“Se desiderate compiere qualcosa nella realtà, innanzitutto visualizzate
voi stessi mentre riuscite a compierla.” (Lazarus A., 1989)
L’autoefficacia viene definita dallo psicologo Albert
Bandura come “la fiducia che una
persona ripone nella propria capacità di affrontare un compito specifico”.
Il lavoro sull’autoefficacia fa leva sugli obiettivi
da raggiungere, le capacità/risorse occorrenti a raggiungere tale obiettivo e
le quattro fonti di autoefficacia: 1. Precedenti esperienze di successo, 2. Le
sensazioni sperimentate nelle precedenti esperienze di successo, 3. Persuasione
verbale da parte di persone di riferimento, 4. Modelli di riferimento.
Per
quanto riguarda l’autoefficacia, ho introdotto la maglia virtuale
dell’autoefficacia che ho chiamato anche maglia virtuale delle risorse.
Trattasi di un lavoro esperienziale con alcune visualizzazioni.
Con alcune persone è emerso che in certe situazioni
o momenti si sentivano forti/sane ed in altre situazioni o momenti si sentivano
deboli/fragili. Pertanto ho pensato per ognuno di costruire una maglia virtuale
delle risorse come una specie di divisa da indossare come fanno i supereroi.
Ognuno deve individuare il materiale speciale e cioè
quelle capacità che occorrono a se stesso per fare una prestazione eccellenti o
per affrontare una situazione difficile. Tale divisa dovrà avere 4 tasche
contenenti rispettivamente le quattro fonti di autoefficacia di cui sopra.
Vorrei introdurre prima un modello di
intervento che ho definito con l’acronimo O.R.A.: Obiettivi, Risorse ed
Autoefficacia.
Invito, innanzitutto, ad immaginarsi gareggiare il
giorno della gara a l’ora stabilita, indossando il costume, ed a notare chi
c’è, com’è, che succede, ed a cercare di fare il meglio che può; inoltre invito
ad individuare una precedente esperienza di successo e le sensazioni
sperimentate in tale vittoria; poi invito a pensare una persona che ti dice che
sei è bravo/forte, che ce la puoi fare; per ultimo, invito a pensare ad un suo
modello di riferimento che stimi.
Alcune
ore prima della partenza di una maratona, una ragazza mi ha chiesto alcuni
consigli per affrontare tale gara ritenuta difficile ed impegnativa anche
perché per lei era la seconda volta che si cimentava in tale distanza. Le ho
fatto presente che potevo proporgli un breve lavoro sull’autoefficacia e
sull’autoconsapevolezza.
Per
quanto riguarda l’autoefficacia, le ho proposto la maglia virtuale
dell’autoefficacia, pertanto l’ho invitata a valutare qualità, risorse,
caratteristiche occorrenti per portare a termine tale prestazione e lei ha
individuato tre caratteristiche e cioè: forza, resistenza e tenacia.
L’ho invitata ad individuare nel passato degli
eventi, prestazioni dove ha dimostrato di possedere tale risorse, ed ha
individuato nel passato precedenti esperienze quali la precedente maratona
portata a termine dove ha sperimentato di possedere tali qualità. Tali
esperienze sono considerate da Bandura la prima fonte dell’autoefficacia, cioè
il ricordare precedenti esperienze di riuscita, di successo incrementa la
fiducia in se stessi.
Ho proposto di immaginare di indossare al momento
della gara una maglia virtuale il cui tessuto deve essere composto di forza,
resistenza e tenacia e, inoltre, tale maglia dive avere quattro tasche
virtuali, nella prima dovrà mettere le precedenti esperienze di successo
ricordate; inoltre le ho chiesto di ricordare le sensazioni sperimentate in
occasione di tali esperienze e lei ha riportato delle forti sensazioni di
gioia, di benessere, di forza.
Tali sensazioni rappresentano la seconda fonte di
autoefficacia e quindi è opportuno immaginare di depositarle in una seconda
tasca virtuale della maglia della gara; le ho chiesto da chi vorrebbe sentirsi
delle parole che l’aiuterebbero ad affrontare tale gara e cosa vorrebbe
sentirsi dirsi nel corso di tale gara soprattutto in eventuali momenti di crisi
o difficoltà.
Ha individuato una persona che è stata fondamentale
nella sua carriera sportiva. Le parole di questa persona corrispondono alla
terza fonte dell’autoefficacia e quindi vanno conservate in una terza tasca
virtuale della maglia della gara; l’ultima fonte di autoefficacia sono i
modelli di riferimento, l’atleta ha individuato in un primo momento una persona
che ha compiuto imprese molto difficili ed estreme ed in un secondo momento una
persona più alla sua portata, ed anche questo modello di riferimento è da
tenere custodito nella quarta tasca virtuale della maglia della gara.
