Passatore 2017, la gara più bella in assoluto, 17 ore di pura estasi
Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta
Nella vita si incontra sempre uno sport ma poi è difficile portare avanti questa passione per diversi motivi familiari, lavorativi o di salute.
Importante comunque è la consapevolezza delle proprie
possibilità e dei propri limiti, si fa quel che si può in un dato momento
cercando di sperimentare il meglio per sé stessi a livello di benessere e anche
di performance.
Di seguito Elga racconta le sue
vicissitudini sportive attraverso risposte ad alcune mie domande.
Qual è il tuo percorso per diventare atleta? “Ho 50 anni e 4 figli,
corro da sempre, atletica poi nuoto, pallavolo, corsa, wiet vo dao, pilates e
poi sono arrivati i parti che hanno tramutato le corse in camminate, gli
ultimi 3 sono arrivati in 5 anni dai 35 ai 40, quando ho ripreso la corsa
costantemente era per avere la mia ora d'aria e stare con i miei pensieri.
Senza
fiato, piano piano, ho ripreso la forma con la consapevolezza che mai sarei più
arrivata a quando di anni ne avevo 20 se non altro per i problemi fisici che
sono subentrati con le gravidanze, morbo di Basedow autoimmune con spesso
ricoveri per tachicardie e infine con una sublussazione dell'anca sx e un’artrosi
alla testa del femore. Tutto questo non mi ha impedito di arrivare piano piano a traguardi per me impensabili, prima inizi con 5km di fila, poi 10, poi ti
gasi e vuoi fare una mezza, ti rigasi e vuoi fare la maratona e tutto con estrema
calma, entrando nei tempi limiti della gara, godendomi ogni metro del percorso
facendo anche book fotografici, senza coach, senza tabelle.”
Nella vita ci sono sempre piani e
programmi da fare, priorità da rispettare e le mamme soprattutto hanno anche
figli da partorire, da far nascere e crescere mettendo da parte altri orti e
passioni ma poi si fa sempre in tempo a riprendere quanto rimasto in sospeso e
impegnarsi con fiducia e resilienza per portare a compimento traguardi, mete e
sogni.
Cosa hai scoperto di te stessa praticando sport? “Credo di essere la classica ‘runner che
corre a cazzo’, non sono mai stata presa dal fuoco sacro, non ho mai
sacrificato il sonno o troppo tempo alla mia famiglia anche se per un periodo
le gare che facevo anche fuori dalla mia città hanno generato tensioni che
cercavo di contenere iscrivendo anche mio marito, ex calciatore ma fisicamente
molto preparato.”
Tutti hanno bisogno di una passione da
coltivare, di uno svago, di sentirsi gratificati e apprezzati, ed è importante
trovare un sano equilibrio in famiglia per gestire tempo insieme o da soli
continuando ad essere forti nella relazione e anche sportivamente.
La tua
gara più estrema o più difficile? “Dopo svariate gare e vedendo che
tutto sommato mi divertivo e avevo conosciuto pochi ma fidati amici, ho avuto
lo sghiribizzo di iscrivermi al Passatore nel 2017 senza dire nulla a nessuno se
non al mio amico siculo Giuseppe, abbiamo deciso di farla insieme, 17 ore di
pura estasi, la gara più bella in assoluto, fatta di una lunga notte,
scollinato il Colla, piena di stelle, gracidii di rane e intermittenti lucciole.
Una gara che per sempre rimarrà in me soprattutto perché non ho avuto alcuno
strascico i giorni seguenti.”
Che dire, una dichiarazione sorprendente per i non addetti ai lavori, ma io e altri, che l'abbiamo sperimentato, sappiano cosa significa correre una gara di 100km e soprattutto la classicissima Passatore da Firenze a Faenza scollinando il Passo della Colla che ha un’altitudine di circa 1.000 metri e trovandosi a metà gara si arriva di notte. E' un’esperienza ricca e intensa davvero indimenticabile per tutto ciò che si sperimenta nella moltitudine di ore facendo sport correndo e camminando per i meno forti ma con l’obbiettivo di arrivare al traguardo da soli o in compagnia.
Qual è stata la gara della
tua vita dove hai sperimentato le emozioni più belle? “La maratona che rimarrà nel mio cuore è NY, fatta l'anno scorso nonostante le mie
precarie condizioni fisiche, ma sapevo che in 8 ore e mezza, limite della gara,
ce l'avrei fatta, ho impiegato 7 ore e qualcosa …. praticamente camminando, ma
ogni metro è stata un'emozione unica che solo all'estero si prova…. NY è 'La Maratona!'”
Portare a termine una maratona è il sogno
di tanti, un’impresa che comporta mesi e mesi di preparazione e che ti fa
piangere al traguardo, le emozioni sono centuplicate se si tratta di New York dove una marea di persone si riversano in strada per correre ma
anche per applaudire e incoraggiare gli atleti provenienti da ogni
parte del mondo.
