mercoledì 1 giugno 2022

Nicla Gellotto Gentile: Il mio obiettivo realizzato è la prima Maratona

 Non potrei rinunciare alla corsa
Matteo Simone
3804337230- 21163@tiscali.it
 

Per chi corre, prima o poi c’è il pensiero di preparare e portare a termine una maratona e quando si incastrano un po’ di fattori, quali condizioni fisiche buone, allenamenti mirati sufficienti per portare a termine la gara e buona compagnia, si può fare, basta decidere la gara obiettivo e ci si mette in gioco, da soli o in compagnia.

Di seguito, l’esperienza di Nicla (Manfredonia Running and Friends) attraverso risposte ad alcune mie domande.
Ti sei sentita campionessa nello sport almeno un giorno della tua vita? Si, da quando pratico la corsa. Non sono un’eccellenza, anche perché ho conosciuto la corsa (e lo sport in generale) in tempi relativamente recenti (da poco più di 10 anni), ma spesso sono salita sul podio, nelle corse su strada, rientrando tra le premiate della mia categoria, con immensa gratificazione. 

Prima o poi lo trovi uno sport che fa appassionare, fa mettere in gioco, fa faticare da soli o in compagnia preparandosi a gare da partecipare e sperare di andare a podio portando a casa oltre a una ricca esperienza anche premi.
Qual è stato il tuo percorso sportivo? Non ho mai praticato sport prima di conoscere, quasi per caso, la corsa. Da allora pratico costantemente questo sport senza mai perdere uno dei tre-quattro allenamenti settimanali.  
Hai dovuto scegliere nella tua vita di lasciare uno sport a causa di una carriera scolastica o lavorativa?  No. Lo sport è arrivato per me come corollario della piena realizzazione lavorativa e familiare, per cui non ho dovuto fare rinunce. Piuttosto, per conciliare famiglia, lavoro e sport, ho scelto di allenarmi nelle primissime ore del giorno, quelle più fredde, di notte, al buio, ma sempre in ottima compagnia.

La pratica dei uno sport, diventa uno stile di vita che aiuta a svagarsi, a star bene, a distrarsi, a far parte di un gruppo che si mette in gioco.
Per quali aspetti e in quali fasi ritieni utile lo psicologo nello sport?
Penso che per stare bene con gli altri sia in primo luogo necessario stare bene con se stessi, nello sport come nella vita. Lo psicologo nello sport a mio parere può sostenere, supportare, aiutare a prendere coscienza o solo recuperare questa consapevolezza, quando dovesse vacillare, per gli eventi della vita.
Se potessi tornare indietro cosa faresti o non faresti? Se potessi tornare indietro avrei voluto conoscere molto prima lo sport, e beneficiare da subito dei suoi effetti. 
Quali fattori hanno contribuito al tuo benessere o alla tua performance? Senz’altro l’appartenenza a una squadra, fatta di sinceri amici, accomunati dalla stessa passione per la corsa.

In compagnia è sempre meglio la condivisione di esperienze di fatica, di allenamenti all’alba, a volte al buio, freddo, ma che rendono felici e resilienti per affrontare l’intera giornata ricca di faccende familiari e lavorative.
Quale alimentazione segui prima, durante e dopo l'attività fisica?
Seguo da sempre la dieta mediterranea, pur con qualche “piacevole sgarro”. Prima e durate l’attività fisica non assumo cibo, uscendo molto presto la mattina. Dopo mi concedo una normale colazione.
Usi farmaci, integratori? Per quale motivo? Non uso alcun farmaco. Con gli integratori sono molto incostante, uso sporadicamente i sali minerali per recuperare le forze dopo un allenamento più impegnativo, quale quello domenicale.
Chi ha contribuito al tuo benessere nello sport o alla tua performance? La famiglia in primis, marito e tre figlie, che mi hanno sempre sostenuto, mostrando apprezzamenti per l’impegno costante nella corsa. E poi tutti gli amici runners manfredoniani della mattina che, indipendentemente dalla squadra di appartenenza, mi fanno sentire parte di una bella famiglia.  