Questa
ragazza era più serena e sicura di affrontare tale maratona dopo aver fatto
questo breve lavoro sulle risorse personali e sull’autoefficacia in quanto ha
riconsiderato le sue precedenti esperienze di successo, le sensazioni
sperimentate, le persone che credono in lei e che l’hanno aiutata.
Inoltre
l’ho invitata ad avere un approccio meditativo, cioè ad essere attenta al suo
respiro, alle sue sensazioni, a considerare che momenti di stanchezza, di
fatica, di sofferenza possono passare se ci si focalizza sul respiro e sul qui
ed ora. le ho proposto dei microrecuperi, cioè in momenti di crisi si può
considerare di rallentare, fare dei respiri più profondi, osservare ed
aspettare che le energie vengano ripristinate anche considerando i contenuti
delle tasche virtuali. A fine gara era soddisfatta, serena, stanca e portava un
premio a casa, una medaglia da mostrare a qualcuno.
Per approfondimenti è possibile consultare
il libro O.R.A. Obiettivi, risorse, autoefficacia. Modello di intervento per
raggiungere obiettivi nella vita e nello sport, Aras Edizioni, 2013.
Per concludere vorrei riportare alcuni commenti e
suggerimenti di atleti della nazionale o personale dello staff che possono
aiutare ad infondere coraggio, senso di appartenenza al gruppo, superamento di
eventuali crisi.
Marco
Zanchi: “Vi garantisco che quando saremo ‘là’ sotto l'arco di partenza e
abbasserete il vostro sguardo sul petto leggendo la scritta ITALIA circondati
dalle maglie delle varie nazioni...beh mi direte cosa si prova e di gare ne ho fatte credetemi…rappresentare
la propria Nazione non ha prezzo.”
Maurizio
Scilla: “Ognuno di voi dara’ il 100%, anzi qualcosa di +, xche’ il vestire la
maglia della propria nazione immagino possa dare una carica pazzesca, non dimenticatevi che
non dovete dimostrare niente a nessuno, correte come sapete e farete una grande
gara.”
Enrico
Vedilei: “Siete i miglior atleti italiani di questo momento che hanno creduto nella
maglia azzurra. E la maglia azzurra non lo si da a tutti, ricordatevelo. L'unione
fa la forza, SEMPRE e voi siete molto uniti. GRAZIE.”
Sonia
Glarey: “Siamo simpatici, belli e forti! Così dicono.. vero?”
Risposte
ad alcune mie domande:
Ti va di raccontare un aneddoto?
Maria
Chiara Parigi: “Aneddoti sono le crisi lungo il percorso che mi fanno fare di tutto ma
poi passano ed è un po' come risorgere.”
Marco Zanchi:
“UTMB 2011 , mai fatto 170km tutto
d’un fiato, al 90km sono in crisi , ho i crampi e voglio ritirarmi in uno
sconforto totale. Sono sdraiato all’interno della tenda del ristoro da un’ora e
di colpo arriva la mia amica Cinzia anche lei in gara, che urlando mi dice ‘dai
dai alza le chiappe smettila di lamentarti e andiamo!’ . Non mi sono più
fermato recuperando 80 posizioni e giungendo 29° e primo Italiano.”
Cosa
significa per te essere ultramaratoneta?
Filippo Canetta:
“Cercare di fare qualcosa che al momento presente sembra impossibile,
impegnarsi, farlo e poi accorgersi che non era impossibile.”
Quali meccanismi psicologici ti aiutano a partecipare a gare estreme?
Lisa Borzani: “La voglia, l’entusiasmo, la serenità interiore e con chi ti sta accanto sono per me elementi psicologici fondamentali.”
Filippo Canetta:
“Concentrazione sugli obiettivi, qualsiasi essi siano.”
Cosa hai scoperto del tuo carattere nel diventare ultramaratoneta?
Lisa Borzani: “Che a volte (non sempre purtroppo!) io (come chiunque altro) posso trovare dentro me delle risorse fisiche e mentali che non immaginavo lontanamente di possedere.”
Pablo Barnes:
“Ho scoperto che anche nei momenti di stanchezza strema posso continuare a
andare avanti.”
Stefano Ruzza:
“Gareggiare divertendomi, un vero semplice gioco a chi arriva prima. Se metto
troppa serietà e aspettativa alla vicenda, diventa solo stress negativo.”
“Impegnatevi per ottenere ciò di
cui avete bisogno, e quando non riuscite a ottenerlo, ebbene, sorridete e
tentate ancora, in un modo diverso.” (William Hart)
380-4337230 - 21163@tiscali.it
http://www.ibs.it/libri/simone+matteo/libri+di+simone+matteo.html
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