Ci sono molte fasi in cui è utile un supporto psicologico
Per ottenere qualcosa di importante nello sport e nella vita bisogna crederci e impegnarsi duramente seguendo percorsi irti ma non impossibili per raggiungere mete e obiettivi che ripagano il tempo e le energie dedicate.
Di
seguito Vladimir racconta la sua esperienza rispondendo ad alcune mie domande.
Ti sei sentito campione almeno un
giorno? “Assolutamente
sì, partendo dalle sfide quotidiane vinte nei confronti dei compagni di
allenamento, proseguendo poi nell'ottenere dei miglioramenti di se stessi come
‘skill’ acquisite fino al vincere delle gare. Nell'acquisizione della ‘skill’
cioè esercizi, rammento il primo grande traguardo sportivo da me ottenuto. Si è
trattato della Ring Muscle Up, per ottenere la quale, lavorai per circa 2 mesi
tentando quasi ad ogni allenamento di farcela.
Un giorno, dopo aver svolto
delle trazioni agli anelli con zavorra ci provai, e fu la mia prima volta.
Ricorderò per sempre tale sensazione, in quanto grazie al costante impegno
messo negli allenamenti quotidiani ho ottenuto quanto agognavo. Tale sensazione
si è pure ripetuta più volte nel corso degli anni, seppur con minor intensità,
al raggiungimento di altre ‘skill’ o in particolar modo all'aumentare dei kg di
massimale nelle alzate olimpiche. Tutto questo è un grande insegnamento nella
vita, in quanto dà la consapevolezza che grazie al duro lavoro, sacrificio e
impegno non ci sono traguardi irraggiungibili”.
La
vita è una continua sfida e una ricerca di benessere e performance, si cerca
sempre di apprendere, di imparare, di conoscere, di approfondire e lo sport è
un’ottima opportunità per crescere, maturare e diventare persone mature e
responsabili scoprendo qualità e potenzialità che permettono di fare cose
importanti. Di seguito segnalo un paio di link dove Vladimir mostra le sue
alzate olimpiche.
Qual è stato il tuo percorso nello
sport? “Non
ho mai praticato sport agonistico fino all'età di 17/18 anni col crossfit.
Prima di allora solamente della piscina ogni tanto, giri in bici con gli amici
e qualcos’altro mi è capitato di svolgere durante il percorso scolastico. In
palestra col crossfit invece ho scoperto un mondo che gradualmente (dopo 6
mesi) mi ha appassionato fino a prendermi completamente. Tale attività ho
smesso di svolgerla agonisticamente all'età di 23 anni”.
A
volte lo sport appassiona e diventa come un grande orto da coltivare dove si
semina fatica e si raccolgono premi e grandi soddisfazioni che aiutano a
crederci ed essere fiduciosi di riuscirci nello sport e nella vita.
Nello sport cosa e chi contribuisce
al benessere e/o performance?
“Dal mio punto di vista benessere e
performance non possono rientrare nella stessa frase, questo in quanto lo sport
per benessere è profondamente diverso da quello agonistico svolto alla ricerca
della performance. Nel primo caso, ciò che contribuisce al benessere è la
pratica stessa dell'attività, che per una questione anche semplicemente di
chimica, rilascia endorfine e da benessere alla persona. Se poi nell'attività
svolta si ha contatto con persone con le quali si ha il piacere di stare in
compagnia il tutto è presto spiegato. Per quanto riguarda la performance,
questa è data con l'impegno e soprattutto la costanza negli allenamenti. E
anche se ovviamente un principiante ci mette poco a migliorare la propria,
arrivati a un certo punto bisogna necessariamente dare qualcosa in più per
migliorarsi”.
Si
può praticare sport semplicemente per star bene, per svagarsi, per curare il
corpo e la mente oppure si può cercare di ottenere risultati importanti e in
questo caso entrano in gioco sempre più fatica e sacrifici, una ricerca
continua di strumenti fisici e mentali per migliorarsi per battere se stessi ed
eventuali avversari.
Un'esperienza che ti può dare la
convinzione che ce la puoi fare?
“E’ un lungo processo, in quanto
fiducia porta fiducia. Grazie al confronto e alle gare trovi la consapevolezza
della tua forza. Anche i risultati negli allenamenti ti danno una certa misura,
ma poi vanno misurati in competizione dove bisogna saper tirar fuori tutto
quello che si ha. Nel mio caso mi sono sempre trovato a sorprendermi riuscendo
a trovare qualcosa che negli allenamenti non ero mai in grado di tirar fuori.
