Matteo SIMONE
Save the
Children è
la più importante organizzazione internazionale indipendente, dedicata dal 1919
a salvare i bambini in pericolo e a promuovere i loro diritti, subito e
ovunque, con coraggio, passione, efficacia e competenza.
Nel maggio 2014 Save the Children ha
lanciato Illuminiamo il Futuro, una campagna per contrastare la povertà
educativa in Italia e sostenere i Punti Luce, spazi dove bambini e adolescenti
possono seguire gratuitamente attività educative, ricreative e culturali.
La povertà educativa - ovvero “la privazione da parte dei bambini e degli
adolescenti della possibilità di apprendere, sperimentare, sviluppare e far
fiorire liberamente capacità, talenti e aspirazioni” - costituisce una
minaccia concreta anche per lo sviluppo delle capacità ‘non-cognitive’
(motivazione, autostima, capacità di affermare obiettivi, aspirazioni, sogni) e
di quelle relazionali e sociali (cooperazione, comunicazione, empatia),
altrettanto cruciali per la crescita di un individuo e per il suo contributo al
benessere collettivo.
Un ruolo importante per l’acquisizione
di capacità e competenze da parte del bambino è assolto dal contesto educativo
e culturale offerto dal territorio, in altre parole dal buon funzionamento
della cosiddetta comunità educante fuori dalle pareti scolastiche, anche in
questo caso indirettamente misurabile attraverso la partecipazione dei bambini
ad attività ricreative e culturali extra-curricolari (sport, lettura, uso di
internet, ma anche partecipazione ad attività culturali: teatro, concerti,
musei, mostre).
L’offerta educativa può attivare
percorsi di resilienza tra quei bambini e adolescenti “più a rischio” di
esclusione, perché nati e cresciuti in famiglie o in aree geografiche
particolarmente penalizzate, o perché gravati da qualche disabilità, oppure per
una condizione di svantaggio sociale determinata dal genere o dalla
nazionalità. In particolare, un’offerta educativa olistica, integrata e di
qualità, capace di sostenere i minori dai primi passi all’adolescenza
attraverso la promozione di servizi per la prima infanzia, scuole attrezzate
(tempo pieno, mense, sicurezza, accesso alle tecnologie), attività ricreative e
culturali (sport, musica, lettura, eccetera), può fare la differenza e
contribuire a spezzare le catene intergenerazionali della povertà.
Anche le attività extracurricolari sono
fondamentali per attivare percorsi di resilienza nei minori più svantaggiati. C’è correlazione positiva
tra la partecipazione ad attività musicali, sportive e volontariato, da parte
dei ragazzi che vivono in famiglie più povere, e una minore incidenza della povertà
educativa.
Differenze molto consistenti sono
osservabili, in particolare, tra i ragazzi che svolgono attività sportive: di quest’ultimi
circa il 30% non raggiungono le competenze minime in matematica e lettura
(rispettivamente il 35% e il 29%), un dato assai più contenuto di quello che si
registra tra i ragazzi che non fanno sport (52% e 43%). Stesso discorso per le
ragazze: chi fa sport e proviene da famiglie socio-economicamente svantaggiate,
mostra in media risultati significativamente più elevati in matematica (445)
rispetto alle ragazze che non svolgono attività sportiva (415). Dinamiche molto
simili si osservano nelle performance in lettura tra i ragazzi che fanno sport
(433 contro 399 di coloro i quali non svolgono attività sportiva).
I bambini e i ragazzi che nascono e
crescono in famiglie povere economicamente hanno meno opportunità di apprendere
e di coltivare i propri talenti. Le bambine sono svantaggiate in matematica e
nella pratica sportiva, i bambini mostrano ritardi in lettura e nelle attività
culturali e ricreative. Povertà educativa e diseguaglianze tra i minori incidono
maggiormente nel Sud e nelle Isole, e colpiscono in particolare in bambini di
origine migrante.
Essere poveri dal punto di vista
educativo in Italia significa anche non avere la possibilità di crescere
attraverso lo sport, il contatto con la bellezza e la cultura. (Save the
Children, La Lampada di Aladino, 2014)
Entro il 2030
tutti di minori tra i 6 e 17 anni in ogni regione italiana devono svolgere in
un anno almeno 4 tra le seguenti attività: andare almeno una volta a teatro,
musei o mostre, monumenti o siti archeologici, fare sport in modo continuativo,
utilizzare internet spesso, leggere libri.
