Il Dipartimento di Scienze Biomolecolari Sezione di Biochimica Clinica e Biologia Cellulare dell’Università di Urbino, il CTR Centro Terapia Riabilitativa di Reggio Emilia guidato dal Direttore Sanitario Dr. Roberto Citarella, l’Area Medica IUTA, l’Area Convegni IUTA, l’Area Tecnica IUTA hanno allestito un importante test scientifico della durata di 24 ore.
La prova, i
rilevamenti ed i prelievi ematici hanno avuto luogo sabato 12 e domenica 13
marzo, in occasione della gara di 24 ore ad inviti dalla IUTA e dal GP Biasola,
sul tracciato stradale omologato e certificato Fidal, di 1.013 metri, a Reggio
Emilia.
Tale test,
svolto con il riconoscimento del Centro Studi & Ricerche della Federazione
Italiana di Atletica Leggera, è stato possibile grazie alla disponibilità
offerta dal Dott. Citarella di mettere a disposizione, mezzi e persone idonei
per i prelievi, ma anche per il successivo trasporto degli stessi ai laboratori
di analisi e successivamente al Dipartimento di Scienze Biomolecolari Sezione
di Biochimica Clinica e Biologia Cellulare.
Al termine
della Gara, l’atleta Nico Leonelli, supportato per tutte le 24 ore dalla
compagna Paola Strizzi, ha percorso ben 240 km e 740 metri conquistando
sicuramente la convocazione al prossimo Campionato Europeo IAU di 24 ore su
strada 2016 che avrà luogo in Francia ad ALBI.
Un po’ di
tempo fa feci alcune domande a Nico e scrissi un articolo su di lui e sulla sua
passione per la corsa in particolare nata da ragazzo con il sogno di
raggiungere i paesi vicino a piedi, mi è capitato di viaggiare in Marocco ed in
Madagascar notando gente poverissima tra i quali tanti bimbi e ragazzi che
raggiungevano i villaggi limitrofi per andare a scuola o lavorare nei campi o
riempire taniche d’acqua a piedi scalzi, poveri ma sempre in movimento.
Di seguito possiamo approfondire la conoscenza di Nico
Atleta Nazionale.
Nel caso di Nico Leonelli, il sogno inizia da bambino, la voglia di
mettersi sulla strada e camminare, girovagare ad iniziare dai paesi vicini, una sorta di uscita dalla zona di
comfort per scoprire quello che c’è fuori, quello che c’è in giro, in altri
posti, in altri paesi, e sempre di più ha coltivato questa passione del
camminare, dell’allontanarsi, di andare alla ricerca di altro, di nuovo, di
diverso, per scoprire altro ed anche per scoprire se stesso.
Interessanti
le risposte di Nico al mio questionario sugli ultramaratoneti e gare estreme
per la stesura del libro che approfondisce il mondo degli ultramaratoneti e
delle gare estreme.
Ecco
di seguito come si racconta Nico, quali sono le sue passioni, sogni, limiti.
Qual è stato il tuo percorso per
diventare un ultramaratoneta? "Quando ero bambino sognavo spesso di
arrivare ai paesi vicini a piedi. Per cui da adulto, quando ho iniziato a correre, il percorso per
arrivare alle ultramaratone è stato abbastanza naturale e veloce".
Cosa ti motiva ad essere ultramaratoneta? "Mi piace
pensare che potrei attraversare paesi ed anche regioni, avendo come unico mezzo
le gambe. Mi piacerebbe che questa capacità la mantenessi ancora per tanti
altri anni".
Hai mai pensato di smettere di essere
ultramaratoneta? "Ho pensato spesso di smettere con le gare, ma mai di non correre più
lunghe distanze per conto mio".
Cosa ti spinge a continuare a essere
ultramaratoneta? "Il fatto che ci sono tanti altri traguardi da vivere ed assaporare".
Hai sperimentato l’esperienza del limite nelle tue
gare? "Ad ogni gara Ultra ho sempre
creduto di aver raggiunto il limite per poi scoprire in seguito che quello non
era il mio limite".
Quali meccanismi psicologici ritieni ti aiutano a
partecipare a gare estreme? "Non avere la reale consapevolezza di quello che
starò per fare".
C’è una gara estremi che non faresti mai? "Soffro il freddo in maniera patologica, per cui
iscrivermi ad una gara in Alaska è l'ultimo dei miei desideri".
Cosa ti spinge a spostare sempre più in avanti i limiti fisici? "Credo che
sia una cosa innata nell'uomo. Se l'uomo non avesse questa tendenza, la
scienza non sarebbe arrivata a questo livello e noi ora non avevamo neppure il
Garmin".
Cosa pensano familiari e amici della tua
partecipazione a gare estreme? "C'è chi ammira e chi ne deride...è normale!".
Che significa per te partecipare ad una gara
estrema? "Non c'è un sempre un unico
significato. A volte c' è la predominante agonistica ed altre volte c'è la
curiosità di una nuova esperienza".
Cosa hai scoperto del tuo carattere nel diventare
ultramaratoneta? "Ho scoperto che se qualcosa nella mia vita non va come vorrei, è solo
perché non ci ho messo la giusta forza e determinazione".
Ai fini dell'idoneità per attività agonistica fai
indagini più accurate? Quali? "Fortunatamente stanno nascendo centri medici sportivi che per rilasciare
il certificato agonistico, non si limitano solo a farti salire sulla cyclette,
ma approfondiscono con ecografie ed analisi specifiche".
Hai un sogno nel cassetto? "Certamente, quello che si ha da bambino e cioè fare un mondiale".
Hai un sogno nel cassetto? "Certamente, quello che si ha da bambino e cioè fare un mondiale".
Il 7 agosto 2015 Nico rispose a un mio primo questionario dove affermava che il suo sogno nel cassetto era quello che si ha da bambino e cioè fare un mondiale e nel giro di due anni riuscì a trasformare il suo sogno in realtà partecipando l’1-2 luglio 2017 ai Campionati Mondiali 24h in Belfast (GBR).
Un’intervista a Nico è riportata nel libro “Il piacere di correre oltre (Il piacere di correre oltre dal punto di vista di uno psicologo dello sport)” di Matteo Simone.
Editore: Prospettiva Editrice. Collana: Sport & Benessere.
Data di Pubblicazione: novembre 2022.
Nico
è menzionato nel mio libro “Maratoneti e Ultrarunner. Aspetti psicologici di
una sfida”, Edizioni Psiconline.
Psicologo,
Psicoterapeuta
380-4337230
- 21163@tiscali.it
Nessun commento:
Posta un commento