La
testa è il 70% della prestazione in gara
Dott.
Matteo Simone
Quando si tratta di sport di
endurance, come le ultramaratone, l’aspetto mentale ha un’importanza maggiore
perché si tratta di saper gestire lo sforzo fisico prolungato dove potrebbe
entrare in gioco il dubbio, il timore, la paura, l’insicurezza e si tratta di
consolidarsi come persona, di potenziare la motivazione, di utilizzare
strategie che permettano di non mollare fino al compimento della propria
missione sportiva.
Di
seguito approfondiamo la conoscenza di Daniele Mazza
(Atletica Amatori Brindisi) attraverso risposte ad alcune mie domande.
Come hai deciso di correre le
ultramaratone? Prima della mia seconda Maratona, a
Calimera nel 2023, conobbi Vanessa Fina che mi mise la pulce nell'orecchio: ‘Iscriviti
alla 6 ore di Copertino, hai la preparazione della Maratona, potresti provare a
farla’, detto fatto! Dopo 10 giorni dalla Maratona della Grecia Salentina
affrontai la mia prima 6 ore. Mi piazzai terzo di categoria con 59,59km. Da lì
poi non mi sono fermato più.
Il 29 ottobre 2023 Daniele ha corso
la Maratona di Calimera in 4h00’02”. Il vincitore è stato Luca Quarta
02h40’24”, precedendo Emanuele Coroneo 02h41’02” e Vito Alò 02h45’14”. Tra le
donne ha vinto Pamela Greco 03h09’31”, precedendo Milena Tunno 03h15’37” e Jessica
Carbone 03h53’01”.
Successivamente, l’11 novembre 2023
Daniele ha corso la 6 Ore Corri a Copertino, corsa su strada, vinta da Pamela
Greco che ha totalizzato 69,040 km, precedendo Luciano Tedesco 66,010 km.
A volte si scopre una passione per
caso, perché coinvolti da amici e allora non se ne può più fare a meno, si ha voglia
di osare sempre di più, di alzare sempre più l’asticella delle difficoltà,
mettendosi in gioco e facendo sempre più esperienza ce risulta utile nella
pratica sportiva ma anche nella vita quotidiana.
Come ti prepari per le
ultramaratone? Non faccio una vera e propria
preparazione, mi alleno due/tre volte a settimana facendo dai 10/15 km a
qualche lungo ogni tanto di 20/25km. Curo molto l'aspetto mentale, cercando di
pensare positivo e facendo una sorta di potenziamento delle mie qualità mentali
che mi aiuterà poi in gara ad affrontare la lunga distanza. La testa è il 70%
della prestazione in gara. Si corre soprattutto con quella, non solo con le
gambe.
Ritieni utile lo psicologo nello
sport? È molto utile soprattutto perché le Ultra sono un
discorso di ‘testa’, se non c'è quella la gamba può andare quanto vuoi, ma
prima o poi molli.
In effetti, nell’atletica, per
disputare gare di corsa della durata della maratona in poi conta molto la testa
che comanda sul corpo o può sabotare i sogni dell’atleta, si tratta di
addestrarsi mentalmente a essere propositivi e positivi, saper accettare e
gestire ogni fatica, andare sempre avanti nonostante sensazioni di stanchezza
che può essere superata focalizzandosi sul momento presente senza farsi
spaventare dalla lunga distanza che si affronta e gestisce un pezzo per volta.
Cosa hai scoperto di te correndo
ultramaratone? Ho scoperto la parte più
profonda della mia Anima, che tutti dovremmo curare e trattare bene. Si vive di
spirito e non solo di cose materiali. Ho scoperto di essere più forte e
indistruttibile da certi punti di vista.
Lo sport
permette di fare scoperte personali su stesso, nel profondo, soprattutto le
ultramaratone che sembrano essere viaggi anche dentro di se, dove avvengono
colloqui con se stessi, domande rivolte a se stessi per capire cosa si sta
facendo e cosa si sta cercando facendo un tipo di sport molto faticoso e
stancante ma forse liberatorio.
Cosa e chi ti aiuta?
I miei figli, genitori e chi ci tiene veramente a me, io corro per me stesso
e anche per loro.
Pensieri positivi e negativi durante
allenamenti e gare? Cerco di essere sempre positivo,
anche di fronte alle difficoltà. Per me esse non esistono come tali. Le cose ‘negative’
sono sempre delle opportunità. Perché da esse si impara a essere più forti. Lo
dico sempre ai miei figli.