Si tratta di piccoli miglioramenti su un massimale o abbassare di 30" il
tempo su un circuito da 10'. Ma quando in allenamento credi di aver dato il
massimo e poi in gara migliori ulteriormente, questo ti dà la convinzione che
puoi sempre andare oltre i tuoi limiti se ci metti tutto te stesso. Ricordo una
gara dove mi sono trovato a confronto con i migliori atleti in Italia nel mio
sport. Si è trattato di stare sullo stesso campo gara con loro, la prima volta
accadde qualificandomi a una di queste gare per un soffio (43 su 45 posti
disponibili) per trovarmi poi 8° a fine competizione. Dopo quella volta ricordo
che ho creduto di potermela assolutamente ‘giocare’ con loro”.
Mi
piace “fiducia porta fiducia”, in effetti si tratta di una progressione
graduale verso il miglioramento convincendosi e credendo volta per volta di
potercela fare senza mettersi limiti, affrontando tutto con la voglia di fare
del proprio meglio e con la consapevolezza che ci si è impegnati a dovere.
Davvero un’interessante testimonianza che dimostra che bisogna essere molto
convinti e sicuri di sé e non privarsi nessuna esperienza. A volte si perdono
occasioni e treni importanti per dubbi e insicurezze.
Cosa pensano familiari e amici della
tua attività sportiva? “Molti amici sono persone che praticano la mia stessa
attività, e da parte loro ritengo esserci stima e considerazione per l'impegno.
Sanno quello che ho fatto essendo loro stessi a praticare. Da parte dei
familiari, non avendo mai praticato uno sport, non hanno mai compreso il motivo
di tutto quell'impegno che spinge ad allenamenti giornalieri da 2 a 3 ore e
mezza, per un totale di circa 15/18 ore settimanali di attività. La nonna ad
esempio ritiene il sollevare un qualunque peso dannoso a prescindere”.
Certo
è che lo sport può essere considerata una passione incomprensibile perché
comporta investimento di tempo e tanta fatica, gli amici possono comprendere e
sostenere e i familiari possono preoccuparsi ed essere apprensivi ma poi vedono
che l’atleta sperimenta benessere e segue uno stile di vita molto sano e
corretto.
Quali capacità, risorse, caratteristiche
possiedi nel tuo sport? “Le capacità/risorse di maggior valore sono sicuramente
un’oculata gestione del circuito andando a curare ogni singolo dettaglio al
fine di massimizzare la prestazione. Unito a ciò un’ottima capacità di reggere
la fatica e un veloce recupero delle energie”.
Per
ottenere le migliori prestazioni nello sport bisogna essere molto attenti e
osservatori e notare se stessi, proprie sensazioni corporee, i messaggi del
corpo di troppa fatica e saper alternare bene i carichi di lavoro e gli
opportuni riposi e recuperi per reintegrarsi e ricaricarsi a dovere sia
fisicamente che mentalmente.
Che significa per te praticare
attività fisica? “Ritengo
sia un momento da dedicare a se stessi, per il proprio benessere psicofisico,
che ripaga dando tanto benessere e permette di rilassarsi. Oltre ovviamente a
permetterci di rimanere in salute dando anche motivazione in più a curare
correttamente l’alimentazione. Cosa che ha un’importanza significativa e se non
curata fa risentire enormemente sulla condizione fisica. Il periodo di lock-down
è stato d’insegnamento, in quanto siamo stati obbligati a rinunciare a quanto
eravamo abituati a fare. Non potendo più contare su palestre, piscine e luoghi
all’aperto dove poter svolgere attività sportiva. In questi momenti quando ti
viene tolto qualcosa a cui se abituato ne capisci l'importanza. Nel mio caso ho
continuato con qualche attrezzo che ho comprato da tenere a casa, ma devo
ammettere che mantenere la stessa motivazione è molto difficile. Infine ritengo
sia qualcosa che avrà sempre uno spazio nella mia vita”.
In
effetti l’attività fisica diventa una coccola per l’atleta, un nutrimento,
qualcosa a cui non si può rinunciare perché il benessere che ne deriva è
notevole e irrinunciabile.
Quali sensazioni sperimenti facendo
sport e in quali circostanze?
“Provo la sensazione che mentre
faccio quell'attività sono concentrato esclusivamente su di essa. Ciò mi dà la
possibilità di svagare la mente da tutte le altre cose alle quali si può
pensare durante il giorno”.
Quando
si fa qualcosa che si ritiene importante che sia uno sport, un lavoro, una
relazione bisogna esserci fisicamente e mentalmente, focalizzati e centrati e
metterci impegno dando peso e valore a quello che si sta facendo.
Quali sono le difficoltà e i rischi? “Le difficoltà sono sempre il rischio
di contratture o strappi muscolari, non scaldandosi a sufficienza ad esempio
che pregiudicano lo svolgersi al meglio delle attività sportive nei giorni
seguenti”.
