Anna la maratoneta è un’amante della
corsa, nonché collega psicologa conosciuta qualche anno fa a cui piace
raccontare Racconti di corsa http://annalamaratoneta.blogspot.it/
Di seguito si racconta nella sua passione
e determinazione nella corsa.
Ti sei sentita campione nello sport almeno un giorno della
tua vita o sempre un comune sportivo? “Ogni
volta che faccio una buona prestazione mi sento una campionessa. Quando ho
conseguito risultati in gare importanti ancora di più.”
Qual è stato il tuo percorso per diventare un Atleta, qual è
stato il primo sport che hai praticato, com’è stato il passaggio agli altri
sport? C’è un altro sport che vorresti praticare?
“Ho iniziato a dedicarmi all’attività sportiva con serietà spronata da un anziano maestro di tennis, che mi ha invitato a fare almeno 20 vasche di nuoto al giorno. Da lì ho praticato agonismo nel tennis, poi, negli anni a venire, nel calcio. Ma la scossa maggiore l’ho avuta quando, dopo una brutta crisi di anemia, mi sono posta l’obiettivo di guarire e dimostrare a me stessa di stare bene correndo una maratona. Da allora non ho mai smesso di correre. Mi piacerebbe giocare ancora a tennis.”
“Ho iniziato a dedicarmi all’attività sportiva con serietà spronata da un anziano maestro di tennis, che mi ha invitato a fare almeno 20 vasche di nuoto al giorno. Da lì ho praticato agonismo nel tennis, poi, negli anni a venire, nel calcio. Ma la scossa maggiore l’ho avuta quando, dopo una brutta crisi di anemia, mi sono posta l’obiettivo di guarire e dimostrare a me stessa di stare bene correndo una maratona. Da allora non ho mai smesso di correre. Mi piacerebbe giocare ancora a tennis.”
Il vecchio amore non si scorda mai, la passione del tennis
solletica Anna, ma per ora ancora tanti obiettivi e performance nella corsa.
Hai dovuto scegliere nella tua vita di prendere o lasciare
uno sport a causa di una carriera scolastica o lavorativa? “Mi è capitato sempre il contrario:
scegliere determinati percorsi universitari perché avevo più tempo per fare
sport.”
A seguito delle tue esperienze, che consiglio ti andrebbe di
dare a coloro che si trovano a dover fare scelte importanti nello sport? “Non imbrogliare né sé stessi, né gli
altri.”
Come ha contribuito lo sport al tuo benessere e quali sono i
fattori che hanno contribuito al tuo benessere o alla tua performance? “Lo sport mi ha dato un equilibrio,
soprattutto per quanto riguarda il regime alimentare: facendo sport non mi
sottopongo a restrizioni. Ho più serenità nel rapporto con gli altri e con me
stessa.”
Lo sport è un valore aggiunto sia per la propria persona, per
il rispetto di se stessi, per un sano stile di vita e sia per le relazioni con
l’altro, il rispetto degli altri atleti amici o avversari.
Riesci ad immaginare una vita senza lo sport? “No, essendo anche il mio lavoro.”
Quale alimentazione segui prima, durante e dopo una gara? Usi
farmaci, integratori? Per quale motivo? “Prima
di una gara assimilo carboidrati (pasta nella sera prima, fette biscottate e miele
al mattino). Non uso farmaci e, in estate, reintegro con sali. Prendevo
amminoacidi e carnitina anni fa, ma, non riscontrando grossi benefici, ho
smesso.”
Chi ha contribuito al tuo benessere nello sport o alla tua
performance? “Il benessere è nato
con un lungo lavoro mentale da parte di me stessa. Devo i miei migliori
risultati agonistici ad un giovane allenatore: Marco Testero.”
Lo sport diventa una sorta di autoterapia, si contatta se
stessi, si riesce a conoscersi meglio, il proprio corpo, le proprie sensazioni
corporee, lo sport aiuta a gestire lo stress, a elaborare i traumi. Mentre per
la performance non bisogna sottovalutare nulla, l’alimentazione diventa
importante, l’affidarsi ad un bravo allenatore, sia competente e formato ma
anche sensibile che ti segua, che ti veda, che parli con te, che ci sia uno
scambio di informaizioni non solo verbali ma anche corporee. Conosco bene Marco
Testero, ho anche gareggiato con lui, è un bravo allenatore.
Qual è stata la gara della tua vita, dove hai dato il meglio
di te o dove hai sperimentato le emozioni più belle? “Maratona di Bari 2009: personale di
3h02.19, terza assoluta.”
Qual è una tua esperienza che ti possa dare la sicurezza, la
convinzione, che ce la puoi fare nello sport o nella vita? “L’esser passata da 90 flebo nel 2006,
per curarmi dalla anemia, 5.3 di emoglobina, a correre maratone in tutto il
mondo.”
Ciò significa essere determinati, volere ad ogni costo
riuscire nei propri intenti.
Cosa pensano i tuoi famigliari ed amici della tua attività
sportiva tesa al benessere o alla performance? “Che sono matta."
Come è cambiata la tua vita famigliare, lavorativa nell’aver
intrapreso un’attività sportiva? “Sono più serena nel rapporto con gli altri.
