martedì 10 marzo 2020

Mantenere le distanze e attenersi alle raccomandazioni suggerite

Psicologo, Psicoterapeuta

Nella vita ci sono prove davvero durissime da affrontare, gestire e superare; non si è mai pronti per questo, le fasi da attraversare sono durissime e in evoluzione. E’ importante accettare e rispettare le raccomandazioni suggerite del momento e per un congruo periodo di tempo in attesa di ritornare alla quotidianità: 
lavarsi spesso le mani, starnutire nella piega del gomito, evitare baci e abbracci, mantenere la distanza interpersonale di almeno un metro.

Eventi imprevisti e nefasti creano sconforto possono destabilizzare. Non si è mai pronti a cambiamenti di vita drastici e improvvisi. Quanto meno te lo aspetti succede l’imprevisto inaspettato e non si è pronti a gestire il dolore, la sofferenza, la rabbia, la frustrazione, la vergogna, l’incredulità.
Tante sono le comunità scientifiche, le istituzioni, le associazioni, i professionisti, i volontari, gli amici, i familiari che intervengono per far fronte, per organizzare le cure, per prevenire il peggio, per contenere, per salvaguardare, per dare un po’ di sollievo, un piccolo aiuto morale e psicologico.
A seguito di eventi critici, disturbanti, traumatici; oltre alle cure mediche, ai consigli da parte della comunità scientifica, ai provvedimenti delle istituzioni; l’aiuto psicologico è importante e fondamentale per la persona che ha bisogno di sentirsi tutelato, compreso, ricevere un rinforzo sulle proprie capacità di affrontare la situazione.
Gli psicologi possono intervenire dove c’è trauma e tragedia per contenere ed elaborare dolore, sofferenza, panico, disperazione, per accompagnare vittime e familiari per indirizzarli ad accettare e affrontare l’onda del cambiamento imposta della routine giornaliera in attesa di poter gradualmente ritornare alla quotidianità quando sarà possibile.
Interessanti le parole dell’Arcivescovo Ordinario Militare per l’Italia Santo Marcianò, del 9 marzo 2020, soprattutto la parte finale: 
Stiamo vivendo un’esperienza inedita, che ci lascia attoniti e ci obbliga a riflettere, a concentrarci sull’essenziale, a riscoprire la bellezza delle relazioni umane e familiari, a ritrovare lo spazio dell’interiorità. Dobbiamo sentire fratelli gli uomini di scienza, che si stanno adoperando nella ricerca e nelle cure, nella speranza di vincere questa dura battaglia per la vita; gli uomini delle Istituzioni, impegnati a ridare al Paese ordine e protezione, per limitare la diffusione del contagio; e come non ringraziare con forza il nostro Presidente della Repubblica, capo delle Forze Armate, che tanto equilibrio, lucidità di guida, forza d’animo e capacità di incoraggiamento sta mostrando anche in questo frangente? Dobbiamo sentire fratelli i nostri pastori: l’amato Papa Francesco, i vescovi, i sacerdoti, i religiosi, tutti coloro che offrono le loro sofferenze e preghiere. Dobbiamo sentire fratelli gli uomini e le donne che più ci sono vicini e più hanno bisogno di noi, perché anziani, fragili, soli. Chi è solo ha paura e non ritrova motivi per sperare. La storia di questo virus, con le restrizioni imposte, ci sta ricordando il valore della vita, di ogni suo attimo e del suo orizzonte di eternità, ben superiore a guadagni personali e bilanci pubblici, e ci sta insegnando che possiamo fare a meno di tante cose superflue, persino di tante cose utili… Ma non possiamo fare a meno gli uni degli altri! Tutti, ancora, vi ringrazio e vi abbraccio, portandovi ogni istante nella mia preghiera.”