Nicla è sempre coccolata dai suoi amici runner di squadra e altre società sportive di Manfredonia, mi capita a volte, quando sono a Manfredonia, di partecipare agli allenamenti all’alba correndo per il lungomare di Manfredonia fino a Siponto, un allenamento ricco e intenso di aneddoti e di atleti bizzarri e folcloristici.
L'evento sportivo della tua vita, dove hai sperimentato le emozioni più belle? Le emozioni più belle le ho vissute in occasione della mia prima mezza maratona, a Barletta, nel 2018. Mi ha colpito “il fiume” immenso di colori che si spostava lungo tutto il percorso, la festa di sorrisi, la condivisione della gioia con il vicino di turno, o il gruppetto di vicini, sconosciuti fino a quel momento ma paradossalmente già tanto familiari. Soprattutto mi ha emozionato la tenacia dei diversamente abili e la loro forza nell’affrontare la gara, trascinando per tutto il percorso le proprie difficoltà fisiche fino all’ultimo, fino al traguardo; e ancor più la spontaneità, la freschezza e la nobiltà d’animo degli “spingitori”, capaci di spingere con sacrificio ma sempre con il sorriso, alternandosi tra loro, fino all’arrivo, per portare un po’ di serenità ai meno fortunati.    

La mezza maratona di Barletta risulta essere una gara apprezzata da tanti, dove è festa per tutti dal primo arrivato agli ultimi, ognuno fatica a modo suo, da solo o in compagnia, c’ero anch’io arrivando al traguardo con alcuni amici della squadra di Nicla, felicemente e resilientemente.
Cosa pensano familiari e amici della tua attività fisica? Mio marito e le mie figlie sono stati da subito orgogliosi della mia scelta e dei miei sacrifici. Ci ho messo più di dieci anni, invece, per ricevere da mia madre un flebile, timido, impercettibile, apprezzamento per la mia passione, da lei ritenuta – a torto- troppo stressante per me. Gli amici non mi fanno mancare i complimenti per la mia tenacia.
Un episodio curioso o divertente della tua attività sportiva?
Il commento sprezzante di una signora che, incrociandomi lungo il viale durante un allenamento, non ha saputo trattenersi dall’esclamare “Quedda fatij ca v manc!”, mostrando di apprezzare ben poco questo “perditempo” chiamato corsa. Avrei voluto rispondere: “Signora, io ho un marito, tre figlie, una casa e due lavori, eppure corro lo stesso”, ma ho proseguito la mia corsa sorridendo tra me e me fino alla fine del percorso.  

Bisogna essere resilienti e andare avanti sorridendo, altrimenti è finita se si ascoltano critiche e giudizi di persone di una cultura un po’ più arretrata, di quando il tempo era prezioso e bisognava lavorare per portare il pane a casa e non c’era spazio per hobby e benessere personale.
Cosa hai scoperto del tuo carattere praticando sport?
La corsa mi ha regalato molto più autocontrollo. Mi ha insegnato la perseveranza ma anche la capacità di non prendermi troppo sul serio, di accettare i miei difetti e riderci su.
Quali sono i tuoi pensieri in allenamento e in gara? L’allenamento lo vivo sempre in compagnia per cui è sempre occasione di divertimento e di sfottò nei confronti del “malcapitato” di turno, me compresa ovviamente, che rallegrano tutta l’ora di corsa. In gara si alternano momenti di puro divertimento a fasi più critiche e pesanti, in cui ho la sensazione di non riuscire a portare a termine la gara. Ma non mi sono mai fermata prima del traguardo!

Nicla sembra essere in un branco di leoni la mattina all’alba durante gli allenamenti con gli amici, sempre pronti a scherzare con lei ma in un modo bonario e lei sempre con il sorriso, accetta tutto e fa scorrere tutto, divertendosi e in questo modo nemmeno sente la fatica.
Quali capacità, risorse, caratteristiche, qualità hai dimostrato di possedere nello sport?
La tenacia negli allenamenti e la voglia di dare il massimo delle mie possibilità in ogni competizione; nel contempo la capacità di “rallentare” e misurare le mie condizioni fisiche quando non sono delle migliori.
Che significa per te partecipare a un evento sportivo? E’ sempre una festa, condivisa con chi nutre la mia stessa passione. E’ bello ogni volta incontrate gli amici corridori delle altre squadre, incrociare nei loro occhi lo stesso mio sentire.
Quali sensazioni sperimenti facendo sport: allenamento, pre-gara, gara, post gara? Gli allenamenti con il gruppo scandiscono tutta la settimana e sono l’appuntamento irrinunciabile della mattina, una boccata di salute e buon umore. Il pre-gara lo vivo con un po’ di sana ansia ma anche con grande desiderio di cimentarmi con la strada. Il post gara è coronazione dell’evento, a prescindere dal tempo impiegato e dalle aspettative, anche se è ovviamente più gratificante “andare a premio”.

