giovedì 14 maggio 2015

La maglia virtuale dell’autoefficacia per i Mondiali Ultratrail

Se desiderate compiere qualcosa nella realtà, innanzitutto visualizzate voi stessi mentre riuscite a compierla.” (Lazarus A., 1989)

L’autoefficacia viene definita dallo psicologo Albert Bandura come “la fiducia che una persona ripone nella propria capacità di affrontare un compito specifico”.
Il lavoro sull’autoefficacia fa leva sugli obiettivi da raggiungere, le capacità/risorse occorrenti a raggiungere tale obiettivo e le quattro fonti di autoefficacia: 1. Precedenti esperienze di successo, 2. Le sensazioni sperimentate nelle precedenti esperienze di successo, 3. Persuasione verbale da parte di persone di riferimento, 4. Modelli di riferimento.

Per quanto riguarda l’autoefficacia, ho introdotto la maglia virtuale dell’autoefficacia che ho chiamato anche maglia virtuale delle risorse. Trattasi di un lavoro esperienziale con alcune visualizzazioni.
Con alcune persone è emerso che in certe situazioni o momenti si sentivano forti/sane ed in altre situazioni o momenti si sentivano deboli/fragili. Pertanto ho pensato per ognuno di costruire una maglia virtuale delle risorse come una specie di divisa da indossare come fanno i supereroi.
Ognuno deve individuare il materiale speciale e cioè quelle capacità che occorrono a se stesso per fare una prestazione eccellenti o per affrontare una situazione difficile. Tale divisa dovrà avere 4 tasche contenenti rispettivamente le quattro fonti di autoefficacia di cui sopra.
Vorrei introdurre prima un modello di intervento che ho definito con l’acronimo O.R.A.: Obiettivi, Risorse ed Autoefficacia.
Invito, innanzitutto, ad immaginarsi gareggiare il giorno della gara a l’ora stabilita, indossando il costume, ed a notare chi c’è, com’è, che succede, ed a cercare di fare il meglio che può; inoltre invito ad individuare una precedente esperienza di successo e le sensazioni sperimentate in tale vittoria; poi invito a pensare una persona che ti dice che sei è bravo/forte, che ce la puoi fare; per ultimo, invito a pensare ad un suo modello di riferimento che stimi.
Alcune ore prima della partenza di una maratona, una ragazza mi ha chiesto alcuni consigli per affrontare tale gara ritenuta difficile ed impegnativa anche perché per lei era la seconda volta che si cimentava in tale distanza. Le ho fatto presente che potevo proporgli un breve lavoro sull’autoefficacia e sull’autoconsapevolezza.
Per quanto riguarda l’autoefficacia, le ho proposto la maglia virtuale dell’autoefficacia, pertanto l’ho invitata a valutare qualità, risorse, caratteristiche occorrenti per portare a termine tale prestazione e lei ha individuato tre caratteristiche e cioè: forza, resistenza e tenacia.
L’ho invitata ad individuare nel passato degli eventi, prestazioni dove ha dimostrato di possedere tale risorse, ed ha individuato nel passato precedenti esperienze quali la precedente maratona portata a termine dove ha sperimentato di possedere tali qualità. Tali esperienze sono considerate da Bandura la prima fonte dell’autoefficacia, cioè il ricordare precedenti esperienze di riuscita, di successo incrementa la fiducia in se stessi.
Ho proposto di immaginare di indossare al momento della gara una maglia virtuale il cui tessuto deve essere composto di forza, resistenza e tenacia e, inoltre, tale maglia dive avere quattro tasche virtuali, nella prima dovrà mettere le precedenti esperienze di successo ricordate; inoltre le ho chiesto di ricordare le sensazioni sperimentate in occasione di tali esperienze e lei ha riportato delle forti sensazioni di gioia, di benessere, di forza.
Tali sensazioni rappresentano la seconda fonte di autoefficacia e quindi è opportuno immaginare di depositarle in una seconda tasca virtuale della maglia della gara; le ho chiesto da chi vorrebbe sentirsi delle parole che l’aiuterebbero ad affrontare tale gara e cosa vorrebbe sentirsi dirsi nel corso di tale gara soprattutto in eventuali momenti di crisi o difficoltà.
Ha individuato una persona che è stata fondamentale nella sua carriera sportiva. Le parole di questa persona corrispondono alla terza fonte dell’autoefficacia e quindi vanno conservate in una terza tasca virtuale della maglia della gara; l’ultima fonte di autoefficacia sono i modelli di riferimento, l’atleta ha individuato in un primo momento una persona che ha compiuto imprese molto difficili ed estreme ed in un secondo momento una persona più alla sua portata, ed anche questo modello di riferimento è da tenere custodito nella quarta tasca virtuale della maglia della gara.
Questa ragazza era più serena e sicura di affrontare tale maratona dopo aver fatto questo breve lavoro sulle risorse personali e sull’autoefficacia in quanto ha riconsiderato le sue precedenti esperienze di successo, le sensazioni sperimentate, le persone che credono in lei e che l’hanno aiutata.
Inoltre l’ho invitata ad avere un approccio meditativo, cioè ad essere attenta al suo respiro, alle sue sensazioni, a considerare che momenti di stanchezza, di fatica, di sofferenza possono passare se ci si focalizza sul respiro e sul qui ed ora. le ho proposto dei microrecuperi, cioè in momenti di crisi si può considerare di rallentare, fare dei respiri più profondi, osservare ed aspettare che le energie vengano ripristinate anche considerando i contenuti delle tasche virtuali. A fine gara era soddisfatta, serena, stanca e portava un premio a casa, una medaglia da mostrare a qualcuno.
Per approfondimenti è possibile consultare il libro O.R.A. Obiettivi, risorse, autoefficacia. Modello di intervento per raggiungere obiettivi nella vita e nello sport, Aras Edizioni, 2013.

