giovedì 30 giugno 2022

Mariangela Staffieri, acqua circuit: Mai mi sarei aspettata una vittoria

 La vittoria di questa medaglia ha un sapore speciale
 Matteo Simone
Psicologo, psicoterapeuta
 
La vittoria è sempre gradita e apprezzata, un coronamento di un periodo di allenamento sfidante anche se impegnativo dove si scopre se stressi, caratteristiche e qualità forse insospettabili.
Di seguito approfondiamo la conoscenza di Mariangela, attraverso risposte ad alcune mie domande.
Ciao, complimenti, per questa medaglia, te l'aspettavi? Ciao, grazie mille per i complimenti, troppo buono…  Quando l’istruttrice, durante il corso, mi ha prospettato la possibilità di guadagnare una medaglia, mai mi sarei aspettata una vittoria, anche perché ho gareggiato con compagni che praticano questo sport da anni, io solo da nove mesi. Tengo a precisare che l’acqua circuit, non è la classica gara di nuoto ma è costituita da una serie di esercizi (boxe, pole, jump, esercizi a corpo libero, pesi e bike) in acqua. È completo, tutto il corpo lavora. Come potrai ben capire non è semplice coordinare qualità e velocità dell’esecuzione ma è proprio l’aspetto che preferisco dell’acqua circuit.
Da quando ci lavoravi? Come ti sei allenata? Circa nove mesi fa, mi sono accostata a questa disciplina, un po’ per gioco, un po’ per una sfida personale e soprattutto per trovare un’alternativa alla corsa (che, a causa di un infortunio, non pratico costantemente). Gli allenamenti variano dalle due/tre volte a settimana e mi sono allenata in maniera costante.

Ogni tanto è bene cambiare e scoprire altro di stimolante e sfidante, può essere anche un ottimo piano B, quando non si può portare avanti propri progetti per diversi motivi.
Qual è stato il prezzo da pagare? Beh come per tutti gli sport il prezzo da pagare è il sacrificio, la costanza e la determinazione. Bisogna premettere che riprendere a praticare sport dopo due anni di stop a causa della situazione epidemiologica non è facile, il corpo ha bisogno di tempo per riabituarsi ad allenamenti costanti e anche la mente risulta più stanca.

Praticare sport significa dedicare tempo e fatica per un periodo congruo in modo che il coro e la mente si adattino a un esercizio o più esercizi fisici mirati da poter migliorare cercando di ottenere una performance soddisfacente.
Come hai gestito e controllato la gara?
Nei primi due trimestri ho imparato a eseguire gli esercizi in maniera corretta, quindi ho puntato punti sulla qualità (la mia istruttrice ne pretendeva molta). Nell’ultimo trimestre ho iniziato a lavorare sulla velocità oltre che qualità, questo costante esercizio mi ha aiutata tanto durante la gara infatti ho cercato di dosare e calibrare le energie e se a tutto ciò aggiungiamo la giusta dose di adrenalina e di sana competizione il successo è assicurato.

La gara si prepara in allenamento in modo da arrivare pronti e consapevoli il giorno della competizione in grado di gestire ogni momento della prestazione.
Quanto eri motivata nel raggiungere questo risultato? Sono una ragazza che ama lo sport e le sfide che esso ti pone. Folco Terzani e Michele Graglia, nel loro libro intitolato “Ultra”, scrivono che la libertà è oltre il limite io, penso che la vittoria sia oltre il limite, perché il successo è figlio del coraggio e della voglia di oltrepassare le proprie barriere.

Michele Graglia non è uno dei tanti ultramaratoneti che ho intervistato, ma uno dei più resistenti e più resilienti per l’impegno, la determinazione, la passione nel dedicarsi a gare lunghissime e durissime di corsa a piedi.
Interessante la storia di Michele Graglia che lascia la vita da modello e si dedica al running, una sua intervista è riportata nel mio libro “Ultramaratoneti e gare estreme”.
Michele Graglia è menzionato anche nel mio libro Correre Con La Mente Perché correre? Come iniziare? Superare le avversità, raggiungere obiettivi, realizzare sogni.
Interessante il libro di Michele Graglia scritto con Folco Terzani, “Ultra: La libertà è oltre il limite.”
Cosa e/o chi ti ha aiutato? Avere al proprio fianco un’allenatrice che riesce a evidenziare i miglioramenti e trasformarli in punti di forza ti dà una marcia in più… non solo in acqua.   
Cosa hai portato a casa? Beh nella mia borsa, oltre alla medaglia c’è l’affetto, i sorrisi e gli abbracci della mia squadra. 

Insieme è sempre molto meglio nello sperimentare benessere attraverso lo sport e possibilmente migliorare la performance, soprattutto se ci si può avvalere di bravi e competenti allenatori e di un gruppo affiatato che sostiene e da forza.
Quali tue qualità̀ e caratteristiche sono state determinanti?Memento audere semper’, queste parole di D’Annunzio le ho tatuate nel mio cuore e nella mia mente, è proprio questa voglia di osare che mi permette di vincere ogni giorno, non solo nello sport.

Ricorda di osare sempre’, aiuta a mettersi in gioco sempre senza limiti, impegnandosi e credendoci.
Quanto sei fiduciosa ora in te stessa? Da quando sono nata combatto contro l’insicurezza, mia inseparabile compagna di viaggio, la vittoria di questa medaglia ha un sapore speciale perché aumenta la mia capacità di gestire, se vogliamo, “sedare”, la paura di non essere all’altezza.

L’insicurezza ci ricorda che siamo vivi e che vogliamo vivere nonostante tutto: paure, ansie, tensioni, preoccupazioni e solo facendo esperienza apprezziamo la vita e il nostro modo di essere al mondo, soprattutto se si cerca di osare sempre nonostante tutto.
A chi dedichi questa medaglia? In primis, dedico questa medaglia a mia mamma, abbiamo intrapreso questo percorso insieme (sono proprio fiera di lei) e ti dico di più, avrebbe gareggiato anche lei se solo non si fosse infortunata. La dedico alla mia famiglia perché mi ha insegnato che il sacrificio ripaga sempre e Dulcis in fundo la dedico a me, per aver osato… ancora una volta.

Ogni risultato, ogni traguardo, ogni medaglia, ogni vittoria è il risultato di impegno, sacrifici, dedizione, passione e dietro l’atleta ci sono tante persone che aiutano, sostengono, tifano sempre presenti nella mente e nel cuore dell’atleta.
Con chi ne parli delle tue gare? Lo sport (questa gara) e la voglia di superare i limiti mi accompagna anche nel mio lavoro… Sono un’insegnante che condivide con i propri ragazzi, le passioni, successi e insuccessi e che cerca di insegnare loro che, nella vita, tutto è possibile grazie al sacrificio e all’amore e che vale sempre la pena crederci

L’esperienza sportiva è molto arricchente, insegna a organizzarsi provando una disciplina sportiva e ponendosi obiettivi sfidanti, difficili, ma raggiungibili con impegno, dedizione, costanza, tutto ciò si trasferisce anche nella vita quotidiana familiare, relazionale, lavorativa.
Prossimi obiettivi?
Una gara regionale di acqua circuit e una bella maratona.

Matteo Simone 3804337230- 21163@tiscali.it
Psicologo, Psicoterapeuta, Terapeuta EMDR

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