Vorrei essere libera di allenarmi, la corsa mi fa vivere
Matteo SIMONE
Non c’ è un ‘età precisa per iniziare a pratica un’attività sportiva, sarebbe preferibile iniziare da ragazzi per gioco, per svago, per imparare a stare con gli altri, a cavarsela a scoprire il proprio corpo, a mettersi in gioco in sfide e competizioni.
Ma va bene anche
iniziare da grandi per caso o per cambiare stile di vita.
Di seguito Marilena, racconta la sua esperienza rispondendo ad alcune mie domande.
Ti
sei sentita campionessa nello sport almeno un giorno della tua vita? “Per
me essere campionessa significa vincere le gare con tempi importanti, io sono
amatore e ho iniziato troppo tardi. Comunque è sempre emozionante vincere la
gara o arrivare nelle prime tre assolute.”
Salire su un podio per essere premiati è
sempre una ricca e intensa emozione, a maggior ragione se si sale sul gradino
più alto, questo è lo sport che ci piace, uno sport che fa faticare a qualsiasi
età raggiungendo traguardi e possibilmente podi e premi da portare a casa.
Qual è stato il tuo percorso per diventare atleta? “Lo sai perché corro? Ho tre figlie femmine, una a 6 anni si è ammalata, 7 lunghissimi anni dentro gli ospedali, un inferno, non avevo più una vita mia, Adesso non accetto più niente, di croci ne ho avuto troppe, vorrei essere libera di allenarmi, la corsa mi fa vivere”.
Quali
persone contribuiscono nello sport al tuo benessere e/o performance? “Ho un
compagno di allenamenti che mi allena.”
Famiglia e amici in che modo ti supportano? “Il mio sostegno è il mio allenatore, lo ringrazio infinitamente per tutto quello che fa per me, insieme siamo una squadra”.
Famiglia e amici in che modo ti supportano? “Il mio sostegno è il mio allenatore, lo ringrazio infinitamente per tutto quello che fa per me, insieme siamo una squadra”.
Si può correre da soli apprendendo sempre più con l’esperienza oppure si può correre in compagnia condividendo gioie e fatica e confrontandosi l’un con l’altro, se poi il compagno di allenamenti è un allenatore molto meglio i progressi sono sempre più veloci e si cerca di puntare sempre più in alto cercando sfide nuove e stimolanti.
La figura dell’allenatore è fondamentale per indirizzare l’atleta in programmi di allenamento e strategie di gara ed è un riferimento anche in casi di criticità.
La gara dove
hai sperimentato le emozioni più belle? La più difficile? “Tutte le gare
sono belle, ogni distanza ha la sua particolarità, la più difficile sicuramente
è la maratona, per i tempi di preparazione e come distanza.”
Ci sono tante gare organizzate in ogni
parte della Regione, d’Italia, d’Europa, del mondo per mettersi in gioco e
vedere quanto si vale ma la gara regina è sempre la maratona dove bisogna
attraversare il muro che spesso incontrano tanti maratoneti soprattutto i più
sprovveduti o meno preparati, ci vuole tanto tempo per preparare una maratona,
almeno 2 o 3 mesi, meglio se si ha a disposizione un semestre. Tanti lavori da
fare, ripetute corte, medie, e lunghe, allenamenti a ritmo lentissimo, lento,
medio e veloce, tanti test e tante gare test prima di arrivare alla signora
maratona, una gara da rispettare altrimenti può lasciare il segno, ma tutto si
può fare con la passione, l’impegno, la forte determinazione.
Quali sensazioni
sperimenti facendo sport? “Le sensazioni variano in base alla forma fisica del
giorno della gara e non si può prevedere.”
Quali sono le difficoltà e i rischi nel
tuo sport? A cosa devi prestare attenzione? “Le difficoltà
sono sicuramente gli allenamenti, l’atletica non regala niente a nessuno. Si dovrebbe fare attenzione ad allenarsi nel modo
giusto per non infortunarsi e non andare in overtraining.”
Quando si inizia a gareggiare allora si
vuol fare sempre meglio, si vogliono abbassare i tempi di percorrenza, si vuole
battere un amico o avversario, ma non si improvvisa.
Bisogna avere metodo e
criterio, seguire indicazioni e allenamenti accurati per non farsi del male,
per non esagerare, per non infortunarsi, per essere sereni e in pace con se
stessi senza stress e senza troppe pretese.
Come hai superato eventuali
crisi, sconfitte, infortuni? “Le crisi e le sconfitte servono a
rialzarsi più forti.”
Bisogna saper conquistarsi traguardi e prestazioni eccellenti con la consapevolezza che non sempre va tutto liscio, a volte ci sono giornate che non vanno come vorremmo, oppure possiamo trovare atleti che stanno più in forma di noi, si tratta di tornare a casa sempre sereni e resilienti, riprendere gli allenamenti e la cura di sé con entusiasmo e convinzione che la prossima volta andrà meglio se si potenziano le criticità riscontrate.
Bisogna saper conquistarsi traguardi e prestazioni eccellenti con la consapevolezza che non sempre va tutto liscio, a volte ci sono giornate che non vanno come vorremmo, oppure possiamo trovare atleti che stanno più in forma di noi, si tratta di tornare a casa sempre sereni e resilienti, riprendere gli allenamenti e la cura di sé con entusiasmo e convinzione che la prossima volta andrà meglio se si potenziano le criticità riscontrate.
