domenica 19 giugno 2022

Fabrizio Severini, 7° alla Nove Colli Running: Traguardo sognato mille volte

 Una soddisfazione enorme, un Sogno che inseguivo con un po’ di timore 
Matteo Simone 
Psicologo, psicoterapeuta  


Il 21 e 22 Maggio 2022, si è svolta l’ultramaratona Nove Colli Running vinta da Fabio Delbuono in 24h03′41″ che ha preceduto Andrea Guiducci 24h50′03″. 

La gara femminile è stata vinta da Alice Modignani Fasoli in 25h12′05″ che ha preceduto Giulia Ranzuglia 28h04’01″ e Maria Pinto 28h45′17″. 
Completa il podio maschile Massimo Zimbardo 26h06′30″. Da menzionare Fabrizio Severini M55, 7^ assoluto in 27h05′04″, alla sua prima partecipazione e Antonio Mammoli, 12^ assoluto in 28h30′31″, alla sua 19^ partecipazione.
Di seguito, approfondiamo la conoscenza di Fabrizio attraverso risposte ad alcune mie domande. 
Ciao, complimenti, è stato come te l'aspettavi? Grazie Matteo. È sempre un grande piacere esprimere le nostre emozioni! Una soddisfazione enorme, che ti ripaga di ogni ora dedicata a quest’obbiettivo. Momenti, sensazioni, sforzi, pensieri ripetuti nella mente per andare avanti, e infine le lacrime di gioia al traguardo, che rimarranno per sempre nella mia mente e nel mio cuore.  
Quanto eri motivato nel raggiungere questo risultato e da quando ci lavoravi?
 Per ben 3 volte avevo iniziato la preparazione. Nel 2020 la prima volta, dopo che vinsi la 100 km del Gargano, decisi di tentare, ma il lockdown per il covid bloccò la mia preparazione, poi iniziai a prepararmi a dicembre 2020 per il 2021, e per la stessa causa, la 9 Colli non si fece. Viene rimandata a settembre 2021, e giù mi metto di nuovo al lavoro, ma stesso finale, la 9 Colli a settembre viene annullata. A dicembre 2021 il mio “amico di strada” come ci definisce lui, Nicola Placucci , mi dice …. Fabri nel 2022 si farà. Avevo quasi rinunciato, pensavo che non avessi mai potuto correrla, visto che ogni volta veniva annullata. Ma questa volta ci credo e mi metto ad allenarmi con serietà, e dopo 5 mesi di lunghi allenamenti collinari e gare intermedie tra cui la 100km del Conero, dove faccio la mia migliore prestazione sulla distanza. Mi sento bene e mi rendo conto di aver fatto il mio massimo per essere pronto. Non potevo sbagliare, il mio unico dubbio, era conoscere cosa c’era aldilà dei 100 km che già conoscevo, crisi vere, malori e quant’altro. Invece per fortuna non ho vissuto niente di tutto questo. 

Erano tre anni che Fabrizio aspettava con timore questo giorno, da quando vinse la 100km del Gargano nel lontano pre covid 2019 a settembre che aveva pensato di raddoppiare il chilometraggio in gara partecipando alla Nove colli running ma ben preparandosi. Dopo i vari rimandi agli anni successivi, finalmente il grande giorno di fatica ma di soddisfazione e grandi e intense emozioni per essere arrivati al traguardo in ottima posizione e con un crono soddisfacente. 
Quali allenamenti sono stati fondamentali?
 Ho voluto inserire allenamenti che mi mettevano alla prova sulla resistenza, come collinari lunghi o addirittura doppie sedute, con lo stesso percorso da 40 km con salite impegnative, fatto al mattino e ripetuto nel pomeriggio dopo un piatto di pasta calda e un caffè. Per quanto riguarda la notte, ho solo fatto un test facendo da crew all’Ultra Milano Sanremo (UMS). E devo dire che, non ho assolutamente patito le ore notturne, né alla UMS né alla 9 Colli.  