Daniele
dimostra di aver sviluppato un approccio molto resiliente affrontando la sua
pratica sportiva con pazienza e fiducia, senza stress, ritenendo una grande
opportunità il trovarsi di fronte a qualsiasi fatica o crisi senza ostacolarlo
nei suoi piani e programmi futuri.
Un consiglio per chi vuole correre
ultramaratone? Le Ultra sono puro divertimento.
Si soffre, come dice un mio mito: ‘La fatica non è mai sprecata, soffri ma
sogni’, sono un allenamento per la vita, l'affronti diversamente. E poi la
gente che conosci nelle Ultra......fantastica. Dio benedica sempre le Ultra.
Che significato ha per te un podio o
personal best? Si corre anche per quelli. Ma
non bisogna andare in fissa se no si perde l'essenza di ciò che facciamo nelle
Ultra: divertirsi prima di tutto. Ovvio, io ci provo sempre a fare i Personal
Best, perché le Ultra sono prima di tutto il confronto con noi stessi. Nel
cercare il limite e nel superarlo, divertendosi.
La
pratica delle ultramaratone per molti atleti risulta essere un privilegio per
le esperienza condivise con altri, ricche di condivisione e solidarietà,
mostratisi uniti nella fatica e nella gioia di ogni arrivo.
La gara dove hai sperimentato le
emozioni più belle? Sono tante che porto nel Cuore
ma indubbiamente Curinga (6 e 8 ore) sono quelle che mi hanno emozionato di
più. Ma anche la 100km del Conero o il mio primo Passatore.
Aumentano
sempre più le gare di ultramaratone da quelle a tempo tipo le 6 ore, 8-12-24-48
ore alle 100km come quelle del Conero, Asolo, delle Alpi, dell’Etna Extreme,
oltre alla più partecipata 100km del Passatore. E ogni gara è un’opportunità
per migliorare la propria prestazione, o solamente per portarla a termine,
considerandola comunque una grande sfida.
Il tuo vissuto prima, durante, dopo una gara?
Cerco di prepararmi al meglio, curando ogni aspetto. Non caricandomi di ansia
ma pensando che ciò che farò mi porterà ad arricchire la mia Anima, a farla
evolvere.
Per tanti
affrontare le ultramaratone sono momenti e opportunità di crescita personale,
stando tanto tempo faticando e in contatto con se stessi, in ascolto del
proprio respiro e le proprie sensazioni corporee che accrescono l’autoconsapevolezza
e l’autoregolazione organistica.
Hai sperimentato il limite nelle tue
gare? Ancora no, devo essere sincero. Lo sto ancora cercando.
Qualche difficoltà si, è normale in gara, ma se hai la testa salda sul collo lo
superi.
La tua
gara più estrema o più difficile? Quella in cui ho avuto difficoltà è
stata la recente 50km di Rapone in Basilicata. La testa aveva deciso di
mollare, non avevo preso la mia integrazione ed ero stanco. Ma poi mi sono
ripreso e l'ho chiusa. Non ho mai pensato però al ritiro.
Bellissima gara la 50km di Rapone
(Ultramaratona delle Fiabe) anche se ha le sue difficoltà, soprattutto un
tratto di salita molto difficile da percorrere tantissime volte.
Il 7 settembre si è svolta la 5^
edizione e Daniele ha impiegato 5h23’46”, il vincitore è stato Giuseppe
Molitemi 4h06’46”, precedendo Domenico
Pracilio 4h09’32” e Marco Irregolare 4h18’30”. Tra le donne ha vinto Roberta
Varricchione (6^ assoluta) 4h26’09”,
precedendo Maria Domenica Gagliardi (8^
assoluta) 4h29’38” e Angela De Sario 4h46’42”.
Sogni realizzati e rimasti
incompiuti? Da compiere soprattutto, non mi
guardo mai indietro, sempre avanti a ciò che voglio fare. Vivere il presente in
prospettiva futura. Ciò che può accadere e che programmi è sempre buono.
Prossimi obiettivi a breve, medio, lungo termine?
Vorrei fare la Spartathlon un giorno, è il mio obiettivo principale. Anche
correre la Maratona per eccellenza: la Maratona ad Atene. L'olimpo
dell'atletica. Fare almeno una Major. Correre più Maratone possibili da Pacer.
Sono anche un ‘Angelo della corsa, faccio parte del gruppo PacerTribe (ringrazio sempre il Presidente Giovanni Gelsomino e il Vicepresidente Andrea Morrone per avermi annoverato fra i loro atleti).
