Mi ispiro ad atleti che hanno affrontato e
superato grossi limiti
Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta
Di seguito
l’esperienza di una donna atleta che sembra essere alquanto resiliente e si
racconta attraverso risposte ad alcune mie domande.
Qual è stato il tuo
percorso per diventare atleta? “A 40 anni, quindi 4 anni fa, affetta da
fibromialgia ho dovuto smettere di fare equitazione perché non avevo più forza
nelle braccia per preparare il cavallo e i miei mal di schiena mi facevano
stare male in sella. Le mie gambe erano ancora valide per cui, non pur non
avendo mai fatto sport in vita mia (nell'equitazione lo sport lo fa il cavallo
non il cavaliere) ho deciso di iniziare con una nuova sfida e mi sono iscritta
ad una mezza Maratona che ho preparato in 6 mesi.
Non avevo nessuna conoscenza
su running, modalità di allenamento ecc. ho iniziato seguendo le indicazioni di
alcune app (Samsung health, 21k di fitness) che mi hanno portato a correre i
miei primi 21 km partendo dalla camminata alternata alla corsa. L'anno scorso
ho corso 3 maratone. Ho studiato la fisiologia dello sport, letto moltissimi
libri sul running, ho fatto corsi per migliorare la mia tecnica di corsa, ho
iniziato in palestra un percorso di potenziamento mirato per la corsa.”
Sembra che Samuela sappia il fatto suo, sa
come cavalcare non solo il cavallo ma anche l’onda del cambiamento
attrezzandosi e organizzandosi per cambiare modalità di fare sport rimodulando
obiettivi comunque sfidanti, allenandosi, documentandosi, riorganizzandosi,
ottimi spunti per chi sta vivendo il cambiamento in questo particolare momento.
Si può fare tutto con fiducia, pazienza, creatività e resilienza.
Come sei
cambiata attraverso lo sport? “Sono diventata molto più attenta al mio
stile di vita quotidiano, alla mia alimentazione. Superare i miei limiti, la
mia pigrizia mi ha dato ulteriore consapevolezza della mia forza e quindi
maggiore autostima e soprattutto allenandomi regolarmente sono riuscita a interrompere
ogni terapia per la fibromialgia. Mi curo con le endorfine prodotte dallo
sport. I miei dolori vanno molto meglio.”
Lo sport può diventare un sano stile di
vita che mette in riga le persone facendole sperimentare benessere e a volte
anche performance rincorrendo sogni e sfide da completare cercando di
trasformare sogni in realtà con gradualità e impegno.
Nello sport chi e cosa
hanno contribuito al tuo benessere o performance? “Grazie al running
sono entrata a contatto con molta gente con cui condivido questa passione e con
loro ho vissuto momenti di convivialità risate e spensieratezza che hanno
migliorato la mia qualità di vita. Ogni gara è un'occasione per fare festa, e i
periodi di preparazione sono momenti di sostegno e supporto reciproci. Il fatto
di partecipare a varie gare è un ottimo incentivo a cercare di migliorarmi, pur
consapevole delle limitazioni che a volte mi impone la mia malattia.”
Sia il running che quello che si
sperimenta attraverso di esso, sono molto contagiosi; vedere altri che stanno
benne attraverso la corsa invoglia tanti a provare, a mettersi in gioco, a
sperimentarsi e inoltre le sensazioni e le emozioni che si sperimentano sono
molto contagiose, non ci si ferma mai di correre per continuare a sperimentarle
da soli o insieme. Anche se in questo periodo bisogna evitare assembramenti e
vicinanze di runner a causa dei contagi ma tutto passa, tutto cambia, tutto
ritorna, si aspetteranno tempi migliori per ritornare a correre e faticare
insieme condividendo salite e soddisfazioni.
La gara della tua vita dove hai
sperimentato le emozioni più belle? “Maratona di Valencia 2019: prima
gara all'estero, insieme ai miei compagni di squadra e a tanti altri runners
italiani, una festa lunga 42 km, ho migliorato il mio tempo in maratona di ben
27 minuti rispetto alla precedente maratona di 5 settimane prima soprattutto
grazie al sostegno del pubblico festante per tutto il percorso, questo a
riprova del fatto che la testa fa metà del lavoro nel momento della prova. Mi
sentivo benissimo fisicamente e mentalmente e al traguardo ho pianto dalla
gioia per le emozioni vissute durante tutto il percorso facendo ‘festa’ insieme
al pubblico che sosteneva noi runners.”
