Grazie gravel ti devo il mio essere
Matteo Simone
La bici è un’opportunità per approfondire la conoscenza di sé durante le prove dove si fatica, dove le salite sembrano non finire mai, dove si può mollare se non si usa la testa.
Con la bici si può uscire da soli o in gruppo, si può praticare la bici come sport o per lunghi percorsi di conoscenza del territorio e di sé.
Per fare tanta fatica in bici ci vuole tanta passione e determinazione, sperimentando sempre più benessere e performance. Pedalare, cercando l'equilibrio in bici, aiuta a pensare e riflettere, pianificare e programmare, elaborare pensieri e situazioni.
Interessante il brano del ciclista resiliente Luca Picchioni, dal titolo “La resilienza essendo un gladiatore”:
“Siamo tutti dei gladiatori nel senso vero dell’affermazione. Un gladiatore lotta per la vita e per la libertà. In questo frangente di epoca, un resiliente è quello che si può definire gladiatore nel senso che lo sport di Endurance (corsa, nuoto e bici), il famoso triathlon, ci fa conoscere noi stessi. La fatica, la resilienza ci fa scoprire nuovi orizzonti che noi non sapevamo di oltrepassare.
La costanza, la resilienza, l'impegno sono il sale della vita, una volta raggiunta questa convinzione che lo sport porta benessere, endorfine e soprattutto grande autostima di sé, allora potremo affrontare la vita come gladiatori, perché quella salita in bici, quelle ore a correre, o magari a nuoto sono arrivate dopo anni di resilienza sportiva, competizione amicizia, condivisione e soprattutto testardaggine per quella salita o maratona o nuotata.
Non mi interessa cosa fate ma come lo fate e come lo affrontate, passo dopo passo tutti possono vincere nello sport, tutti vincono perché tutti hanno degli obbiettivi da superare, chi piccoli e chi grandi. È grazie alla resilienza che si è gladiatori nella vita. Non mollare mai e poi mai, siamo noi gli artefici del nostro destino”. (Picchioni Luca, resiliente e gladiatore 😎).
Lo sport aiuta a comprendere il significato dello sforzo e dell’impegno, aiuta a conoscersi sempre di più soprattutto nelle condizioni difficili dove si tratta di prendere decisioni e di andare avanti. Lo sport permette di comprendere l’unione del corpo, mente e cuore; l’importanza della passione, il credere nelle cose che si fanno, credere in sé.
La bicicletta permette di considerare la ciclicità della vita che comprende salite e discese, fatica e rilassamento, periodi tristi e felici. Ci sono situazioni difficili d’affrontare con pazienza e fiducia per accorgersi dopo di aver risolto, di esserci riuscite anche questa volta, di essere arrivati a conclusione, apprezzando noi stessi per aver superato tutto, salite e crisi.
Interessante quello che scrive il ciclista resiliente Luca Picchioni nella sua “Lettera aperta allo Sport e alla vita in generale”:
“Eccomi qua a scrivere i miei pensieri come una lettera d'amore, tutto è cominciato quasi per gioco, il destino a volte disegna dei tratti a noi incomprensibili nell'immediato ma comprensibili se li sai leggere, come la vita, una volta che nasci o la subisci o la affronti, perché la vita va affrontata non subita. Ti ho trovata lì dentro un cassonetto una domenica mattina, sicuramente un trasloco o un litigio tra coniugi, non importa, affianco quel cassonetto giravano intorno due zingari con l'intento di portarti via ma un qualcosa dentro di me ha fatto in modo di tutelarti mandandoli via.
Ti ho presa ma mi sono accorto che affianco a te ce n'era un'altra una mtb 26, non ho esitato, le ho prese tutt'e due e portate a casa in macchina, erano 20anni che non andavo in bici, da quando sono diventato scooterista prima e motociclista poi, ma poi la moto me l'hanno sottratta e nello stesso punto del furto ho trovato te, il destino e i suoi disegni eheheh. Ti ho rimessa in strada regolandoti, registrandoti e incominciando a conoscerti.
La prima volta che sono andato al lavoro in bici per fare 10 km sono uscito due ore prima, ancora rido ma mi conosco se mi metto in testa le cose le faccio a costo di sbatterci la testa, quel giorno sono arrivato dopo quasi quaranta minuti dalla partenza ero esterrefatto, sembrava che mi fossi fatto le tre cime di Lavaredo, ero contento e sudato, stavi incominciando, stavamo incominciando un percorso fatto di fatica, sudore, resilienza ma grande soddisfazione.
Pesavo 100 kg, io non sono mai stato grasso ma la sedentarietà e il non sport stavano facendo il mio male ma non lo capivo, me lo hai fatto capire tu, prima solo la domenica a lavoro, poi solo le giornate in cui attaccavo a mezzogiorno, poi piano piano anche la mattina alle 6, poi solo quando non pioveva poi anche quando pioveva, poi solo quando non faceva freddo poi anche a meno 2.
Sono passati 6 anni, abbiamo percorso insieme veri km, siamo usciti la domenica per fare i centoni, percorsi che anche in moto non mi sognavo di fare, mi hai fatto sudare e battere il cuore a ritmi che non pensavo fossero possibili, sono arrivato a 75 kg, mi hai fatto paura ma contento allo stesso tempo perché la dopamina che mi lasci ogni volta che scaliamo o svattiamo mi fa sentire il vincitore sempre, perché in bici nessuno perde, ho pedalato per rabbia e adesso lo sto facendo per amore, grazie gravel ti devo il mio essere”.
Lo sport rende felici e resilienti, condividendo fatica, gioie e dolori e apprendendo sempre dalla scuola dello sport. Un mondo affascinante, aggregante, amichevole quello dello sport fatto di incontri e confronti alla scoperta di sé e degli altri per evolvere e incrementando consapevolezza, autoefficacia e resilienza.
È possibile approfondire l’argomento sul testo “Sviluppare la resilienza (per affrontare crisi, traumi, sconfitte nella vita e nello sport)” – 22 aprile 2021 di Matteo Simone (Autore).
Matteo SIMONE
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