Sono
tanti gli obiettivi degli atleti, runner, maratoneti e ultramaratoneti. La Spartathlon
da Atene a Sparta di 246km è il sogno di tanti ultramaratoneti ma bisogna
arrivarci gradualmente in modo da ottenere i requisiti richiesti di aver
completato altre gare molto lunghe i un certo tempo, come la Nove Colli Running
di 202,4km.
Tra gli
obiettivi di tanti c’è anche la partecipazione a gare aiutando altri atleti,
per esempio da pacer, portando al traguardo un gruppo di alteti in certo tempo
stabilito.
Ti ispiri a qualcuno?
A mio padre, alla sua resistenza e coraggio. Solo che lui è stato un pugile
professionista, lui mi ha trasmesso l'Amore per lo sport. Cocciuto com'ero ho
sempre fatto calcio, poi ho scoperto la corsa e non l'ho più abbandonata.
Vorrei correre più a lungo possibile.
Importante
l’impronta dei genitori per la pratica di uno sport per fortificarsi come
persona ed è importante trovare il proprio sport da coltivare con passione,
motivazione e resilienza.
Cosa dà e cosa toglie lo sport?
Lo sport dà sempre comunque qualcosa, ciò che investi in fatica e tempo te
lo ritrovi sempre. A mio avviso non toglie nulla.
Quali sono gli ingredienti del
successo? Umiltà, costante applicazione e
dedizione alla cura di noi stessi. Dobbiamo essere sempre la migliore versione
di noi stessi.
Gli allenamenti più importanti?
Quelli che fai in relax, godendosi il paesaggio. Ogni allenamento è un
viaggio che facciamo con noi stessi. Anche quelli in collettivo sono molto
importanti. Ma vuoi mettere una bella corsa in un viale alberato in montagna o
di fianco ad un bagnasciuga di una spiaggia? Non c'è cosa più spettacolare.
Correre è
davvero una liberazione, un’opportunità per scoprire il territorio, apprezzando
ogni momento della giornata, dall’alba a l tramonto ma anche nelle ore diurne e
notturne, esperienza dense e intense.
Cosa ti spinge a fare sport di endurance?
Per la mia particolare attitudine alla resistenza. Uno dei miei motti è
‘Insisti, Resisti, Stupisci’. Sono molto portato agli sforzi prolungati, mi
piace testarmi e capire il mio punto ‘limite’, per poterlo superare. È una
continua sfida con se stessi.
La
pratica dell’ultramaratona risulta essere innanzitutto una sfida con se stessi,
riuscire a percorrere un determinato numero elevato di chilometri in
allenamento e poi in gara, poi anche cercare di abbassare i tempi cronologici,
ma comunque approfittare di momenti esclusivi di fatica da soli o in compagnia.
Cosa diresti a te stesso di 10 anni
fa? Con l'esperienza che ho adesso, beh.......’Corri’. Se
avessi saputo avrei iniziato prima con le Ultra. Però è importante avere
iniziato.
Una parola o frase che ti aiuta nei
momenti difficili? Ho un motto che è ‘Mollare mai’,
me lo porto e me lo ricordo in ogni gara, in ogni momento di difficoltà, nei
momenti in cui ce n'è bisogno. Mi aiuta a dire a me stesso ‘Daniele, ce la puoi
fare’.
Bisogna sviluppare
sempre più fiducia in se e se una volta non si riesce nei propri intenti si può
riprovare potenziando ogni aspetto critico.
C'è qualcuno che ti incoraggia o
scoraggia nelle tue imprese sportive? Chi mi vuole bene, i miei figli
Sara e Antonio innanzitutto e il pensiero che a loro devo molto. E poi tutti i
miei Amici Ultra, tanti. Tutti speciali. Vanessa in primis, e poi tutti coloro
che credono in me e mi incoraggiano sempre.
In che modo lo sport ti aiuta nella
vita quotidiana? Lo sport è l'esca per stare bene
nel quotidiano, bisogna fare attività fisica. Non per forza gareggiare, anche
solo fare una camminata può migliorare a sentirsi una persona migliore. Ai
giovani dico: ‘Fate sport, esso e vita e vi rende persone Uomini e Donne
migliori. La Società ha bisogno di persone migliori. Se invece di tante guerre
si corresse...…saremmo tutti più felici.’ Sempre viva la corsa.
Bellissimo
messaggio di invito a faticare per trovare prima la pace con se stessi e poi
essere in pace con altri.
Dott.
Matteo Simone
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