Il 20 settembre 2025 ha avuto luogo l’Ironman a Cervia (3,8km nuoto, 180km bici, 42.195km corsa), il vincitore è stato Tine Lavrencic 8h14’15” (nuoto 57’19”, bici 4h25’12”, corsa 2h43’34”), tra le donne ha vinto Marit Lindemann 8h48’ (1h07’, 4h35’, 2h55’).
Tra
i finisher, Natale Tarantini (classe 1951) del Triathlon
Manfredonia si classifica al 3° posto categoria M70-74 (1h29’55”, 7h02’06”,
6h19’14”) e di seguito approfondiamo la sua esperienza attraverso risposte ad
alcune mie domande.
Complimenti per l’Ironman, Come ti
senti ora? Sto bene, grazie.
Davvero una grande impresa,
affrontare 3,8 km di nuoto, 180 km in bici e una maratona di corsa a piedi e,
soprattutto, uscirne bene.
La parte più difficile?
La fase più critica per me è l’inizio della gara. La partenza con il nuoto mi
mette molta ansia.
Certo affrontare 3,8 km di nuoto in
mare aperto in competizione con tanti altri atleti, a maggior parte molto più
giovani, crea un po’ di timori ma se si è lì significa che si è allenati e
preparati e quindi si è disposti a mettersi in gioco con se stessi e con tutti.
Come hai deciso di partecipare?
È una idea maturata gradualmente nel tempo.
Preparare una gara di Ironman è
davvero molto impegnativo e sfidante, ci vuole un fisico e una mente preparati
e forti per organizzarsi negli allenamenti lunghi e combinati che richiedono
tempi e spazi adeguati da ricavare durante la giornata e tra altri impegni
familiari e lavorativi.
Come ti sei preparato?
Negli ultimi tempi ho seguito il programma di un allenatore. In generale non
sono molto scolarizzato.
Cosa hai scoperto di te in questa
gara? Ho avuto conferma che la costanza
vince sempre. Ho un motto nella mia vita: ‘Chi si impegna viene premiato’.
In effetti, tutto torna, se si vuole
fare bene bisogna impegnarsi con costanze e determinazione, fare bene i compiti
a casa per poter essere un po’ più tranquilli in gara di potercela fare.
Nonostante la difficoltà, nonostante l’età, nonostante tutto si può fare se
vogliamo, se lo abbiamo deciso, se lo abbiamo messo in calendario.
Cosa e chi ti ha aiutato?
Lo spirito associativo aiuta molto; io che sono un soggetto umile, chiedo
sempre consigli agli amici. Mi sono sempre lasciato spronare da una persona
speciale, grande motivatore: Carlo Ferrazzano.
Da un po’ di anni si è costituita a
Manfredonia una grande realtà del triathlon, una squadra di triatleti
provenienti dalle varie discipline, noto, ciclismo e atletica, che hanno voluto
mettersi insieme per provare il triathlon insieme, aumentando sempre più i
componenti della squadra, includendo giovani e meno giovani e partecipando a
gara in giro per il Gargano, la Puglia, l’Italia e il mondo, ottenendo successi
individuali e di squadra.
È importante spronarsi a vicenda,
confrontarsi, chiedere consigli ai più esperti e soprattutto avere un punto di
riferimento per il nuoto in località: “L’isola che non c’è” dove a partire da
poco più dell’alba si inizia a nuotare da soli o in compagnia per 2-3-4 km.
A chi la dedichi?
Dedico la mia gara in primis alla mia famiglia. A seguire a C. Ferrazzano e a
Rita Lubrano: una cara amica che in questo momento sta lottando come una
leonessa affinché la sua salute torni alla normalità.
Un consiglio per chi vuole provare
questa gara? Allenarsi con costanza almeno 6
giorni su 7. Non serve partire a mille, ma con la gestione dei propri mezzi.
Spingere dove si è più forti e razionalizzare nelle prove più difficili. Nella
frazione Run (la mia bestia nera) ho alleggerito molto interagendo e
divertendomi con la gente.
Ottimi consigli, infatti importante
è la costanza soprattutto in gare di endurance come l’Ironman, dove bisogna
stare sulle gambe per tantissime di ore e bisogna abituarsi alla fatica. E poi
capire come gestirsi le varie frazioni di gara, spingendo dove si è più portati
e gestendo andando avanti dove si è meno portati.
La gara dove hai sperimentato le
emozioni più belle? Non saprei, forse l’Olimpico a
Trani, Campionato Regionale 2025. Questo è l’anno dei record: su sei gare ho
realizzato per 5 volte il primo posto e un secondo posto, ovviamente di
categoria. Ho vinto inoltre, tre Campionati Regionali di cui uno Cat. Sprint e
due Cat. Olimpico; Tre Race Hard. Insomma, tanta roba.
Che significato ha per te un podio o
personal best? Il podio per me è il coronamento di
allenamenti fatti bene e con costanza.
Tanta roba per Natale che possiamo
definire l’uomo dei podi, grande coraggio e passione nell’allenarsi con
costanza per meritarsi vittorie di categoria in gara, un esempio per tutti,
giovani e meno giovani che si può fare, a ogni età.