In Italia, la partecipazione dei minori
alle attività ricreative e culturali è generalmente modesta. L’11% dei minori
non ha svolto nessuna delle 7 attività considerate (sport in modo continuativo,
internet ogni giorno, teatro, concerti, musei, siti archeologici, lettura di un
libro) e il 16,5% ne ha svolto soltanto una, ma se consideriamo almeno 4
attività, la quota dei minori che le ha svolte scende appena al 36%. Se
ipotizziamo che 4 sia il numero minimo di attività affinché “il portafoglio
ricreativo e culturale” di un minore sia adeguato, ciò significa che ben il 64%
dei minori è in condizione di deprivazione ricreativo-culturale.
Oltre alle ore di lezione, la scuola
dovrebbe permettere ai suoi alunni di svolgere un congruo numero di attività
extra-curricolari: attività fisica, ascolto della musica, promozione della
lettura, partecipazione a iniziative di volontariato e cittadinanza attiva.
Attività che, al pari delle discipline classiche, sono parte integrante dell’educazione
del minore, e permettono come si evince dall’analisi precedentemente
illustrata, di attivare percorsi di resilienza, soprattutto per quei ragazzi
maggiormente svantaggiati.
Il Governo, le Regioni e i Comuni devono
considerare prioritariamente la necessità dei bambini e degli adolescenti di
poter fruire di spazi dedicati per il gioco, il contatto con la natura, la
mobilità sicura (piste ciclabili, percorsi pedonali), lo sport, la fruizione e
la produzione culturale, l’accesso gratuito ad internet. Nella progettazione
degli interventi sul territorio vanno coinvolte le comunità locali, ed in
particolare i bambini e gli adolescenti, per riconoscere loro un ruolo attivo
durante tutto il processo di riqualificazione.
Save the Children ha lanciato a maggio
2014 la campagna “Illuminiamo il Futuro” e ha deciso di impegnarsi concretamente
nel contrastare la povertà educativa dei bambini e degli adolescenti che vivono
in contesti svantaggiati, garantendo loro le opportunità educative che sono
indispensabili per la loro crescita.
A tal fine ha avviato un programma
fondato su due assi strategici, integrati tra loro:
1) Un intervento di tipo comunitario - territoriale: attraverso l’attivazione
di centri ad alta densità educativa, i
Punti Luce, nei contesti privi di servizi e di opportunità aperti a
bambini/e e adolescenti. I Punti Luce offrono attività ludico-ricreative e
formative, quali ad esempio: supporto scolastico, promozione della lettura,
safer internet, attività motorie, artistiche, laboratori di teatro, fotografia,
scrittura, musica, laboratori di educazione ad una corretta alimentazione e a
sani stili di vita; inoltre, i genitori possono ricevere consulenze legali,
psicologiche, pediatriche e di supporto alla genitorialità.
Il Punto Luce si pone l’obiettivo di
catalizzare e mettere in rete le diverse risorse educative - formali e
informali - che sono presenti sul territorio, per contribuire alla costruzione
di una “comunità educante” che accompagni i bambini e gli adolescenti nella
loro crescita.
2) Un intervento di tipo individuale - personalizzato: un piano
individuale di supporto, una dote educativa
dedicata alla fornitura di beni e servizi per singoli bambini e
adolescenti che vivono in condizioni certificate di povertà. Le doti educative
possono consistere ad esempio: - nell’acquisto di libri e kit scolastici
(quaderni, colori, penne, zainetti), abbonamenti dei mezzi pubblici per raggiungere
la scuola e tutto ciò che è indispensabile per poter seguire il proprio
percorso scolastico nel migliore dei modi; - nell’acquisto di strumenti
musicali, nell’iscrizione a corsi di musica o teatro o fotografia, nell’acquisto
di kit sportivi e/o iscrizione a corsi sportivi, acquisto di strumentazioni
tecnologiche quali: macchine fotografiche, tablet ed altra strumentazione
tecnologica funzionale a favorire aspirazioni e talenti che rimarrebbero
altrimenti inespressi; - nella partecipazione a campi estivi, nel sostegno alle
spese per gite scolastiche e altre attività che possono.
Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
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