L’ultramaratoneta
ha scoperto che volendo, si può far tutto, che la passione è un motore potente
che riesce a mobilitare le energie occorrenti per portare a termine qualsiasi
impresa con qualsiasi condizione, è una sorta di adattamento graduale che ti
permette gradualmente di incrementare l’autoefficacia personale e sviluppare la
resilienza che ti permette di andare avanti e non fermati per imprevisti o
crisi ma avere la capacità di gestire momento per momento con tutte le proprie
risorse, capacità personali scoperte nel corso di precedenti competizioni e
situazioni.
Di seguito le risposte ricevute alla domanda: “Quale è una gara estrema
che ritieni non poterci mai riuscire a portarla a termine?”:
“Il
Tor des Geants.”
“Nessuna,
ancora oggi ritengo che possa arrivare in fondo a qualsiasi gara, con
l’avanzare dell’età non so, i miei prossimi obbiettivi sono UTMB e TDG e spero
di riuscirci.”
“Temo il freddo, quindi ogni gara esposta a temperature
rigide mi preoccupa (il che non siginfica che prima o poi non la proverò…)”
“Ora
come ora praticamente tutte. In passato quando stavo meglio ho rinunciato alla
9 Colli, alla Sparta-Atene, perché ho ritenuto, sulla base di informazioni
avute da amici che l’avevano corsa che non era nelle mie possibilità. Nella
vita e nella corsa bisogna sempre porsi questa domanda: posso permettermelo? E
se la risposta è negativa, bisogna farsene una ragione.”
“La
Tor des Geants”
“Penso
che con un buon allenamento mentale si possa portare a termine qualsiasi gara.
Non importa il tempo che impieghi.”
“Forse
le gare di ultracycling di diversi giorni e con molte salite lunghe e ripide,
nelle quali oltre all’impegno fisico estremo mi spaventa la carenza di sonno.”
“SE
CI SONO, NON NE SONO A CONOSCENZA. PROBABILMENTE UNA GARA MOLTO LUNGA E MOLTO
TECNICA.”
“Di
quelle che conosco la 6 giorni, troppo lontana da me.”
“202
nove colli.”
“Quella al mondo che posso solo
sognare è il Tor des Geants, ma anche la Spartathlon.”
Ciro De Palma: “Nessuna, se m’innamoro.”
“La
24h. Ho assistito una volta da spettatore e mi è bastato.”
“Non
so forse una gara al freddo, con temperature a meno 20 non lo sopporterei...”
“Temo
tutte quelle che si svolgono in climi troppo caldi (deserti ecc).”
“Credo
ce ne siano tantissime. Probabilmente quelle più lunghe di 100 km, o con
dislivelli eccessivi, o su terreni impossibili quali deserti o aree
ghiacciate.”
“Ma per ora nessuna.”
“Conoscendo
i miei limiti, tutte quelle gare superiori ai 200km con cancelli orari
stretti.”
“Le
gare che interessano più giorni continuativi.”
“Non
penso ci sia una gara ultramaratona su strada dove non ci riuscirei.”
Aurelia Rocchi: “Vorrei provare tutte le gare. Se
ci sarà una dura che non potrò finirla per qualche motivo, riproverò riproverò
fino a che riuscirò perché non ce niente più forte del mio cervello, avrò tanta
pazienza per riprovare.”
“Non esiste, non la conosco. Però mi sono
precluse tutte le prove senza balisaggio, non so usare bussole e cartine quindi
sicuramente il mio limite sta li, non nel numero di km. E può stare anche nelle
condizioni climatiche estreme, credo di non essere tagliata né per il caldo
estremo né x il freddo estremo.”
“Il
Trofeo KIma o comunque tutte quelle gare dove e’ richiesta la capacita’ di
percorrere sentieri con passaggi aerei, parti attrezzate con corde o catene o
passaggi esposti.”
“Non
so no non saprei dirti forse le 48h o le sei giorni.”
“Credo
nessuna.”
“Vorrei
fare il Tor ma allo stesso tempo non mi sento pronta! Spero un giorno di
riuscirci!”
“Non
saprei. Credo che si possa fare molto, tutto dipende dalla preparazione.”
“Tutte
quelle gare lunghe alle quali parto senza essere convinto, quelle sono le piu
difficili da finire.”
“Ormai non so più a che livello si è arrivati
di gare "estreme". Forse l'Idita Road(la lunga) in Alaska.”
