Ovviamente la dedico ai miei genitori che sono sempre a casa preoccupati
Dott. Matteo Simone
Il 27 settembre 2025 si è svolta la “Last Man Backyard Cervia”, la Backyard è nata da un'idea di Laz Lake, creatore della Barkley Marathon.
Trattasi di una gara a eliminazione su un circuito di 6,706 km, il tempo limite per completare il giro è di 60 minuti, vince l’ultimo atleta rimasto in gara.
L’ultimo atleta a rimanere in gara è stato Vittorio Silva che ha corso 37h percorrendo 248,122 km, gli altri atleti fermatisi prima di lui sono stati Vito Intini 36h - 241,416 km Intini e Cesare Mauri 34h – 228,004 km.
Tra le donne, Elsie Cargniel Bergamasco è riuscita a resistere con gli altri tre uomini per ben 33h - 221,298 km.
Di seguito approfondiamo la conoscenza di Vittorio (Atl. Franciacorta Oxyburn) attraverso risposte ad alcune mie domande.
Come ti definisci atleticamente? Atleticamente mi definisco un amatore che si allena tantissimo ma pur sempre un lavoratore che si ritaglia il tempo per allenarsi.
Cosa e chi contribuisce alle tue prestazioni? Alle mie prestazioni contribuisce il tempo che dedico alla corsa.
Cosa pensano familiari, amici e colleghi della tua attività sportiva? I miei famigliari e amici ovviamente pensano che sia un pazzo a far gare oltre i 200/300 km.
Ci sono forti passioni che vanno coltivate e a volte richiedono tantissimo tempo come le ultramaratone dove bisogna allenarsi a correre e restare in piedi avanzando ore e ore.
Quali competenze, risorse e caratteristiche possiedi nel tuo sport? Competenze non ne ho o almeno penso, dalla mia ho letto molto sulla corsa e su altri sport come il ciclismo. E ho 10 anni di esperienza nella corsa con molti errori fatti.
Quando vi è una forte passione nello sport si cerca di fare sempre meglio anche documentandosi ma soprattutto facendo esperienza in campo, sbagliando ma imparando da ogni esperienza.
Quali sono le difficoltà e i rischi nella pratica del tuo sport? Rischi ovviamente ci sono come usura del corpo in generale, ammetto di sapere che quello che faccio non fa bene al mio corpo e per quello cerco di gestire il carico il meglio che posso.
Si tratta di un equilibrio da cercare di mantenere tra osare senza strafare, per il benessere psichico e fisico ma senza esagerare, una ricerca della miglior condizione psicofisica per durare il più a lungo possibile, per gestirsi nel tempo, per non bruciarsi troppo in fretta. Per star bene in salute fisica e mentale.
Per quali aspetti e fasi ritieni utile lo psicologo nel tuo sport? Per quanto riguarda lo psicologo non ne ho mai sentito la necessità, quindi non saprei.
L’evento sportivo in cui hai vissuto le emozioni più belle? Le emozioni più grandi le ho vissute al Tor330 nel 2024 che coincide col la mia gara più lunga.
Tra l’8 e il 14 settembre 2024 ha avuto luogo il “TOR330 - Tor des Géants 330km” e Vittorio l’ha concluso in 5 giorni 08h14’23”. Il vincitore è stato il francese Francois D'Haene 2 giorni 21h08’32” precedendo i connazionali Benat Marmissolle 3 giorni 01h10’18” e Martin Perrier 3 giorni 03h35’59”. Tra le donne ha vinto la svizzera Katharina Hartmuth (/^ assoluta) 3 giorni 07h10’40”, precedendo la britannica Sabrina Verjee 3 giorni 12h03’21” e la francese Claire Marine Bannwarth 3 giorni 13h02’47”.
Come hai affrontato, gestito e superato eventuali crisi, sconfitte o infortuni? Ma in realtà non parlo mai di sconfitte, a me piace correre e quello mi basta, le vittorie sono arrivate col tempo ma sono una conseguenza dei km fatti nel corso degli anni. Gli infortuni ho imparato a gestirli con pazienza e ad ascoltare di più il mio corpo, fermandomi un attimo se c’è qualcosa che non va.
Che effetto ti ha fatto vincere la USM25? È stato molto strano, mi ero allenato tanto e sapevo di poter stare tra le 29 e le 31 ore, ma arrivare a vincere è una cosa che non riesco ancora a metabolizzare.
Tra l’11 e il 13 aprile 2025 ha avuto luogo l’11^ UltraMilano-Sanremo, 262km corsa su strada e il vincitore è stato Vittorio Silva in 30h32’ precedendo Daniele Lissoni 34h15’ e il lettone Peteris Cabulis 35h15’. Tra le donne ha vinto la polacca Milena Agnieszka Grabska-Grzegorczyk 35h34’ precedendo Veronica Malagni e l’ungherese Linda Boros arrivate insieme 37h56’.
Criticità? I momenti più difficili? Ho avuto un momento difficile in particolare, l’essere primo per così tanti km con un margine enorme sul secondo mi ha fatto rilassare mentalmente. Li il mio corpo ha rilasciato in me tutta la stanchezza della gara in un colpo solo e da un momento all’altro anche il solo camminare era uno sforzo esagerato.
Trattasi di gare davvero molto impegnative, considerate estreme dove il corpo e la mente possono far brutti scherzi, finché c’è sfida e competizione si cerca di essere lucidi e andare avanti ma se si rimane da soli si può perdere il senso della gara e ci può essere un rifiuto del corpo e della mente a continuare.
Come ti sei preparato? Una gara come questa non si riesce mai a preparare, sono anni di sacrifici e km che hai nelle gambe che ti fanno anche solo concludere una gara come questa.
Si tratta di percorsi di vita sportiva da ultrarunner che fanno alzare sempre un po’ più l’asticella, sfidando se stessi e gli altri in gare sempre più lunghe e difficili.
Complimenti per la vittoria alla Backyard di Cervia, te l'aspettavi? Mi ero allenato abbastanza, sapevo di essere tra i favoriti ma non si può mai sapere come si arriva a gare così lunghe.
A chi la dedichi? Ovviamente la dedico ai miei genitori che sono sempre a casa preoccupati.
Quando hai capito che potevi vincere? Ho capito che potevo vincere quando nonostante le tante ore passate a correre stavo ancora molto bene.
Ci si adatta alla fatica, allo sforzo continuo perpetrato nel tempo, allenandosi e partecipando a gare sempre più lunghe, durissime, considerate anche estreme della durata di tantissime ore e anche più giorni.
Hai avuto problemi o criticità? In questa gara nessun problema in particolare, solo un piccolo colpo di sonno dopo 36 ore ma gestito con un micro-sonno di 5 minuti.
Quali sono stati gli allenamenti e gli alimenti più importanti? Non ci sono particolari allenamenti importanti, solo il poco fatto bene ogni giorno.
Come è nata l'idea di partecipare a una Backyard? Partecipo alle backyard perché l’idea di restare l’ultimo uomo in piedi mi ha sempre affascinato.
Davvero una grande sfida a chi resiste di più, fino all’esaurimento delle forze ed energie fisiche e mentali.
Qualche consiglio per chi vuole vincere un Backyard? L’unico consiglio che mi sento di dare è di non improvvisare nulla, fare solo ciò che si costruisce in allenamento.
Dott. Matteo Simone







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