martedì 26 settembre 2023

Lara Manente: Mi appassionai lentamente al trail preferendolo alla strada

 Matteo Simone 

Lo sport è importante, utile, essenziale nella vita di una persona. Risulta essere una palestra di vita, uno strumento di conoscenza e approfondimento di se stessi.

Un’opportunità di confrontarsi con altri e stare con altri condividendo allenamenti e gare.
Di seguito approfondiamo al conoscenza di Lara attraverso risposte ad alcune mie domande.
Qual è stato il tuo percorso nello sport? Ho iniziato da piccina a provare vari sport, scegliendo il nuoto che iniziai a praticare in forma agonistica. Smisi con l'agonismo a tredici anni per motivi familiari ma continuai a praticarlo fino alla laurea. Poi il fermo per un decennio dalla pratica di sport con continuità. Quindi ripresi con la corsa. Inizialmente per brevi percorsi passando poi alle mezze maratone per approdare alla maratona. In quel periodo iniziai a partecipare anche a gare podistiche misto collinari e mi appassionai lentamente al trail preferendolo alla strada. La gara di trail più lunga è stata una 50 km. Poi è sopraggiunto il Covid. Attualmente faccio palestra e pratico trekking in montagna ogni weekend e spero presto di tornare al trail. Ora mi limito ad alternarlo alla camminata.

Nella vita si fanno percorsi di studi, sport, lavoro, relazioni. Il trail è un ottimo sport in quanto permette di stare all’aria aperta alla scoperta di sentieri e paesaggi naturali che procurano sensazioni ed emozioni intense.
Chi e cosa contribuisce al tuo benessere e performance? La dieta in primis ma anche una mente che non si pone mai limiti. Il 'non ce la farò' non è contemplato.

Per fare bene e riuscire in qualcosa bisogna prima di tutto crederci e poi portare avanti stili di vita adeguati, rispettare regole, utilizzare metodi curando più aspetti possibili da quello nutrizionale a quello fisico e mentale.
La gara dove hai sperimentato le emozioni più̀ belle? Sicuramente la Cortina Trail (50K) ma anche la prima 35k in montagna.

Il 28 giugno 2019 Lara ha corso la Cortina Trail in 10h30’17”.
Cosa pensano familiari e amici della tua attività̀ sportiva? Non hanno la reale percezione di quello che ho fatto, a parte la maratona. Non li coinvolgo molto. È una soddisfazione tutta personale.
Cosa hai scoperto di te stesso praticando sport?
Che i limiti sono solo mentali.
Hai sperimentato l’esperienza del limite nelle tue gare? Assolutamente sì. Ho corso in montagna una gara che si è disputata durante la tempesta Vaia. Venivano giù alberi come foglie. Una scena apocalittica ed ero completamente da sola. Correvo in condizioni estreme, il fango sembrava risucchiarmi. Ero sfinita. In condizioni normali non ho mai superato i miei limiti perché mi preparavo bene alle gare, con gradualità e per percorsi più lunghi di quelli che avrei fatto in gara.
La tua gara più̀ estrema o più̀ difficile? Strafexpedition durante la tempesta Vaia. Giro ad anello di 13 km. Ne avevo percorsi 3 quando è stata interrotta.

Le gare di trail dove si corre in montagna sono molto sfidanti soprattutto quando cambia il tempo e bisogna far attenzione dove si mettono i piedi seguendo il percorso giusto, sono davvero un banco di prova per l’atleta che è messo a dura prova e deve scegliere cosa fare, se continuare, ritirarsi, ripararsi, andare avanti, tornare indietro, trovare una via di fuga.
Il 29 ottobre 2018 si è corsa la Strafexpedition Trail Tonezza del Cimone e Lara l’ha portata a termine in 2h11’56”, quel giorno 65 atleti non sono partiti o si sono ritirati e il percorso a causa maltempo è stato ridotto a 13 km.
Quali sensazioni sperimenti nello sport? Emozione, tanta.
Un tuo messaggio per avvicinare i ragazzi allo sport? Qualsiasi sport, praticato sia a livello amatoriale che a livello agonistico, è fondamentale per testare non tanto i propri limiti ma le proprie potenzialità e scoprire l'immensità di quanto si è capaci.
Ritieni utile lo psicologo nello sport? Per l'agonismo sì, certamente.
Sogni realizzati e da realizzare? Prossimi obiettivi? La maratona è stato un sogno realizzato nel 2018. Vent'anni prima un maratoneta a cui avevo espresso il mio desiderio, mi diede una scheda per prepararla. La conservai nei diversi portafogli usati, per vent'anni. Poi, il giorno dopo la morte di mia mamma, la tirai fuori. La seguii pedissequamente tutta quanta. Una settimana dopo averla completata mi rubarono il portafoglio con la scheda. Un chiaro segnale: il suo compito era terminato, l'obiettivo raggiunto. Corsi la maratona in quattro ore.

È importante averli i sogni da qualche parte, nel cassetto o nel portafoglio, Sogni scritti sono meglio e può capitare l’occasione di decide e impegnarsi di trasformarli in realtà.
Ti ispiri a qualcuno? No assolutamente.
Cosa dà e cosa toglie lo sport? Fatto con passione e in armonia con il resto degli impegni che uno ha, non toglie nulla. Mi dà tanta soddisfazione se ci metto tutta me stessa. Va detto che non sono assolutamente una competitiva. Sfidare gli altri non è nelle mie corde.
Che significato ha per te la vittoria e la sconfitta? Non mi interessa il risultato però devo dire che quando arrivai terza alla mezza maratona del Monte Carso provai una grande emozione.

Andare a podio è sempre una grande soddisfazione e molto gratificante.

Matteo SIMONE
380-4337230 - 21163@tiscali.it
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR

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