Matteo Simone
L’amico Riccardo Baraldi (A.S.D. Intesatletica) sempre più performante conquistando splendidamente la medaglia di Bronzo agli Europei Master dei 3.000 metri in pista ad Ancona.
Un atleta lavoratore che dedica
tempo allo sport con impegno e con risultati eccezionali. Conosciamolo meglio attraverso
le sue risposte ad un questionario di psicologia e sport per il benessere e la performance.
Ti
sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita? “Quando ho incominciato a praticare sport,
già da bambino, mi sono sempre fissato degli obiettivi piuttosto ambiziosi. Il
più delle volte li ho raggiunti, anche perché sono sempre stati traguardi alla
mia portata.
Quando ho conquistato il mio primo titolo italiano nelle categorie
Master in atletica leggera nel 2010 allo Stadio Olimpico di Roma, tuttavia, mi
sono sentito un vero 'Campione' in quanto ho smentito tutti quelli che non
credevano potessi raggiungere un livello di preparazione atletica così
ragguardevole in brevissimo tempo (circa 8 mesi da quando ho cominciato ad
allenarmi seriamente).”
La gara della tua vita, dove hai dato il meglio di te o hai sperimentato le emozioni più belle? “Di gare che mi hanno emozionato tanto, ce ne sono molte… Quella che ricordo con maggio enfasi, tuttavia, è stata quella sui 5000m in pista a Roma, dove ho conquistato il mio primo titolo italiano master nella categoria SM40. Era una delle primissime gare su pista che correvo nella mia seconda vita sportiva, e vinsi contro atleti ben più quotati di me grazie ad una tattica di gara pressoché perfetta.”
Presso lo Stadio Olimpico di Roma, l’11 giugno 2010, Riccardo ottiene il titolo di Campione Italiano Master su pista M40 nei 5000 metri in 15’44”64, precedendo Antonio Luongo 15’49”84 e Giuseppe Gamberale 15’56”66.
Dopo due giorni, il 13 giugno 2010, ottiene l’argento nei 1500 in 4’10”48, preceduto dal Campione Italiano Stefano Avigo 4’08”66, competa il podio Gianni Bruzzi 4’13”60.
Per essere campioni bisogna credere prima di tutto a se
stessi in modo da continuare ad impegnarsi per raggiungere
propri obiettivi senza considerare coloro che remano contro.
Come
ha contribuito lo sport al tuo benessere? Quali fattori che hanno
contribuito al tuo benessere e/o performance? “E’ risaputo, anche in
ambito scientifico che praticare sport, a tutti i livelli, possa portare
giovamento al fisico e alla mente. L’aspetto motivazionale, nel mio caso, ha
contribuito esponenzialmente al raggiungimento di quei traguardi prefissati.
Tali risultati infondono in un agonista come me un benessere interiore
(motivazioni intrinseche), impareggiabili oltre che di totale appagamento
emotivo.”
Come
hai scelto il tuo sport? “L’atletica leggera, e nello specifico il mezzofondo,
è sempre stato nel mio immaginario lo sport che desideravo praticare fin da
ragazzo… Vicissitudini professionali, nella fattispecie l’arruolamento
volontario in A.M. a 16 anni, condizionarono la mia passione per questo sport
inducendomi ad interromperne la pratica prematuramente. In tarda età (39 anni),
decisi che avrei dedicato del tempo a questa mia viscerale passione traendone
quanto più beneficio possibile sia fisico e morale, in ambito locale e non
solo.”
Nella
tua disciplina quali difficoltà si incontrano? “Principalmente ci sono problemi
legati alla tenuta fisico/atletica. Spesso si incappa in infortuni di vario
genere che impongono soste anche di lunga durata.”
Quale
alimentazione segui prima, durante e dopo una gara? “Nelle ore più prossime ad
una gara, prediligo cibi leggeri anche in base all'orario in cui è programmato
l’evento. Se al mattino, colazione a base di the al limone e fette biscottate
con marmellata o miele. Se nel pomeriggio o sera, 4 ore circa prima, pasta in
bianco o al pomodoro, bresaola e grana. Durante, vista la brevità delle
distanze sulle quali mi cimento, non mi alimento. Immediatamente dopo, cerco di
reintegrare con alimenti ad alto contenuto proteico e vitamine, oltre ad usare
integratori salini e aminoacidi ramificati.”
Quali condizioni fisiche o ambientali ti hanno indotto a non concludere
la gara o a fare una prestazione non ottimale? “Gli infortuni, soprattutto
muscolari, in passato mi hanno obbligato a dare forfait. Tuttavia, non è mia
abitudine mollare anche se le condizioni atmosferiche e fisiche, non sono
perfette.”
