Quello che mi rimane di più sono i momenti che ho vissuto
con Nicola
Matteo Simone
Sabato
30 settembre 2023 si è svolta la 100 km delle Alpi nel Parco del Valentino di
Torino, valida come Campionato Italiano Fidal 100km.
Il
vincitore assoluto e quindi Campione Italiano ultramaratona 100km è Lorenzo
Lotti, classe 1986 (Asd Berunners) in 7h08'25'' precedendo Filippo Bovanini,
classe 1994 (Avis Castel San Pietro) 7h34'37'' e Benito Pasquariello, classe
1983 (Bergamo Stars Atletica) 8h02'35''.
La
vincitrice tra le donne e quindi Campionessa Italiana di ultramaratona 100km è Ilaria
Bergaglio (Atletica Novese) in 8:35:36 (5^ assoluta), precedendo Roberta
Varricchione (G.S.D. Fiamme Argento) 8h59’05” (6^ assoluta) e Paola Adelaide
Leardi (Bushido Tri&Run) 9h44’53”.
Tra
i partecipanti anche Filippo Castriotta (ASD Club Supermarathon) campione
italiano SM55 in 10h08’10”, precedendo Maurizio Marzoli (Bergamo Stars
Atletica) 10h33’26” e Vito Intini (A.S. Amatori Putignano) 10h53’56".
Da
menzionare l’atleta meno giovane Antonio Cernuschi (Bergamo Stars Atletica) SM80
che ha concluso in 18h49’03” e non ultimo arrivato.
Di
seguito approfondiamo la conoscenza di Filippo Castriotta attraverso risposte
ad alcune mie domande.
Complimenti per il titolo italiano
100km M55, soddisfatto? Si Matteo sono al settimo cielo, non
è facile per niente e poi della mia categoria c'erano campioni di calibro come
Vito Intini e altri due forti, di cui uno, non ricordo il nome, ed è andato in
crisi a quasi metà gara. Percorso durissimo e molto impegnativo, e con il caldo
ha fatto tante vittime.
Non
è facile correre una ultramaratona e soprattutto vincere un titolo italiano,
soprattutto se tra gli avversari c’è anche Vito Intini che è un recordman
dell’ultramaratona in quanto detiene record di corsa su tapis roulant di 48 ore
al mondo assoluto.
Eventuali Criticità? No
tutto perfetto, un parco bellissimo e un’organizzazione impeccabili da ogni
punto di vista e tantissimi giudici Fidal sparsi per tutto il percorso. Era un
circuito di 5km da ripetere 20 volte e tutti gli atleti erano sotto controllo,
c’era anche l’antidoping. Nulla da recriminare, io ho fatto il circuito di
Imola e questo era simile. Un circuito molto impegnativo con sali e scendi ma
per me non è stato duro. Sono stato intelligente a non forzare all’inizio, ero
fresco, questo mese ho fatto pochi chilometri,
mi sono allenato con il gruppo di allenamento dei miei amici delle 05.45
e ho fatto qualche gara di 10km. Anche Vito Intini mi ha detto che il percorso
era adatto alle mie caratteristiche fisiche, l’ho anche doppiato. Ho aiutato
tanti atleti come la Francesca Rimonda atleta di interesse Nazionale. Ho aiutato
anche Nicola Ciuffreda ma poi quando ho visto che potevo vincere il titolo mi
sono focalizzato per vincere con un crono di circa 10 ore, mi sono accontentato
potevo scendere anche le 10 ore.
Gli allenamenti non sono stati abbastanza a causa
dell’infortunio alla 50km di Romagna, ho fatto poche gare di ultramaratona, ma
le gare a Cagnano e all’Etna mi hanno aiutato e nonostante il peso di 80 chili
sono arrivato preparato. Come diceva Intini, il peso non è fondamentale mi ha
visto bene, in questo circuito serviva. Intini e l’altro della mia categoria erano
magri.
Un
Campionato Italiano da interpretare al meglio delle condizioni psicofisiche e
dove bisogna saper gestire risorse ed energie fisiche, bisogna fare attenzione
agli avversari per cercare di guadagnarsi un podio e possibilmente il titolo
italiano come ha fatto filippo grazie alla sua tantissima esperienza in tante
discipline sportive fin da ragazzo ma soprattutto in questi ultimi anni dove ha
dimostrato con costanza di essere al topo della forma nelle gare importanti
centrando podi e vittorie in gare di ultramaratone dalle 6 ore alle 100km
incuriosendo tante persone che lo vedono appesantito e un grande mangiatore
soprattutto prima delle gare. Ma lui si conosce bene e in gara tira fuori
risorse e qualità nascoste che valgono più di 100 allenamenti, sa caricarsi per
ottenere risultati prestigiosi. Quasi sempre centra il suo obiettivo.
