La
mia 72^ maratona/ultra, 18^ maratona di Roma, 5^ con Sport Senza Frontiere
Matteo Simone
Il 19 marzo 2023 ho corso la Maratona di Roma per contribuire a raccogliere fondi per i progetti di Sport Senza Frontiere a favore dei minori in condizioni svantaggiate. È stata la mia 72^ maratona/ultramaratona, 18^ maratona di Roma, 5^ con Sport Senza Frontiere.
La maratona un grande viaggio di
preparazione, gara, pensieri, dubbi, calcoli, numeri, lunghi e lunghissimi,
ripetute corte, medie e lunghe; variazioni, potenziamento, recupero, scarichi,
integrazione, scarpe, infortuni, proiezioni.
La maratona oltre a essere una
prestazione sportiva agonistica è un’esperienza. Percorrere una maratona non
significa solamente cercare di vincere, cercare di fare la prestazione della
vita, cercare di fare il record personale. Percorrere una maratona significa
anche fare un’esperienza e, cioè, organizzarsi per partire, per andare in un
posto, mettersi d’accordo con gli amici di viaggio, con gli eventuali amici da
incontrare nel luogo della maratona.
L’esperienza maratona significa sperimentare
l’alimentazione pre-gara, preoccuparsi del tempo atmosferico, pensare
all’abbigliamento adatto. L’esperienza maratona comprende l’eventuale
partecipazione agli eventi collaterali; osservare e fare attenzione al
territorio che si attraversa: colori, abitazioni, gente lungo il percorso.
Ci si arriva a step, è importante la
gradualità, l’impegno, l’adattamento progressivo. Bisogna sapersi monitorare
nel corso del tempo, sapersi testare o farsi testare. E’ importante considerare
la preparazione fisica, la preparazione nutrizionale, la preparazione mentale.
La preparazione per la
maratona richiede un impegno notevole di tempo e di fatica fisica. Preparare
una maratona diventa un investimento di energie fisiche e di tempo finalizzati
alla miglior resa nel giorno della competizione.
La preparazione va
programmata con la massima accuratezza considerando il proprio potenziale
atletico relativo alle precedenti competizioni e ai precedenti programmi di
allenamento. Va considerato il periodo di preparazione, estivo o invernale per
poter programmare le uscite di allenamento più lunghe o più faticose.
È auspicabile stilare
un programma di massima di allenamento che comprenda alcuni test importanti di
allenamento o di gara, per valutare il grado di preparazione e in modo da
capire i ritmi da poter sostenere nella competizione-obiettivo.
La preparazione mentale
può curare diversi aspetti che contribuiscono alla migliore riuscita della
prestazione. È importante partire dalla consapevolezza dell’atleta nell’impegno
che si appresta a prendere. Si può invitare l’atleta a considerare le
precedenti preparazioni a competizioni simili considerando i momenti di
difficoltà, di eventuali crisi, di eventuali infortuni, di eventuali rinunce e
pensare a come sono stati affrontati, gestiti e superati.
Si può invitare
l’atleta a confrontarsi con altri atleti che hanno sperimentato una
preparazione simile, a persone più esperte.
Una volta fissato
l’obiettivo-maratona, è importante per l’atleta prestare attenzione ai suoi
allenamenti, alle sue sensazioni, è importante sapersi ascoltare, capire
quando, quanto e come si fatica, come è la respirazione, come sente le gambe, è
importante accorgersi di ogni minimo fastidio e capire a cosa possa essere
dovuto, in modo da poter intervenire in tempo e rimediare per evitare di
perdere importanti sedute di allenamento e compromettere la
prestazione-obiettivo.
L’atleta può avere
voglia di partecipare a una competizione durante il periodo di preparazione,
però deve essere attento a non distrarsi dall’obiettivo previsto, quindi avere
un occhio orientato al presente ed uno al futuro prossimo.
Una
maratona oltre a essere una competizione atletica è un esercizio fisico
prolungato nel tempo che supera le 2 ore e che può protrarsi anche per 6-8 ore,
pertanto affrontare/sostenere questo sforzo prolungato nel tempo comporta una
preparazione fisica e mentale, direi una preparazione totale dell’essere umano
che comprende l’alimentazione, il corretto gesto atletico, una programmazione
oculata degli allenamenti per un congruo periodo di tempo che può essere dai 2
ai 6 mesi a seconda della preparazione di base, delle caratteristiche, delle
ambizioni dell’atleta.
Importante
suggerimento è credere in quello che si fa, essere convinti di quello che si
fa. Partire con il freno a mano tirato e rilasciarlo un po’ per volta, cercare
di avere la sensazione di correre con il freno a mano leggermente sollevato per
non bruciare eccessivamente benzina già dai primi km.