Sono bellissime le esperienze dei runner e
dei maratoneti, sia in allenamento che in gara, soprattutto in maratone
internazionali dove tutti scendono per le strade per gareggiare o per acclamare
gli atleti, c’è un contagio di emozioni positive e intense che gratificano
l’atleta. Ora tutto ciò non è possibile, ora i runner rischiano di essere
lapidati se si incontrano per strada insieme a distanza ravvicinata, quindi
questo dobbiamo ricordarcelo per apprezzare la libertà di correre domani e soprattutto
accanto l’un l’altro aiutandosi e sostenendosi a vicenda.
Cosa pensano
familiari e amici della tua attività sportiva? “I miei familiari sono
consapevoli dei benefici fisici (anche relativi alla mia malattia) e psichici
(sono un medico di pronto soccorso in uno degli ospedali più importanti del
Veneto e la corsa è per me anche un modo per scaricare lo stress lavorativo)
che questo sport ha per me.”
Ogni lavoro può apportare stress o
tensione e praticare uno sport come la corsa aiuta a scaricare, a dar
sollievo soprattutto a un medico di pronto soccorso che ha a che fare con gente
in difficoltà a volte disperata. Soprattutto in questo periodo critico, posso
immaginare come si possa sentire Samuela, nell’esercizio della sua professione
di medico, si occupa di tante vite umane che si recano al pronto soccorso,
forse vorrebbe non smetter mai di lavorare. Spero che questo articolo e questi ricordi servano per darle un
po’ di entusiasmo nella continuazione della sua delicata professione e che
possa ritornare fra un po’ di tempo per strade e parchi per allenarsi e mettere
in circolo le sue endorfine salvavita.
Cosa hai scoperto di te stessa
praticando sport? “Ho rafforzato la consapevolezza della mia
determinazione.”
Hai sperimentato l'esperienza del limite nelle tue
gare? “Durante le gare ho avuto momenti in cui mi sembrava di non avere
più energia per andare avanti ma affrontando metro dopo metro la fatica ho
sempre raggiunto il traguardo, ho corso anche contro il dolore della
fibromialgia, anche piegata dai dolori e ogni volta che sento il limite ho solo
voglia di affrontarlo e superarlo. Anche se a volte per raggiungere questo
obiettivo devo fare dei passi indietro e poi ripartire.”
Samuela spiega bene come ha appreso nella
vita e soprattutto nello sport ad andare avanti nonostante tutto e sembra che
ora si tratti di mettere da parte lo sport per andare avanti nel suo delicato
lavoro di portare a termine tanti interventi medici di soccorso e salvaguardia
di vite umane, una grande responsabilità alla quale i professionisti sono abituati
ma questa volta il carico di lavoro è enorme e bisogna trasferire tutti gli
insegnamenti appresi nello sport in questo delicato lavoro.
Quali sensazioni
sperimenti facendo sport (allenamento, pre-gara, gara, post-gara)? “Fatica,
benessere, soddisfazione, a volte anche sconforto durante gli allenamenti. In
gara invece sono sempre felice, qualunque sia il risultato per me ogni
traguardo è una vittoria. Il pre-gara è pura emozione e il post-gara sempre immensa soddisfazione.”
A volte lo sport diventa davvero un grande
e utile orto da coltivare che fa sperimentare intense e positive sensazioni ed
emozioni attraverso la fatica ma anche attraverso risultati conquistanti con
duro lavoro.
Quali sono i tuoi pensieri in allenamento e in gara? “Gli
allenamenti per me sono momenti di meditazione. Ascolto il mio corpo. In gara
guardo chi mi sta davanti e provo a capire se posso raggiungerlo senza superare
le mie possibilità, voglio dare il massimo delle mie possibilità in quel
momento.”
