Il mio carattere grazie
allo sport si è evoluto in positivo
Matteo Simone
Lo sport diventa un grande insegnamento di vita e un’opportunità per conoscersi bene e cercare di trasformarsi continuamente in persona migliore sia dal punto di vista sportivo che mentale.
Di seguito Alessandro racconta la sua esperienza rispondendo ad alcune mie
domande.
Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua
vita? “Sì, quando la mia performance portava alla vittoria o al
conseguimento di risultati notevoli.”
Qual è stato il tuo percorso per
diventare atleta? “È iniziato tutto da bambino quando più che di sport
si parlava di gioco. Ho iniziato a praticare il calcio all’età di 4 o 5 anni ed
ho continuato regolarmente fino ai 19 anni. Questo gioco è diventato prima di
tutto una passione che ho mantenuto negli anni, difficile vederlo come un
semplice sport. Da questo però penso derivi tutto: con un ritmo di 3
allenamenti più una partita a settimana come minimo (ovviamente ‘all weather’)
ho sviluppato la mia atleticità che poi ho da sempre sfruttato in qualsiasi
altro ambito sportivo, spesso con modesti o buoni risultati.”
Molte cose nella vita di una persona
iniziano per caso, per gioco, per scommessa, per sfida ma poi entra in gioco la
consapevolezza, di voler veramente continuare la strada intrapresa che comporta
un serio impegno per cercare di raggiungere i massimi livelli che sia nello
sport, nello studio, nell’ambito, lavorativo o anche familiare e relazionale.
Chi
e cosa ha contribuito al tuo benessere nello sport o alla tua performance?
“Genericamente parlando, gli allenamenti regolari hanno da sempre dato i
loro risultati in termini di performance fisica, ciò non toglie che il fattore
psicologico non va mai sottovalutato. Difatti allenatori, compagni, situazioni
personali ecc. ecc. hanno da sempre un effetto positivo/negativo sulla mia
performance.”
Per fare e bene e cercare di ottenere
prestazioni eccellenti è importante impegnarsi con costanza, passione e
determinazione e tenere a bada negatività e stress cercando la serenità per
focalizzarsi negli allenamenti e in gara per il tempo occorrente poi si possono
riprendere qualsiasi distrazione.
La gara della tua vita dove
hai sperimentato le emozioni più belle? “Probabilmente scelgo questo
evento anche perché è quello più recente, ma sono sicuro che se non fosse
questo proprio il migliore, sarebbe almeno nella top five. Ultima partita del
torneo di calcio, partita decisiva, vincendola avremmo vinto il torneo di
cacio. Io sono il portiere della mia squadra. Pareggiamo una partita tesissima,
si va ai rigori. Paro l’ultimo rigore che segna la nostra vittoria. Emozioni di
gioia personale e condivisa davvero indescrivibili.”
Grande responsabilità essere portiere in
una squadra di calcio, se si vince è merito di tutti, se si perde c’è il
rischio che il portiere venga additato come la persona che avrebbe potuto
parare. Quindi ci vuole tanta autoefficacia, fermezza e resilienza per fare
questo duro lavoro sportivo. E quando si tratta di salvare partite allora si
esulta con tutta la squadra e oltre, familiari e tanti tifosi che esultano per
aver salvato la squadra da una sconfitta e a maggior ragione quando si tratta
di vincere un torneo ai rigori.
Cosa pensano familiari e amici della tua
attività sportiva? “I miei familiari mi hanno sempre sostenuto al
massimo nella pratica del calcio e di ogni altro evento sportivo a cui ho preso
parte, lo stesso posso dire dei miei amici con i quali ho sempre condiviso
tutte queste attività.”
Nella vita dell’atleta è importante avere
persone che sostengono e soprattutto che non ti facciano pesare il tempo
dedicato allo sport, soprattutto se si tratta di un’attività quotidiana che
comporta duro lavoro, c’è bisogno di essere compresi e coccolati per alleviare
fatica e impegno.
Cosa hai scoperto del tuo carattere praticando sport?
“Ho scoperto diversi lati del mio carattere, dalla forte emotività che
provavo da piccolo a come superarla, alla capacità di gestione di moltissimi
altri sentimenti che possono scaturire durante l’attività sportiva come la
gioia, la rabbia o la tristezza che se non controllati possono influire
negativamente sulla prestazione. Posso dire che il mio carattere grazie allo
sport si è evoluto in positivo nel tempo dandomi molta più coscienza di me e
sicurezza in me stesso.”