Questi
suggerimenti sono semplicemente delle proposte di piccoli cambiamenti che a
qualcuno potrebbe essere utile, potrebbe fruttare una migliore prestazione.
Cosa
c'è dopo una maratona? Un misto di stanchezza e
contentezza; un fiume di emozioni dopo tanti allenamenti per la preparazione;
dopo tante incertezze se fare questa o un’altra, se seguire un pacer o un
altro, ma l'importanza è l'esperienza che si porta a casa, tanti incontri, abbracci,
sorrisi. Incontri, confronti, tensioni, pressioni.
Lo sport aggrega, rende felici, permette
di prendersi cura di se stessi, sperimentare benessere, raggiungere
gradualmente obiettivi importanti come portare a termine una maratona.
Lo sport diventa una medicina naturale
per il corpo e per l’anima, si tratta di volersi bene facendo sport e
apprezzarsi per quello che si riesce a fare. La prima sfida è iniziare il
processo di cambiamento.
Lo sport forma e trasforma le persone,
insegna a superare ostacoli, crisi e difficoltà, non si tratta solo di allenare
il muscolo, ma attraverso lo sport si forgia il carattere, si struttura la
personalità.
Correre la maratona significa diventare
manager di se stessi, bisogna avere una grande consapevolezza delle proprie
risorse e dei propri limiti, bisogna conoscersi bene, sapere qual è il miglior
carburante per i propri muscoli sia alla partenza della gara, sia gli ultimi
chilometri e bisogna sperimentare anche in allenamento l’integrazione in gara
per capire cosa e come assumere determinati alimenti per continuare lo sforzo
prolungato nel tempo e terminare la gara senza incontrare il cosiddetto muro.
Lo sport permette di scoprire capacità
inusuali, la maratona rimane una gara importante che comprende il superamento del
muro dopo il 30° km.
Di seguito alcune testimonianze.
Le
parole di Giusto SIMONE il 20 marzo 2023, giorno dopo la maratona:
“Sono molto felice. Ieri per la prima volta ho tagliato il traguardo con un
sorriso. Mi sono dimenticato della gara, mi sono trovato catapultato in un mare
di emozioni. Ero in prima fila con i corridori più forti, un tenore mi ha
cantato l'inno di Mameli a qualche metro di distanza, e prima di partire mi
sono passate sopra le frecce tricolori. Indescrivibile. Potevo osare di più in gara?
Forse sì, ma ero in una delle città più belle del mondo a correre una maratona,
con le persone che volevo ad aspettarmi al traguardo, mi sono sentito un
privilegiato e ho voluto ridere e godermi dal 1° al 42° km questa splendida
gara, dimenticando un po' il crono finale. Ma sono felice, in qualche modo
secondo me abbiamo fatto un altro forte passo avanti”.
Giusto, ex calciatore, ravennate e originario
di Manfredonia (FG), ha iniziato a correre l’estate del 2021 con l’Atletica La
Sbarra, il 2022 è passato con il G.S. Lamone (UISP) e il 2023 ha confermato con
il G.S. Lamone e corre anche con l’Atletica AVIS Castel San Pietro (FIDAL).
La maratona è un lungo e intenso viaggio
già nel periodo di preparazione, alcuni mesi dedicati agli allenamenti che con
il passare dei giorni diventano sempre più difficili e faticosi per testarsi in
allenamento e abituare il fisico e la mente al lungo viaggio della gara
maratona.
Ottima
maestra la corsa e soprattutto la maratona dove bisogna essere concentrati e
focalizzati per far bene e non mollare proseguendo metro dopo metro, chilometro
dopo chilometro con la consapevolezza di aver lavorato bene e duramente e che
quindi la gara è solo il risultato di quanto investito in termini di impegno e
costanza.
Se le cose sono fatte bene, si
affrontano le maratone serenamente senza sbattere contro il muro della crisi
del 30°-35°km, basta sapersi allenare sufficientemente e adeguatamente con
allenamenti di un chilometraggio sufficiente per comprendere a cosa si può
andare incontro, alcuni allenamenti lunghi di 32-34km e ci si può presentare in
partenza con la coscienza a posto per affrontare la lunga gara.
Piano piano si fa tutto, basta trovare
le giuste motivazione, segnarsi gli obiettivi mentalmente e per iscritto,
prendere la direzione giusta del percorso verso il raggiungimento degli
obiettivi.
Percorrere la
maratona significa anche: osservare, sentire, percepire come riporto nel libro O.R.A. Obiettivi, Risorse, Autoefficacia.
Modello di intervento per raggiungere obiettivi nella vita e nello sport,
Edizioni ARAS, Fano, 2013, p. 124.
380-4337230 - 21163@tiscali.it
Psicologo,
Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
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