sabato 4 ottobre 2025

Gaia Angelici porta a termine l’Ironman a Cervia 2025 in 12h24’30”

 Dott. Matteo Simone  21163@tiscali.it  


Il 20 settembre 2025 ha avuto luogo l’Ironman a Cervia (3,8km nuoto, 180km bici, 42.195km corsa), il vincitore è stato Tine 
Lavrencic 8h14’15” (nuoto 5719”, bici 4h2512”, corsa 2h4334”), tra le donne ha vinto Marit Lindemann 8h48’ (1h07’, 4h35’, 2h55').

Tra i finisher anche Gaia Angelici alla sua prima gara di triathlon in 12h24’30” (1h24’25”, 6h20’45”, 4h24’47”) e di seguito approfondiamo la sua esperienza attraverso risposte ad alcune mie domande. 
Complimenti per l’Ironman? Come ti senti ora? Grazie per i complimenti. Mi sento soddisfatta a livello emotivo e mentale perché non pensavo nemmeno di fare questo tempo, fisicamente sto già meglio ma sento il bisogno di riposare almeno un altro paio di giorni. 

Già la maratona è una grande sfida, figuriamoci un Ironman dove si tratta di nuotare per 3,8km, poi pedalare per 180km e infine correre una maratona, tanta roba. Risulta essere un’impresa da portare a memoria negli anni che aiuta a rendersi conto di quello che si è riusciti a fare con una preparazione adeguata e avendoci creduto altamente fino alla fine. 
La parte più difficile? La parte più difficile oltre agli ultimi 20 km in bici e gli ultimi 10 di corsa è stata l'integrazione. Mangiare almeno 60 gr di carboidrati l'ora per più di 12 ore non è semplice, soprattutto nella frazione di corsa quando lo stomaco non ne vorrebbe più sapere ma la testa sa che è necessario. 

Davvero una gara molto impegnativa, sfidante, stimolante, considerata anche estrema, dove c’è bisogno di allenarsi adeguatamente in tre discipline sportive, combinando anche allenamenti di lunga durata e dove le energie possono scarseggiare e bisogna sempre rimboccare i serbatoi con alimenti appropriati sperimentati in allenamento. 
Come hai deciso di partecipare? Ho iniziato ad andare in bici a giugno, dopo il Passatore per continuare ad allenarmi senza sforzare troppo le articolazioni. In quel periodo una mia amica e compagna di squadra, Maria, mi ha proposto di fare l'Ironman 70.30 di questa domenica e io ho subito accettato. Ne ho parlato con Danilo, anche lui amico e compagno di squadra oltreché grande fonte di ispirazione, che subito mi ha detto che secondo lui avevo il potenziale per preparare un full. Ci ho riflettuto qualche mese e a gennaio ho iniziato ad allenarmi seriamente, così il mio primo triathlon è stato un Ironman. 

Per chi è portato per gli sport di endurance, come si dice, l’appetito vien mangiando, si è stimolati e invogliati nel voler fare di più, nell’alzare l’asticella, nell’osare e si può fare con elevata consapevolezza delle proprie capacità e risorse e con l’aiuto di persone che consigliano e supportano. 
Come ti sei preparata? La preparazione è durata 10 mesi, ho sfruttato i primi 2 mesi di prova gratuita preparandomi con la scheda di allenamento fornita con l'iscrizione, poi insieme a ‘chat GPT’, attraverso quella, ho creato la scheda finale compresa dei vari blocchi di allenamento (capillarizzazione, intensificazione, carico e scarico). Devo ringraziare la mia amica Pamela per avermi aiutato a rientrare in acqua dopo 11 anni di stop e avermi seguito per 5 mesi prima che mi trasferissi al mare per nuotare in acque libere. Gli ultimi mesi prima dello scarico sono stati impegnativi perché la settimana non era mai sotto le 10 ore. Ho fatto molti combinati, soprattutto bici corsa e tanto volume. 

Quando nasce una sfida, si attiva la mente e il corpo, si cerca ogni soluzione per far bene e meglio, si riesce a trovare spazio e tempo per allenamenti impegnativi e duraturi fino al giorno finale della gara. 
Cosa hai scoperto di te in questa gara? Ho scoperto ancora una volta che quando mi metto in testa un obiettivo stringo i denti e lo porto a casa e che so affrontare le crisi mentali e il dolore fisico meglio di quanto creda.  
Cosa lasci lì e cosa porti a casa? Ho lasciato in quelle 140.6 miglia tante paure e insicurezze e ho portato via con me molta consapevolezza, gioia, soddisfazione. 

