sabato 4 gennaio 2020

Sveva Assembri: La gara più bella fatta fino a ora è stata il Passatore

Indescrivibile quello che ho provato durante la gara e quando sono arrivata alla fine
Matteo Simone 

Gare di corsa di lunghe distanze, come una 100km, diventano lunghi viaggi di fatica ma anche di soddisfazione per averla portata a termine dopo aver attraversato un mondo di sensazioni, pensieri, emozioni, dubbi.

Di seguito approfondiamo la conoscenza di Sveva attraverso risposte ad alcune mie domande. 
Qual è stato il tuo percorso per diventare atleta?Ho sempre fatto sport fin da quando ero bambina. Un anno di danza classica a 5 anni, poi quasi 15 anni di basket che ho lasciato all'università. Ho fatto vari corsi in palestra (step, danza africana, vari corsi di tonificazione) e mi sono allenata in sala pesi. Da 6 anni ho scoperto la corsa e, a parte una breve parentesi di triathlon, ora mi sto dedicando solo a quella.

Nella vita si attraversano fasi e cicli, si incontrano persone e sport e si decide momento per momento cosa è meglio per noi, cosa ci entusiasma, cosa ci attira.
Nello sport chi e cosa hanno contribuito al tuo benessere o performance?Posso dire che nessuno ha contribuito alle mie performance né tanto meno al mio benessere, mi sono sempre allenata ed arrangiata da sola senza guida alcuna se non qualche libro specifico.” 
Come sei cambiata attraverso lo sport?Lo sport mi ha insegnato ad andare sempre più in là, a capire che il mio corpo segue sempre la testa. Lo sport di squadra mi ha permesso di creare legami che sono durati negli anni.”

E questi sono i vantaggi dello sport, conoscersi prima di tutto, il proprio corpo e la propria mente, cercare di spingersi più in là in sicurezza sperimentando e apprendendo e in squadra confrontandosi con amici, aiutandosi, condividendo gioie e fatiche.
La gara della tua vita dove hai sperimentato le emozioni più belle?Senza dubbio la gara più bella fatta fino a ora è stata il Passatore fatto nel 2019. Indescrivibile quello che ho provato durante la gara e quando sono arrivata alla fine. Lì ho davvero capito che il corpo segue la testa e anche quando pensi di non averne più, basta focalizzarsi su qualcosa di positivo per andare avanti e non mollare.”

È interessante la testimonianza di Sveva che spiega il valore e l’importanza della fatica e delle crisi che a volte insegnano a cavarsela, ad uscire da situazioni difficili, a continuare non solo nello sport ma anche nella vita apprendendo dalla scuola dello sport, soprattutto dallo sport di endurance che fortifica, sviluppa consapevolezza, autoefficacia e resilienza.
Il 25 maggio 2019, Sveva ha corso la 100km del Passatore in 11h29’33”. 
Cosa pensano familiari e amici della tua attività sportiva?Non credo che i miei genitori siano davvero consapevoli di tutti i km che faccio e dei sacrifici, loro vedono sui social le mie foto, raramente ne parliamo. Il mio compagno mi sostiene sempre sia psicologicamente che dal punto di vista logistico.” 
Cosa hai scoperto di te stessa praticando sport?Di me ho scoperto che posso sopportare la fatica a lungo, che perdendomi nei km mi sento felice in maniera diversa, che posso ogni giorno migliorare un po’ e spostare i limiti.”

Lo sport di lunga durata permette di stare a contatto con la fatica per lungo tempo, adattandosi, facendosela amica, riuscendo a sopportare sforzi prolungati ma al tempo stesso sperimentando benessere.
Hai sperimentato l'esperienza del limite nelle tue gare?A oggi non ho avuto esperienza del limite. Ricordo solo una maratona in cui sono andata in crisi al 32° km. Pioveva a dirotto e avevo la febbre, arrivata a 10 km dalla fine volevo solo piangere e lasciare stare tutto. Ovviamente poi ho continuato.