Ritieni utile lo psicologo nello sport? Per quali aspetti e
in quali fasi? “Per quanto riguarda lo psicologo nello sport ora più che
mai ti rispondo che è doveroso averlo, soprattutto in adolescenza per il motivo che alcuni atleti
soffrono di disturbi alimentari associati al voler essere troppo perfetti. In queste
fasi è importante essere seguiti da allenatori, nutrizionisti e psicoterapeuti, bisogna fare un percorso lungo con la speranza di uscirne presto. Gli atleti dovrebbero capire che anche se si arriva secondi, l'importante nello sport è
divertirsi, certo ci vuole anche impegno per ottenere dei buoni risultati, ma
arrivare allo stremo non va bene.”
Importante e utile testimonianza, in
effetti le persone attraversano situazioni e fasi difficili dove è importante
essere sostenuti non solo da allenatori ma anche da figure
competenti come nutrizionisti, psicologi e psicoterapeuti che aiutano a uscire fuori da situazioni a volte disperate legate a problematiche di bassa
autostima o non adeguata percezione della propria immagine corporea o anche
ossessività e perfezionismo.
Hai sperimentato l'esperienza del limite nelle
tue gare? “L'unica gara che ho lasciato in sospeso per tempo meteorologico troppo avverso è stata Asolo, mi dispiace, io di solito
non lascio le cose a metà ma ne andava della mia salute e a 50km me ne sono
andata a casa. Sono una persona molto atipica, non ho Garmin, non guardo
i tempi, il mio obbiettivo in tutte le gare è arrivare al traguardo sana e
salva e divertirmi lungo il percorso. Non sono più competitiva come da
ragazza, non ne vale la pena, si deve capire che siamo arrivati ad una certa
età, ci si deve dare una calmata, ho visto cose in questi anni di corsa che mi hanno
fatto gelare il sangue …. e io per fortuna non sono così, è inutile che tutti
dicano è una sfida contro sé stessi per oltrepassare i limiti …. ma di che?
Ricordiamoci che dal terzo in poi le medaglie sono uguali per tutti, capisco
certo che non siamo fatti tutti uguali, ma io a casa ho sempre 4 figli che mi
aspettano e morire per una corsa …. anche no.”
Concordo con Elga, non è resiliente sempre
chi arriva al traguardo in ogni caso, ma chi sa come tutelarsi e allo stesso
tempo riesce a conoscersi bene per comprendere i messaggi del proprio corpo e
della propria mente, non traguardi a tutti i costi ma consapevolezza delle
proprie capacità e limiti riprovando la volta successiva in modo diverso ma
sempre con il sorriso e senza far preoccupare i propri cari.
Quali sogni hai
realizzato e quali sono da realizzare? Prossimi obiettivi? “I miei 'obiettivi' credo siano andati oltre quello che la mia testa aveva
pensato di fare e ne sono orgogliosa, ora sto bene anche solo se esco a
camminare tutti i giorni anche perché operarmi ora non ci penso proprio, mica
ho le Olimpiadi da fare.”
Elga sembra essere molto serena e
soddisfatta, ha fatto quello che poteva anzi anche oltre le proprie possibilità
e ora si gode il cammino e la sua immensa famiglia.
Un tuo messaggio rivolto ai
ragazzi per avvicinarsi allo sport? “Trovo che ogni sport, una volta che hai
trovato quello che ti fa stare bene, sia una manna sia fisicamente che
spiritualmente; mette in ordine corpo, testa e anima e va fatto sempre
dai 0 ai 100 anni, ma a mio avviso sempre con moderazione …. il troppo
storpia.”
Sagge parole di una persona diventata saggia
attraverso una ricca esperienza sportiva.
Un’intervista a Elga è riportata nel libro “La 100km del
Passatore. Una gara fra coraggio e resilienza”, Edizione Psiconline.
La 100km del Passatore. Una gara fra coraggio e resilienza: Cosa
significa correre una gara di 100km? Quali meccanismi psicologici aiutano ad
allenarsi e gareggiare con coraggio e resilienza? La 100km del Passatore è una
classica e famosa gara di corsa a piedi da Firenze a Faenza.
È un libro che
racconta di atleti di livello nazionale e internazionale ma anche di atleti che
hanno la passione della corsa di lunga distanza e la lettura delle interviste
aiuta a vedere con occhi diversi questa pratica sportiva, una pratica da
avvicinarsi con cautela, attenzione, preparazione.
Sono trattati aspetti della
psicologia dello sport quali lo sviluppo della consapevolezza delle proprie
capacità e limiti; il grande e importante lavoro della definizione oculata
degli obiettivi chiari, difficili, sfidanti ma raggiungibili; il lavoro
dell'autoefficacia, il graduale fare affidamento su se stesso.
Matteo SIMONE
380-4337230 - 21163@tiscali.it
Psicologo,
Psicoterapeuta, Terapeuta EMDR
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