L’esperienza
insegna ad avere cura di sé, a fare attenzione alle varie fasi dell’allenamento
o della gara, a utilizzare opportuni accorgimenti per prevenire eventuali
infortuni.
Quali condizioni ti ostacolano nella
pratica dello sport? “Non
vi è alcuna in quanto in ogni situazione si trova il modo di svolgere qualche
tipo di attività. Anche chiusi in casa con qualche attrezzo, seppur non in
condizioni ottimali si trova il modo di tenersi in allenamento”.
Se
si vuole si può con ogni modalità si può trovare spazio e tempo per fare sport
che sia all’aperto, in strutture, a casa, in ospedale, nelle carceri, bisogna
essere resilienti e inventarsi situazioni e opportunità.
Cosa ti fa continuare a fare
attività fisica? Hai rischiato di mollare?
“Ho mollato con l'agonismo, ma non ho
mai mollato a svolgere l'attività amatorialmente. L'agonismo purtroppo, come
altri sport, porta ad un certo punto a trovarsi come competitor persone che
hanno deciso di dedicarsi completamente ad essa, lasciando un lavoro e tante
altre possibilità nella vita. Oltre al discorso doping che scoraggia notevolmente
chi come me non è mai stato disposto a prendere in considerazione tale fattore,
ma sa per certo di avversari che ne usano”.
È
importante sviluppare consapevolezza delle proprie capacità e potenzialità
senza troppe pretese e senza arrendersi troppo presto. Ci sono fasi e periodi e
tutto può cambiare, passare, evolvere.
Ritieni utile lo psicologo nel tuo
sport? Per quali aspetti e fasi?
“E’ una figura sicuramente
sottovalutata a parer mio. Spesso si ritiene che il coach debba svolgere tale
compito. Ma sicuramente uno psicologo ha maggior modo di aiutare uno sportivo.
Deve sicuramente conoscere profondamente la persona e cosa significa dedicarsi
completamente a uno sport. Perché fintanto che ci si trova nel proprio ambiente
ci si sente a casa, ma nella società, da chi non ha mai praticato sport
agonisticamente la cosa non viene assolutamente compresa.
Ci sono molte fasi in
cui è utile un supporto psicologico, nella mia attività più del 90% degli
allenamenti sono assai deludenti in fatto di sensazioni di performance, e per
quanto nel lungo periodo ci siano dei miglioramenti le sensazioni giornaliere
non sono confortanti. Ad esempio quando hai un massimale di 100kg in un’alzata
olimpica e un giorno ti trovi a non riuscire ad andare oltre a 95kg la sensazione
e di aver buttato all’aria settimane se non mesi allenamenti. Per tutti questi
momenti, un supporto è fondamentale per permettere a uno sportivo di avere
quella brillantezza mentale durante gli allenamenti di fare sempre quel piccolo
passettino extra, come la ripetizione in più durante una serie di trazioni che
in un singolo allenamento farà ben poca differenza ma che passettino su
passettino permettono di migliorarsi notevolmente. Un’altra fase
particolarmente critica sono gli infortuni, che seppur limitano l’attività
anche solo per pochi giorni nei casi meno gravi, gettano una grande sensazione
di sconforto e di paura di perdere quanto si è guadagnato duramente con gli
allenamenti”.
In
effetti il lavoro dello psicologo non è esclusivamente motivazionale ma molto
complesso che prevede un’attenta analisi delle potenzialità e delle criticità
dell’atleta per cercare di inserire nella pratica sportiva strumenti mentali
che permettono di gestire al meglio le varie fasi che si attraversano dalla
preparazione mirata a una gara, alle sconfitte o infortuni alla gestione delle
relazioni che l'atleta ha con familiari, compagni di squadra, tecnici,
avversari. Un lavoro mirato e personalizzato.
L'evento sportivo dove hai
sperimentato le emozioni più belle?
“La prima vera gara a cui ho
partecipato vincendo”.
Quale è stata la tua situazione
sportiva più difficile? “La sensazione più difficile non è collegabile con un singolo
evento quanto con un periodo. Un anno dopo aver ottenuto l’8° piazzamento a una
gara, ho partecipato ad altre gare con atleti di livello nazionale e
internazionale. Dopo quell’anno dove ritengo di aver dato tutto in termini di
dedizione all’allenamento e in termini di cura dell’alimentazione seguita molto
scrupolosamente. Per quanto mi è stato possibile col lavoro, ricordo ad esempio
di una settimana passata al Cairo dove dopo lunghe giornate terminate
(19/19.30) mi sono comunque recato alla ricerca di una palestra. Premesso ciò
ho visto che nonostante sia riuscito a migliorare notevolmente le mie capacità
in termini di performance gli stessi competitor che vedevo tanto vicini un anno
prima non lo erano più, e si era anzi creato un gap non indifferente. Ciò mi ha
portato a riflettere molto sulle priorità nella vita e sono giunto a ritirarmi
dall’attività agonistica. Questo perché sono una persona molto competitiva e
non mi farebbe sentire a posto gareggiare senza dare tutto me stesso. Oltre che
riducendo il tempo dell’attività sportiva ho trovato modo di svolgere altre
attività”.
