martedì 28 giugno 2022

Sebastiano Scarlata: La corsa è un po’ come la vita, nessuno ti regala niente

 Lo sport è uno strumento per imparare a conoscere e accettare sé stessi
 Matteo Simone
Psicologo, psicoterapeuta
 

Lo sport può essere considerato una palestra per affrontare la vita quotidiana, una metafora della vita dove bisogna prepararsi dall’inizio studiando e lavorando duramente per ottenere qualcosa, grandi risultati soddisfacenti.

Di seguito, il giovane Sebastiano (Impossible target) racconta la sua ricca esperienza rispondendo ad alcune mie domande.
Qual è stato il tuo percorso per diventare atleta? La definizione di atleta mi sembra un po’ troppo generosa per me! Il tutto è iniziato quando un giorno, per via di una scommessa con alcuni colleghi abbiamo deciso di partecipare alla maratona di Venezia del 2015.La pessima, quasi nulla, preparazione e la mancanza di esperienza mi hanno portato a concludere la gara in 6 ore e con tantissima fatica. Pensai di smettere di correre per sempre… ma proprio in quell’occasione incontrai un signore sui 75-80 anni che mi parlò di una gara lunga ben 100km: la 100km del Passatore. Inizialmente pensai che fosse un folle, ma giorno dopo giorno la curiosità cresceva, finché decisi che anche io potevo affrontare un’impresa del genere. Così, chilometro dopo chilometro nel 2016 portai a termine il mio primo Passatore! Da quel momento mi alleno per stare bene con me stesso e spero di poter arrivare all’età di quel signore che incontrai nel 2015, continuando a correre come lui. 

Il 28-29 maggio 2016, Sebastiano alla giovane età di quasi 26 anni porta a termine la sua prima 100 km, la famosissima 100km del Passatore, Firenze-Faenza, con il crono di 16h40’52” e dopo qualche mese, l’8 ottobre 2016 fa il bis correndo La 100 km delle Alpi in 14h13’32”.

Come sei cambiato attraverso lo sport? Sicuramente mi ha aiutato a essere meno impulsivo e più riflessivo, non ti nascondo che molte decisioni importanti della mia mia sono state prese mentre correvo. Lo sport è uno strumento per imparare a conoscere e accettare sé stessi con i propri limiti e ti permette, giorno dopo giorno, di spostarli sempre un po’ più in là.
Quali sono i tuoi pensieri in allenamento e in gara? Penso un po’ di tutto, dal lavoro alla vita privata, a volte accompagnando i miei pensieri con della musica. Credo che, dopo che si corre da un po’ di ore da soli, si finisce ogni tipo di pensiero e di riflessione a disposizione, in quel momento si ha l’occasione di stare soli con il proprio io e scoprire davvero se stessi.

Questa risulta essere l’esperienza di tanti atleti di endurance che attraverso tante ore di sport riescono a stare soli con se stessi pensando ed elaborando situazioni e problemi ma anche progettando impegni e sfide prossime, conoscendo sempre più se stessi, fidandosi sempre più di se stessi nell’affrontare, gestire, superare situazioni e momenti critici e difficili.
Nello sport chi e cosa hanno contribuito al tuo benessere e/o performance? La motivazione personale è il mio alleato principale nell’affrontare allenamenti e gare, ma nulla sarebbe possibile senza mia moglie, che mi supporta e soprattutto sopporta nelle mie sfide.
La gara della tua vita dove hai sperimentato le emozioni più belle? La scelta è difficile perché ogni gara mi lascia sempre qualcosa dentro me, ma se proprio ne devo scegliere una è sicuramente la 100km del Passatore. Si respira una stupenda atmosfera e il percorso ti permette di goderti i chilometri davanti a te. E poi, come dice il detto… “il primo amore non si scorda mai”.

Le gare di ultramaratona hanno un fascino particolare, soprattutto la 100 km del Passatore che è il ritrovo di tanti ultramaratoneti che aspettano un anno intero per percorrere la strada che porta da Firenze a Faenza, attraversando il temuto Passo della colla e arrivando, per la maggior parte, al buio o alle prime luci dell’alba.
Cosa pensano familiari e amici della tua attività sportiva? La frase “ma chi te lo fa fare” è abbastanza ricorrente! Alcuni pensano che io sia un po’ folle, e magari hanno anche ragione, ma mi supportano e tifano sempre per me.
Cosa hai scoperto di te stesso praticando sport? Ho scoperto che con la giusta determinazione e allenamento anche le imprese a prima vista impossibili posso diventare realtà. La corsa è un po’ come la vita, nessuno ti regala niente, ma se definisci un obiettivo specifico e fai di tutto per raggiungerlo, allora le soddisfazioni ed i risultati arriveranno.

C’è sempre un prezzo da pagare per ottenere cose importanti, grandi risultati. Ci vuole tanto impegno, dedizione, determinazione, sacrifici. Tutto ciò vale nello sport ma anche nella vita dove si inizia a camminare, a parlare, a studiare, a giocare per essere sempre più persone migliori, consapevoli, fiduciosi, resilienti.
Quando hai sperimentato il limite nelle tue gare? Quando, seppur non avevo mai fatto una corsa di trail, decisi di partecipare ad un trail di 100km in un periodo in cui ero anche fuori forma. Sono stato da solo per quasi tutta la gara tra pioggia, buio e fango. Più volte sono stato preso dallo sconforto e dalla fatica, ma nonostante questo riuscii ad arrivare, ultimo, ma arrivai. È stata un’ottima esperienza e allenamento per forgiare la resistenza alla fatica e alla solitudine in gara.

