Prediligo il trail running perché amo radicarmi nella natura
Dott. Matteo Simone
Il trail running è davvero una bella passione che coniuga la corsa con i sentieri naturali dove si sperimenta davvero una corsa libera immersi in un mondo naturale.
Di seguito approfondiamo la conoscenza di Giada attraverso risposte ad alcune mie domande.
Come ti definisci atleticamente? In qualità di atleta amatoriale mi definisco un ibrido: il mio sport principale è il podismo ma non tralascio allenamenti in palestra per il rinforzo muscolare e un’uscita settimanale in bici per sciogliere un po' di pesantezza dalle gambe. Prediligo il trail running perché amo radicarmi nella natura ma, proprio in qualità di ‘ibrido’, mi alleno anche per gare su strada dai 5 km alla mezza maratona. Mi piace essere un bel mix insomma.
In genere i podisti corrono dappertutto, per strada, in pista, nei parchi, in montagna e poi ognuno si specializza in una distanza o in un terreno che preferisce ma si può sempre cambiare nel corso degli anni o dei periodi dell’anno.
Cosa e chi contribuisce alle tue prestazioni? Ci sono più fattori che contribuiscono alle mie prestazioni ma sicuramente il mio allenatore è quello più propellente! Grazie alla sua presenza costante durante gli allenamenti e al suo essere alle volte molto risoluto, non smetto mai di cercare di migliorarmi. E poi c’è la mia squadra... con cui condivido il sudore, le sconfitte ma anche i momenti di gloria. Per ultimo, ma non per importanza, c’è il pensiero che va alla mia famiglia e a tutte le persone che mi sono vicine e che mi supportano comprendendo tutti i miei ‘non posso perché domani ho il lungo’, ‘stasera ho gli allenamenti’, ‘al pranzo di Natale arrivo mezz’ora più tardi perché devo preparare una gara’.
Cosa pensano familiari, amici e colleghi della tua attività sportiva? Per amici, familiari e colleghi sono una super eroina! Ricevo tantissimo supporto e questa cosa mi permette di concentrarmi, senza stress, su allenamenti e gare. Certo, a volte è difficile trovare il giusto equilibrio tra lo sport e i propri cari, ma cerco di non far mancare mai niente a nessuna delle due parti.
Dietro l’atleta ci sono tante persone che collaborano, aiutano, permettono, supportano in modo che l’atleta possa allenarsi serenamente per poter partecipare ad alcune gare che ritiene importanti, sfidanti, difficili ma non impossibili.
Quali competenze, risorse e caratteristiche possiedi nel tuo sport? Per quanto riguarda le competenze, sicuramente sono molto disciplinata e costante. Bisogna saper ‘tenere duro’ quando si fa sport! Ma devo dire che, con il passare degli anni sta aumentando anche la mia resistenza alla fatica, sia da un punto di vista fisico che mentale. Invece in merito alle risorse, se si parla di quelle organizzative, ci vuole un po' di logistica per suddividere la giornata tra lavoro, famiglia, allenamento e impegni vari. Ma con un bel piano strutturato, salvo imprevisti, è tutto fattibile. Penso di essere una persona molto determinata e competitiva, caratteristiche fondamentali per migliorare le proprie prestazioni. Sono molto autodisciplinata: se diluvia, fa freddo e tira vento si corre ugualmente perché le gare non sono organizzate secondo le previsioni meteorologiche. Associandomi però alla forte determinazione, spesso soffro di ansia da prestazione. Pre-gara, a volte anche i giorni prima, faccio fatica ad entrare nel flow giusto; appena inizio a correre però passa tutto.
È importante sapersi organizzarsi e non mollare, andando avanti con gli allenamenti nonostante imprevisti e difficoltà, con la consapevolezza, che si può fare, che si supera tutto e che quello che facciamo per noi è molto importante.
Cosa hai scoperto di te stessa praticando sport? Lo sport mi ha fatto scoprire che sono veramente forte! E non parlo di prestazioni ma di resilienza. Non mollo mai, anche quando è difficile e questo aspetto, lo applico in ogni ambito della mia vita.