A volte si prova a non mollare davanti a una crisi, imprevisto, difficoltà e ci si accorge che le situazioni cambiano momento per momento, e che quando credi che non ce la fai più è possibile pazientare, aspettare, notare cosa succede cercando risorse interne residue e riorganizzandosi per provare ad andare avanti.
Quali sensazioni sperimenti facendo sport (allenamento, pre-gara, gara, post gara)?Diciamo che sono sempre molto tranquilla. Durante gli allenamenti godo della fatica (soprattutto quelli brevi e veloci) e della compagnia che ho ogni tanto (spesso in ciclabile dove mi alleno si incontrano altri runners che ti accompagnano anche solo per un pezzo della tua strada). Ho quasi sempre un po’ di paura nel pre-gara (dovuta al fatto di non riuscire a fare ciò che mi sono prefissata). Appena muovo i primi passi però passa tutto e vado nella modalità ‘da adesso fino alla fine concentrata’. Nel post gara di solito sto bene a prescindere dal risultato (anche perché non sono assolutamente una professionista), mi godo il resto della giornata con ancora l’euforia addosso.”

È importante fare i compiti a casa, allenandosi e preparandosi a gara sfidanti da portare a termine e poi quello focalizzarsi il giorno della gara verso il traguardo, metro dopo metro, senza distrazioni e senza pensieri negativi o sabotatori, senza pretese, senza pressioni, senza giudizi.
Quali sono i tuoi pensieri in allenamento e in gara?Negli allenamenti brevi (ripetute) non penso. Sono troppo concentrata in quello che faccio. Durante i lunghi invece (così come le gare lunghe) mi perdo nei miei film mentali. Di solito sono storie a lieto fine che vedono me come protagonista, immagino persone e cose della mia vita in una prospettiva tutta di fantasia. Invento sfide con persone con cui non vado particolarmente d’accordo e corro come se li avessi ‘alle calcagna’. Guardo le persone che incontro e invento storie.”

È interessante questo approccio alla fatica con l’ausilio della fantasia che si rivela un’ottima alleata per andare avanti con leggerezza.
La tua gara più estrema o più difficile?La corsa più difficile che abbia fatto è stata la Diagonale. L’Italia di corsa a staffetta attraverso tutte le regioni. La difficoltà nella corsa era dovuta agli orari improponibili in cui si correva e ai quali il corpo non era abituato (io ho corso quasi sempre di notte o all'alba... è sicuramente magnifico ma difficile abituarsi in poco tempo) ma soprattutto alla mancanza di riposo adeguato. Essendo una squadra poco numerosa su due camper, si doveva gestire anche tutto il pre e post corsa, guida compresa. Esperienza faticosa ma indimenticabile.”

In ogni gara a cui si partecipa si fa tanta esperienza e si porta a casa tanta roba, soprattutto se si tratta di gare di squadra dove si condividono situazioni, sensazioni ed emozioni intense.
La ‘Diagonale Challenge’ è una staffetta a scopo benefico di nove staffettisti (Armando Cosentino, Ermes Capovilla, Alberto Molinari, Sveva Assembri, Caterina Nizzetto, Gianfranco Adami, Antonio Materazzi, Marco Baldassarre, Martina Gallinotti) che hanno corso giorno e notte per 3.000 km non stop attraversando tutte le regioni Italia con partenza all'alba del 18 agosto 2019 da Marsala e arrivo a Genova il 31 agosto, passandosi il testimone per tutti i 14 giorni, alternandosi per 92 tappe di circa 30 km. Il gruppo era assistito da due camper. 
Cosa ti ha fatto mollare o cosa ti fa continuare a fare sport?Non ho mai smesso di fare sport, mi piace la sensazione di benessere che mi dà, le persone che conosco, i posti che visito correndo (amo fare gare anche lontano da casa).” 
Come hai superato eventuali crisi, sconfitte, infortuni?Per fortuna non ho mai avuto grosse crisi, sono rimasta ferma per tre mesi dalla corsa a causa di una infiammazione al tibiale ma durante quel periodo ho fatto altro. Nuotato (non so se vale). Comunque ho una vita piena anche di altri interessi che posso coltivare.”

