Matteo
SIMONE
L’infortunio rappresenta un
evento destabilizzante l’equilibrio psicologico dello sportivo; un cattivo
adattamento all’infortunio può comportare la comparsa di sensazioni di rabbia e
impotenza, sbalzi di umore, sensi di colpa, pensieri depressivi, con la
conseguente compromissione delle relazioni famigliari, interpersonali,
dell’andamento scolastico o lavorativo, l’auspicabile intervento può espletarsi
nel prevenire l’incorrere dell’infortunio e nell’aiutare l’atleta infortunato.
Attraverso la
meditazione la persona riesce ad aspettare i suoi tempi, i tempi occorrenti per
il recupero, riesce a comprendere che tutto passa, tutto sorge e tutto muore,
riesce a non reagire agli eventi spiacevoli, riesce a partire dal qui e ora e a
programmare una formulazione del goal setting, un piano degli obiettivi
graduali con una giusta scansione temporale.
La persona che
avrà sviluppato un forte senso d’autoefficacia sceglie obiettivi più elevati, è
più motivata, usa le proprie capacità con maggiore efficienza, è meno ansiosa,
gestisce meglio i fallimenti, è più tenace e ottiene risultati più
soddisfacenti di chi invece ha una percezione negativa delle proprie
possibilità.
La prima cosa da
fare è partire dalle proprie sensazioni fisiche, corporee, sentirsi, fare una
scansione corporea dalla sommità della testa e scendendo fino alle punta dei
piedi. L’atleta può individuare le parti fragili, deboli, da potenziare.
L’atleta può
individuare eventali criticità che lo abbiano portato all’infortunio, può
valutare, studiare cosa può focalizzare la sua attenzione per evitare
successivi infortuni, ridefinire le priorità che si era prefissato prima
dell’incidente, allargare i suoi interessi anche ad ambiti non sportivi, continuando,
contestualmente a mantenere i contatti con il suo mondo sportivo, l’allenatore
e la squadra, accettare le emozioni negative legate all’infortunio, in attesa
di riprendersi la sua identità di sportivo.
L’atleta può sentirsi
soggetto attivo nel processo di riabilitazione, definire un piano di ripresa,
di ripartenza, sviluppare un piano per un’azione futura efficace può
individuare le risorse occorrenti da pontenziare, sia personali che esterne,
allenatore, fisioterapista, psicologo, medico.
Sviluppare risorse interne allo scopo di aiutare a
stabilire un senso di efficacia e di possibilità per il Futuro, creare un suo
Consigliere Interiore o un “Allenatore Interiore”, creare una “Squadra
Interiore” di aiutanti o di sostenitori, ognuno in grado di apportare
un’influenza positiva.
L’atleta può
fissare obiettivi minimi di ripresa rispettando i tempi e le modalità
occorrenti, senza fretta di riscattarsi o di dimostrare a qualcuno. Fissare
obiettivi limitati, raggiungibili e progressivamente più ambiziosi è uno dei
modi migliori per aumentare l’autoefficacia dell’atleta.
Persuasione
verbale da parte di altri, dei quali si hanno fiducia e stima attraverso gli
incoraggiamenti verbali che tendono a sottolineare gli elementi positivi di un
gesto o una azione.
Matteo SIMONE
Esperto in psicologia dello sport
380-4337230
- 21163@tiscali.it
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