Quali sono le difficoltà e i rischi nella pratica del tuo sport? I rischi di chi pratica il mio sport sono quelli di ‘farsi male’. In tema ‘trail running’ il rischio di cadere è altissimo e ci vuole tantissima concentrazione, anche se a volte purtroppo non basta perché un sasso di troppo, una storta o una scivolata importante possono invalidare non solo la corsa del momento, ma anche allenamenti successivi. Ad ampio spettro il rischio che terrorizza ogni atleta è l’infortunio, spesso classico di un periodo di sovrallenamento.
Per ogni attività quotidiana c’è bisogno di focalizzazione, di starci in quel momento, di godersi proprio quel tempo e quell’attività e soprattutto nel trail running maggiormente bisogna essere focalizzati nel percorso, da dove si mettono i piedi a dove si sta andando, per non perdersi, per no inciampare, per non cascare ma è un sentiero che incrementa conoscenza personale e crescita personale, una palestra di vita, che incrementa autoconsapevolezza, fiducia, coraggio e resilienza per affrontare gare sempre più dure ma anche situazioni importanti e difficili nella vita quotidiana.
La tua situazione sportiva più difficile? La situazione sportiva più difficile è stata la ‘trocanterite’, arrivata dal nulla e andata via con stento dopo 6 mesi. Non poter fare sport è stato devastante.
Come hai affrontato, gestito e superato eventuali crisi, sconfitte o infortuni? L’allenamento più duro per uno sportivo è non potersi allenare. Dover stare fermi è difficile da gestire sia mentalmente che fisicamente. La crisi i primi giorni di Stop è imminente e poi lascia spazio alla consapevolezza: se non posso correre magari posso andare in bici o fare palestra. Comunque ci si ‘adatta per sopravvivenza’. Sconfitte e crisi si superano, inizialmente lasciano l’amaro in bocca ma poi ti accorgi che sono fondamentali per migliorare.
Per quali aspetti e fasi ritieni utile lo psicologo nel tuo sport? L’aiuto di uno psicologo all’interno del mio sport è importantissimo! Spesso si va in ‘tilt’, specialmente proprio dopo un infortunio o una sconfitta. Nel primo caso si inizia a entrare in un loop di pensieri tipo ‘ora devo stare fermo e perdo tutto’, nel secondo caso (sembra assurdo) ma si può arrivare a pensare di non valere niente. Una figura che ti faccia uscire dal turbinio di pensieri intrusivi è fondamentale.
In effetti in situazioni difficili bisogna uscirne fuori possibilmente integri e preferibilmente rafforzati, accettando innanzitutto ciò che ci accade o andiamo incontro o che ci procuriamo e poi capendo come possiamo rimodulare il tutto, dagli obiettivi, ai piani di allenamento.
Ma soprattutto rimodulare la quotidianità approfittando a stare sul momento presente con quello che c’è e con chi ci è vicino o con chi ci può aiutare, con pazienza, fiducia, attesa, accettazione e resilienza.
L’evento sportivo in cui hai vissuto le emozioni più belle? A maggio ho perso nel giro di 5 giorni tutte e due le mie nonne e, in previsione per agosto avevo il Trail dell’Amiata. Arrivavo da periodi di gare su strada e volevo preparare questo trail di 29 km con 1500 d+ al meglio avendo 3 mesi ma, prima di trasformare il dolore in forza, ho avuto difficoltà di concentrazione. Poi però ce l’ho fatta e quando mi sono classificata 1^ a quella gara, mentre passavo sotto il gonfiabile cingendo il nastro di arrivo in mano, ho sentito che le mie nonne erano nel mio cuore e quindi con me a tagliare il traguardo. È stata la gara più emozionante, perché l’ho fatta sia con gli altri che con me stessa.
