Dott. Matteo Simone
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| Foto av Fanny Jean |
Il 31 maggio 2025 ha avuto inizio la prima edizione della “Backyard Ultra Livata”.
La Backyard è nata da un'idea di Laz Lake, creatore della Barkley Marathon; trattasi di una gara a eliminazione su un circuito di 6,706 km, il tempo limite per completare il giro è di 60 minuti, vince l’ultimo atleta rimasto in gara.
L’atleta rimasto in gara più ore è stato Daniele Lissoni che si è fermato dopo la 60^ ora totalizzando 402,360 km e precedendo il norvegese Jon Asphjell 59h (395,654 km) e lo svedese Niklas Sjöblom 42h (281,652 km).
Tra le donne la vincitrice, e anche 4^ assoluta, è stata Francesca Ferraro che è rimasta in gara fino alla 41^ ora compresa, totalizzando 274.946 km precedendo l'austriaca Angelika Huemer-Toff 248,122 km e la belga Fanny Jean 221,298 km.
Perché hai scelto di partecipare alla Backyard Ultra Livata? Inizialmente mi ero iscritto alla Backyard Masters in Australia il 21 giugno. Volevo provare una Backyard dove poter andare oltre il mio primato personale di 62 giri e magari anche qualificarmi per la ‘Big Dog's Backyard Ultra - World Team Championships’ con più di 80 giri. Poi ho ricevuto l'invito da Antonio Di Manno per partecipare alla Livata. Era molto più vicina ed economica, e conoscevo molte delle persone che sarebbero venute. Così ho scelto di iscrivermi lì.
Ogni gara risulta essere un ottimo test per capire quanto si vale, per provare a fare un’ottima prestazione per essere chiamati a far parte del Team della nazionale, per rivedere amici incontrati in altre gare, per conoscere nuovi amici, per conoscere luoghi e culture.
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| 📷 Åsmund Isaksen |
Hai avuto problemi o criticità? Ho partecipato e mi sono allenato per molti Backyard dal 2019. Ho risolto molti problemi riguardanti l'abbigliamento, il riscaldamento, il sonno e la forza mentale. Il mio problema principale è stato mangiare a sufficienza e sentirmi male (nausea). Abbino cibo normale con gel energetici e funziona abbastanza bene. Questa volta non ho avuto quasi nessuna nausea.
Trattasi di gare dove c’è bisogno di fare tantissima esperienza per saper gestire abbigliamento di giorno e di notte, l’alimentazione e l’integrazione necessaria e adeguata, già sperimentata in allenamento e in precedenti gare e bisogna saper gestire le pause tra un giro e l’altro e anche i ritmi di corsa o cammino, per durare il più a lungo possibile.
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| Foto av Fanny Jean |
Una gara dove bisogna avere ottime scarpe, dove bisogna sapersi riposare tra un arrivo e una ripartenza, una gara dove bisogna sapersi alimentare e integrarsi e sarebbe opportuno avere qualcuno che aiuta, consiglia, sostiene.
Sembra che l’organizzazione abbia curato ogni dettaglio predisponendo ottimo cibo vegano ai ristori molto apprezzato da tutti e anche persone che facevano da ‘crew’.
La Belga Fanny che si è classificata 3^ donna è rimasta ad aiutare il suo amico Jon.
Sei riuscito a dormire qualche minuto? Sì! È importante per me. È stato un percorso duro, ma di solito avevo 10 minuti di tempo in tenda, e fin dalla prima sera ho cercato di dormire qualche minuto. Il mio consiglio per dormire è:
1) aspetta di essere effettivamente stanco, se inizi troppo presto ti sentirai solo frustrato perché non dormirai;
3) fai tutto molto semplice in modo da poter massimizzare il tempo per dormire;
4) sdraiati su una sedia, non su un tappetino perché sarà molto difficile alzarsi;
5) porta con te tappi per le orecchie o tappi antirumore e una protezione per l'udito.
Una gara davvero strana e bizzarra, dove si continua a essere in gara ora dopo ora, partenza dopo partenza, giro dopo giro, arrivo dopo arrivo ma pensando di recuperare e riposarsi qualche minuto tra un arrivo e una ripartenza.
Interessantissimi e utilissimi i consigli di Jon, oramai espertissimo di queste gare ritenute estreme, di sport continuato per diversi giorni fino quasi all'esaurimento fisico e mentale ma sempre attenti e focalizzati e in ottima compagnia di persone che aiutano e anche di avversari che condividono la stessa esperienza e che si aiutano tra di loro.