Che significato ha per te questa
vittoria? Questa vittoria è tutto, tu lo sai,
avevo il miglior risultato italiano anno 2017 a 50 anni 8h46’ però non è
bastato, vincendo il titolo ho completato quello che volevo e desideravo da sempre,
il titolo rimane non si discute come diceva mio nipote Michele Quitadamo: ‘Il
titolo è importante, rimane’. Il titolo rimane agli atti, si tratta di un
titolo FIDAL, un mondiale sarebbe il massimo.
Nella
classifica Italia 100km uomini 2017 Categoria M50 Filippo risulta essere al
primo posto con il crono di 8h46’35” ottenuto l’8 ottobre 2017 proprio a Torino. Al secondo posto classifica Italia 100km uomini
2017 Categoria M50 risulta essere Enrico Bartolini con 8h52’32” ottenuto il 28
maggio 2017 a Firenze e al terzo
posto Rolando Vit con 9h10’40” il 26 marzo 2017 a Seregno (MB).
Ancora
una conferma per Filippo, una certezza, nelle gare più dure come la 100km del
Gargano, la 100km dell’Etna, la 6 ore in pista a Campobasso, sempre avanti tra
i primi, la 100km delle alpi di qualche
anno fa. E ha dalla sua parte tanti tifosi tra familiari e amici, tra i tanti
un fortissimo atleta di un po’ di anni fa Michele Quitadamo, espertissimo che
gli da alcuni consigli sugli allenamenti e sull’alimentazione che considera
importantissima.
Cosa ti rimane di tutto ciò? Quello
che mi rimane di più sono i momenti che ho vissuto con Nicola, tutti i campioni
avevano assistenza, noi come al solito in autonomia, ho preso birre al bar,
acqua fresa, abbiamo mangiato pane pomodoro, sale, olio e birra alla spina sia
con lui che da solo, è stata la cosa che ha fatto cambiare il risultato anche a
Nicola che ha preso vantaggio sul terzo
e mi ha detto: ‘Filippo pensa a te’ e ho cominciato a galoppare gli ultimi
giri, davanti a Intini. E’ stata una cosa grande, poi sono arrivato 9° assoluto
uomini, contentissimo. Stavo bene, avevo un giro sul secondo e due giri su
Intini, ho avuto la forza di aiutare atleti giovani e soprattutto Nicola.
Una
storia bellissima quella di Filippo e il suo amico Nicola Ciuffreda che silenziosamente
è riuscito a fare una grande prestazione e a salire sul podio portando a casa
un risultato preziosissimo, vice campione italiano categoria M60, davvero
complimentissimi a entrambi.
Ti è capitato durante tale gara di
temere qualcosa? Non ho temuto niente, stavo bene, una
gara perfetta, anche Vito Intini mi ha confermato che il percorso era adatto
alle mie capacità muscolari.
E’
andato tutto bene per Filippo che si carica sempre di più quando ha avversari
di prestigio e di valore accanto a se dai quali attinge tanta forza si
confronta con loro con rispetto e stima.
Incontri particolari? Allucinazioni?
Allucinazioni no, lo sport fa fatto in perfette condizioni, devi
stare sempre lucido, c’è stata l’esperienza brutta dell’Etna, volevo dedicare
una pagina tramite te o De Filippo. Lo sport è bello ma deve essere fatto in
sicurezza tu lo sai. In queste lunghe distanze non ci sono soldi, c’è tanta
solidarietà, si incontrano persone che hanno tanta esperienza.
E’
uno sport difficile da non sottovalutare niente, purtroppo alla 100km dell’Etna
c’è stato un decesso rimasto molto impresso a Filippo che è molto sensibile e
un uomo di fede, vorrebbe aiutare tutti gli atleti in gara e confortare anche
gli amici e i familiari, perché sa cosa significa il dolore e la sofferenza
essendoci passato in alcune occasioni e la fede e lo sport l’ha sempre aiutato
a risorgere e ad andare avanti.
Avevi voglia di particolari alimenti
e bevande durante l’impresa? Al ristoro c’era tutto, ma con il
caldo eccessivo a metà gara le bevande cominciavano a diventare calde e ho
iniziato a prendere i soldi nella valigia per comprarle fresche. Gli altri
avevano bibite fresche da frigorifero. Io comparavo acqua fresca e birra e con
il pane e pomodoro abbiamo avuto la carta vincente. Ho tanta esperienza anche in
bici, potrei fare anche l’allenatore, lo sai che non mi manca niente, ho fatto tanti
sport, ho giocato a pallone, nuoto, bici, mi manca il triathlon.
