Un
grande cuore ed una elevata sensibilità dimostrano di avere i runner e gli
ultrarunner, se una di loro ha un problema, basta dar voce al problema e si
cerca di trovare una soluzione e tante possono essere le soluzione ma il fine è
unico aiutare Vincenza che per il momento sta male, di un male che appare raro,
quasi inspiegabile dalla medicine e richiede ulteriori accertamenti e cure
adeguate possibilmente all’estero come spesso avviene.
E
allora che fare per una persona che sta male, che ci importa ognuno ha i suoi
problemi, ognuno ha qualcuno inn famiglia che sta male o un amico o un
conoscente, ma il popolo dei runner, me compreso, si attiva perché quando un
atleta si impegna nello sport, fa sacrifici per ottenere risultati, ci
rappresenta nelle manifestazioni Internazionali e Mondiali come le olimpiadi,
allora tocca a nche a noi fare qualcosa per qualcuno, è ora di attivarsi
ognnuno con le proprie modalità e conseguenze, senza se e senza ma.
Ma
intanto che Vincenza è ricoverata in ospedale in un letto quasi immobile gli
ultrarunner della ULTRAMILANO-SANREMO si è attivata per VINCENZA SICARI. Così scrivono
sulla raccolta fondi della rete del dono: “La nostra
storia di atleti parla di salite, di sudore, di fatica e di sfide. Ora possiamo
affrontare tutti assieme un’altra sfida, ancora più grande e ancora più
importante. Correre assieme a una di noi che oggi ha bisogno del nostro aiuto. La
maratoneta olimpionica Vincenza Sicari
dal 2013 soffre di un grave disturbo neuromuscolare difficile da
diagnosticare e curare e ha bisogno di un aiuto per affrontare questa sfida. Noi
atleti di UMS, in occasione dell'edizione 2016 dell'ultramaratona no stop più
lunga d'Europa,che si terrà dall'8 al 10 Aprile, corriamo assieme una gara
nella gara: raccogliere fondi in favore di Vincenza per finanziare la ricerca e
spedire le sue biopsie all’estero. Dona ora su Rete del Dono. >> http://bit.ly/1Uc4nWw “.
Tra
i tanti donatori ecco una testimonianza: “Vorrei fare di più, vorrei anche
abbracciarti, stringerti ed accarezzarti, vorrei farti comprendere quanto
questa storia non è solo la tua ma anche la mia e quella di tanti altri”.
Il messaggio
che voglio inviare a Vincenza è che a volte dove non arriva la medicina, può
aiutare una psicoterapia a gestire il momento presente, a fare un lavoro
sull'autoconsapevolezza, sul dolore, sulla sofferenza, sulla rabbia,
sull'impotenza, sull'autoefficacia, sulla resilienza, esistono diversi approcci
e diversi metodi, è una possibilità.
Anche
gli organizzatori della gara del 27 maggio 2016 presso Parco
Dora a Turin, dove Vincenza Sicari ha fatto il suo personal best in maratona
che gli è valso come convocazione alle Olimpiadi di Pechino, si sono attivati
per aiutarla e così è scritto sul sito della gara: “Quest’anno il grande cuore di Torino si stringe attorno a VINCENZA SICARI. Runner e maratoneta di valore internazionale,
vincitrice della Turin Marathon
2008 (2h29m 50), ha rappresentato l’Italia alla Maratona olimpica di Pechino
2008, ma oggi si trova a affrontare l’avversario più difficile: una malattia
neuromuscolare degenerativa, la cui natura non è ancora stata identificata, che
ne limita la mobilità e la costringe a esami complessi e costosi. Noi ci siamo,
e devolveremo l’intero ricavato della manifestazione a Vincenza per aiutarla nella sua sfida.”
Vincenza
correrà attraverso le gambe e nei cuori e nei pensieri di tanti runner ed
ultrarunner. Invito a leggere alcuni pensieri di KABAT-ZINN (Dovunque tu vada
ci sei già. In cammino verso la consapevolezza): “Un buon modo di interrompere
le nostre occupazioni è passare per un momento alla ‘modalità dell’essere’.
Valutate semplicemente questo momento, senza tentare affatto di cambiarlo. Cosa
sta accadendo? Cosa provate? Cosa vedete? Cosa sentite? Quando ci si ferma,
l’aspetto curioso è che immediatamente si diventa se stessi. Tutto appare più
semplice. In un certo senso è come se foste morti e il mondo continuasse. Se
moriste realmente, tutte le vostre responsabilità e obblighi svanirebbero
d’incanto. Riservandovi alcuni attimi di ‘morte volontaria’ arginando le
pressioni del tempo, finché vivete sarete liberi di ritagliarne una parte per
il presente. ‘Morendo’ ora, in questo modo, in realtà divenite più vivi. Questo
è il vantaggio di fermarsi. La pausa contribuisce a rendere più vivaci, ricche
e articolate le azioni successive, aiuta a inquadrare nella giusta prospettiva
tutte le preoccupazioni e insicurezze. Serve da guida. Più volte nel corso
della giornata, fermatevi, sedetevi. Accettate senza riserve il presente, le
vostre sensazioni. In questi momenti non cercate di cambiare nulla, limitatevi
a respirare e rilassarvi. Respirate, lasciate correre; astenetevi dal voler
produrre qualcosa di diverso in questo momento; mentalmente ed emotivamente
lasciate che questo momento sia esattamente com’è e lasciate a voi stessi la
libertà di essere così come siete. Poi, quando sarete pronti, muovetevi nella
direzione dettata dal cuore, consapevoli e risoluti.”
Tutti
abbiamo imparato a camminare, non è stato semplice, all’inizio non ci si
riusciva, si cadeva ma con lo sperimentare, con l’aiuto degli altri, con la
persistenza ci si è riusciti. Lo spiega Milton H.
Erickson
nel suo libro ‘La mia voce ti accompagnerà’: “Con la descrizione dei plausibili
tentativi del bambino nel suo apprendere a stare in piedi e a camminare,
Erickson favorisce la regressione dell’ascoltatore a livello infantile.
…ricorda inoltre al paziente che imparare è o è stato difficile, ma che
imparerà, se persiste… Voi non sapete come avete imparato a stare in piedi, ma
possedete quell’informazione. Questo era uno dei più importanti principi di
Erickson: la fiducia che la persona possa trovare , nella propria storia
naturale, le risorse per superare il problema per il quale sta cercando aiuto.
In questo racconto, egli ricorda alle persone che esse possiedono delle risorse
delle quali non si rendono conto.”(Rosen S., a cura di, 1982).
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