In effetti trattasi di una cosa grandissima, una grande sfida, una gara lunghissima, la prima volta, la prima esperienza e i dubbi ci possono essere e tanti, ma se si è focalizzati e motivati si va avanti come treni fino alla meta finale. 
Cosa e chi ti ha aiutato? Ho già nominato molte delle persone che mi hanno aiutato rispondendo alle domande precedenti, aggiungo la mia squadra di supporto che era lì presente: la mia amica Aurora, Gloria, Emma, mio zio Diego, i miei cugini Sofia e Giordano e ultimo ma non per importanza Marco, il mio compagno di follie, avventure estreme e vita nonché una grande fonte di ispirazione sportiva. È il mio più grande supporter in ambito sportivo e non. Mi ha supportato negli allenamenti che abbiamo condiviso e in quelli che ho affrontato da sola, ha portato a casa con me ogni singolo allenamento della fase di carico e il lungo, dandomi una forza che da sola non avrei trovato. Avere qualcuno che ami e stimi che crede in te più di quanto a volte faccia tu stessa da una motivazione incredibile. 
C'è stato sempre in quelle 12 ore e 24 minuti anche quando non potevo vederlo e sentirlo e si è preso cura di me quando l'adrenalina è crollata e sono iniziati i dolori. Avere dei volti amici lungo il percorso da una carica indescrivibile nei momenti duri. Ringrazio anche tutte le persone che mi hanno seguito da casa: mio padre, mia madre, mio fratello e tutta la mia famiglia, le mie amiche e il ‘Sabina Marathon Club’ che mi ha sempre fatto sentire la sua vicinanza. 

Dietro l’atleta c’è tanta roba, tante persone che aiutano, supportano, motivano, l’atleta e risultano essere risorse indispensabili in presenza o anche solamente nei pensieri quando si tratta di non mollare pensando al loro aiuto anche da casa. 
Pensieri positivi e negativi durante la gara? I pensieri e le emozioni positive sono stati infiniti, una delle cose più belle di questa gara è stato il tifo di tante donne sconosciute che impazzivano ogni volta che vedevano passare una donna in gara, me compresa. Il pensiero negativo più ricorrente è stato ‘non voglio farlo mai più’. È ancora presto per pensarci ma chissà. Queste gare sono sempre un viaggio meraviglioso e complesso dentro se stessi, dove la forza mentale in alcuni momenti sopperisce a quella fisica e ci aiuta a entrare in stanze del nostro essere che sono impossibili da raggiungere con qualsiasi altro mezzo, ma quando ci arrivi una voltavuoi continuare a tornarci. 

In queste gare molto coinvolgenti entrano in gioco i neuroni specchio degli spettatori che fanno  che provino quanto sta provando l’atleta e l’euforia aumenta e di conseguenza il ritorno di carica per gli atleti che sentono le loro incitazioni è molto utile. 
Bellissima l’ultima parte di questa risposta, ecco cosa spinge le persone a faticare e mettersi in gioco in gare di endurance, sopportando fatica, dolori e sacrificiQueste gare sono sempre un viaggio meraviglioso e complesso dentro se stessi, dove la forza mentale in alcuni momenti sopperisce a quella fisica e ci aiuta a entrare in stanze del nostro essere che sono impossibili da raggiungere con qualsiasi altro mezzo, ma quando ci arrivi una voltavuoi continuare a tornarci. 
A chi la dedichi? Dedico questa gara a tutte le persone che ho già nominato, in particolar modo a Marco perché so che prima o poi deciderà di affrontarla anche lui e lo farà alla grande. La dedico anche a tutte quelle che non hanno il mio stesso privilegio di svegliarsi la mattina, decidere che vogliono fare qualcosa e poterla fare davvero. 
Prossimi obiettivi a breve, medio, lungo termine? Prossimi obiettivi a breve termine l'Elba Legend Run tra meno di due settimane e l'UTMB in Puglia, due trail per tornare sui sentieri dopo tanto mare e asfalto. Su quelli a lungo termine devo ancora riflettere. 

Gara interessante l'Elba Legend Run 65km D+ 3.000m. Dal mare alle Miniere fino al Castello del Volterraioun itinerario che collega i due siti minerari dell’Isola, quello di Capoliveri e quello di Rio. Partenza/Arrivo: Capoliveri (LI), domenica 5 ottobre, ore 6.00Tempo massimo: 14 ore.
Interessante anche l'UTMB in Puglia SDM 140. Dai Sassi di Matera 140km e 3500 di dislivello alla scoperta della Terra delle Gravine. Un percorso tra Basilicata e Puglia arrivando sul mare con gli ultimi km sulla spiaggia di Castellaneta Marina. 
Cosa diresti a te stessa di 
10 anni fa? 
Alla me stessa di 10 anni fa direi che non sono dove si aspettava lei ma che sono in grado di fare cose che nemmeno avrebbe immaginato. 

Dott. Matteo Simone 
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR 

 

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