Molto
interessante questa sua testimonianza soprattutto per i non addetti ai lavori,
ebbene si in gare di endurance come la 100km di corsa a piedi c’è bisogno di
nutrirsi non solo co gel e integratori ma anche di cose sfiziose come il pane e
pomodoro e le bevande sono gradite le più disparate, anche quelle frizzantine e
anche la birra è gradita, rinfresca e stimola a continuare, senza esagerare.
Dedichi questa sfida a qualcuno? La
voglio dedicare soprattutto alla mia famiglia, mia figlia, i miei amici la mia
ciurma e poi alle persone speciali che mi hanno dato un piccolo contributo che mi
è servito oltre all’invito omaggio del Club Ultramaratona, una piccola somma che
è servita, siamo riusciti a fare questa gara, ho convinto Nicola ed è felicissimo,
non immaginavo che arrivasse secondo vice campione italiano, una persona che
voglio bene e merita tanto. Nella vita non si sa mai, tutto può succedere, tu
lo sai, spero un domani di vedere tuo nipote in queste gare, sarà anche più
bello vedere una persona che stimo tanto ottenere un titolo italiano e lui lo
può fare benissimo.
Una
grande famiglia, quella di Filippo, con una moglie che quando può lo segue
sempre perfino in Sicilia per tifare e per aspettare il suo arrivo con urla di
gioia, e 5 figli da portare avanti, alcuni già autonomi, ma sempre compatti e
un grande esempio per loro. Tanti amici che lo stimolano a continuare anche se
lo sport è costoso così come le gare che comportano spese di viaggio e di
pernottamento, ma al momento del bisogno tanti si sono fatti avanti per
contribuire al raggiungimento del suo sogno con una piccolo contributo singolo
ma insieme sono riusciti a permettergli di partecipare a questa grande gara di
campionato italiano.
Prossime avventure?
L’otto mi hanno invitato alla 15 km trail in Puglia ad Altamura, non ho
obiettivi, voglio riposarmi, Alberico Di Cecco mi ha invitato alla Maratona a
Pescara, lui mi stima tanto, mi ha invitato sempre e questa volta darà il
pettorale anche a Mimmo D’Ascanio e a Nicola vice campione italiano. Quest’anno
poi basta, l’anno prossimo partiamo dal Passatore e poi si vede, vorrei portare
Matteo, un ragazzo che compirà 45 anni a dicembre che è molto dotato, con tante
qualità, anche mentalmente, vorrebbe venire al Passatore. Facciamo un po’ di
avventure insieme, una gara che vorrei fare è la Pistoia Abetone, non l’ho mai
fatta, mi piacerebbe farla l’anno prossimo anche se non è la mia specialità, la
salita non è il mio forte, mi piacciono percorsi ondulati ma tutto può succedere.
Oramai
Filippo “Il pirata del Gargano” è molto considerato non solo nella sua terra ma
in tutta Italia, chiamato da tanti amici e organizzatori che vogliono alle sue
gare non solo lui ma il suo gruppo di amici runner “la sua ciurma”, un gruppo
affiatato e resiliente in giro a gareggiare e a festeggiare conoscendo sempre
nuova gente.
Un’intervista a Filippo è riportata nel mio
libro La 100km del Passatore. Una gara fra coraggio e resilienza.
La 100km del Passatore. Una gara fra coraggio
e resilienza: Cosa significa correre una gara di 100km? Quali meccanismi
psicologici aiutano ad allenarsi e gareggiare con coraggio e resilienza? La
100km del Passatore è una classica e famosa gara di corsa a piedi da Firenze a
Faenza.
È un libro che racconta di atleti di livello nazionale e internazionale
ma anche di atleti che hanno la passione della corsa di lunga distanza e la
lettura delle interviste aiuta a vedere con occhi diversi questa pratica
sportiva, una pratica da avvicinarsi con cautela, attenzione, preparazione. Sono
trattati aspetti della psicologia dello sport quali lo sviluppo della
consapevolezza delle proprie capacità e limiti; il grande e importante lavoro
della definizione oculata degli obiettivi chiari, difficili, sfidanti ma
raggiungibili; il lavoro dell'autoefficacia, il graduale fare affidamento su se
stesso.
Matteo
SIMONE
380-4337230
- 21163@tiscali.it
Psicologo,
Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
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