La mia regata più bella le Olimpiadi Giovanili di Singapore
Veronica Fanciulli, Gruppo Sportivo Aeronautica Miliare, ha conquistato le seguenti medaglie: 2008 oro al Campionato Europeo Youth U15 Techno293, 2009 oro al Campionato Mondiale Youth U17 Techno293, 2010 argento alle Olimpiadi Giovanili di Singapore e oro al Campionato Mondiale Youth U17 RSX, 2011 oro al Campionato Mondiale Youth RSX, 2012 oro al Campionato Europeo Youth RSX, 2018 argento al Campionato Italiano Classi Olimpiche RSX.
Di seguito approfondiamo la conoscenza di Veronica attraverso risposte ad alcune mie domande di alcuni anni fa.
Ti sei sentita campionessa nello sport almeno un giorno della tua vita? “Mi sono sentita una piccola campionessa il giorno della premiazione delle olimpiadi giovanili di Singapore, nel 2010; quando sono salita sul podio ho realizzato di aver fatto un ottimo lavoro durante tutta la settimana di gare ma ho ancora tanta strada da fare per diventare un vero campione nello sport”.
Quali sensazioni sperimenti (allenamento, pre-gara, gara, post.gara)? “Ho sperimentato un mix di sensazione diverse, in allenamento o comunque nelle gare la performance influisce tantissimo sulle tue sensazioni, si passa da uno stato di gioia per un ottimo risultato ad essere arrabbiato o deluso e secondo me l’importante è non esagerare mai né in positivo che in negativo”.
Quali sono i tuoi pensieri? “Diverse volte mi è capitato di fermarmi a pensare a tutto ciò che ho fatto finora in termini di allenamento, preparazione atletica però sono più concentrata a pensare a come arrivare al mio obiettivo”.
È sempre tutto relativo, si fa sport per gioco e passione e poi si può scoprire di avere passione e avere talento, ci si impegna costantemente con determinazione e si inizia a vincere ma la strada è sempre lunga verso gare regionali, nazionali, internazionali, mondiali, olimpiadi, record.
In che modo lo sport contribuisce al tuo benessere? “Lo sport mi fa stare bene, non potrei immaginare una vita senza. Contribuisce sia a un mio benessere fisico che mentale, riesce a farmi isolare da pensieri negativi”.
Cosa ti fa continuare a fare sport? “La sensazione di libertà che si prova quando si plana con il windsurf, stare a contatto con il mare che adoro (non solo perché faccio questo sport) è una bellissima sensazione”.
Un episodio curioso o divertente della tua attività sportiva? “Non ricordo un episodio in particolare, ma devo dire che in questi anni di attività ho passato anche tanti bei momenti di divertimento con i miei compagni di squadra”.
È quello che sperimentano tanti atleti, lo sport è un grande aiuto per star bene, per sperimentare benessere, per svagarsi e distrarsi, per allontanare negatività e preoccupazioni, per incontrare amici, per avere un momento per mettersi in gioco soprattutto a contatto con la natura. Hai dovuto scegliere di prendere o lasciare uno sport? “Da piccola ho scelto di lasciare il nuoto agonistico per dedicarmi al windsurf al cento per cento”.
Come hai scelto il tuo sport? “Ho scelto il mio sport d’estate, iniziando con un corso di barca a vela, ma da subito avevo capito che non era per me così ho deciso di provare il windsurf la settimana dopo. Da quel giorno non ho mai più tolto piede dalla mia tavola”.
Tutto sta a provare, fare esperienza, mettersi in gioco, allontanarsi dalla zona di comfort e si possono fare incontri e scoperte che restano per sempre delle grandi passioni da coltivare.
Nel tuo sport quali sono le difficoltà e i rischi? A cosa devi fare attenzione? Quali abilità bisogna allenare? “E’ uno sport che si fa in mare in quasi tutte le condizioni meteo e, soprattutto d’inverno, capitano giornate davvero impegnative in acqua; vento forte, onda, pioggia, freddo dove bisogna essere molto concentrati per evitare di fare brutte cadute e farsi male; è importante avere un ottimo equilibrio e reattività sulla tavola”.
Quali condizioni ambientali ti inducono a fare una prestazione non ottimale? “Le condizioni ambientali che non ancora mi permettono di avere ottime prestazioni sono vento forte e onda”.
In sintesi, mi sa che bisogna essere molto resilienti, saper affrontare condizioni climatiche avverse, saper trovare un giusto equilibrio che non ti butta giù, resistere e persistere restando sempre in piedi sulla tavola.
Cosa mangi prima, durante e dopo una gara? “L’alimentazione la gestisco in base all'orario della regata. Prima della regata preferisco mangiare carboidrati come ad esempio pasta o riso e bere molto, durante utilizzo dei gel o delle barrette se ho ancora fame sempre accompagnati da acqua (a volte bevo acqua e sali) mentre dopo mangio della frutta, barrette o un toast oppure uno yogurt”.
Hai rischiato di incorrere nel doping nella tua carriera sportiva? “No, sono assolutamente contraria e credo nello sport pulito”.
