sabato 30 settembre 2023

Jonas Russi, ultratrail: Il corpo è una cosa affascinante, può fare cose incredibili

Matteo Simone 
 

Lo svizzero Jonas Russi vanta due partecipazioni al “Tor des Géants - 330 km Endurance Trail della Valle d'Aosta” (2° e 1° posto) e una partecipazione all’UTMB (Ultra Trail Tour du Mont Blanc) (FRA) 170km (8° posto). 

Di seguito approfondiamo la conoscenza di Jonas (Hoka One One) attraverso risposte ad alcune mie domande. 
Qual è stato il tuo percorso nello sport? Ho praticato lo sci fino a 21 anni. Poi, a 28 anni, ho iniziato lentamente a praticare il trail e l’ho incrementato sempre di più fino a oggi.  

Nel lontano 1° aprile 2007 Jonas partecipa a St. Moritz ai Campionati Nazionali Junior di Super G classificandosi in 10^ posizione e il 31 marzo 2007 partecipa ai Campionati Nazionali Super G, sempre a St. Moritz, classificandosi 16°.  
Il 27 luglio 2013, Jonas fa l’esordio nell’ultratrail portando a termine la Swiss Alpine Marathon (SUI) 77.5km in 11h09’29”, una bellissima gara che in parte conosco avendo partecipato alla distanza della maratona con partenza e arrivo a Davos in una bellissima pista di atletica, attraversando una vetta di 2,500 metri. 
Chi e cosa contribuisce al tuo benessere e alle sue prestazioni? Tutto il mio ambiente. Moglie, figlio, famiglia. Ma anche gli amici allenatori, il lavoro e gli sponsor. 
Qual è stata la gara più emozionante per te? Ce ne sono state molte. Ma il Tor e l’UTMB sono stati i momenti più importanti.  
La tua gara più estrema o più difficile?  Tor e SwissPeaks.

Il 12 settembre 2021, ha preso parte al 12° Tor des Géants portatolo a termine in 2 giorni 21h03’ e classificandosi al 2° posto, preceduto da Franco Colle (2 giorni 18h43’57”), ha completato il podio lo svedese Petter Restorp (3 giorni 4h36’). 
Il 26 agosto 2022, si è classficato 8° all’UTMB in 21h46’16”. 
L’11 settembre 2022, ha preso parte al 13° Tor des Géants vincendolo in 2 giorni 22h31’36”, precedendo Simone Corsini (3 giorni 3h27’33”) e Andrea Macchi (3 giorni 4h43’50”). 
Jonas ha partecipato anche a tre edizioni della SwissPeaks 360km. 
Il 2 settembre 2018 si classifica al 7° posto in 4 giorni 5h28’.  
Il 1° settembre 2019, si classifica 2° in 3 giorni 14h35’48”, preceduto dal vincitore l’italiano Andrea Mattiato (3 giorni 9h39’14”). 
Il 1° settembre 2020 la gara è di 314km e ci sono due vincitori che la concludono insieme in 2 giorni 14h46’33”: Franco Collè, e Jonas Russi, precedendo Andrea Mattiato (2 giorni 22h33’15”).
Cosa pensano i tuoi familiari e amici del tuo sport? Alcuni praticano questo sport in prima persona. Tutti amano la natura. Le distanze da cui parto sono certamente speciali. A volte c’è un senso di incredulità.
Quali sensazioni sperimenti durante lo sport? Tutto, dall’ottimo al pessimo. 

Percorsi di ultratrail di distanze superiori ai 100km e otre i 200km sono davvero spettacolari per quello che si incontra, gli ambienti naturali e anche per i momenti difficili che si attraversano e che si superano, diventando un allenamento alla vita, una palestra per sviluppare resilienza. 
Che cosa ha scoperto di sé attraverso lo sport? Si possono superare i limiti. Spesso si va molto più lontano di quanto si pensi all’inizio. Il corpo è una cosa affascinante, può fare cose incredibili.  
Hai raggiunto i tuoi limiti nelle tue gare? Sì, molto spesso. Credo che questo accada automaticamente quando si arriva al limite. 
Cosa dà e cosa toglie lo sport? Posso mettere alla prova i miei limiti. Richiede molto tempo ed energia. 

Quello che sperimentano molti ultramaratoneti è che si può fare sempre di più e meglio, il fisico e la mente si adattano sempre con più facilità a situazioni più difficili ed estreme, si diventa più sicuri e fiduciosi di se stessi nel riuscire in imprese ritenute difficilissime ma non impossibili, una sfida con se stessi e con eventuali avversari di pari esperienze e caratteristiche fisiche e mentali. 
Un tuo messaggio per avvicinare i giovani allo sport? Lo sport è una super scuola di vita. Si impara a gestire le delusioni, a lottare e ci si avvicina a se stessi. Si ha un legame più stretto con il proprio corpo.  

Lo sport è un ottimo strumento di conoscenza di se stessi, delle proprie capacità, un’opportunità per apprendere anche dalle esperienze più difficili; una grande possibilità per confrontarsi con altri e apprendere sempre di più dall’esperienza. 
Sogni realizzati e da realizzare? Obiettivi futuri? Nessuno in particolare. Voglio ottenere il massimo da questa attività. Ma essere ancora sportivo in età avanzata.  
Ti ispiri a qualcuno? Sì, ma nessuno in particolare. E non solo agli atleti.  
Cosa significano per te la vittoria e la sconfitta? Fanno parte della vita e dello sport. Si impara a gestirle. Si perde molto più di quanto si vinca.  

Jonas ha dimostrato che bisogna sempre provare a mettersi in gioco e se la prima volta non va bene la prossima volta andrà meglio e lui stesso partecipando a gare sempre più estreme ha fatto sempre meglio nelle gare successive. 
Quali sono gli ingredienti del successo? La coerenza in ciò che si fa. E la motivazione interiore. Devi volerlo tu stesso. 

La base dipartenza per ogni cosa è il piacere, la passione, la motivazione, se non c’è tutto ciò non si va avanti ci si ferma ai primi imprevisti. 

Matteo SIMONE 
380-4337230 - 21163@tiscali.it 
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR 

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