Nella
vita ci sono priorità e orti da coltivare, bisogna sapersi giostrarsi tra
sport, famiglia e lavoro e bisogna fare scelte importanti.
Come hai superato eventuali crisi,
sconfitte, infortuni? “Le
sconfitte a livello sportivo sono importantissime, difatti per il miglioramento
personale sportivo ritengo vitale il continuo confronto con qualcuno che sia un
poco più bravo di te. Non tanto più forte da essere irraggiungibile ma
abbastanza da motivarti a ‘spingere’ in ogni allenamento per cercare di fare
meglio. Nel crossfit essendo molto vario è facile trovare persone diverse più
brave in talune cose che in altre, averne vicine dà anche modo di vedere come
fanno loro certe cose per imparare a farle proprie (un pesista non
particolarmente dotato da andare alle olimpiadi è sempre di molto superiore ai
‘crossfitter’, un ginnasta lo è con le sbarre ed anelli, così i nuotatori,
corridori, etc.).Di infortuni importanti per
fortuna non mi è capitato di averne, ma ne ho visti su altri ed è molto
difficile riuscire a gestirsi andando col ‘freno a mano’ per evitare di
strafare perché la mente tende a cercare di fare le cose come le faceva prima,
mentre il corpo ha bisogno di progressione per riabituarsi”.
Si
impara a perdere e a vincere, si apprende dai più forti, si impara a cadere e a rialzarsi
con fiducia e gradualità.
Un messaggio per avvicinare i
ragazzi allo sport? “Fate
sport e vivrete bei momenti con i vostri compagni di squadra/allenamenti che vi
insegneranno molto sulla vita e vi daranno maggior consapevolezza dei vostri
mezzi. Perché gli unici limiti che abbiamo sono quelli che ci auto poniamo”.
In
effetti, lo sport aiuta a vivere, a confrontarsi con gli altri, a fare quadra,
a porsi obbiettivi, a crederci sempre.
Cosa hai scoperto di te stesso nel
praticare attività fisica? “Che tutto si può fare basta la volontà e impegno”.
Vero,
sia nello sport, sia in altri campi nella vita, bisogna avere chiari gli
obbiettivi e percorrere strade e direzioni che permettono di arrivare a
destinazione impegnandosi con costanza, determinazione, grinta, non mollando ai
primi impedimenti.
Hai un riferimento? Ti ispiri a
qualcuno? “Essendo
appassionato di F1, mi piace molto L. Hamilton che oltre ad essere un pilota
incredibile si impegna molto fuori dal suo habitat per sensibilizzare su temi
come ambiente e parità dei diritti. Oltre a questo, coltiva diversi interessi
che si discostano molto dal motorsport. Lo ritengo un sano e ottimo esempio di
sportivo, per quanto poi in pista tifo contro di lui essendo tifoso Ferrari”.
Gli
atleti diventano ottimi testimonial ed esempi di persone da seguire che
riescono a ottenere risultati nello sport ma senza perdere il senso della vita
propria e degli altri.
Prossimi obiettivi e sogni
realizzati e da realizzare? “Mi piacerebbe fare altre lezioni di arrampicata (ho svolto 3
lezioni di introduzione). Fare il corso per fare immersioni. Migliorare le
capacità di snowboard, ottima occasione per vedere location mozzafiato.
Paracadutismo. Dopo aver fatto il cammino degli dei (da Bologna a Firenze a
piedi per 132km circa) mi piacerebbe ripete l’esperienza in altri cammini
simili anche all’estero”.
Vladimir
sembra essere un cercatore di avventure, novità, di se stesso, sempre fuori la
zona di confort.
Come ti vedi a 50 anni? “In merito al tema, credo che
praticherò sempre attività sportiva di qualche genere, avendo tanti generi di
attività che mi appassionano non so quale svolgerò in quell’età ma spero di
aver raggiunto i miei obiettivi”.
Quanto credi in te stesso? “Non sempre
abbastanza, ma ho la fortuna di avere una fidanzata che mi ricorda che ho tutte
le capacità per arrivare agli obiettivi che mi posso porre nella vita”.
È
importante avere un sostegno, un supporto, qualcuno che fa il tifo e
incoraggia.
380-4337230
- 21163@tiscali.it
Psicologo,
Psicoterapeuta, Terapeuta EMDR
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