Lo sport aiuta a conoscersi bene, a
scoprire se stessi nelle capacità ma anche nella risoluzione delle difficoltà,
si scopre di riuscire a fare cosa ritenute impensabili ma con il passare dei
giorni si fa sempre meglio e si riescono a gestire situazioni prima ritenute
anche stressanti o ansiogene, si acquisisce più sicurezza e autonomia e tutto
ciò si può trasferire nella vita quotidiana al di là dello sport.
Quali
capacità, risorse, caratteristiche, qualità hai dimostrato di possedere? “Come
capacità penso di aver dimostrato discrete doti calcistiche, ma anche l’abilità
di imparare e adattarmi in breve tempo a quasi qualsiasi tipo di sport, come
risorse sicuramente un sacco di voglia di partecipare, mettermi in gioco e
determinazione verso il risultato per trascinare gli altri, come
caratteristiche sicuramente un carattere forte che si fa sentire nel gruppo
(ovviamente non per forza sempre in positivo).”
In particolare nello sport di squadra si
diventa una risorsa per gli altri, si contribuisce a portare la squadra lungo
un sentiero difficile ma ottenendo grandi risultati impegnandosi ognuno per
raggiungere obiettivi condivisi anche se difficili.
Hai sperimentato
l'esperienza del limite nelle tue gare? “Sì, sicuramente l’ho
sperimentato nelle gare di atletica che portano l’atleta a dare tutto quello
può durante l’esecuzione della performance portandolo al suo limite fisico pur
di dare il massimo, a differenza degli sport di squadra che sono principalmente
fatti di tanti episodi nei quali l’importante spesso non è lo sforzo fisico
quanto la preparazione tecnica a fare la differenza.”
Nello sport di squadra ognuno contribuisce
alla performance di squadra e ci sono momenti che l’atleta lascia fare
all’altro mentre nello sport individuale si è da soli cercando di dare il
massimo e mobilitando ogni minima risorsa energetica fisica e mentale per
andare avanti.
Quali sensazioni sperimenti facendo sport (allenamento,
pre-gara, gara, post-gara? “Le sensazioni che provo si differenziano
principalmente da sport a sport. Negli allenamenti in particolare sono le più
disparate e variano a seconda di quanto lo sport che sto allenando mi piace, mi
stimola, a qual è l’obiettivo e a quali sono e condizioni fisiche, psichiche e
esterne che lo caratterizzano. Nel pre-gara provo spesso una certa tensione che
varia in base all’importanza della competizione che sto per affrontare. Durante
la gara la tensione diventa adrenalina e quindi cerco di dare il massimo,
indipendentemente da tutti i fattori che prima potevano avere una qualche
valenza (fisici, psicologici, esteriori) per raggiungere l’obbiettivo o la vittoria.
Nel post gara sicuramente sperimento quel rilassamento da fine attività misto a
stanchezza e poi sicuramente provo delle emozioni legate ai risultati ottenuti.”
Lo sport veramente mette alla prova
l’atleta ma diventa una grande opportunità esperienziale dove ci si trova a
contattare le sensazioni ed emozioni più diverse sia positive che negative,
dall’attesa, alla gioia, dalla stanchezza alla soddisfazione immensa.
Quali
sono i tuoi pensieri in allenamento e in gara? “In allenamento mi
concentro sull’obbiettivo specifico dell’allenamento, controllo i gesti tecnici
e le sensazioni fisiche. In gara sono concentratissimo sul risultato che voglio
ottenere e sugli scenari che devo affrontare per essere pronto a mettere in
pratica il possibile.”
L’atleta sa come ottenere il massimo
rendimento sia in allenamento che in gara focalizzandosi prima di tutto su
quello che si appresta a fare con tanta attenzione e osservando ciò che succede
per saper gestire ogni situazione e saper affrontare e risolvere ogni situazione
sportiva o di gioco.
La tua gara più estrema o più difficile?
“Per me le gare più difficili sono sempre state le finali o le partite al
vertice nel calcio.”