Senza salite e fatica non si va da nessuna parte, bisogna simulare in allenamento un grande sforzo fisico e mentale per arrivare pronti in gara per affrontare diverse ore di gara al sole ma anche di notte quando la stanchezza si affaccia sul fisico e sulla mente. 
Come hai gestito e controllato la gara con il fisico e con la testa? Siamo partiti alle ore 12 da Cesenatico e faceva molto caldo, e ho subito pensato che non si poteva azzardare nulla, gestire le forze e mantenere bassa la temperatura corporea era fondamentale. Da subito sono partito lento, e mi bagnavo continuamente, chiacchierando con i vari compagni di viaggio, che trovavo al mio fianco in quel momento. Mi serviva per staccare la mente dal caldo, che ci metteva a dura prova, cercando di ridere e scherzare per divagare. Mi sono sempre sentito bene fisicamente, ero in buona forma, e la testa non ha mai particolarmente sofferto, e questo mi ha aiutato a macinare km dopo km.  
La notte è splendida, come in una fiaba, la natura mi avvolge e io continuo nel mio cammino fatto di salite e discese. Poi arriva la domenica mattina, alba stupenda, mi sento ancora bene e a 30 km dal traguardo, quando il 9° Colle è domato, si pensa che il gioco è quasi fatto invece, sono le 10 del mattino e il caldo torna prepotente e dopo 23 ore di corsa, la sfida inizia a farsi molto più seria. Non ho cali mentali, come le chiamano i runners …crisi, ma solo dolori lancinanti ai quadricipiti, dovuti alle tante discese dopo le lunghe salite. Inizio ad alternare, camminate a piccoli tratti correndo per i dolori, ma non ho timori, la testa è sempre lucida e convinta che nulla può fermarmi, arrivato a quel punto, quindi sono sereno anche se affaticato.
 Cerco acqua, ombra, ma niente, sofferenza pura fino alla fine, ma ero preparato a soffrire, sapevo a cosa andavo incontro. E finalmente si arriva a Cesenatico, ormai avevo raggiunto quello che desideravo da tempo. Ultimo km, e mi arriva una bomba di adrenalina pazzesca, tagliando il traguardo correndo a buon ritmo. 
Oramai Fabrizio è diventato espertissimo, partecipando alle tante gare di ultramaratona e documentandosi e informando e confrontandosi con amici e atleti più esperti, anche la partecipazione alla UMS, quale crew gli è servito a capire come gli altri hanno gestito un chilometraggio di gara superiore ai 200km provando a correre nelle diverse ore della giornata, compresa la notte. 
Una grande e bella storia di resilienza, di definizione di obiettivi, di attese, speranze, allenamenti, prove e finalmente il sogno viene trasformato in realtà, domando salite, fatiche ma anche le discese che diventano insidiose.
 
Qual è stato il prezzo da pagare? Ma direi che quando si riesce a raggiungere, il traguardo sognato mille volte, si pagherebbe qualunque prezzo. E sinceramente pur di rivivere certi momenti, si può rinunciare a tanto pur di realizzare il proprio sogno.  

Quando si è determinati e convinti nel raggiungere un obiettivo sfidante e difficile, lo si insegue fino a che non si riesce a mettersi in gioco, allenandosi e preparandosi arrivando affamati di trasformarlo in realtà nel miglior modo dei modi. 
Quali consideri siano state le tue risorse, qualità, caratteristiche utili? Difficile da dire, di sicuro ho scoperto di avere una grande tenacia nell’affrontare questo tipo di competizioni. Ma vorrei aggiungere che sono molto meticoloso nelle mie preparazioni, non ho un allenatore, ma faccio tutto con la mia testa. Credo di aver imparato a conoscere bene il mio corpo, e aver trovato la giusta via di come allenarmi.  

