Ho tante amiche e anche le mie
sorelle che cerco di far correre
Matteo SIMONE
Lo sport diventa una scoperta delle proprie capacità e possibilità, ci si mette in gioco e se qualcosa non va bene si migliora cercando di potenziare gli aspetti critici per far meglio la prossima volta.
Di seguito l’esperienza di Antonietta dell’Asd Running Vairano.
Ti sei sentita campionessa nello sport? “Sì,
quando vinco.”
Qual è stato il tuo percorso per diventare atleta?
“Capire dove ho difficoltà in gara per poi trovare un allenamento diverso
per migliorare quella difficoltà.”
Questa è un’interessante testimonianza a dimostrare che nella vita non si nasce imparati ma bisogna apprendere dall’esperienza, più fai, più sbagli e più impari correndo ai ripari con allenamenti mirati e correggendo il tiro.
Nello sport chi contribuisce al tuo benessere e performance? “Nessuno, solo il mio presidente che mi accompagna alle gare.”
Hai detto niente, avere il presidente di
una società disposto a scortare il proprio atleta a una gara significa essere
considerato una persona preziosa degna di attenzione, sostegno, supporto.
La
gara della tua vita dove hai sperimentato le emozioni più belle? “Al mio
primo trail ho vinto, non me l'aspettavo, in più c'era la partecipazione di una
ragazza che è una delle più forti della zona. Nella gara ‘Campionato Italiano
FISKY’ decido di partecipare solo a una settimana di distanza, non mi sentivo
pronta a quella distanza (36 km), non preparata, ma riesco a ottenere il titolo Italiano. Nella gara ‘Campionato Italiano di Trail Running’ oltre a ottenere
il titolo Italiano, riesco anche nella classifica femminile a piazzarmi bene e
corro i 40 km a un ritmo che non mi sarei aspettata.”
Come si dice in questi casi, pare che
Antonietta abbia la stoffa da campionessa, sia nata con la camicia, alla prima
gara vince, tutto è facile per lei colleziona vittorie e titoli, ma questo
grazie alla sua dote fisica ma anche alla tanta voglia e passione di fare il
suo sport e soprattutto grazie al presidente che la scorta che la fa sentire
importante e preziosa.
La tua gara più difficile? “Un trail di 20 km
non gestito bene all'inizio, partenza troppo veloce.”
Quale tua
esperienza ti può dare la convinzione di potercela fare? “Quando sono
riuscita a superare, dopo varie gare, le atlete forti che partecipano alle gare
dove gareggio, mi sono data una possibilità.”
Sembra che Antonietta abbia un carattere
forte e non demorde, sembra essere resistente, persistente e resiliente, se una
volta non gli va bene, la prossima meglio, l’altra meglio ancora fino ad
ottenere i suoi obiettivi primeggiando e facendo sempre meglio apprendendo
dall’esperienza che la piega ma non l’abbatte uscendone rinforzata.
Quali
sensazioni sperimenti facendo sport (pre-gara, in gara, post-gara)? “Nel
pre-gara dipende dalla gara, quanto è importante, ma soprattutto quanto la mia
testa è presente! A volte sono nervosa, parlo poco e sono concentrata, in
questo caso la gara va bene. In altri casi sono rilassata, rido e in questo
caso la gara non va bene.
In gara cerco di non perdere la concentrazione anche
se vengo superata, ma è difficile. Quando sono davanti cerco di dare il massimo
per le distanze corte e nelle lunghe di gestire bene il passo e la respirazione
e sono in ansia fino alla fine. Dopo la gara mi rilasso in entrambi i casi, sia
se andata bene sia se no, poi penso dove ho avuto difficoltà e come posso
migliorare e anche se avrei potuto fare un po' di più ripensando alla gara.”
Sembra che Antonietta abbia tutto sotto
controllo sa cosa le succede prima durante e dopo la gara quindi non si
preoccupa si focalizza per la gara nel momento presente con corpo, cuore e
testa e cerca di fare del proprio meglio.
Quali sono le difficoltà e rischi nel tuo sport? A cosa devi prestare attenzione? “Le discese
eccessive, cercare di non perdere il controllo e cadere. In montagna il
passaggio è stretto e non sempre si riesce a passare avanti presto e anche non
sbagliare il percorso, mi è capitato quando ero in prima posizione a 1 km
dall'arrivo.”