Il tuo vissuto prima, durante, dopo
una gara? Prima di una gara sono molto in
tensione, anche da diversi giorni. Riesco a gestire molto bene le prime due
frazioni. Nella terza, soffro un po’ di più, ma stringo i denti e faccio del
mio meglio. Il dopo gara è un momento emozionante e di liberazione. Mi godo i
complimenti e il podio cui sono abituato. Quello dell’Ironman a Cervia è stato
magico.
Importante essere consapevoli dei
propri punti di forza e delle proprie criticità per gestire la gara fin
dall’inizio ma con la consapevolezza che se si stringono i denti si può
arrivare comunque a podio e che comunque ne vale sempre la pena.
Andare a podio a Cervia è davvero un
grande prestigio per Natale, la sua squadra e l’intera cittadinanza di
Manfredonia.
Hai sperimentato il limite nelle tue
gare? Se gli allenamenti sono fatti con
costanza, scopri man mano i tuoi limiti e nella gara cerchi si superarli.
Si tratta di allenarsi
quotidianamente e abituarsi ai ritmi, alla fatica, all’acquaticità, alla sella
della bici, ai chilometri di corsa a piedi, adattandosi gradualmente a ogni
condizione anche climatica oltre che di fatica fisica e mentale.
La tua gara più estrema o più
difficile? La mia gara più difficile: Olimpico
– Pisticci 2025. Non ero sufficientemente preparato e ho sofferto molto
soprattutto nella Frazione Run.
Si soffre ma non si molla, sapendolo
già da subito di quanto si può fare e accogliendo ogni fatica e ogni dolore che
comunque non ostacolano il viaggio verso il traguardo.
Ritieni utile lo psicologo nello
sport? Personalmente non ho mai avvertito
la necessità di uno psicologo dello sport. In generale, credo sia molto utile
per motivare e nella gestione dei momenti di sconforto.
Prossimi obiettivi a breve, medio,
lungo termine? Il mio prossimo obbiettivo è la
maratona di New York, ma senza velleità di tempo e classifica; mi sono iscritto
con altri associati al Medio Ironman Zell am See 2026 in Austria.
La pratica di uno sport è una grande
opportunità per mettersi in gioco, fare esperienza ma anche viaggiare in giro
per il mondo, soprattutto se si tratta di tre discipline sportive.
A Manfredonia sempre più persone si
cimentano nell’atletica, nel nuoto, nel ciclismo, nel triathlon. Nascono
associazioni sportive e aumenta il movimento sportivo e il prossimo novembre
circa 30 atleti correranno la maratona di New York tesserati con Manfredonia
Corre, una grande realtà associativa sportiva atletica di Manfredonia che è
riuscita a organizzare una gara partecipata da circa 1000 atleti, la Re
Manfredi Run.
Ti ispiri a qualcuno? Non
di preciso.
Cosa dà e cosa toglie lo sport?
Ormai per me lo sport è vita. Se manco un allenamento ho i sensi di colpa. Curo
l’alimentazione. Sto bene con me stesso e con il mio corpo. Di sicuro toglie
dello spazio alla famiglia, ma a quanto pare mia moglie mi tollera bene. Almeno
credo.
Quali sono gli ingredienti del
successo? Avere intorno persone che ti
supportano e che hanno amore per quello che fai.
Gli allenamenti più importanti?
Tutti gli allenamenti sono importanti. Nel triathlon c’è il vantaggio che li
puoi scegliere.
In effetti, il vantaggio del
triathlon è che hai a disposizione tre sport da poter praticare, se non ti va
di correre, puoi andare in bici, oppure puoi notare, a volte ne puoi fare due
di allenamenti combinati, insomma una grande opportunità di sport da soli o in compagnia.
Cosa ti spinge a fare sport di
endurance? Sono sempre stato attirato verso
sport impegnativi ed estremi come il winsurf, kitesurf, snowboard. Ritengo che
siano sport reattivi, che ti emozionano in modo particolare e ti fanno scoprire
le tue potenzialità.
Cosa diresti a te stesso di 10 anni
fa? “Ma si, ce la posso fare!”
Una parola o frase che ti aiuta nei
momenti difficili? Le parole che mi caricano molto e
mi stimolano a fare meglio sono quelle degli amici di squadra. Vaii Linoo!
Grande!
Grande vantaggio far parte di una
squadra di amici che supportano e sostengono in presenza e poi li si ricorda
quando serve, soprattutto nei momenti difficili dove si potrebbe mollare, ma il
loro ricorso aiuta a insistere e persistere fino alla fine.
In che modo lo sport ti aiuta nella
vita quotidiana? Nella vita quotidiana, gli
allenamenti mi aiutano a interrompere il tram tram quotidiano.
Lo sport è davvero una cura alla
fretta della vita, un’opportunità per stare con se stessi, approfondendo la
propria conoscenza e le proprie possibilità che a volte sono immense e
insospettabili.
Dott.
Matteo Simone



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