L’impatto di un evento considerato imprevedibile, devastante, stressante sui bambini e gli adulti comporta sensazioni intense e insolite, forti emozioni, pensieri bizzarri, comportamenti non abituali, è possibile che si possa manifestare panico, confusione, congelamento, tutte sensazioni ed emozioni terribili che nessuno vorrebbe sentire e sperimentare che spiazzano. Si rimane sorpresi e impotenti davanti all'imprevisto e inimmaginabile che crea danni, lutti, dolore, perdite enormi.
Interessanti i consigli dell’Istituto Superiore di Sanità del 6 marzo 2020: “Colpiti dallo stress anche i bambini, più agitati, inquieti ed insistenti nelle loro richieste. Possiamo e dobbiamo aiutarli, come suggerisce l’OMS. Hanno bisogno anche loro di essere rassicurati, di una carezza in più, di spiegazioni, di ascolto. In caso di separazione, ad esempio per ricovero in ospedale, stabilite comunque contatti regolari con i vostri bambini, anche per telefono, e rassicurateli fornendo spiegazioni chiare con linguaggio adatto alla loro età: ad esempio, la mamma, il papà, o altra persona della famiglia, potrebbero iniziare a non sentirsi bene e potrebbero andare in ospedale per un po’ di tempo.”
https://www.iss.it/web/guest/primo-piano/-/asset_publisher/o4oGR9qmvUz9/content/id/5288044
Comunque bisogna avere la fermezza, la prontezza, l’istinto, il coraggio di mettere in salvo se stessi e i propri cari, un po’ alla volta bisogna comprendere quello che è successo, quello che ci sta accadendo, quello che non siamo pronti ad affrontare, gestire, superare e organizzarsi.
In questi momenti si cerca di far rete con gli altri, ognuno diventa una risorsa per l’altro, in base alle proprie competenze, esperienze, professionalità. C’è bisogno di sanitari, para sanitari e volontari che si prendono cura, che si occupano dell’altro con proprie competenze e professionalità, dedizione e motivazione.
La figura dello psicologo può contribuire a tale opera di presa in carico parziale sostenendo e supportando, facendosi carico della fragilità del momento. Si è in tanti ad intervenire, ognuno diventa una risorsa se ben organizzata, se ben strutturata. Si creano relazioni, nuovi ponti, collaborazioni per aiutare coloro che hanno bisogno in questo momento a causa di qualcosa molto grande e terribile.
L’aiuto psicologico può aiutare a riorganizzarsi, a trovare nuove risorse interne personali, familiari, amicali, di rete locale. L’aiuto psicologico può avere come obiettivo di sviluppare la fiducia in se stessi e negli altri, di aiutare ad accettare gradualmente l’accaduto e il cambiamento che ne è derivato, a trovare nuove direzioni, a rimodulare obiettivi.
Interessanti le parole del Presidente FITri Luigi Bianchi, del 09 marzo 2020 Prot. n° 309 indirizzata A tutte le ASD/SSD affiliate, Ai CCRR FITri, Ai Delegati regionali e provinciali FITri. Soprattutto nella parte finale: 
... chiedo la collaborazione di tutti voi, in attesa che la situazione gradualmente migliori per tornare presto alla normalità. Detto questo, voglio esortarvi a non mollare in questo momento di difficoltà collettiva. Non è una frase fatta dire che dalle crisi possano nascere nuove opportunità. Continuate a fare allenare i ragazzi, magari con modalità innovative, fuori dagli schemi, anche individualmente, se necessario ciascuno presso la propria abitazione, ove non fosse possibile rispettare i dettami del Decreto, ma non molliamo. Confido nella capacità e nelle competenze dei tecnici delle società che riusciranno ad escogitare sistemi alternativi, ma comunque molto efficaci, per proseguire in maniera produttiva i programmi di allenamento e sono certo che, quando riusciremo a riprendere l’attività a pieno regime, sarete tutti pronti.

