domenica 27 marzo 2016

Cross della caffarella: l’Atletica La Sbarra ben figura con donna 4^ e uomo 5°



 

 

Prime quattro donne arrivano PELLIS Stefania SF35 Free Runners  0:26:19, CELLETTI Alessandra SF45 Scavo 2000 0:26:49, GIUNCHI  Anna SF35 GS Gabbi 0:27:23, LUTTAZI Roberta SF40 Atl La Sbarra 0:27:54.

Primi 5 uomini arrivati SCARDECCHIA Ettore SM45 Running Evolution 0:21:09, ATANASI Gian Pietro SM LBMSport Team 0:21:45, PEGORER Daniele, SM40 Pod Solidarietà 0:23:00, CARTUCCIA Alessandro SM35 Airona Monti Della Tolfa 0:23:02, D'ANTONE Giuseppe SM55 Atl La Sbarra 0:23:07, POLLASTRINI Paolo SM50 Peter Pan 0:23:09.

La particolarità degli primi sei atleti arrivati è che sono di squadre diverse e rappresentano diverse sei categorie, con un grande merito a Giuseppe D’antone che all’età di 57 anni riesce ancora a competere dignitosamente con i più giovani.

L’Atletica La Sbarra ben figura con una donna al quarto posto ed un uomo al quinto posto.

Ma la categoria più agguerrita pare essere quella degli over 75, ben cinque di loro lottano per il podio ma solo tre di loro andranno a premio e sono BALDI Carlo che precede di due secondi GARABELLO Carlo, a seguire ZAINO Aldo di 81 anni ideatore del gruppo facebook https://www.facebook.com/groups/1463063463948885/?fref=ts , quarto arriva FELICE Vincenzo e quinto Pacifico Carmine.

Che dire una bel pomeriggio all’insegna dello sport per tutti, della festa all’aperto e di incontri in particolare l’Atletica La Sbarra accoglie Anna Giunchi che domenica scorsa ha vinto la gara di 34 km in quel di Rieti. Anna la maratoneta è un’amante della corsa, nonché collega psicologa conosciuta qualche anno fa a cui piace raccontare.

Poco tempo fa proposi all’amica collega psicologo clinico e dello sport Anna di rispondere ad alcune domande ed ora possiamo conoscerla.


Chi ha contribuito al tuo benessere nello sport o alla tua performance? “Il benessere è nato con un lungo lavoro mentale da parte di me stessa. Devo i miei migliori risultati agonistici ad un giovane allenatore: Marco Testero.”

Per la performance non bisogna sottovalutare nulla, l’alimentazione diventa importante, l’affidarsi ad un bravo allenatore, sia competente e formato ma anche sensibile che ti segua, che ti veda, che parli con te, che ci sia uno scambio di informaizioni. Conosco bene Marco Testero, ho anche gareggiato con lui, è un bravo allenatore.

Qual è stata la gara della tua vita, dove hai dato il meglio di te o dove hai sperimentato le emozioni più belle? “Maratona di Bari 2009: personale di 3h02.19, terza assoluta.”

Qual è una tua esperienza che ti possa dare la sicurezza, la convinzione, che ce la puoi fare nello sport o nella vita? “L’esser passata da 90 flebo nel 2006, per curarmi dalla anemia, 5.3 di emoglobina, a correre maratone in tutto il mondo.”

Ciò significa essere determinati, volere ad ogni costo riuscire nei propri intenti.

Come è cambiata la tua vita famigliare, lavorativa nell’aver intrapreso un’attività sportiva? “Sono più serena nel rapporto con gli altri. Certo, non tutti capiscono il mio entusiasmo derivato da una buona gara… così mi limito ad essere felice senza dare spiegazioni.”

 Ti va di descrivere un episodio curioso o divertente della tua attività sportiva? “Innumerevoli volte che sono arrivata per miracolo alle gare…oppure quando, alla Maratona di Tokyo, mi misero per errore nella griglia delle 5 ore e corsi in mezzo a gente che partecipava con una filosofia ben diversa dalla mia.”

A volte è importante rallentare, avere un approccio alla gara più medidativo, arrivare con gli ultimi.

Quale è stata la tua gara più estrema o più difficile, quale è una gara che ritieni non poterci mai riuscire a portarla a termine? “Ricordo con sofferenza la Maratona sulla sabbia. Ma la conclusi, arrivando terza. Non penso potrei mai portare a termine le skyraces estreme.”

Hai mai pensato di smettere di essere atleta? “Ho pensato di smettere in certi periodi, anni fa, ma solo per rabbia, quando mi capitavano infortuni lunghi. Ora non smetterei per nulla al mondo: la corsa è radicata in me come una patologia cronica.”

Quale può essere un tuo messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarsi ad uno sport che può essere fatto di fatica, impegno, sudore, sofferenze? “Sport è filosofia di vita, educazione. La fatica ripaga sempre anche se, al momento, è difficile da sopportare. Se ci si abitua a questo genere di ‘sofferenza’, tutto il resto appare come solo un gioco, e riesce con estrema facilità.”

Lo sport diventa una scuola di vita, la corsa diventa una compagna di esperienze ed è difficile disfarsene, aiuta tanto nei momenti difficili, ti fa sperimentare gioie, ti fa comprendere come superare momenti difficili, diventa un caro alleato.

Qual è un messaggio che vorresti dare per sconsigliare l’uso del doping e per fare uno sport teso al benessere o alla performance? “Lo sport deve allungare la vita, non accorciarla. La gioia di un successo transitorio si sconta poi con una pena sulla propria pelle.”

Ritieni utile la figura dello psicologo dello sport, se si per quali aspetti ed in quali fasi dell’attività sportiva? “Sì, è molto utile. Ma deve guadagnare credibilità in un ambiente ancora ostile.”

Se potessi tornare indietro cosa faresti? O non faresti? “Inizierei a fare atletica molto prima, innanzitutto. E studierei molto meno.”

E’ vero, a volte conta molto più l’esperienza della teoria.

 


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