Cosa ti ha fatto mollare o cosa ti fa continuare a fare sport? “All'età di 16 anni, ero un giovane atleta dalle buone speranze, a detta di alcuni… A seguito dell’arruolamento in A.M., ahimè, ho dovuto mollare a causa della mancanza di tempo per allenarmi. Solo in tarda età ho potuto ritrovare quella tranquillità necessaria ad un ‘atleta’ per fissare ed ottenere degli obbiettivi anche proibitivi agli occhi di taluni.”
Cosa ti ha fatto mollare o cosa ti fa continuare a fare sport? “All'età di 16 anni, ero un giovane atleta dalle buone speranze, a detta di alcuni… A seguito dell’arruolamento in A.M., ahimè, ho dovuto mollare a causa della mancanza di tempo per allenarmi. Solo in tarda età ho potuto ritrovare quella tranquillità necessaria ad un ‘atleta’ per fissare ed ottenere degli obbiettivi anche proibitivi agli occhi di taluni.”
Nello sport chi
ha contribuito al tuo benessere e/o performance? “Certamente
il fatto di lavorare in un centro di eccellenza quale quello sportivo
dell’Aeronautica Militare di Vigna di Valle, ha contribuito molto. Correre
fianco a fianco di atleti top dell’atletica leggera italiana, mi ha dato e mi
da stimoli straordinari, tali da superare, a volte, anche quelle barriere
temporali fino a qualche anno fa impensabili. Un grazie particolare lo devo
rivolgere a Giuseppe Carella che per primo, nel 2009, ha creduto nelle mie
potenzialità come atleta amatore d’elite.”
Importante la persuasione verbale da parte di altre persone
di riferimento, la persuasione verbale è una delle quattro fonti
dell’autoefficacia e contribuisce ad aumentare l’autoefficacia nella persona.
Quale esperienza ti può dare la convinzione che ce la puoi
fare nello sport o nella vita? “Lo sport è una metafora perfetta della nostra
vita: i nostri risultati nello sport stanno ai sacrifici che facciamo
quotidianamente, come il successo nella vita sta all'impegno che mettiamo nel
tentativo di raggiungerlo. Ogni giorno negli allenamenti, poniamo un limite
alla nostra performance… Nella vita quotidiana è la stessa cosa, quindi ogni
giorno è un’esperienza meravigliosa.”
Quali capacità, risorse, caratteristiche, qualità hai dimostrato di
possedere? “La costanza, la lungimiranza, lo spirito di sacrificio e la
testardaggine. Quando decisi di ricominciare a correre, palesando quali fossero
le mie ambizioni, molti mi presero per malato di mente. Ora, all'età di 46
anni, con 6 titoli italiani di categoria già conquistati e qualche decina di
medaglie e trofei conquistati un po’ in tutta l’Italia, quelle persone hanno
dovuto, per forza di cose, cambiare opinione sulla mia integrità psichica.”
Quali meccanismi psicologici ti aiutano nello sport? “Il raggiungimento dell’obbiettivo mediante le
motivazioni intrinseche prima che quelle estrinseche.”
Ha le idee chiare Riccardo, il piacere nel
fare sport e nell'ottenere eccellenti performance lo nutre ogni giorno.
Cosa pensano i tuoi familiari e amici della tua attività sportiva? “I pareri dei miei parenti
e famigliari più diretti, sono alquanto discordanti. La mia famiglia di
origine, fratelli madre, sono propensi alla mia attività e, pertanto, mi
incitano a proseguire con la stessa solerzia ed intensità. Anche mia figlia di
9 anni è felice di vedermi gareggiare… Mia moglie e i suoi parenti, invece,
ritengono che sia ora di smettere e di pensare a ‘cose più serie’ della corsa. Ovviamente,
io non sono di questa idea, anzi.”
Cosa hai scoperto del tuo carattere
nel praticare attività fisica? “Di
avere una grande testa ed una forza d’animo che mi hanno aiutato molto anche in
situazioni complicate della vita quotidiana.”
Come è cambiata la tua vita
familiare e lavorativa nell'aver intrapreso un’attività sportiva costante ed
impegnativa? “E’
indubbio che praticare atletica come la intendo io, presuppone un impegno
quotidiano e costante. Mollare anche solo per pochi giorni significa vanificare
il lavoro di settimane. Ed è per questo che mia moglie, soprattutto, in virtù
della prole che nel frattempo è raddoppiata, desidererebbe che io smettessi di
allenarmi e gareggiare per dedicarmi di più alla famiglia. Tuttavia, non riesco
ad immaginare la mia vita senza la corsa… Per ora voglio continuare, poi si
vedrà.”