Un messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarsi allo sport?
“Ai ragazzi direi che lo sport insegna il valore della vita, il sacrificio e
la sofferenza.”
Concordo, lo sport può essere considerata
la metafora della vita, insegna a impegnarsi a fare sacrifici, a lottare per
ottenere qualcosa come tanti risultati voluti e sperati, e a rialzarsi sempre
apprendendo dall’esperienza.
C'è stato il rischio di incorrere nel doping?
“Il doping esiste, chi sa non parla, troppa omertà e pochissimi controlli. Io
corro per passione, mi piace come mi fa sentire, vorrei conoscere i miei limiti.”
Ritieni utile lo psicologo dello sport? Per quali
aspetti? “Lo psicologo servirebbe ai dopati per capire che un ciuchino
non diventa purosangue e si rischia la vita.”
Ecco, per chi non sa soffrire invece di fare uso di sostanze dopanti può rivolgersi a uno psicologo che cerchi di sviluppare la sua resilienza in modo da poter soffrire con il sorriso facendosi amico la fatica che poi ti porta a raccogliere successi.
Purtroppo a volte si perde di vista se
stessi, la consapevolezza di ciò che si fa, lo sport diventa qualcosa di
deleterio per l’atleta che non regge il giudizio dell’altro o una sconfitta.
C’è
tanto da fare a livello educativo e psicoeducativo, già nelle scuole ma anche
nelle società per lavorare più sulla motivazione intrinseca, sul piacere di
fare sport nonostante tutto, anche si arriva ultimi e se proprio si vuol
migliorare a tutti i costi ci sono tanti strumenti a disposizione degli
allenatori, dei personal trainer, dei nutrizionisti, degli psicologi per far incrementare
per esempio la fiducia in sé, la sopportazione alla fatica, l’allontanamento di
pensieri negativi e tanto altro.
Come hai gestito il periodo del Covid? “Il Covid non ha il diritto di togliere la libertà di allenarsi sola in campagna, mi sono allenata come se fossi una delinquente. Sono stati mesi difficili, chi si allena seriamente non si assembra mai. Ci hanno presi di mira e ci hanno tolto la libertà, mi sentivo in carcere, è tutto assurdo. Non possono impedire di allenarci, io vorrei essere libera.
Le restrizioni per arginare il Covid hanno messo a dura prova le persone per motivi lavorativi, familiari, sportivi. Ognuno ha avuto difficoltà a gestire la quotidianità e in questi casi sarebbe opportuno dedicarsi ad altre cose altrettanto importanti ed essere fiduciosi che ci saranno altre occasioni per rifarsi.
Come hai tenuto alta la motivazione per continuare ad allenarti seriamente? “Le motivazioni sono state i continui miglioramenti, la costanza, la sofferenza e la continua sfida con me stessa”.
Marilena, comunque, non ha mollato ha trovato le modalità giuste per continuare ad allenarsi con sacrifico e impegno per partecipare agli eventi sportivi in calendario seppur pochissimi.
Come ne sei uscita fuori? “Ho avuto la fortuna di poter gareggiare in pista, in un anno senza gare mai avrei pensato di vincere un titolo regionale”.
Il duro lavoro paga sempre, sei si insiste negli allenamenti fatti con criterio prima o poi il risultato arriva e così è successo per Marilena che si è regalata un titolo regionale SF 40 in pista sui 3.000 metri in 12'06" a Lecce.
Sei più motivata, entusiasta, affaticata? “Ho avuto tante soddisfazioni in pista, l’unico premio è il crono, non ci sono coppe o cesti”.
Le gare in pista non prevedono premi come le gare in strada ma sono gare certificate con tempi cronometrati che durano nel tempo.
A quale campionessa del passato o del presente ti senti più vicina? “Non mi sento una campionessa, sono un amatore, spero di avere altre soddisfazioni”.
È vero che non è campionessa Marilena ma comunque riesce a primeggiare e vincere alcune gare locali o regionali, da menzionare la sua vittoria alla gara organizzata in sicurezza da Giovanni Cotugno a Manfredonia: 1 Ora sul Porto Memorial "Gianni Grilli" sul Porto Turistico “Marina del Gargano” il 25 ottobre 2020.
Hai in mente eventuali prossime gare e/o eventi importanti? “Spero di tornare alla normalità nella vita e nello sport”.
Prossimi obiettivi? Sogni realizzati e da
realizzare? “Spero di migliorare e raggiungere gli obiettivi sui tempi.
Mi alleno costantemente con qualsiasi condizione atmosferica e fisica, sono
contenta di riuscire ad allenarmi con uno che viaggia a 3’20” al km, solo chi
sa soffrire può fare l’atletica.”
Segnalo alcuni miei libri: La 100km del Passatore; Cosa Spinge le persone a fare sport; Maratoneti e ultrarunner; Sviluppare la resilienza; Sogni olimpici; Correre con la mente; Il piacere di correre oltre; Correre con la mente; Lo sport delle donne. Donne sempre più determinate, competitive
e resilienti; Sport, Benessere e Performance.
Aspetti psicologici che influiscono sul benessere e performance dell’atleta; Psicologia dello sport e dell'esercizio fisico. O.R.A.; Obiettivi, risorse, Autoefficacia.
Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
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