venerdì 14 novembre 2025

Anna Padovan vince la ‘Big Rock Morenic 100mi’ 2025 in 23h08’02”

 Dott. Matteo Simone 
 

L’11 ottobre 2025 si è svolta la “Big Rock Morenic 100 miglia” e tra le donne ha vinto Anna Padovan 23h08’02” precedendo Vittoria Maria Teresa Data 27h00’45” ed Elena Simona Balzarini 27h02’04”. 

Il vincitore è stato Daniele Calandri 16h22’35”, precedendo Andrea Dameno 17h45’40” e Francesco Sgarlata 18h03’59”. 
Di seguito approfondiamo la conoscenza di Anna Padovan attraverso rispose ad alcune mie domande. 
Complimenti per la vittoria alla 'Big Rock', te l’aspettavi? Direi che il mio obiettivo primario era portarla a casa sotto le 24 ore, perché quest’anno volevo la ‘fibbia. Ci speravo più che aspettarmelo! In una cento miglia può succedere di tutto: puoi sentirti una regina al km 40 (stavo bene e correvo anche troppo veloce) e uno zombie al km 100. Però sì, dentro di me sentivo che poteva essere la mia gara, se la testa teneva. 

Gare di ultramaratona davvero lunghissime e durissime, sia dal punto di vista fisico che mentale per protrarre lo sforzo per tante ore, fino alla fine per sfide personali, per ottenere un successo, per portare a termine un progetto. 
La parte più difficile?
 Sicuramente la notte. Mi aspettavo che l’avrei sofferta dopo aver corso tutto il giorno e sapevo che sarebbe arrivata la parte difficile, e così è stato. Quest’anno però avevo i 'pacer', e devo dire che è stata una vera benedizione! Ti danno energia, compagnia e serenità nei momenti più bui, letteralmente. Averli con me è stato un grande aiuto, umano prima ancora che sportivo. Poi il fatto di avere la crew che mi cacciava ogni volta dalla base vita è servito tantissimo. Senza la loro insistenza ad andare avanti, credo avrei ceduto ... anche a qualche ora di pisolino. 

Gare davvero difficili da terminare, dove nella mente ci posso essere eventuali sabotatori che preoccupati e apprensivi vorrebbero che l’atleta si fermasse per proteggerlo ma l’atleta vuole portare a termine il suo progetto sfidante, difficile ma non impossibile. 
Come hai deciso di partecipare? È la seconda volta che provo questa gara: l’anno scorso l’ho chiusa in 31 ore e mezza, dormendo circa 6 ore perché ero decisamente finita. Conosco Davide e Mariacarla, gli organizzatori, e voglio loro un gran bene. Hanno creato qualcosa di speciale, con un’atmosfera unica, fatta di passione e calore vero. Tornare qui era naturale: era come tornare a casa… e quest’anno ci tenevo a chiuderla bene, senza dormire troppo! 😄 

Una gara davvero interessante
 sarebbe da provare. I
28 settembre 2024 Anna ha corso la Big Rock in 31h32’45” classificandosi 4^ tra le donne, preceduta da Antea Pellegrino 20h55’25”, Laura Ravani 22h46’44” e Monica Francesca D’urso 23h22’19”. Tra gli uomini vinse Davide Ambrosini 17h2929”, precedendo Alessandro Cominelli 17h5803” e Fabio Di Giacomo 18h0217”. 
Come ti sei preparata? Con tanta costanza e dedizione. Non è stato per nulla un anno facile per me, nella sfera privata, e la corsa è stata un’ancora di salvezza. Cercavo di incastrare tutti gli impegni ogni settimana e ogni weekend per dedicarmi agli allenamenti, perché al di là dell’aspetto fisico, mi aiutavano anche a combattere i miei demoni personali. Il mio coach poi ha fatto un ottimo lavoro con me e abbiamo costruito abbastanza bene il tutto assieme. 

La pratica di uno sport permette di fare progetti e costruire obiettivi importanti con impegno, passione, determinazione e con l’eventuale aiuto di professionisti esperti che aiutano a performare senza trascurare il benessere dell’atleta. 
Cosa hai scoperto di te in questa gara?
 Che sono una donna molto testarda e determinata! E che riesco a comandare e controllare il mio corpo, a partire dallo stomaco, che nelle lunghe distanze fa sempre il ribelle con me. Diciamo che questa volta però è andata decisamente meglio. Avrei dovuto mangiare qualcosa in più ma a un certo punto non entrava più nulla in pancia. 

L’esperienza insegna a far meglio la prossima volta, allenando e potenziando le criticità con la consapevolezza che si può fare sempre meglio credendoci. 
Cosa e chi ti ha aiutato? Moltissimo la mia crew, i miei amici del cuore del Ciuk Running Team, Manuel, Marino, Paolo, il mio compagno Stefano, il mio coach e sicuramente la mia famiglia da casa: mio padre e la mia sorella più piccola, che da anni provano a farmi smettere con queste ultra-distanze ma allo stesso tempo tifano per me, perché sanno quanto impegno ci metto e quanto adoro questo sport. E poi mia sorella più grande con le mie nipotine: sono le mie fan numero uno. Sapere che ammirano la mia forza di volontà e che per loro sono d’ispirazione mi carica tantissimo. 

Gare lunghissime da interpretare con tanta fatica e pazienza, dove è importante avere a disposizione qualcuno che sostiene, supporta con una parola, un gesto, un alimento. 
Pensieri positivi e negativi durante la gara?
 Ho avuto di tutto: dal sto volando! al ma chi me l’ha fatto fare? Voglio fare DNF!. Però ho imparato che i pensieri passano, come le salite, come la fatica e come i problemi. Basta continuare a muovere un piede dopo l’altro. 