La tua gara più difficile? “Una regata di Coppa del Mondo nel quale non mi sentivo bene né fisicamente né psicologicamente”.
Bisogna conoscersi bene e capire come nutrirsi per avere le giuste energie fisiche e mentali per affrontare una regata e anche cosa potrebbe ostacolare una serena prestazione fisica, sapersi monitorare e focalizzarsi per il periodo di gara allontanando distrazioni e pensieri negativi, esserci in quel momento.
Quali persone hanno contribuito al tuo benessere e/o performance? “Sicuramente il mio allenatore è stato bravo nel farmi amare questo sport e nello stesso tempo sacrificarmi tanto per questo. La mia famiglia ha un ruolo fondamentale, sono il mio sostegno più grande, ed anche il mio preparatore atletico mi ha aiutato in diverse situazioni sia sotto l ‘aspetto fisico che mentale”.
Familiari e amici cosa dicono circa il tuo sport? “I miei familiari sono contenti, gli piace l’ambiente e pensano che mi abbia fatto bene per la mia crescita personale, i miei amici purtroppo non mi vedono molto spesso perché con questo sport mi ritrovo sempre in viaggio”.
Nello sport, soprattutto praticato ad altissimi livelli ci vuole tanta passione, motivazione, impegno costante e tante persone che sostengono, supportano, consigliano, aiutano l’atleta a fare del proprio meglio.
Hai sperimentato l’esperienza del limite nelle tue gare? “In ogni gara bisognerebbe cercare il proprio limite ma non è sempre facile, ci sono regate nelle quali so che più di ciò che ho dato non potevo, altre nelle quali so di non aver dato tutta me stessa”.
La gara della tua vita dove hai sperimentato le emozioni più belle? “La mia regata più bella sono state le Olimpiadi Giovanili di Singapore; è stata una regata completamente diversa dalle altre, ho faticato veramente tanto nella preparazione ai giochi e devo dire che tutti i sacrifici sono stati ripagati in pieno. È stato tutto molto emozionante, la cerimonia di apertura, di chiusura, il villaggio olimpico, ho conosciuto tantissimi atleti e poi l’emozione più grande di vincere l’ultima regata ed aggiudicarmi la medaglia d’argento”.
Arriva sempre un giorno importantissimo dove si sperimentano intense e fortissime emozioni, dove si fa la gara della vita, dove c’è la resa dei conti e ogni fatica non è stata vana ma tutto è stato importante per ottenere un’esperienza di gara da ricordare, da tenere a memoria sulla pelle, il cuore e la mente.
C’è un’esperienza che ti possa dare la convinzione che ce la puoi fare? “Non c’è un'esperienza in particolare, ma so che come sono andata avanti fin ora e ce l'ho fatta, posso continuare e fare ancora meglio perché ho voglia di arrivare più in alto."
È una questione di consapevolezza. Di impegno, di fiducia, di passione, motivazione, più si è motivati e più e meglio ci si allena e più si è determinati per raggiungere obiettivi difficili e sfidanti ma non impossibili.
Quali meccanismi psicologici ti aiutano nello sport? “Non ho mai usato specifici meccanismi psicologici, l’unico che ritengo sempre valido è credere in ciò che si fa, sempre, perché se non sono la prima a credere in ciò che faccio non potrò mai fare di meglio”.
Cosa hai scoperto di te stessa nel praticare attività fisica? “Ho scoperto di non essere una persona che molla alla prima difficoltà e che quando credo davvero in qualcosa riesco a dare il massimo per ottenerla”.
L’autoefficacia è un essenziale e fondamentale strumento mentale per ottenere la performance ottimale, crederci sempre, rispolverare precedenti situazioni di successo, riviverle nelle sensazioni sperimentate e cercare di andare avanti convinti e sereni.
Riesci a immaginare una vita senza sport? “Assolutamente no, amo lo sport in generale e sto studiando per rimanere in ambito sportivo anche quando sarà finita la mia vita da atleta”.
Tutto passa, cambia, evolve bisogna capire cosa si vuol fare e come, a che punto si è nei propri progetti di vita e avere sempre un piano B per poter cavalcare l’onda del cambiamento con fiducia e resilienza.
Pensi che potrebbe essere utile lo psicologo dello sport? In che modo e in quali fasi? “Penso che possa essere utile se si trova la persona giusta. Una persona con la quale riesci a parlare e confidare tutto, in questo modo può essere d’aiuto soprattutto nei momenti più difficili e di preparazione a un evento importante”.
Come hai gestito eventuali crisi, sconfitte, infortuni? “Non è mai facile gestire crisi sconfitte e infortuni, e non è stato facile nemmeno per me. Purtroppo ho avuto un brutto periodo sommato anche ad un infortunio e ci è voluto del tempo prima di tornare a pensare positivo e a credere nelle mie potenzialità”.
A volte possono capitare delle avversità o criticità improvvise e inaspettate che possono mettere fuori gioco la persona o l’atleta bisogna accettare gli eventi e sapersi organizzare per ripartire, per rialzarsi, per riprendere in mano le redini della propria vita per riacquistare fiducia gradualmente un passo alla volta.
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