venerdì 20 giugno 2025

Paolo Cocciolo: Inizio a dare il meglio superata la distanza maratona

 È sapersi ascoltare davvero che fa la differenza su tutto 
Dott. Matteo Simone 
 

È difficile vivere la propria vita come si vorrebbe, liberi da giudizi e scegliendo ciò che più aggrada e soddisfa con motivazioni intrinseche e con il piacere di viverla appieno. 

Sarebbe importante e fondamentale essere in contatto con se stessi, con le proprie sensazioni corporee, il proprio respiro e mobiliare energie per soddisfare le proprie esigenze e i propri bisogni seguendo passioni e uno stile di vita che permette di vivere bene cercando di raggiungere, mete e obiettivi e trasformando un po’ per volta, sogni in realtà. 
Di seguito approfondiamo la conoscenza di Paolo Cocciolo attraverso risposte ad alcune mie domande. 
Cosa dicono familiari e amici sulla tua attività sportiva? Purtroppo, cresco in una famiglia in cui l’attività sportiva era vissuta come una fatica inutile, un’attività capace solo di appesantire ulteriormente le giornate che dovevano essere concentrate sull’attività lavorativa.
Da questo loop ci ho messo
anni per uscirne, capendo e trovando davvero la mia essenza. E come? Facendo sport ovviamente! Così ora vivo nella contrapposizione le situazioni sportive. Da un lato la mia famiglia di origine e una ristretta schiera di colleghi che non hanno ben capito cosa io faccia di preciso durante un Ironman, un’ultra o maratona che sia. Dall’altro la mia famiglia acquisita’, quella della mia compagna Vale, loro tutti mi sostengono e (sopportano) ma soprattutto mi sono da stimolo e aiuto durante le mie attività sportive. Gare od allenamenti che siano.
Forse mi reputano un po’ sui Generis.  

Tutto cambia, tutto passa. Cambiano culture, epoche, tradizioni, pensieri. Una volta si era concentrati sulla famiglia e sul lavoro, l’obiettivo principale era guadagnarsi da vivere e quindi lavorare, possibilmente studiare, accudire figli e si pensava poco a coltivare passioni che distraevano dalle attività considerate essenziali, fondamentali, principali. 
Ora ci siamo resi conto che la vita è una, che passa e quindi possiamo decidere giorno per giorno del nostro benessere fisico, mentale, relazionale scegliendo ciò che più ci aggrada rispettando sia noi stessi, sia chi ci sta accanto, sia il prossimo. 
Quali abilità, risorse, caratteristiche hai nel tuo sport?
Credo che più di tutto, negli sport di endurance si debba imparare a convivere con la solitudine e la pazienza. Ho imparato a isolarmi dal mondo durante gli allenamenti più lunghi, ma proprio in quei momenti riesco ad ascoltarmi veramente e capire i segnali che il mio corpo manda. È sapersi ascoltare davvero che fa la differenza su tutto. 

In effetti, negli sport di endurance, l’attività fisica è perpetrata per tanto tempo anche diverse ore e si ha difficoltà a trovare amici di allenamenti per tutta la durata degli allenamenti pertanto ognuno si organizza in base al tempo a disposizione tra le varie altre attività quotidiana, e si vive questo tempo di allenamento facendo attività fisica ma anche pensando e riflettendo sul momento presente, su percorso fatto finora iniziato un po’ di tempo addietro, su progetti futuri di prossimi allenamenti, gare, ma anche altri progetti familiari, relazionali, lavorativi, scolastici, economici. 
È un tempo prezioso che si ricava e che è utile sia per scaricarsi che per caricarsi, in considerazione che la vita attuale è sempre più frenetica e competitiva e che la pratica di uno sport alleggerisce nonostante la fatica fisica e permette di elaborare e assimilare qualsiasi vissuto delle altre attività quotidiane, sia piacevoli che spiacevoli. 
Ritieni utile lo psicologo nel tuo sport? Per quali aspetti e fasi?
Credo che dipenda molto dall’aspetto caratteriale di ogni individuo e dal livello di attività sportiva. Personalmente mi sono sottoposto a sedute di psicoterapia, non per ambito sportivo ma le ritengo fondamentalmente utili. Anzi credo che se ne faccia ancora troppo poca in Italia! Per la mia esperienza. In ambito sportivo specifico non credo possano essermi utili, ma intraprese in modo generale sulla quotidianità, le ripercussioni indubbiamente le si potrebbero ritrovare positivamente anche durante l’attività sportiva. 
L'evento sportivo in cui hai vissuto le emozioni più belle? Il full Ironman dello scorso settembre. 

Il 21 settembre 2024, Paolo Cocciolo ha portato a termine l’Ironman Italy a Cervia in 12h28’16” nuotando 3,8km in 1h34’19”, pedalando 180km in 6h1502” e correndo la maratona di 42,195km in 4h1435”. 
Il full Ironman è davvero una grande sfida, un grande progetto sportivo e di vita che contempla tre discipline sportive (nuoto, bici, corsa) che prevede una preparazione accurata, adeguata, sufficiente incastrando le sedute settimanali di sport unico o multisport con allenamenti combinati di bici e corsa, nuoto e bici, nuoto e corsa.  
Una gara a seguito di un congruo periodo di allenamento che permetta di
presentarsi alla partenza con la consapevolezza di potersi esprime al meglio. Una vera gara di resilienza, dove bisogna andare sempre avanti dall’acqua dove si nuota e posi montare in bici per pedalare stando sempre in equilibrio ed essendo sempre concentrati in gara in ascolto e attenti al proprio corpo, all’ambiente circostante, alle sensazioni di fatica, fame, sete. Una gara che finisce all’arrivo dopo 3,8km di nuoto, 180km di bici e una maratona.
 
