Finire una maratona è una forte
iniezione di fiducia in se stessi
La maratona è un lungo percorso dove ci si mette in gioco atleticamente ma anche con la testa per portare a termine una competizione che ha richiesto all’atleta un congruo periodo di allenamento comprendente sedute diversificate di corsa lenta, media, ripetute, salite, variati, fartlek, gradoni e tanto altro per presentarsi il giorno della gara con la coscienza a posto e per non fallire soprattutto quando si incontra il cosiddetto “muro” tra il 30° e il 36° chilometro.
Di seguito Davide racconta la sua esperienza
rispondendo ad alcune mie domande.
Cosa
toglie e cosa dà la maratona? “La maratona toglie tempo nelle fasi preparatorie, tempo che non
necessariamente deve essere sottratto agli impegni famigliari e lavorativi. Per
contro, finire una maratona – soprattutto la prima- è una forte iniezione di
fiducia in se stessi. La maratona non si corre il giorno della gara, ma nei
mesi antecedenti all’evento. È come la costruzione di una piramide, dove la
base sono i numerosi allenamenti e la punta è la finalizzazione degli sforzi.
Io da sempre sostengo che il giorno della maratona sia un atto ‘liberatorio’”.
Ci si può organizzare nella vita e nella quotidianità per prepararsi ad affrontare una maratona, si trova sempre un congruo tempo per allenarsi nella giornata e portare avanti un programma mirato per provare una esperienza ricca di fatica ma anche di soddisfazione quando si arriva al traguardo che ripaga gli sforzi e i sacrifici compiuti.
Quali
sono gli allenamenti più importanti e decisivi?
“Sicuramente occorre prendere confidenza
con i disagi fisici e mentali che inesorabilmente compaiono durante una gara di
resistenza. Per imparare ad affrontarli è bene cimentarsi almeno un paio di
volte su distanze superiori ai 33km”.
In effetti, la maratona è una grande
prova di forza e resistenza fisica e mentale ed è opportuno arrivare provati e
preparati avendo fatto gli allenamenti previsti ma soprattutto avendo provato
una distanza abbastanza lunga per poter affrontare ciò che può accadere in gara
come la mancanza di forze ed energia, la stanchezza fisica e/o mentale per
provare a capire come far fronte, come affrontarla, come gestirla, come
superarla.
Ringrazio Davide che è un esperto atleta e tecnico e le sue informazioni e consigli sono utilissime al sottoscritto ma anche ai lettori che si cimentano in gare di maratone.
Cosa
consigli a chi predilige il divano? “Il miglior sprono che si può dare ad una persona sedentaria è dare
l’esempio. I fatti contano più delle parole”.
Ognuno sceglie il suo modo migliore di
essere al mondo, si può stare comodi a casa o si può fare sport fuori casa
affrontando eventuali disaggi dovuti al traffico, ai terreni di corsa, a
condizioni climatiche ostili, ma la vita fuori è una palestra che insegna a
sperimentare benessere attraverso lo sport raggiungendo obiettivi e curando il
proprio fisico.
Come
stai affrontando, gestendo, superando il periodo covid?
“Mi mancano sicuramente le gare e il
contesto annesso, per il resto la voglia di fare sport è rimasta intatta,
invariata. Darsi come obbiettivo quello di rimanere in salute in attesa di
tempi migliori mi sembra già un obbiettivo abbastanza sfidante. La speranza è
poi quella che finisca presto”.
Lo sport è un gran bell’orto da coltivare, certo con le gare ci si mette in gioco, si ha modo di capire quanto si vale, c’è il gusto della sfida con gli altri e con i propri tempi personali, ma continuare a fare sport aiuta a star bene dal punto di vista fisico e mentale.
Cosa
consigli agli atleti e agli allenatori in questo periodo di pandemia?
“Questo periodo fornisce l’opportunità di
impostare una preparazione a 360° senza doversi concentrare per forza di cose
su un’unica disciplina. Si può lavorare su ambiti diversi quali: mobilità,
forza, percettività e allungamento. Tutte aree che normalmente vengono un
pochino trascurate a favore della disciplina madre”.
Non avendo gare da disputare, si ha più
tempo per analizzare le proprie capacità, potenzialità, caratteristiche,
criticità e si ha mondo per lavorarci su, per potenziarle, per curare aspetti
che di solito si trascurano.
Cosa
diresti ad atleti e allenatori per non mollare e continuare a crederci?
“Non concentratevi sulle limitazioni, ma
sfruttate al meglio il tempo a disposizione. Pianificate gli appuntamenti
futuri e beneficiate di qualche riposo in più, che solitamente non ci si
concede. Arriveranno a breve anche i tempi delle competizioni”.
È importante sempre notare quello che c’è ora, in questo momento, cosa si ha a disposizione, e capire dove vogliamo arrivare in che modo, cosa possiamo fare, ci sono sempre tante opportunità per mettersi all’opera, per focalizzarsi su progetti immediati o nel futuro.
Quali
sensazioni sperimenti in gara? “Adrenalina. Chi da sempre fa competizioni come me è dipendente da
questa sensazione”.
La gara permette di sperimentare
sensazioni ed emozioni pure e intense ma si mette in conto qualsiasi problema
che può ostacolare tale partecipazione che sia un infortunio o una pandemia
come quella del covid che stiamo sperimentando a partire da marzo 2020. Ma
si può accettare tutto ciò e saper aspettare con pazienza e voglia di
ricominciare.