In montagna non bisogna solo saper correre ed essere veloci e resistenti ma bisogna sapersela cavare, saper essere bravi osservatori di se stessi, del percorso, degli avversari.
Come hai superato eventuali crisi, sconfitte, infortuni? “Ci sono stati dei periodi dove le prestazioni erano scarse, ho cambiato allenamento, ho pensato a come gestire la prossima gara ma mi è anche servito per ritornare a essere concentrata in gara. Per le crisi in gara mi fermo, bevo, respiro e riparto piano … con gli infortuni è stato terribile passare quel periodo, anche se il mio massimo di tempo ferma è stato un mese.”
Serve tutto per conoscersi meglio, per
capire a che punto si è, bisogna avere pazienza e resilienza per affrontare,
gestire e superare periodi di difficoltà e ripartire con entusiasmo rimodulando
mete e obiettivi.
Un messaggio rivolto
ai ragazzi per avvicinarli allo sport? “Ho
tante amiche e anche le mie sorelle che cerco di far correre o andare in bici, credo
che sia meglio fare attività che starsene a guardare la TV, anche io mi dico: 'ma perché non ho cominciato molto prima a correre', fino a quando non si prova
non si può capire.”
Concordo, a volte con le parole non si
riesce a coinvolgere persone ma con l’esempio, mostrando la forte passione e
riuscendo a ottenere risultati si riesce a trasmettere il messaggio che lo
sport dà tanto, benessere e performance, amicizia e libertà, scoperte ed
emozioni intense.
C'è stato il rischio
di incorrere nel doping? Un messaggio per sconsigliarne l'uso? “No, se si è bravi si vince anche senza
doping.”
Familiari e amici cosa
dicono del tuo sport? “Non praticando
attività sportive non capiscono il senso.”
Cosa hai scoperto nella pratica del tuo sport? “Nel trail running, la fatica della corsa non
la sento come invece accadeva nelle corse su strada, i km passano veloci, è
bellissimo.”
In effetti, per tanti il trail running non è solo sport ma anche
vacanza, sono avventure su sentieri alternativi alla città, apprezzando i
colori, suoni, odori della natura immergendosi in mondi paralleli dove ci si
sente a volte anche in estasi e quindi la fatica diventa amica per aver
permesso di arrivare sempre più in alto e sempre più dentro se stessi e luoghi
inesplorati.
Ritieni utile lo psicologo
dello sport? Per quali aspetti e in quali fasi? “Si, se è capace, anche più di un allenatore, l'ansia
non mi fa rendere al massimo, a volte ho voglia di abbondare la gara nel bel
mezzo della corsa anche se sono prima, a volte perdo facilmente la
concentrazione, ecc.”
Interessante testimonianza di una donna
atleta che vince riuscendo a tenere a bada ansie e mostri interni, a volte lo
psicologo può essere uno strumento in più a disposizione dell’atleta per
sperimentare maggior benessere e per una performance più elevata.
Prossimi
obiettivi? Sogni realizzato e da realizzare? “Ho vinto per due anni il 'Circuito Trail', questo è il terzo anno che ne prendo parte e spero
andrà bene. La prima gara ho vinto poi si vedrà. Poi il 'Circuito Vertikal', anche questo circuito lo vinto per 2 anni e questo è il terzo anno che ne
prendo parte. Poi credo di partecipare a un altro Campionato Italiano di Trail,
sono stata Campionessa Italiana Under 23 FISKY, Campionessa Italiana Trail Running"
di categoria.”
Ne ha fatta tanta di buona strada, anzi di
bei sentieri Antonietta e credo che il meglio debba ancora arrivare indossando
più volte la maglia azzurra e non accontentandosi di essere campionessa
italiana ma cercando di primeggiare anche a livello internazionale e mondiale, staremo
a vedere, se sono rose fioriranno.
Un messaggio per le ragazze del mondo? “Svegliatevi!”
Come ti vedi a 50 anni? “Corro ancora.”
Spero che a 50 anni, Antonietta non solo
corra ma sia riuscita a coinvolgere amiche e sorelle in questo fantastico mondo
dello sport che sia corsa o bici o altro ma in particolare trail running sarebbe molto meglio soprattutto insieme ancora
meglio.
Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
Nessun commento:
Posta un commento