Come ti sei allenato per questa gara? Corro sette giorni a settimana e faccio allenamento di forza almeno tre volte a settimana. Di solito corro dai 50 ai 70 km a settimana. Molto meno di molti runner, ma devo mantenere un equilibrio. Mi alleno anche come in una Backyard un paio di volte all'anno. Ho creato un percorso nel parco e corro partendo dalla mia macchina come se fossi in una Backyard 24 ore su 24.
Per puntare a fare bene in gara bisogna cercare di simulare il più possibile le condizioni di gara, e quindi mi sembra ottimo correre in un circuito della lunghezza uguale a quello di una gara con le stesse condizioni, ora dopo ora e possibilmente anche più giorni per abituarsi alla fatica fisica e mentale.
Cosa dicono di te familiari, amici e colleghi? Certo, pensano che io sia un po' pazzo, ma ne sono anche affascinati. Sono abituati a vedermi fare acrobazie come questa.
Certo si tratta di gare dove chi non corre o corre le distanze abituali non può immaginare minimamente di cosa si tratta e di come si può gestire tale gara. Davvero affascinante, bisogna conoscersi bene, avere una propria strategia consolidata nel tempo con l’esperienza maturata.
Qualche consiglio per chi vuole vincere un Backyard? Non puoi darti un limite. Se ti limiti a 24 ore, sarà molto difficile continuare. E non cercare indizi negli altri concorrenti. Non è mai quello che pensi. Non sai mai chi si arrenderà e chi continuerà. Pensa solo a te stesso e continua a correre.
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| Eget foto |
Qualche consiglio per chi vuole partecipare a una Backyard? Basta iscriversi e iniziare da qualche parte. Non pensarci troppo. Magari provane uno senza equipaggio, così impari ad avere fiducia in te stesso. Se non ci sono gare nelle vicinanze, organizza una Backyard in solitaria. È molto semplice. Tutto ciò che serve è un percorso di 6,7 km e un buon equipaggiamento.
Mettersi in gioco è il miglior modo per imparare apprendendo dall’esperienza. Comunque, in tutto il mondo si organizzano sempre più gare di Backyard e quindi si può pensare di partecipare a una vicino casa o a una per approfittare di fare anche una vacanza.
In effetti alle prime gare si può partecipare anche senza ‘crew’ in considerazione che si vuol provare a correre solamente per tantissime ore e poi quando si pensa di poter correre per più giorni allora c’è bisogno di qualcuno che si prenda cura di te.
Cosa provi prima, durante e dopo una gara? Non sono più così nervoso prima. L'ho fatto molte volte. Ma devo sempre avere rispetto per la gara. Durante la gara di solito mi sento abbastanza bene. Le prime 15 ore il mio corpo e la mia mente si adattano alla corsa, e posso avere alti e bassi, dolori e problemi, ma è normale. Dopo un po' sono stabile e riesco a continuare. Non penso nemmeno per un secondo a quello che verrà dopo. Dopo una gara può essere dura. Magari sei lontano da casa. Disidratato. Felice, ma emotivo. Voglio stare da solo, ma anche rimanere nella "bolla" che è il mondo della gara. Può essere difficile tornare alla realtà. Ci sono anche molti social media, e può essere un po' difficile.
In effetti ogni gara è un esame e non si sa mai come va a finire anche se si è preparati benissimo. Comunque, questo tipo di gara, considerata di endurance, permette di essere più tranquilli perché una volta che si è nei pressi dello start si condivide un’esperienza con gli altri per fare un’esperienza e cercare di conoscersi meglio mettendosi alla prova senza stress ma con interesse.
Si sta con se stessi e con gli altri per tanto tempo, adattandosi alla fatica, notando quello che succede e approfondendo la conoscenza di se stessi, degli altri, di ciò che ci circonda. Esperienze uniche, ricche, forti e quando tutto finisce e si deve ritornare alla vita quotidiana può essere difficile riadattarsi alla normalità, all’ordinarietà.
Chi ti ispira? Mi sono ispirato al corridore svedese Johan Stene, e anche ad americani come Steve Harvey e Cortney DeWalter.
Un messaggio per incoraggiare le persone a fare sport? Inizia da qualche parte: non sai mai cosa puoi fare! Correre è molto più di un'attività fisica. È natura, meditazione, autoriflessione e un modo per mantenersi in salute.
In effetti, correre può sembrare faticoso, soprattutto le prime volte, ma poi diventa un modo per evadere, per scaricare tensione, per riflettere, meditare, stare con se stessi, programmare la giornata e il futuro, rilassarsi faticando, scoprire l’ambiente.