Per concludere vorrei riportare alcuni commenti e suggerimenti di atleti della nazionale o personale dello staff che possono aiutare ad infondere coraggio, senso di appartenenza al gruppo, superamento di eventuali crisi.
Marco Zanchi: “Vi garantisco che quando saremo ‘là’ sotto l'arco di partenza e abbasserete il vostro sguardo sul petto leggendo la scritta ITALIA circondati dalle maglie delle varie nazioni...beh mi direte cosa si prova e di gare ne ho fatte credetemi…rappresentare la propria Nazione non ha prezzo.”
Maurizio Scilla: “Ognuno di voi dara’ il 100%, anzi qualcosa di +, xche’ il vestire la maglia della propria nazione immagino possa dare una carica pazzesca, non dimenticatevi che non dovete dimostrare niente a nessuno, correte come sapete e farete una grande gara.”
Enrico Vedilei: “Siete i miglior atleti italiani di questo momento che hanno creduto nella maglia azzurra. E la maglia azzurra non lo si da a tutti, ricordatevelo. L'unione fa la forza, SEMPRE e voi siete molto uniti. GRAZIE.”
Sonia Glarey: “Siamo simpatici, belli e forti! Così dicono.. vero?

Risposte ad alcune mie domande:

Ti va di raccontare un aneddoto?
Maria Chiara Parigi:Aneddoti sono le crisi lungo il percorso che mi fanno fare di tutto ma poi passano ed è un po' come risorgere.”
Marco Zanchi:UTMB 2011 , mai fatto 170km tutto d’un fiato, al 90km sono in crisi , ho i crampi e voglio ritirarmi in uno sconforto totale. Sono sdraiato all’interno della tenda del ristoro da un’ora e di colpo arriva la mia amica Cinzia anche lei in gara, che urlando mi dice ‘dai dai alza le chiappe smettila di lamentarti e andiamo!’ . Non mi sono più fermato recuperando 80 posizioni e giungendo 29° e primo Italiano.

Cosa significa per te essere ultramaratoneta?
Filippo Canetta:Cercare di fare qualcosa che al momento presente sembra impossibile, impegnarsi, farlo e poi accorgersi che non era impossibile.”

Quali meccanismi psicologici ti aiutano a partecipare a gare estreme?
Lisa Borzani: “La voglia, l’entusiasmo, la serenità interiore e con chi ti sta accanto sono per me elementi psicologici fondamentali.”
Filippo Canetta:Concentrazione sugli obiettivi, qualsiasi essi siano.

Cosa hai scoperto del tuo carattere nel diventare ultramaratoneta?
Lisa Borzani: Che a volte (non sempre purtroppo!) io (come chiunque altro) posso trovare dentro me delle risorse fisiche e mentali che non immaginavo lontanamente di possedere.”
Pablo Barnes:Ho scoperto che anche nei momenti di stanchezza strema posso continuare a andare avanti.

Che significa per te partecipare a una gara estrema?
Stefano Ruzza:Gareggiare divertendomi, un vero semplice gioco a chi arriva prima. Se metto troppa serietà e aspettativa alla vicenda, diventa solo stress negativo.”

“Impegnatevi per ottenere ciò di cui avete bisogno, e quando non riuscite a ottenerlo, ebbene, sorridete e tentate ancora, in un modo diverso.” (William Hart)

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http://www.ibs.it/libri/simone+matteo/libri+di+simone+matteo.html

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