Più dura è la lotta e più glorioso è il trionfo. Esperienze molto difficili a volte si evitano, ma se si decide di provarci significa che si è disposti a uscire fuori dalla zona di confort apprendendo dall’esperienza che sia di difficoltà o di piacere ma che arricchisce mente e cuore, sviluppando resilienza e consapevolezza nelle proprie possibilità.
Un tuo messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarli allo sport? Lo sport è uno strumento di socializzazione e può aiutare ad affrontare le difficoltà della vita. Nello sport della corsa, nonostante sia uno sport individuale, si ha modo di socializzare molto, sia in allenamento che in gara. Provare per credere!
Quali sensazioni sperimenti facendo sport (allenamento, pre-gara, gara, post-gara? In allenamento sono quasi sempre rilassato e felice di allenarmi, in quanto è un’occasione per scollegarmi dalle routine quotidiane e ricaricare le energie. Soprattutto quando sono stanco mi capita di pensare: “Sono stanco, esco a correre!”. Niente di più efficace di una corsa per rigenerarsi! Le gare le vivo sempre abbastanza bene, penso solo ad arrivare e a stare bene. Il post-gara invece è sempre lo stesso, con gli amici abbiamo rinominato il lunedì dopo le gare come il “click-day”, infatti pensiamo sempre alla prossima gara a cui iscriversi!

Lo sport risulta essere sempre un ottimo compagno di vita che dà sollievo e scarica dallo stress. Interessante il
“click-day”, in effetti le gare sono sempre dei luoghi di ritrovo e possibilità di testarsi e capire quanto si vale, a che punto si è arrivati e ora cosa si può puntare partendo da qui.
Cosa ti ha fatto mollare o cosa ti fa continuare a fare sport? Ho avuto un periodo intenso dove ho dovuto mettere da parte un po’ lo sport, ma fortunatamente sono riuscito a riprendere a correre e riprendere a partecipare alle gare. La gioia nel correre è uno stimolo continuo a continuare a fare sport.
Come hai superato eventuali crisi, sconfitte, infortuni? Affronto le crisi cercando di pensare alla stanchezza come uno zainetto che mi porto dietro mentre corro, quando ho delle difficoltà o dei dolori immagino di metterle dentro lo zaino e portarle dietro con me, fino al traguardo. Per superare gli infortuni c’è una medicina gratuita che molti sottovalutano: il riposo. Purtroppo per me, e in generale per i noi podisti, è difficile restare fermi, ma il riposo è sicuramente un ottimo alleato contro gli infortuni.

Nonostante la sua giovane età, Sebastiano sembra essere molto esperto nello gestire fatica e crisi. Il lavoro con l’immaginazione aiuta molto ad affrontare, gestire e superare situazioni scomode che potrebbero compromettere la prestazione.
Per quali aspetti e in quali fasi ritieni utile lo psicologo nello sport? Come per altri ambiti del nostro quotidiano è una figura utile per aiutare ad affrontare e condividere i propri pensieri e le proprie preoccupazioni.
Sogni realizzati e da realizzare? Prossimi obiettivi? Il mio sogno da anni è la Milano-Sanremo un’ultramaratona da 285km. Sono consapevole di avere ancora tanta strada davanti e molto da imparare, ma spero di riuscire a realizzare il mio sogno.
Come ti vedi tra 10 anni? In primis con 10 medaglie del Passatore in più! Spero di poter continuare a coltivare questa passione e di non avere problemi fisici e chissà, magari di aver realizzato qualche sogno come la Milano-Sanremo.

Credo che Sebastiano sia a un buon punto, dal lontano 2015 dell’esordio in maratona ha saltato tante tappe correndo subito la 100km su strada ma anche trail dove le difficoltà sono molto maggiori e ora si può pensare di pianificare e organizzare il rande traguardo della Milano San Remo.
Una frase o parola che ti aiuta nelle difficoltà? “Fosse facile, lo farebbero tutti”. Vale per ogni tipo di difficoltà, dal lavoro allo sport.

Ti ispiri a qualcuno? Nell’ambito sportivo sicuramente una fonte di ispirazione sono i miei amici Simone Leo ed Enzo Caporaso. Con Simone condividiamo il passato da obesi e spero un giorno di poter portare al termine anch’io alcune delle sue imprese sportive, prima tra tutte la Milano-Sanremo. Mi ha insegnato che ogni crisi, anche la più dura, è superabile: se la sfida è contro sé stessi, il fallimento non esiste. Enzo invece, attraverso i suoi record, mi ha insegnato come la determinazione ti può aiutare a portare a termine anche le sfide più impensabili.

Grande insegnamenti di persone speciali e straordinarie, ultrarunner e organizzatori di gare di ultramaratona.

Psicologo, Psicoterapeuta
380-4337230 - 21163@tiscali.it

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