Come sei cambiato grazie allo sport? Non lo so davvero. Devo dare priorità all'allenamento, ma questo a volte significa anche perdere più tempo con gli amici e la famiglia. Ma per me è importante avere del tempo con la famiglia e non essere il tipico uomo che si avvicina ai cinquant'anni e dà sempre la priorità alla corsa o alla palestra. Bisogna bere un po' di vino, essere spensierati e godersi la vita.
Per ogni cosa ci vuole equilibrio non perdendo di vista il resto della propria vita, oltre allo sport ci sono le relazioni, la famiglia, gli amici, il lavoro, l’aggiornamento professionale e tanto altro da non trascurare troppo, comunque si può fare tutto organizzandosi.
Progetti, obiettivi, sogni per il 2025? Proverò la mia prima gara di sei giorni ad agosto. A Viadal, in Svezia. Mi piacciono molto anche altri formati oltre alla ‘Backyard Ultra’. Il prossimo fine settimana farò una mezza maratona di trail con gli amici.
Dott. Matteo Simone
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
Autore di libri di psicologia e sport
Jon Asphjell corre 59h (395,654 km) alla Backyard Ultra Livata 2025
Dott. Matteo Simone
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| Arrangørfoto |
Have you had any problems or critical issues? I have done and trained for many backyards since 2019. I have solved a lot of the problems regarding clothes, staying warm, sleeping, mental strength. My main problem has been eating enough and becoming sick (nauseous). I combine normal food with energy gels, and it works pretty well. This time I was almost not nauseous at all.
How did you organize yourself? I just brought one suitcase. Just two pairs of shoes. Had a chair I ordered on Amazon on beforehand. Did some shopping the day before. But I ate a lot of the good food at the race. They also provided us with support crew, and after 35 hours my Belgian friend Fanny was crew for me.
Did you manage to sleep for a few minutes? Yes! It is important to me. It was a tough course, but I usually had 10 minutes in the tent, and starting from the first evening I tried to get a few minutes of sleep. My tip for sleeping is:
1) wait until you are actually tired, if you start to early you will just get frustrated by not sleeping;
2) avoid caffeine until you really need it, or else it will give you problems with sleeping;
3) keep everything very simple so you can maximize your time to sleep;
4) lay in a chair, not on a mat because it will be so hard getting up;
5) have ear plugs or noise cancellation plugs AND a hearing protection over that.
How did you train for this race? I run seven days a week and do strenght training at least three times a week. I run 50 - 70 km a week usually. A lot less than a lot of runners, but I have to keep it in balance. I also train like a backyard a few times a year. I set up a coarse in the park, and I run from my car just like a backyard. 24 hours.
What do family, friends, colleagues say about you? They of course think that I am kind of crazy, but they are also fascinated. They are used to me doing stunts like this.
Any advice for those who want to win a Backyard? You cannot set a limit. If you are set on 24 hours, it will be very difficult to continue. And do not look for clues in the other runners. It is never what you think. You never know who will give up and who will keep going. Just mind you self and keep going.
Any advice for those who want to participate in a Backyard? Just sign up and start somewhere. Do not overthink. Maybe do one without crew so you learn to trust yourself. If you do not have race close by, organize a solo backyard just for yourself. It is very easy. All you need is a course of 6,7 km and a nice little set up for yourself.
What do you feel before, during and after a race? I am not so nervous before anymore. I have done it many times. But always have to have respect for the race. During the race I feel usually pretty good. The first 15 hours my body and mind adjusts to the running, and I can have ups and downs, pains and problems, but this is normal. After a while a am stable and can keep going. I do not think one second about what comes after. After a race can be tough. You are maybe far from home. Dehydrated. Happy, but emotional. I want to be by myself, but also stay in the "bubble" that is the world of the race. It can be hard coming back to reality. There is also a lot of social media, and it can be a little tough.
Who inspires you? I have been in inspired by the swedish runner Johan Stene, and also the Americans like Steve Harvey and Cortney DeWalter.
A message to encourage people to do sport? Just start somewhere - you never know what you can do! Running is so much more than the physical action. It is nature, meditation, self-reflection and a way of staying healthy.
How have you changed through sport? I really do not know. I have to prioritize training, that also means a sometimes miss more time with friends and family. But it is important to me to have time with family and not be a typical male approaching fifty always prioritizing going for a run or to the gym. You have to drink a little wine, be silly and enjoy life too.
Projects, goals, dreams for 2025? I am going to try my first six-day race in August. In Viadal in Sweden. I really like other formats than the backyard ultra, too. Next weekend I am doing trail half marathon with friends.
Dott. Matteo Simone
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
Autore di libri di psicologia e sport
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