L’aiuto psicologico può aiutare a sostenere, a supportare, a distrarre, a indirizzare, a trovare modalità utili con strumenti efficaci per elaborare l’accaduto, per aiutare la persona a sviluppare la consapevolezza di ciò che percepisce nel momento presente, di quello che sta succedendo; per far maturare la consapevolezza che anche se si sta vivendo un’esperienza terribile, gradualmente si può attraversare e superare un passo alla volta insieme.
L’aiuto psicologico può avere come obiettivo l’aiutare la persona a prendere in mano le redini della propria vita e di chi gli sta accanto, per poter uscire gradualmente dal tunnel, per potersi rialzarsi e ripartire, per poter riprendere a correre la propria vita con nuove modalità e nuove sfide.
L’aiuto psicologico può avere l’obiettivo di sviluppare la resilienza nelle persone, aiutare a ricostruire fiducia e relazioni, ricostruire se stessi, la propria attività. L’aiuto psicologico può avere l’obiettivo di incrementare fiducia e pazienza in attesa di ritornare gradualmente alla quotidianità, di riprendere le cose lasciate in sospeso, di prendersi cura di sé.
L’Organizzazione mondiale della sanità ha diffuso un vademecum intitolato “Gestire lo stress durante l’epidemia di Coronavirus”.
Il Consiglio nazionale ordine psicologi italiani ha realizzato un vademecum psicologico.
Di seguito alcune informazioni utili, a cura degli psicologi dell’emergenza CISOM, che possono aiutarci ad evitare due errori possibili: sopravvalutare o sottovalutare (negare) il problema.
Andrà tutto bene se coltiviamo l’arte del rallentare, fermaci, della creatività, fiducia apprendendo dall'esperienza, qualsiasi esperienza. Se riusciamo a essere pazienti e responsabili possiamo sviluppare resilienza e potremmo uscirne fuori anche più rafforzati. Interessante le parole di Eugenio Borgna nel suo libro “L’attesa e la speranza”, Feltrinelli, 2018, pagg. 77-78:
Gli scenari cambiano quando il dolore diminuisce e nel dolore rinascono le dimensioni del passato e del futuro: rinasce la speranza ma rinasce soprattutto l’attesa. L’attesa che il dolore si esaurisca e scompaia, e l’attesa che il dolore non si ripeta: l’attesa che i farmaci completino la loro azione terapeutica e che gli orizzonti della vita si riaprano: l’attesa che rinascano le relazioni interpersonali bruciate dal dolore; e l’attesa che rinascano le emozioni divorate dal deserto del dolore: l’attesa di conoscere fino in fondo le cause della malattia che ha trascinato con sé il dilagare del dolore: l’angoscia dell’attesa quando non si abbiano risposte alle domande sulle cause e sulla durata della malattia, e sulla riemergenza possibile del dolore: con i fantasmi del passato che si fanno allora vicini e strazianti nel ricordo delle ore e delle giornate trascorse nella solitudine e nella disperazione.

Le parole, che vorremmo dire quando siamo nella angoscia del dolore, non sono di questo mondo: nel senso che le conosciamo solo noi nel segreto della nostra interiorità ferita e lacerata; ed è davvero poco quello che gli altri possono ascoltare e possono capire. Il linguaggio delle parole si fa insomma oscuro e insondabile nei roveti ardenti del dolore; ma il linguaggio del corpo al di là di ogni nostra intenzione grida in silenzio per farsi intendere e, se è possibile, per farsi aiutare.
Segnalo alcuni miei libri pubblicati: Sviluppare la resilienza; Cosa spinge le persone a fare sport?; TRIATHLON E IRONMAN La psicologia del triatleta; Maratoneti e ultrarunner; Lo sport delle donne; Sport, benessere e performance; Carlos Castaneda incontra don Juan, uno sciamano divenuto suo maestro; Ultramaratoneti e gare estreme; Doping Il cancro dello sport; O.R.A. Obiettivi, Risorse, Autoefficacia; Psicologia dello sport e dell’esercizio fisico; Psicologia dello sport e non solo.


Dott. Matteo SIMONE 380-4337230 - 21163@tiscali.it
Psicologo, Psicoterapeuta, Terapeuta EMDR

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