Una gara che tanti non riescono ad immaginare di poterla fare in quanto già la sola maratona di 42,195km, già solo 180 km di bici, già solo 3,8km di nuoto è tanta roba e quindi ogni singola disciplina è già un’impresa per il chilometraggio eccessivo previsto, figuriamoci tutte e tre le discipline sportive, di seguito, una dopo l’altra senza recuperi se non il tempo tecnico delle transizioni da una disciplina sportiva a un’altra. 
Davvero una grande impresa, un grande sogno che forse un po’ trasforma le persone in meglio, con più consapevolezza, più fiducia, più resilienti. 
Sarebbe interessante leggere il libro scritto da Paolo Cocciolo
“Una Bracciata alla volta. Una Pedalata alla volta. Un Passo alla volta: Il diario di un triatleta semplice” – 20 gennaio 2025. 
In effetti, trattasi di imprese da affrontare, gestire, superare focalizzandosi sul momento presente, una bracciata per volta, un chilometro per volta, una pedalata alla volta, un ristoro per volta, accorgendosi che ci si avvicina sempre più al traguardo avendo ancora forza ed energie per continuare a spingere essendosi allenati adeguatamente e sufficientemente, fisicamente e mentalmente. 
Qual è stata la tua situazione sportiva più difficile? Due anni fa mi sono preparato per la maratona di Firenze che si corre a novembre. L’obiettivo era fare personale ma il sabato arrivando a Firenze mi sale la febbre... inizialmente un fastidioso mal di gola e nulla più, la notte un disastro non dormo e sono un fornellino. Ragionevolmente non sarei neppure dovuto partire, ma io, testardo come un mulo non voglio rinunciare, tutto l’allenamento e i sacrifici fatti nelle settimane precedenti non potevano andare persi così…La domenica entro in griglia e parto comunque. Arrivo al 21°km a stento e da lì un girone infernale… la vista annebbiata e i riflessi rallentati, ma volevo arrivare in fondo, camminando ma dovevo arrivare! Col senno di poi è stata una follia scriteriata, mai più un golfista simile!  
Come hai superato le crisi, le sconfitte, gli infortuni?
Fortunatamente e facendo ogni possibile scongiuro, a oggi non ho subito infortuni gravi tali da farmi fermare per un lungo periodo. Le sconfitte sono quelle che la vita ci mette davanti, facendoci uscire ogni volta rafforzati. Personalmente posso dire che in più occasioni lo sport mi ha salvato la vita. 

La pratica di uno sport risulta essere davvero una grande palestra di vita, aiuta a far progetti, a seguire piani e programmi per prepararsi a tutto per affrontare, gestire, superare ogni cosa, a essere più consapevoli, fiduciosi, resilienti ad apprendere da ogni situazione di sport e di vita anche se negative ma tornando sempre arricchiti dentro e cercando di fare sempre meglio la prossima volta. 
Cosa hai scoperto di te correndo?
Ho imparato a controllare il pensiero in relazione alla fatica, spesso mi ripeto soprattutto nei momenti di difficoltà se sto facendo fatica vuol dire che lo sto facendo bene. Un’altra cosa che mi ha sorpreso positivamente di me nelle ultramaratone è che inizio a dare il meglio superata la distanza maratona. Da lì in avanti sono i chilometri che mi piacciono di più! 

Si diventa amici e amanti di ogni fatica che permette di sentirsi di più, di capire di essere riusciti a resistere alla fatica addomesticandola e facendosela amica perché poi non si avrà paura quando ci viene a trovare ma sarà la nostra ombra, amica da non evitare.  
Sogni da realizzare? Un sogno che credo rimarrà tale sarebbe la finale mondiale di Ironman a Kona alle Hawaii. Facendo venire un coccolone a qualcuno, mi piacerebbe correre una maratona nel deserto: la Marathon de le Sables!  

Ogni obiettivo raggiunto, ogni successo fa aprire nuovi scenari, fa emergere nuovi sogni sempre più sfidanti difficili ma non impossibili, mai dire mai, intanto si va avanti. 
A chi ti ispiri?
Mi piace osservare un po’ tutti gli sportivi. Credo che ognuno abbia delle caratteristiche più o meno interessanti e da ognuno cerco di carpirne le peculiarità, quei dettagli che potrebbero essere utili a me in gara o durante gli allenamenti.  

Lo sport è un bel mondo di persone che faticano, si impegnano, fanno programmi e sognano. Ognuno è un riferimento per un altro e attinge dagli altri in termini di spunti e consigli. 
Cosa c’è oltre lo sport? La vita che comunque vada vale la pena essere vissuta. 

Dott. Matteo Simone 
380-4337230 - 21163@tiscali.it 
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR 

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