Interessante e utile la testimonianza di Anna: “i pensieri passano, come le salite e la fatica”. Questo è vero e tutto ciò poi fortifica l’atleta che è riuscito a uscirne fuori da ogni tempesta, criticità, avversità, forse anche più rafforzato per non aver mollato. 
A chi la dedichi? A me stessa, in primis, perché l’ho voluta, l’ho sognata e ci sono arrivata. Ai miei amici, che credono tantissimo in me ogni volta, e a tutte le persone che pensano: io non potrei mai farcela. Perché sì, possiamo farcela tutti, basta provare a buttarsi. 
Un consiglio per chi vuole provare questa gara? Non aspettare di sentirti pronta o pronto. Non lo sarai mai. Parti, sbaglia, impara, divertiti, riprovaci. E ricordati che non si corre solo con le gambe: il cuore e la testa fanno almeno metà del lavoro. Provare per la prima volta una 100 miglia in loop così, lo trovo molto d’aiuto. Hai sempre una base vita e se hai qualcuno che può sostenerti e aiutarti ancora meglio. Io dico provateci e non ve ne pentirete, anche dovesse essere la prima 50miglia, Big rock ne vale la pena e poi il calore dei volontari, della gente che fa il tifo, degli aiuti che ricevi anche da perfetti sconosciuti. Provateci! 

A volte non bisogna aspettare il momento migliore per provare ma ci si può mettere in 
gioco apprendendo proprio dall’esperienza per far meglio poi la volta successiva.
 
Toccherebbe proprio provarla questa gara. 
Il tuo vissuto prima, durante, dopo la gara? Prima: un mix di ansia e voglia di partire con il sorriso. Durante: l’ho affrontata contando i giri anziché i chilometri. Qualcuno un giorno mi disse: togli il primo e l’ultimo giro dal conteggio, perché non si contano, e così mi sono rimasti otto giri da contare. Fino a metà il tempo è volato, la fatica è arrivata dopo i 100 km. Dopo: lacrime, sorrisi, felicità… e poi dolori. Tanti dolori! Ahahah. 
Prossimi obiettivi a breve, medio e lungo termine? A breve: prendermela leggera, voglio passare un novembre senza tabelle. A medio e lungo termine ancora non so bene: sto decidendo proprio in questi giorni quali gare impostare per il prossimo anno. Vedremo😊 

In effetti, dopo il raggiungimento di un grandissimo obiettivo con grandissima fatica è opportuno prendersi cura di  rallentando un po’ con gli allenamenti, godersi quanto si è riusciti a fare e poi con il tempo si può programmare una nuova stagione con obiettivi stimolanti e allettanti. 
Che significato ha per te questa vittoria? Non è solo una fibbia o il premio per il primo posto: è la mia piccola grande rivoluzione personale. Un altro obiettivo raggiunto, che per me significava tantissimo. 
Quali sono gli ingredienti del successo?
 Durante la gara: testa, cuore e concentrazione. Durante la preparazione: godersi il viaggio, ogni attimo all’aria aperta, che sia da soli o in compagnia. Perché sono proprio quei momenti che diventano ricordi indelebili. 
Gli allenamenti più importanti? Quelli nei giorni in cui non avevo voglia. Quando fuori pioveva… o quando pioveva dentro di me. Ma uscivo lo stesso, e ogni volta tornavo un po’ più forte. 

Bellissima e utilissima testimonianza dove traspare la pratica di uno sport come curativa e allenate per corpo e mente, per rafforzare e sentirsi sempre meglio, nonostante la fatica. 
Cosa ti spinge a fare sport di endurance? La libertà. L’idea di poter contare solo su me stessa, passo dopo passo. E quella sensazione unica di io contro me stessa, che è l’unica sfida che vorrei nella mia vita. È un lungo momento con me stessa e con i miei pensieri, perché in 24 ore da sola hai modo di pensare a tante cose. 
Cosa diresti a te stessa di 10 anni fa? Anna di dieci anni fa non sapeva nemmeno cosa fosse la corsa, e tantomeno la corsa in montagna. Quando vedevo la gente correre dicevo: questi sono matti, io non ce la potrei mai fare. Soffrivo d’asma e non facevo nessun sport. La Anna di 10 anni fa non si sarebbe mai immaginata di quanto avrebbe sofferto, di quante sfide avrebbe affrontato e quanti obiettivi come questo avrebbe raggiunto. La Anna di 10 anni fa è molto contenta di ciò che è diventata la Anna di oggi. 

Tutto passa, tutto cambia. 
È importante vivere appieno il momento presente con consapevolezza, gioia, accogliendo tutto, sensazioni positive e negative, tutto serve.
 
Una parola o frase che ti ha aiutato nei momenti difficili? ‘Un passo alla volta. Con calma, un passo alla volta’. È semplice, ma funziona sempre, sia nella corsa che nella vita. 
C’è qualcuno che ti incoraggia o scoraggia nelle tue imprese sportive? Fortunatamente ricevo molti più incoraggiamenti che altro. Le poche persone care nella mia vita che credono in me e mi sostengono sono un aiuto enorme e vedere la gioia nei loro occhi quando io sono felice, è qualcosa di meraviglioso. Poi, certo, ci sono anche persone cattive che sperano o gufano per un mio fallimento a ogni sfida che affronto… ma alla fine mi servono solo a motivarmi ancora di più. 

Dott. Matteo Simone 

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