Cosa
consigli ad atleti e allenatori per affrontare le competizioni serenamente?
“Intanto di allenarsi con costanza per
essere sicuri di accumulare il carico di lavoro necessario per affrontare le
competizioni. Poi un pizzico di tensione deve rimanere, è il termometro di
quanto si tiene al lavoro svolto”.
L’allenamento deve essere mirato e personalizzato, si ha bisogno di elevati carichi di lavoro da arrivarci gradualmente e da saper assorbire ma bisogna avere anche un’attivazione ottimale che non va confusa con l’ansia da prestazione ma giusta carica che permette di essere attivati e pronti il momento della competizione per tirare fuori la grinta, fiducia e caparbietà per fare del proprio meglio, anzi più di quanto ci aspettiamo per mettere a segno nostri obiettivi sfidanti ma non impossibili.
Prossima
sfida? “Come evento
principale, mi piacerebbe partecipare ad una gara di trail a tappe come la
Triangle Adventure Race che si terrà ad Ottobre nelle Azzore. Prima di questa, in
base a come evolverà la situazione sanitaria, cercherò di partecipare ad altri
eventi preparatori, sia su strada che in fuoristrada”.
La mente per attivare il fisico ha
bisogno sempre di sfide allettanti, percorsi entusiasmanti, viaggi avventurosi
fuori e dentro di sé.
Stai
perdendo eventuali treni importanti? “Non esattamente. Sicuramente mi mancano le trasferte in Marocco, dove
una o due volte l’anno mi piace andare sia per fini esplorativi che per
macinare chilometri in totale libertà. Sono molto affascinato dalla morfologia
del Paese e dalla sua cultura e spero in futuro di poter condividere questa mia
passione con altre persone. Per il resto sono fiducioso che le cose presto
evolveranno in meglio”.
E’ importante saper stare in pace con se
stessi, capire quello che si vuol e si può fare, saper aspettare con fiducia
tempi migliori e guardare ogni momento con gratitudine, cogliendo il meglio che
si può.
Chi
crede ancora in te? “In
primis io. Poi ho una serie di amici e
parenti che vivono di riflesso la mia passione e che fanno da reciproco volano
al mio entusiasmo”.
Cosa
devono sapere di te? “Che
pratico lo sport con sincera passione e non per esibizionismo. Sono tanti anni
che mi alleno; sarebbe stato impossibile fingere per così tanto tempo”.
Il bello dello sport è che bisogna
metterci passione e amore e saper trasmettere a chi ci circonda ottime
sensazioni che vanno condivise in modo da sentirsi compresi e apprezzati per
quello che si riesce a fare con impegno, costanza e passione.
Cosa
ci dobbiamo aspettare da te da qui a 1 anno? “Di vedermi di nuovo con qualche pettorale
affrancato. Non vedo l’ora”.
Qualche anno fa invitai Davide a
rispondere ad alcune mie domande e riporto una in particolare: Prossimi obiettivi? Sogni da realizzare?
“Continuare il più a lungo possibile e se
possibile con un pettorale affrancato!”
E sembra che Davide continui a inseguire
simpaticamente i suoi sogni di poter far sport finche potrà e possibilmente
eventuali inviti a gare sono graditi.
Chi
e cosa sono più determinati per la tua performance? In che modo?
“Sicuramente avere una vita stabile e
regolare aiuta ad affrontare al meglio le competizioni. Gli affetti e le buone
amicizie sono determinanti per una buona pratica sportiva. Poi serve un pizzico
di fortuna e cercare di stare il più lontano possibile dagli infortuni”.
In effetti, l’atleta ha bisogno di pace
e serenità, deve impegnarsi e lavorare duramente mettendosi alla prova per
migliorare e ottenere risultati prestigiosi ed è importante avere vicino
persone che comprendono ma allo stesso tempo non può trascurare altri ambiti
importanti della vita come il lavoro e le relazioni.
Bisogna aver chiari i propri interessi e
obiettivi, mettercela tutta per prepararsi al meglio e seguire piani e
programmi e alla fine è importante avere la consapevolezza di aver fatto del
proprio meglio e che comunque vada è importante sia l’esperienza di gara che gli
allenamenti fatti.
Cosa
ti spinge a fare sport? “Inconsapevolmente la mia vita è cresciuta attorno allo sport, come una
pianta di vite attorno al suo palo. Sinceramente oggi non mi domando perché lo
faccio ma mi domando se potrei farne a meno e la risposta è sempre la stessa:
no! Anche stavolta ho risposto di pancia, così come so che a te ‘piace’. Colgo
l'occasione per augurarti buon anno e tanto sano sport!”.
Ringrazio Davide per le sue risposte
davvero interessanti e utili, ricche di spunti. Mi piace l'atto liberatorio
della maratona, è vero che bisogna dare l’esempio e che i fatti contano più di
delle parole.
Utili i consigli: "Sfruttate
al meglio il tempo a disposizione. Pianificate gli appuntamenti futuri e
beneficiate di qualche riposo in più".
Notevole la sua consapevolezza:
“Inconsapevolmente la mia vita è
cresciuta attorno allo sport, come una pianta di vite attorno al suo palo”.
Matteo SIMONE 380-4337230 - 21163@tiscali.it
Psicologo, Psicoterapeuta, Terapeuta EMDR
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