Mi dispiace tantissimo, le nonne sono una grande risorsa per la famiglia, i figli, i nipoti ed è bene ricordarle in ogni occasione, in ogni situazione continuando nella propria quotidianità e cercando di avere una comunicazione con loro, soprattutto nel dolore e nella fatica, chiedendogli aiuto e ringraziandoli per esserci sempre anche se non in presenza ma nel nostro cuore nella nostra mente, nei nostri pensieri, immortali.
Quale allenamento mentale utilizzi? In gara penso di non pensare. Entro in un mondo tutto mio dove c’è solo il mio respiro, il mio battito e i piedi che toccano terra. Per arrivare a questo stato durante le gare, spesso nei giorni precedenti, rivivo positivamente il giorno della gara al contrario: penso a quando andrò a letto a fine giornata, al pomeriggio quando sono soddisfatta, al passaggio sotto al traguardo, al dirsi ‘in bocca al lupo’ prima di partire, alla mattina quando mi sveglio. Mi tranquillizzo un po’ facendo questo esercizio e capisco che è solo una nuova giornata da affrontare, gara o non.
È importante essere sereni prima e durante la gara ed è altrettanto importante simulare parti di gara per capire cosa potrebbe succedere e immaginare e visualizzare come si vorrebbe affrontare alcune fasi della gara, con fatica, ma fattibile grazie al duro lavoro fatto in preparazione di tale gara.
Prossimi obiettivi? Prossimi obbiettivi…una bella stagione invernale di gare e crescere sempre più. Voglio dedicarmi agli allenamenti e migliorare le mie prestazioni. Sembra un obiettivo banale ma se preso con la giusta motivazione, non lo è per niente.
Allenamenti e gare sono test e prestazioni che permettono di conoscersi sempre di più e capire a che punto si è del proprio percorso di crescita sportiva e personale.
Quali sono gli ingredienti del successo? L’ingrediente principale del mio successo è la forza di volontà. Senza quella non si va da nessuna parte. Se poi il successo fosse una torta aggiungerei anche 2 lt di passione e un pizzico di pazzia.
In effetti per mettersi in movimento, per mettersi in gioco e fare esperienze apprendendo sempre, c’è bisogno di una grande motivazione e passione che spingono a prepararsi per uscire per allenarsi in tante situazioni e circostanze dove si vorrebbe rimandare o saltare per altri motivi, per altri impegni, per pigrizia.
Come sei cambiata grazie allo sport? Lo sport mi ha aiutata a migliorare la mia asma ed è stata la medicina più potente rispetto a quelle che ancora prendo. Questo è il miglioramento fisico più importante di tutti, al di là del bel fisico da atleta, lo sport per me è salute.
In effetti lo sport aiuta a costruirsi un bel fisico da atleta ma anche a star meglio mentalmente e fisicamente, sconfiggendo molti acciacchi dovuti a malesseri che non siamo in grado di gestire se non troviamo la forza di metterci in moto nonostante il clima, nonostante le giornate impegnatissime.
Chi ti ispira? Io sono ispirata da tutte le donne che praticano sport tra la gestione della casa, i figli, la famiglia, il lavoro, ecc. Una donna che dopo il parto inizia nuovamente a correre, per me è una campionessa a prescindere.
Cosa c’è oltre lo sport? Oltre lo sport c’è tanto ma non nego che a volte le vedute si accorciano se si è tanto presi da quello che si fa. Lo sport per me è vita, ma cerco di non perdere il focus dal fatto che c’è anche altro oltre le gare, la pista, le scarpe e la fatica. Faticare è bello ma dopo una salita è bene anche fermarsi per guardare il panorama.
La fatica è bella perché fa apprezzare i miglioramenti e le performance grazie anche ad esse, più si fatica e più si migliora, in genere è così. Ma è sempre bene restare con i piedi per terra e non perdere di vista altro, ogni gara è importante fermarsi a riflettere, fare il punto della situazione, recuperare e dedicarsi un po’ ad altro prima di ritornare alla carica con nuovi obiettivi sfidanti e stimolanti.
Dott. Matteo Simone









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