lunedì 21 marzo 2016

Gestire le proprie energie per portare a termine la maratona

Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta

I maratoneti vanno alla continua ricerca di sondare le proprie possibilità sempre di più, osano ma sono convinti di farcela ed hanno dalla loro parte le sensazioni di benessere che sperimentano che li fanno sentire vivi mentre fanno quello che vogliono con passione e dedizione.
La maratona è una prestazione sportiva di lunga durata, in genere i campioni impiegano poco più di due ore di tempo, mentre il tempo massimo può essere anche di 7-8 ore.
Tanti sono i fattori che possono influenzare l’atleta nella sua prestazione. Ho avuto modo di parlare al telefono con Dario Santoro, Campione Italiano di Maratona, contentissimo per il suo titolo ma dispiaciuto per il crono superiore al suo personale a causa di un percorso cittadino della città di Ravenna poco favorevole ed ai crampi ai quali è incorso che quasi lo invogliavano a fermarsi, ma con il titolo in palio. Dario non ha voluto mollare, ha dimostrato di essere resiliente resistendo ed andando avanti fino al traguardo, conquistando questo titolo ambito e dedicandolo alla usa famiglia ed ai tanti fans che da anni lo seguono.
E’ difficile gestire la gara in quanto può accadere che prima di arrivare al traguardo si può incontrare il cosiddetto “muro” che consiste in un punto dove l’atleta sente di non avere più le energie per continuare la sua prestazione all’andatura prefissata.
In questi casi come si può fare a superare il muro. Ci si può avvalere della meditazione, di un allenatore interno, di un riesame di un precedente successo.
Come utilizzare la meditazione? Bisognerebbe essere addestrati a meditare ed iniziare la competizione già con un atteggiamento meditativo.
La meditazione inizia dal respiro nel “qui e ora”, momento per momento senza giudicare, è una forma di autoconsapevolezza, si resta in ascolto, in osservazione del respiro e delle sensazioni corporee. Non è semplice, ma si può provare.
Un altro aiuto può essere dato da un allenatore interno, l’invito è di immaginare una persona importante che dica delle parole importanti, significative per superare la crisi, il muro, una persona che crede in te, che sa che ce la puoi fare.
Riepilogando, per superare il muro è importante fare un lavoro sull’O.R.A.
E cioè focalizzarsi sull’Obiettivo, sulla sua importanza, sull’investimento che si è fatto per raggiungerlo; molte volte si dimentica di aver raggiunto precedenti obiettivi.
Utilizzando il modello O.R.A. (Obiettivi, Risorse ed Autoefficacia) si definisce chiaramente l’obiettivo temporale e le risorse per raggiungerlo. E’ importante riuscire a vedersi con l’obiettivo raggiunto.
Come ti vedi avendo già raggiunto l’obiettivo? Come ti senti? Come è stato raggiungere l’obiettivo? Cosa hai fatto? Chi ti ha aiutato? Quali sono state le tue risorse? Da dove sei partito? Quali difficoltà hai incontrato? Come le hai superate?

Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta
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