Quali condizioni fisiche o ambientali ti hanno
indotto a fare una prestazione non ottimale? “Una forma fisica non
ottimale ovviamente sfocia in una prestazione non ottimale. Il voler
partecipare e giocare per forza dopo un infortunio non recuperato al 100% ha
reso la mia prestazione profondamente mediocre. Le condizioni ambientali che
possono influire invece sono quelle che riescono a distrarti anche nel mezzo di
una competizione come una situazione personale importante da risolvere.”
L’atleta deve saper essere responsabile e
consapevole di come sta, quanto può valere in un dato momento, e fare i conti
con il suo benessere fisico e mentale.
Cosa ti ha fatto mollare o cosa ti fa
continuare a fare sport? “Penso esistano talmente tanti motivi per
continuare a fare sport che è impossibile elencarli tutti, dai semplici
vantaggi per la salute psicofisica alle soddisfazioni che ogni sport sa
regalare.”
Come hai superato eventuali crisi, sconfitte, infortuni?
“Di sconfitte, soprattutto giocando a calcio, ne ho subite davvero tante, ma
non mi hanno mai fermato. Il semplice ricominciare ad allenarsi per vincere la
competizione successiva è già la soluzione all’amarezza di una sconfitta,
soprattutto se lo si fa assieme ai propri compagni di squadra. Nella mia
carriera sportiva ho subito solo un infortunio serio, all’età di 15 anni.
All’inizio ricordo che è stata dura da affrontare per tutto quello che a quel
tempo mi precluse di fare, però il tempo guarisce fisicamente e una volta
ripresa l’attività ci si butta tutto alle spalle e si continua come se nulla
fosse.”
Nello sport bisogna avere tanta passione e
motivazione per non fermarsi davanti alle prime difficoltà che possono essere
sconfitte, goal subiti, infortuni, bisogna sempre continuare ad allenarsi con
tanta voglia di far meglio lavorando sulle criticità che possono venir fuori ad
esempio in ogni partita.
Un tuo messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarsi
allo sport? “Chi non pratica l’attività sportiva non può comprendere ciò
che comporta, precludendosi un mondo meraviglioso. Si dice spesso ‘provare per
credere’ e questa volta non c’è frase più azzeccata. Cercare uno sport che
piace e che stimola più degli altri, allenarsi con costanza, riconoscere i
miglioramenti che siano prestazionali, fisici o psicologici, porta una
soddisfazione ed un benessere tali da avviare un circolo virtuoso che spinge a
volerne ancora e sempre di più.”
Lo sport dovrebbe essere reso obbligatorio
come le scuole primarie e medie, serve a fare esperienza di vita e a
fortificarsi,
C'è stato il rischio di incorrere nel doping nella tua
carriera sportiva? Un messaggio per sconsigliarne l'uso? “Fortunatamente
non ho corso tale rischio, ma mi sento comunque di sconsigliare quella via.
Potrebbe sembrare una scorciatoia per risultati migliori, ma a che prezzo?”
Ritieni utile lo psicologo nello sport? Per quali aspetti e in quali Fasi?
“Non ho mai considerato questa figura nella mia carriera sportiva, ma penso
possa essere d’aiuto soprattutto ai più giovani che magari si trovano in
difficoltà magari per gli scarsi risultati o la poca motivazione a continuare.”
A volte ci si deprime per poco, per una
sconfitta, o un goal subito, per essere additati come causa di una sconfitta o
un fallimento, sarebbe importante sviluppare consapevolezza dei propri meriti e
stabilità nelle proprie emozioni per non sentirsi fragili o vulnerabili.
Se
potessi tornare indietro cosa faresti o non faresti? “Se potessi tornare
indietro rifarei tutto quello che ho fatto, magari infondendo un po' più di
determinazione al giovane me ancora inesperto.”
Sogni realizzati e da realizzare? Prossimi obiettivi? “Il mio sogno
più grande sarebbe allenarmi e scendere in campo di nuovo regolarmente con una
squadra di calcio iscritta ad un campionato dilettantistico.”
Segnalo
alcuni miei libri pubblicati con Prospettiva Editrice:
Sviluppare la resilienza;
Il piacere di correre oltre;
Lo sport delle donne. Donne
sempre più determinate, competitive e resilienti;
Sport, Benessere
e Performance. Aspetti psicologici che influiscono sul benessere e performance
dell’atleta.
Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
Nessun commento:
Posta un commento