domenica 8 marzo 2020

Angelo Fiorini: L’arrivo della Nove Colli Running insieme a Francesco Accarino


Sabato 7 marzo 2020, ho fatto una bella corsetta al Parco di Tor Tre Teste, incontrando tanti amici e apprezzando le bellezze naturali del parco popolato di stupendi animali come le tartarughe al laghetto ma anche popolato da tante persone che trascorrevano un po’ di tempo di svago a contatto con la natura.

Tra i tanti amici ho incontrato Attilio che parlava delle sue avventure di una ventina di anni fa quando andava sotto i 4’ al km, ho incontrato Antonio Raso che camminava ma con tanta voglia di correre, a seguito di un periodo di riabilitazione.

Tra i tanti anche Angelo Fiorini che ci riprova a correre dopo un altro stop a causa di problemi fisici e che ha manifestato tanta voglia di correre ma anche di chiacchierare e così passo dopo passo, parola dopo parola prima di rientrare a casa mi ha raccontato alcuni aneddoti della sua carriera di uomo delle lunghissime distanze.
Lui si definisce uno che programma e non improvvisa, la sua gara preferita è sempre stata la Nove Colli Running di 202,4km e afferma che un anno, a causa di una deviazione, era di 205km. Lui aveva tutto stabilito in mente i vari passaggi e le situazioni da attraversare. In particolare ricorda un’edizione arrivato al traguardo con Francesco Accarino e mi ha ricordato i particolari e cioè lui partito con cautela incontra a un certo punto del percorso Francesco Accarino che aveva un problema ai piedi per le vesciche e  si ferma per aiutarlo, interessanti le parole di Angelo: “Nelle gare superiori alla maratona se trovo un amico o un avversario in difficoltà mi fermo ad aiutarlo.”
Angelo chiede a Francesco se gli servisse acqua o barrette, resta un po’ insieme a Francesco confrontandosi sulle vesciche ai piedi e sul proseguo della gara e poi riparte dopo essersi assicurato che Francesco avrebbe continuato per conto suo. Quando mancavano pochi chilometri all’arrivo, Angelo si volta indietro e intravede Francesco, lo aspetta e decidono di proseguire insieme camminando, quando mancavano pochi metri decidono di correre insieme arrivando al traguardo.
Inoltre Angelo racconta di come Francesco l’abbia visto sereno e tranquillo quando l’ha incontrato, senza fiatone. E anche Ivan Cudin quell’anno faceva assistenza alla gara portando da bere agli atleti, quando incontrò Angelo si meravigliò per come stava e per come correva nonostante i tanti chilometri percorsi.
Angelo racconta come anche nelle 24 ore lui aveva tutto studiato e programmato, era uno dei pochi che di notte continuava a correre mentre altri facevano massaggi e altro.
Poi successe il fattaccio alla Spartathlon, Angelo aveva programmato tutto alla perfezione, sembrava che tutto andasse liscio, sulla tabella di marcia era in tempo, ma poi a un certo punto qualcosa l’ha costretto al ritiro, a un certo punto si è dovuto fermare forzatamente per non compromettere la sua salute, Angelo dice che a un certo punto non ricorda più niente di quello che era successo e comunque era passato ai 100°km in 11.40 e a circa 170° si è dovuto fermare quando mancavano solo una settantina di km con un margine di tempo alla sua portata.
Di seguito la sua risposta a una mia domanda di un po’ di tempo fa, Angelo Fiorini: “E’ stata la Sparta Atene del 2011, che mi ha fatto sperimentare il limite delle mie gare e soprattutto ho capito che bisognava che ascoltassi la richiesta di aiuto da parte del mio fisico. Infatti dopo un inizio brillante della gara, al 130imo km ho iniziato a sentire sensazioni strane mai avvertite che mi hanno convinto a fermarmi e a ritirami al km 172. In passato, nonostante problemi fisici ho resistito, stretto i denti ma sono sempre arrivato al traguardo. In sintesi ho avuto una grave insufficienza renale da rabdomiolisi, dovuta allo sforzo, alla cattiva idratazione e alimentazione durante la gara.».
Angelo afferma che quell’anno aveva avuto dei segnali strani, delle avvisaglie, forse afferma, era il destino, ala nove colli running era scoppiata la lampadina della torcia, una cosa strana, inoltre dopo un allenamento di una ventina di km verso Tor Vergata, andata e ritorno, le scarpe che erano già collaudate per la 9 colli, a una settimana dalla gara, mi davano fastidio e sono stato costretto a usare  scarpe un po' usurate, inoltre alla Spartathlon erano saltati gli occhiali che aveva ancorato alla visiera del berretto, sentiva che c’era qualcosa che non quadrava. Comunque ora Angelo continua a provare a correre e non si sa mai in futuro quali possano essere le sue intenzioni di eventuali gare.
Un vero piacere correre con un grande ultrarunner, riporto un’altra sua risposta a una mia domanda di qualche tempo fa, Angelo Fiorini: «Cosa significava per me partecipare a gare estreme? La gente si domandava: ma chi te lo fa fare! Per una medaglia! A queste persone rispondevo che solo chi prova una passione poteva capire l’adrenalina che cresce dentro di te quando fai una cosa in cui credi e che non deve avere necessariamente un rientro economico, e la corsa non ne ha nessuno! E la felicità nel tornare a casa con la medaglia al collo! Capisco che sia difficile per i meno appassionati capire questa passione, ma sono soddisfazioni che ti riempiono di orgoglio anche se certe imprese non portano niente di concreto ti danno una carica che ti fa superare la fatica fisica».

Angelo è menzionato nei miei libri: “Ultramaratoneti e gare estreme”, edito da Prospettiva Editrice: “Ultramaratoneta: un’analisi interminabile”, edito da Aras Edizioni; “Maratoneti e Ultrarunner. Aspetti psicologici di una sfida”, edito da Edizioni Psiconline.

+393804337230 Psicologo, Psicoterapeuta

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