L’esperienza è una grande insegnante, più si alza l’asticella e più bisogna fare le cose fatte bene e avere tutto sotto controllo, senza lasciare nulla al caso e senza
improvvisare per non farsi del male e arrivare sani al traguardo.
 
Cosa e/o chi ti ha aiutato? Per presentarmi al meglio a quest’obbiettivo, mi sono rivolto a Marco Perugini un nutrizionista sportivo, che ha trasformato completamente le mie abitudini alimentari. Durante le mie sedute di allenamento, anche lunghe, avevo un recupero buonissimo. Non avevo mai dolori o problemi di qualsiasi natura. Sentirmi così bene mi ha aiutato a correre tutti i giorni senza mai avere fastidi. Poi voglio citare i miei 2 splendidi ragazzi, come Alessio Ferraro e Stefano Perrone, la mia crew che mi hanno accompagnato per tutti i 200 km. Mi hanno servito e coccolato per 27 ore consecutive. Spero che anche per loro, sia stata una bella esperienza di sport.  

Dietro l’atleta ci sono tante persone che remano a favore, che sostengono, che coccolano, più è dura la gara e più c’è bisogno di sostegno per
affrontare, gestire, superare momenti difficili o comunque lavorare tanto in anticipo per prevenire momenti di crisi.
 
Con chi ne parli della tua gara? Con i miei amici, non runner, che ancora oggi non credono possibile, si possa correre una distanza del genere. Ogni tanto mi fermano per strada, perché vivendo in un paese di 12.000 abitanti, la notizia si è presto divulgata. Senza parlare dei runners della mia zona, che mi chiedono come sia possibile riuscire in un’impresa del genere, in particolare nella morsa di caldo che in quei giorni ci ha accompagnato.  

Per i non addetti ai lavori si viene considerati alieni nel poter portare a termine imprese del genere, ma anche per gli addetti ai lavori non è scontato correre 200km con un’ottima posizione in classifica, considerando che non si è professionisti e che bisogna trovare il tempo e lo spazio per allenarsi quasi quotidianamente al di là dell’orario lavorativo e senza far pesare tutto ciò alla famiglia. 
Prossimi obiettivi?
  Dopo il meritato riposo per recuperare energia, mi sto rimettendo in carreggiata, con corse a ritmo blando. Sono già iscritto alla 6 ore dei Conti, che si disputa il 2 luglio nella mia regione, poi il 16 luglio, sarò a Caltagirone, per partecipare per la seconda volta consecutiva alla Hybla Major 100, manifestazione che lo scorso anno mi ha preso il cuore. Per il 2023, che dire, l’ultimo sopravvissuto? Gara che si svolge su un circuito di km 6.7 da percorrere in 1 ora. Ogni ora suona la campana e si riparte per un altro giro, e così via, finché non si ritirano tutti, e l’ultimo che si presenta alla partenza, termina il giro e vince. È molto intrigante ma devo pensarci bene, ma potrebbe essere l’occasione per trovare un limite.   