La tua gara più estrema o più difficile? “La mia gara
più difficile è stata la mia prima maratona. Ero infortunata e avevo male al
ginocchio ma non volevo rinunciare (avevo già dovuto rinunciare a una maratona
mesi prima per colpa di una riacutizzazione della fibromialgia). Ho corso con
il dolore al ginocchio sotto un diluvio di pioggia e vento freddo. Ho pensato solo che avevo 6 ore e che, pur
dovendo camminare a tratti, avrei raggiunto il traguardo. Non mi sono
scoraggiata neanche quando al 26º km sembrava non riuscissi più ad appoggiare
la gamba, ho aspettato qualche minuto, sono ripartita e l'ho chiusa comunque in
meno di 5 ore. Mi sono sentita fortissima, anche se sapevo di non avere fatto
una cosa saggia correndo sopra un infortunio… è che avevo paura che la
fibromialgia mi impedisse di raggiungere mai un giorno il mio sogno di correre
la regina e in quei giorni almeno la fibro era silente.”
Sia nello sport che in qualsiasi altra
attività lavorativa o quotidiana è importante non solo utilizzare il corpo ma
anche la testa, è importante fare le cose con criterio e utilizzare strumenti
che aiutano ad andare avanti non solo con il fisico ma anche con la mente come
possono essere esercizi di respiro, meditazione, visualizzazioni, ed è importante
sviluppare tanta fiducia in se stessi e nei propri collaboratore.
Cosa ti ha
fatto mollare o cosa ti fa continuare a fare sport? “Continuo a fare
sport perché è la mia terapia. A chi mi chiede perché faccio tutto quello che
faccio rispondo che purtroppo ‘o mi ammazzo di fatica, o mi ammazzo di dolore’
quindi ben venga la fatica e la soddisfazione e il benessere che ne conseguono.”
Nelle cose che facciamo è importante
sempre individuare positività e motivazione per alleggerire stanchezza e fatica
e continuare a impegnarsi nel portare a termine propri compiti che possono
essere gravosi e faticosi.
Come hai superato eventuali crisi, sconfitte,
infortuni? “Pazienza, coraggio, determinazione, forza di volontà.”
Un
tuo messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarsi allo sport? “Lo sport
ti rende una persona migliore, devi avere il coraggio di guardarti allo
specchio e vedere i tuoi limiti, devi avere la forza per avere voglia di
superarli.”
Pazienza, coraggio, determinazione, forza
di volontà sono anche ingredienti utili e necessari per attraversare periodi di
vita critici, difficili, straordinari e sconvolgenti, Si supera tutto, passa
tutto, bisogna sviluppare creatività, fiducia, responsabilità, collaborazione,
solidarietà e soprattutto resilienza per cercare di uscirne fuori rafforzati e
persone migliori.
Ritieni utile lo psicologo nello sport? Per quali aspetti
e in quali fasi? “Sicuramente lo psicologo può essere utilissimo per
aiutare nel percorso fatto di vittorie e sconfitte che la vita sportiva
comporta, anche nei momenti in cui tutto va bene il supporto rafforza la psiche
e le prestazioni.”
Concordo, interessante testimonianza, lo
psicologo non serve solo quando tutto va storto ma anche quando tutto va bene
per consolidare e rafforzare risorse personali e collettive, per sostenere l’atleta
o comunque la persona nel continuare la sua opera, il suo delicato lavoro,
anche nelle professioni dell’emergenza può essere utile per confrontarsi per
parlare delle proprie sensazioni ed emozioni forti da non tenere tutte per sé.
Sogni realizzati e da realizzare? Prossimi obiettivi? “Ho
raggiunto la distanza regina, io che fino a 4 anni fa non riuscivo a correre
100 m di fila. Prossimi obiettivi la maratona sotto le 4 ore e la 100 km del
Passatore.”
Un messaggio alle donne del mondo? “Lo sport è uno
dei momenti in cui prendiamo prezioso tempo da dedicare a noi stessi, ma questo
vale per uomini e donne alla stessa maniera.”
È importante avere piani e programmi per
portare a compimento propri sogni così come è importante essere sempre pronti a
rimodulare propri sogni per circostanze impreviste e inaspettate come quelle che
stiamo vivendo in questo particolare momento, ma si tratta solo di rimodulare
mete, traguardi e sogni per riprenderli più in là con più serenità.
Una
frase o parola che ti aiuta nelle difficoltà? “Due mantra: ‘I can do it,
I will do it’ che mi ripeto ritmicamente quando mi sento al limite, ‘sciogli le
spalle e fai girare le gambe’ ripetermelo quando sento la fatica mi aiuta a
riprendere una postura migliore e sentire meno stanchezza.”
Ringrazio Samuela per la sua testimonianza davvero interessante, mi complimenti
per tanti spunti importanti.
Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
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