Bello ritrovarsi in gara, ognuno con il proprio completino della squadra di appartenenza, ognuno alla partenza con obiettivi e aspettative di risultati a seguito di allenamenti mirati, con o senza scuse.
Hai sperimentato l’esperienza del limite nello sport? Si, in qualche occasione, per problemi di salute, non seri, ma che mi hanno costretta a sospendere per un po’ gli allenamenti.
La tua gara più estrema o più difficile? La Corri in Cava di Apericena. Clima torrido e percorso impegnativo. Però paesaggio stupendo.
A cosa devi fare attenzione nella tua disciplina sportiva? Credo basti una alimentazione sana e alternare il riposo all’allenamento.
Cosa ti ha fatto mollare o cosa ti fa continuare a fare sport? Non ho mai mollato se non per piccole contingenze. Non potrei rinunciare alla corsa.

La corsa risulta essere un ottimo rimedio a eventuali impegni gravosi quotidiani, come un giocattolo da tenere in ordine e in efficienza per farlo durare nel tempo il più possibile, e così bisogna sapersi voler bene e tutelarsi negli allenamenti osando ma non esagerando, approfittando ogni tanto di un sano recupero o relax.
Come hai superato eventuali crisi, sconfitte, infortuni?
Concedendomi “solo” il tempo strettamente necessario per la ripresa.
Un tuo messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarli allo sport? Lo sport è sacrificio ma è anche e soprattutto soddisfazione, benessere, equilibrio, scuola di vita. 
C’è stato il rischio di incorrere nel doping? Un messaggio per sconsigliare l’uso? No assolutamente. Sono sempre stata salutista, attenta tanto alla linea quanto al benessere del corpo, ripugnando sostanze tossiche per l’organismo. Credo fermamente che l’uso di sostanze dopanti, oltre che nuocere alla salute, oltre che costituire un illecito, sia in primis l’antitesi dello sport sano e nobile, e che chi fa uso del doping menta a se stesso, prima ancora che agli altri.
Sogni realizzati e da realizzare? Prossimi obiettivi?
Il mio obiettivo realizzato è la Prima Maratona appena conclusa, quella delle 5 Cattedrali. Sono molto felice di essere riuscita a portarla a termine discretamente, nonostante le avversità del tempo e i problemi familiari che mi hanno distolto dagli ultimi allenamenti. Vorrei tornare alle consuete gare domenicali, di cui ci ha privati per troppo tempo la pandemia. E correre presto una seconda Maratona, sempre senza grandi pretese…anche perché la prima Maratona mi ha piacevolmente sorpresa, rivelandosi meno pesante di quanto immaginassi, e risparmiandomi il tanto preannunciato (dai veterani) quanto temuto “muro dei 30 km”.

Se le cose sono fatte bene, si affrontano le maratone serenamente senza sbattere contro il muro della crisi del 30°-35°km, basta sapersi allenare sufficientemente e adeguatamente con allenamenti di un chilometraggio sufficiente per comprendere a cosa si può andare incontro, alcuni allenamenti lunghi di 32-34km e ci si può presentare in partenza con la coscienza a posto per affrontare la lunga gara.
Come hai scelto la tua squadra e cosa dicono di te i tuoi compagni? La nascita della mia squadra, Manfredonia Running and Friends, è coincisa con la mia stessa adesione. Devo ribadire però che io mi sento parte della più allargata squadra “Manfredonia”, perché l’esistenza di tre associazioni sportive dilettantistiche nella mia città nulla toglie al sincero rapporto di amicizia, di rispetto, di condivisione che lega i runners tutti, alla stessa maniera.  Ai miei compagni di corsa sono legata da un sincero affetto fraterno. La mia presenza costante la mattina – unica presenza femminile a quell’ora sulle strade del viale– mi ha concesso un trattamento di privilegio nella compagnia. Credo che i miei compagni mi stimino almeno quanto io stimo loro. Senz’altro la mia presenza –conclamata donna di fede - li “costringe” a un più mite e misurato linguaggio! 

Manfredonia sempre più città dello sport e soprattutto di runner, maratoneti e ultramaratoneti e anche di donne che si sperimentano, si mettono in gioco e cercano di andare a podio.

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