Fabrizio è uno che punta a un obiettivo per volta, lo studia bene e si allena in modo mirato per portarlo a compimento nel miglior modo possibile prendendosi un congruo tempo per recuperare le energie spese metabolizzando le sue grandi imprese.  
Gli ultrarunner sono sempre alla ricerca di gare in posti dove si può ammirare il territorio naturalistico e sfide bizzarre a cui partecipare. 
In gara cosa hai notato, visto, sentito?
 Partecipare alla 9 colli per la prima volta, ti porta a vivere situazioni, località, sensazioni mai visto o vissute prima. Non dimenticherò mai l’incitamento da parte di tutti, abitanti dei vari paesini delle zone attraversate, che con una parola o un applauso ti spingono ad andare avanti, espressioni di stima, e tutto ciò che ad un runner sotto sforzo, dà quella carica adrenalinica che porta ad andare oltre. Mi è capitato un episodio bellissimo, era sera tardi e stavo salendo verso un ennesimo Colle, sentivo musica arrivare da lontano, la canzone era Toto Cutugno con l’italiano, non sapevo da dove venisse, non c’era niente, solo alberi e asfalto, ma ero lucido, quindi non erano allucinazioni. Che faccio! Me la canto e poco dopo arrivo al cospetto di un ristorante baita gremito di gente e il cantante che con la sua chitarra se la canta e mi fa un incitamento col suo microfono. Io sembravo un albero di natale, con tutte le mie lampade bianche e rosse, e nel buio totale, lampeggio da ogni parte del mio corpo. Tutti gli ospiti del ristorante si alzano, si girano e con applausi e urli di stima, mi strappano la lacrimuccia. Emozioni indescrivibili.  
Ma la strada è ancora lunga, mi concentro di nuovo guardando avanti e pensando alla notte che mi aspetta. La notte! Sensazioni, cinguettii, versi di animali che sembrano accoglierti nel loro mondo. Ricordo che mi piaceva stare lì ad ascoltare la natura come mai mi era capitato di fare. È stato come essere in una fiaba. Poi al mattino è partita la gara ciclistica, che ripercorre il nostro stesso percorso, e voglio ringraziare tutti i ciclisti amatoriali, che con un grido, un pollice alzato, ci incitavano con attestati di stima. Persino i vigili urbani esprimevano la loro stima mentre attraversavamo incroci vari. Potrei dimenticare qualcosa ma giuro……Come diciamo noi…… Tanta roba. 

Ecco cosa c’è dietro una gara di ultramaratona lunghissima di 200km, tanta fatica ma anche tanto romanticissimo, tante situazioni e incontri, questi sono i doni dello sport che non è solamente performance e numeri ma anche bellezza e naturalezza. 
 
Cosa hai portato a casa e cosa hai lasciato lì? Ho portato a casa un'immensa gioia e tanta autostima, ho capito che posso osare e quando lo faccio ci metto tutto me stesso. Lasciato! Spero di aver lasciato un sorriso, a tutti coloro che ho incontrato in questo splendido viaggio.  
Ti hanno aiutato pensieri, parole, frasi, immagini, persone? Pensieri di tutti i tipi, ci vorrebbe un libro solo dei pensieri che mi sono passati in testa. I vari video dei miei figli, che durante i ristori la mia crew mi mostrava. Mi incitavano, mi chiedevano di non mollare mai, perché loro sarebbero stati a Cesenatico ad aspettarmi per il grande momento. Tutta energia allo stato puro! Ma la frase che mi ha portato al traguardo…… È scritta su un bracciale che alla vigilia della 9 Colli, i miei figli mi hanno regalato come porta fortuna… Non fermarti quando sei stanco, ma fermati solo quando hai finito. Ho guardato, baciato ripetutamente questo bracciale fino a che il Sogno si è avverato.   

È
importante avere il sostegno di amici e soprattutto dei propri cari e averli in mente aiuta ad andare avanti e a non mollare con il pensiero di poterli vedere all’arrivo condividendo momenti considerati magici.
 
Come sei cambiato nel tempo grazie allo sport? Diciamo che un pizzico di follia nell’osare nella vita, l’ho sempre avuta fin da ragazzo, e ora che sono cresciuto la sto portando nello sport. Mi sento molto felice di aver la fortuna, di essere in buona salute e di aver trovato una passione che mi dà ogni giorno, la consapevolezza che volere è potere. Mai fermarsi davanti ad una difficoltà, ma cercare di capire come superarla, cadendo a volte ma rialzandosi per riprovare.  
Cosa cambia ora? Cosa cambia? Solo la consapevolezza di aver coronato un Sogno che inseguivo con un po’ di timore. Ma ora so che, con impegno, dedizione e passione non ci sono limiti. Il nostro limite siamo noi! 

Psicologo, Psicoterapeuta  
380-4337230 - 21163@tiscali.it 

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