Quali sono le
tue sensazioni pre-gara, in gara, post-gara? “Solitamente
non sono una persona particolarmente emotiva, pertanto, non soffro la pressione
dell’evento. In passato, forse, sentivo molto di più il peso della gara nell'immediata vigilia, anche sulla linea di partenza. Oggi sono molto più
consapevole delle mie capacità, quindi so gestire al meglio le emozioni legate
alla prestazione.”
Hai dovuto scegliere nella tua vita
di prendere o lasciare uno sport a causa di una carriera scolastica o
lavorativa? “Direi
di si. Come dicevo prima, dovetti smettere di praticare atletica a causa
dell’arruolamento volontario in Aeronautica. Qualche rimpianto legato a quella
scelta, ancora mi pervade, ma sono certo di aver fatto la scelta giusta. Di
certo non saprò mai quali sono i miei limiti, o cosa avrei potuto fare quando
un atleta può esprimersi al meglio ad un’età adeguata.”
Che
consiglio daresti a coloro che si trovano a dover fare scelte
importanti nello sport? “Lo
sport è una scuola di vita fondamentale. Non praticarne alcuno, significa
vedere il mondo che ci circonda con i paraocchi. A tutti i livelli, su
qualunque campo o ambiente dedicato alla sana attività fisica, ogni persona
deve praticare sport e farlo praticare alle persone più care che ha, costi quel
che costi. Il resto delle cose, si possono fare a tempo debito.”
E’ vero l’esperienza che ti da lo
sport diventa un investimento, un arricchimento, una formazione
redditizia che resta utile poi per affrontare, gestire e superare la vita
quotidiana ricca di ostacoli.
C’è stato il rischio di incorrere nel
doping nella tua carriera sportiva? “Assolutamente no! Sono
uno dei pochissimi atleti al mio livello, ad aver subito già due volte
controlli antidoping a sorpresa, senza tuttavia esiti spiacevoli.”
Un messaggio per sconsigliare l’uso del doping? “L’unico
consiglio che mi sento di dare è che si può essere i migliori anche senza
barare. Se si ha il talento, la perseveranza e si ha la fortuna di incontrare
le persone giuste, i risultati prima o poi arriveranno. Qualora questo non
accadesse, dobbiamo avere l’umiltà di riconoscere i nostri limiti e praticare
sport al livello che ci compete.”
Riesci a immaginare una vita senza
lo sport? “Assolutamente
no. Mai rinuncerò a praticarne o a farne praticare ai miei figli.”
Come hai superato eventuali crisi,
sconfitte, infortuni? “Grazie
alla consapevolezza che prima o poi quelle disavventure sarebbero divenute solo
un brutto e spiacevole ricordo. Il tempo cancella tutto, o quasi.”
Ritieni utile lo
psicologo dello sport? “Prima di
tutto dobbiamo essere psicologi di noi stessi. Nel caso questo non bastasse,
l’aiuto di un ‘amico’ in grado di
darci degli utili consigli nelle fasi più critiche della propria carriera
sportiva, potrebbe essere molto utile.”
Un tuo messaggio
rivolto ai ragazzi per avvicinarli a questo sport fatto di fatica e impegno? “L’atletica è
la migliore scuola di vita che possa esserci. Praticare questo sport può
arricchire lo spirito, l’anima e la mente e come dicevano gli antichi romani: ‘Mens
sana in corpore sano’. Questo
valeva più di 2000 anni fa e vale ancora di più oggi.”
Sogni realizzati e da realizzare? “Già
l’aver ricominciato a correre è stato un grande trionfo per me. Farlo
conquistando in breve tempo la leadership nella mia categoria di età, ha reso
questo rientro ancor più affascinante e motivante. Tuttavia vorrei essere cauto nell'esprimere sogni o desideri, altrimenti sarei costretto a realizzarli… I
miei sogni non sono mai semplici da realizzare, ne tantomeno casuali.”
Riccardo continua a sognare ma
anche continua a trasformare i sogni in realtà, continuando a
vincere titoli ambiti.
Un’intervista
a Riccardo è riportata nel libro “Sport, Benessere e Performance. Aspetti
psicologici che influiscono sul benessere e performance dell’atleta.”, di Matteo Simone Editore: Prospettiva Editrice.
Collana: Sport & Benessere. Data di Pubblicazione: 15 novembre 2017.
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Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
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