Lo sport non è solo allenamenti e gare, fatica, forza, resistenza ma anche tanta conoscenza di sé stessi, altre persone, altri luoghi e comunque non è l’unico orto da coltivare.
Un tuo messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarsi allo sport?Ai ragazzi dico di provare, di lanciarsi in quello che gli piace, ma anche in quello che fa loro paura perché finché non si prova non si può sapere. Di non lasciarsi abbattere se nessuno li sostiene nello sport, perché ce la fanno anche da soli (io da bambina andavo a basket da sola ed anche alle partite, i miei reputavano fosse una perdita di tempo).

Concordo con Sveva, lo sport si può fare con diverse modalità, in tanti luoghi, in tempi diversi, bisogna appassionarsi in qualche modo e coltivare questa passione che diventa un insegnamento alla vita molto pratico da affiancare a quello teorico scolastico.
Ritieni utile lo psicologo nello sport? Per quali aspetti e in quali fasi?Ritengo che uno psicologo sia sempre utile, soprattutto in un campo in cui spesso ci si trova confrontarsi con altre persone. Una sconfitta può tirare fuori vecchie ferite da curare, l’avere a che fare con persone diverse ci aiuta a superare il nostro ego facendoci crescere sempre un po’. È molto utile, a mio parere, per evitare di cadere in una ossessione da sport (del tipo che se non mi alleno mi sento in colpa e quindi non recupero mai).

A volte si perde il controllo, si diventa troppo dipendenti da qualcosa, a volte lo sport comporta tanta pressione e giudizi e può capitare che l’atleta non riesca a gestire situazioni e momenti difficili dove sarebbe importante una guida, una riflessione, un’elaborazione di un vissuto per rimettersi in gareggiata.
Sogni realizzati e da realizzare? Prossimi obiettivi?Il mio primo sogno era correre una maratona e l’ho fatto. Poi c’è stato il Passatore con la sua faticosa preparazione (perché la soddisfazione sta nel fatto che ho poco tempo libero e riesco comunque ad allenarmi) e anche questo l’ho fatto. Ora aspetto New York il prossimo anno e nel frattempo preparo una mezza, una maratona e un 50km per i prossimi mesi. Mi piacerebbe rifare il Passatore.”

Per Sveva sembra essere tutto sotto controllo, tutto chiaro, tutto organizzato, si tratta solo di continuare ad allenarsi con motivazione, passione, interesse e poi puntare meta per meta, per raggiungerla e ripartendo, sempre con entusiasmo, per la prossima.
Il 6 novembre 2022, Sveva ha corso la maratona di New York in 3h28'51". 
Un messaggio alle donne del mondo?A tutte le donne direi di sorridere e fare quello che ci piace. Che siamo una forza e possiamo arrivare dove vogliamo se la motivazione è forte.” 
Una frase o parola che ti aiuta nelle difficoltà?Nelle difficoltà recito Nam Myo Ho Renge Kyo (Sutra del Loto). Durante lo sport ma sempre nella vita quotidiana, oramai da tanti anni.”

Si può fare tutto credendoci e impegnandosi cercando di trasformare sogni in realtà da soli o in compagnia.
Come ti vedi a 50 anni?A 50 anni mi vedo come ora, con la stessa energia e voglia di fare. Mi vedo in viaggio, mi vedo continuare a correre e fare ciò che mi fa stare bene. Mi vedo (spero) lavorare un po’ meno e godere di quello che ho fatto fino a ora.”

Un’intervista a Sveva è riportata nel libro “La 100 km del Passatore. Una gara fra coraggio e resilienza", 27 ottobre 2021 di Matteo Simone (Autore) 

Matteo SIMONE 
380-4337230 - 21163@tiscali.it 
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR 

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