per il suo tempo e le sue testimonianze utili e interessanti per approfondire il mondo dell’endurance.
Matteo SIMONE
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