Certo, non tutti capiscono il mio entusiasmo derivato da una buona gara… così
mi limito ad essere felice senza dare spiegazioni.”
Ti va di descrivere un episodio curioso o divertente della
tua attività sportiva? “Innumerevoli volte che sono arrivata per miracolo alle
gare…oppure quando, alla Maratona di Tokyo, mi misero per errore nella griglia
delle 5 ore e corsi in mezzo a gente che partecipava con una filosofia ben
diversa dalla mia.”
A volte è importante rallentare, avere un approccio alla gara
più medidativo, arrivare con gli ultimi.
Cosa hai scoperto del tuo carattere nel diventare atleta?
Quali i meccanismi psicologici ritieni ti abbiano aiutano nello sport al tuo
benessere o alla tua performance? “Ho scoperto di essere determinata e disposta
al sacrificio.”
Quali sono le tue capacità, risorse, caratteristiche, qualità
che hai dimostrato di possedere? “Determinazione, testardaggine, capacità
aerobica, passione.”
Che significa per te partecipare ad una gara sportiva, hai
sperimentato l’esperienza del limite nelle tue gare? “Partecipare per me vuol
dire divertirsi mettendosi alla prova. Mi è capitato di provare esperienze
estreme, soprattutto quando avevo cali di ferro e gareggiavo comunque.”
Quali sono o sono state le tue sensazioni che sperimenti
facendo sport pregara, in gara, post gara? “Pregara: cerco di esaminare il
contesto. In gara: non penso: agisco.
Post gara: ripenso (anche troppo) a quello che ho fatto.”
Post gara: ripenso (anche troppo) a quello che ho fatto.”
Quali sono i tuoi pensieri? Pensare al traguardo, pensare a
tutto quello che si è investito per la gara, in termini di allenamenti, di
preparazione atletica, mentale? “Non
penso mai a quel che ho fatto prima: penso sempre al dopo, ai km che mancano.”
Quale è stata la tua gara più estrema o più difficile, quale
è una gara che ritieni non poterci mai riuscire a portarla a termine? “Ricordo
con sofferenza la Maratona sulla sabbia. Ma la conclusi, arrivando terza. Non
penso potrei mai portare a termine le skyraces estreme.”
Quali sono le varie difficoltà, i rischi, a cosa devi fare
attenzione nella tua disciplina? Quali sono le condizioni fisiche o ambientali
che più spesso ti hanno indotto a non concludere la gara o a fare una
prestazione non ottimale? “Chiaramente devo controllare i livelli di ferro, ma
anche piccoli malanni, quali la borsite retro calcaneare, che ogni tanto mi
accompagna. Mi ritirai solo ad una gara a causa di un crampo, per il resto non
mi fermano né vento, né pioggia, né grandine, né neve...Anzi, li uso come scuse
nel caso la gara mi vada male.”
Cosa ti ha fatto mollare o cosa ti fa continuare a fare
sport? Come hai superato eventuali crisi, sconfitte, infortuni? Hai mai
rischiato per infortuni o altri problemi di smettere di essere atleta, è
successo che ti abbiano consigliato di ridurre la tua attività sportiva, hai
mai pensato di smettere di essere atleta? “Ho pensato di smettere in certi
periodi, anni fa, ma solo per rabbia, quando mi capitavano infortuni lunghi.
Ora non smetterei per nulla al mondo: la corsa è radicata in me come una
patologia cronica.”
Ti è capitato di avere la sensazione che ti cascasse il modo
addosso, se si come sei riuscito a toglierti la polvere di dosso e continuare
dritto? “Sì, a volte capita anche quello. Sono riuscita ad andare avanti solo
grazie alla consapevolezza che indietro non si sarebbe più potuti tornare.”
Quale può essere un tuo messaggio rivolto ai ragazzi per
avvicinarsi ad uno sport che può essere fatto di fatica, impegno, sudore,
sofferenze? “Sport è filosofia di vita, educazione. La fatica ripaga sempre
anche se, al momento, è difficile da sopportare. Se ci si abitua a questo
genere di ‘sofferenza’, tutto il resto appare come solo un gioco, e riesce con
estrema facilità.”
Lo sport diventa una scuola di vita, la corsa diventa una
compagna di esperienze ed è difficile disfarsene, aiuta tanto nei momenti
difficili, ti fa sperimentare gioie, ti fa comprendere come superare momenti
difficili, diventa un caro alleato.
C’è stato il rischio di incorrere nel doping nella tua
carriera sportiva? “Sì.”
Qual è un messaggio che vorresti dare per sconsigliare l’uso
del doping e per fare uno sport teso al benessere o alla performance? “Lo sport deve allungare la vita, non
accorciarla. La gioia di un successo transitorio si sconta poi con una pena
sulla propria pelle.”
Ritieni utile la figura dello psicologo dello sport, se si
per quali aspetti ed in quali fasi dell’attività sportiva? “Sì, è molto utile.
Ma deve guadagnare credibilità in un ambiente ancora ostile.”
Se potessi tornare indietro cosa faresti? O non faresti? “Inizierei
a fare atletica molto prima, innanzitutto. E studierei molto meno.”
E’ vero, a volte conta molto più l’esperienza della teoria.
Quali sono i sogni che hai realizzato e quali quelli da
realizzare? “Sto ancora sognando.”
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