“IronMan.”
“AL
MOMENTO NON HO IDEA.”
“Sicuramente
quella dove ci sono i varchi.”
“Non
saprei, sicuramente ce ne sono tante, ma non cerco l'estremo, non cerco lo
sfinimento e quindi non mi sono mai posto il problema.”
“Non
c’è una gara, una volta valutata distanza e dislivello, e deciso che è alla mia
portata parto convinto di portarla a termine.”
“Sicuramente ultramaratone che superino i 100 km di distanza, oppure
Skyraces in genere e ultramaratone anche di distanze inferiori ai 100 km ma
svolte in condizioni ambientali molto difficili.”
“Non esiste, penso che tutto si possa fare, basta volere.”
“Non l’ho ancora trovata, come faccio a
dirlo?”
“Non ci ho mai pensato.”
“Il Trail degli eroi 82 km con un dislivello di 4.700
m.”
Marinella Satta: “Non lo so. Credo che preparando bene una gara, potrei finirla anche se
molto estrema.”
Gianluca Di
Meo: “Nessuna
gara estrema penso di non poter riuscire. Bisogna avere solo gran voglia e
motivazione.”
Vito Rubino: “Tutte le
gare ultra che consistono nel fare dei giri di uno stesso percorso prefissato,
per esempio in una pista di atletica etc. Semplicemente per me non c’è
motivazione.”
Silvio Cabras: “Non ci sono gare che dico che non riuscirei mai, se altre persone son
riuscite, perché non riuscirci anch'io? “
Dante
Sanson: “Non so se esiste una gara
limite, il vero limite penso sia quello di riuscire a trovare il tempo ed il
metodo giusto per una preparazione adeguata, (ci vuole tempo e ‘bisogna averlo’
il difficile e trovare le strategie giuste per ricavare gli spazi necessari per
allenarsi). Mi piace pensare che ci sia
sempre una ‘giusta chiave’ che permetta di raggiungere gli obiettivi, è invece da
valutare se i rischi ed i compromessi siano ragionevolmente accettabili.”
Monica
Testa: “Il Tor de Geant e
l'UTMB.”
Armando
Quadrani: “Per rispondere a questa domanda dovrei correrla. Solo la consapevolezza di
un insuccesso mi fornirebbe prontamente la risposta. Provarci sempre,
arrendersi mai. Poi se purtroppo capita, farsene una ragione.”
Riccardo Borgialli: “Io credo che con un allenamento adeguato posso terminare qualsiasi gara, poi la differenza sta sempre in come la si vuole finire, per esempio facendola ad un passo molto lento penso che potrei terminare anche una 100 miglia.”
Andrea Boni Sforza: “NON RITENGO IMPOSSIBILE NESSUNA
GARA, OVVIAMENTE NON SI POSSONO FARE TUTTE, MA NON ESCLUDO DI FARCELA CON
NESSUNA.”
Pertanto
l’ultramaratoneta è continuamente alla ricerca di situazioni sfidanti da
gestire, superare che poi facciano parte del proprio corredo caratteriale.
Altri hanno dichiarato di temere gare
troppo lunghe, di distanze superiore ai 200 km, di seguito alcune risposte: “Il Tor des
Geants”, “Ho rinunciato alla 9 Colli, alla Sparta-Atene”, “202 nove colli”, “PROBABILMENTE
UNA GARA MOLTO LUNGA E MOLTO TECNICA”, “La 6 giorni”. Alcuni temono le condizioni atmosferiche oppure la
privazione del sonno, ecco alcune risposte: “Temo il freddo, quindi ogni gara esposta
a temperature rigide mi preoccupa (il che non significa che prima o poi non la
proverò)”, “Forse le gare di ultracycling di diversi giorni e con molte salite
lunghe e ripide, nelle quali oltre all’impegno fisico estremo mi spaventa la
carenza di sonno”, “Non so forse una gara al freddo, con temperature a meno 20 non
lo sopporterei...”
Questo è il sorprendente, bizzarro, straordinario mondo degli ultrarunner, incontri, saluti, abbracci, condivisione dell’esperienza. Per approfondimenti è possibile consultare il libro "Ultramaratoneti e gare estreme", Prospettiva Editrice. Collana: Sport & Benessere. Anno edizione: 2016. Pagine: 298 p. , Brossura. EAN: 9788874189441.
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Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
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