venerdì 24 ottobre 2025

Natale Tarantini porta a termine l’Ironman a Cervia 2025 in 15h14’48”

 Dott. Matteo Simone  21163@tiscali.it
 

Il 20 settembre 2025 ha avuto luogo l’Ironman a Cervia (3,8km nuoto, 180km bici, 42.195km corsa), il vincitore è stato Tine Lavrencic 8h14’15” (nuoto 57’19”, bici 4h25’12”, corsa 2h43’34”), tra le donne ha vinto Marit Lindemann 8h48’ (1h07’, 4h35’, 2h55’).

Tra i finisher, Natale Tarantini (classe 1951) del Triathlon Manfredonia si classifica al 3° posto categoria M70-74 (1h29’55”, 7h02’06”, 6h19’14”) e di seguito approfondiamo la sua esperienza attraverso risposte ad alcune mie domande.
Complimenti per l’Ironman, Come ti senti ora? Sto bene, grazie.

Davvero una grande impresa, affrontare 3,8 km di nuoto, 180 km in bici e una maratona di corsa a piedi e, soprattutto, uscirne bene.
La parte più difficile? La fase più critica per me è l’inizio della gara. La partenza con il nuoto mi mette molta ansia.

Certo affrontare 3,8 km di nuoto in mare aperto in competizione con tanti altri atleti, a maggior parte molto più giovani, crea un po’ di timori ma se si è lì significa che si è allenati e preparati e quindi si è disposti a mettersi in gioco con se stessi e con tutti.
Come hai deciso di partecipare? È una idea maturata gradualmente nel tempo.

Preparare una gara di Ironman è davvero molto impegnativo e sfidante, ci vuole un fisico e una mente preparati e forti per organizzarsi negli allenamenti lunghi e combinati che richiedono tempi e spazi adeguati da ricavare durante la giornata e tra altri impegni familiari e lavorativi.
Come ti sei preparato? Negli ultimi tempi ho seguito il programma di un allenatore. In generale non sono molto scolarizzato.
Cosa hai scoperto di te in questa gara? Ho avuto conferma che la costanza vince sempre. Ho un motto nella mia vita: ‘Chi si impegna viene premiato’.

In effetti, tutto torna, se si vuole fare bene bisogna impegnarsi con costanze e determinazione, fare bene i compiti a casa per poter essere un po’ più tranquilli in gara di potercela fare.
Nonostante la difficoltà, nonostante l’età, nonostante tutto si può fare se vogliamo, se lo abbiamo deciso, se lo abbiamo messo in calendario.
Cosa e chi ti ha aiutato? Lo spirito associativo aiuta molto; io che sono un soggetto umile, chiedo sempre consigli agli amici. Mi sono sempre lasciato spronare da una persona speciale, grande motivatore: Carlo Ferrazzano.

Da un po’ di anni si è costituita a Manfredonia una grande realtà del triathlon, una squadra di triatleti provenienti dalle varie discipline, noto, ciclismo e atletica, che hanno voluto mettersi insieme per provare il triathlon insieme, aumentando sempre più i componenti della squadra, includendo giovani e meno giovani e partecipando a gara in giro per il Gargano, la Puglia, l’Italia e il mondo, ottenendo successi individuali e di squadra.
È importante spronarsi a vicenda, confrontarsi, chiedere consigli ai più esperti e soprattutto avere un punto di riferimento per il nuoto in località: “L’isola che non c’è” dove a partire da poco più dell’alba si inizia a nuotare da soli o in compagnia per 2-3-4 km.
A chi la dedichi? Dedico la mia gara in primis alla mia famiglia. A seguire a C. Ferrazzano e a Rita Lubrano: una cara amica che in questo momento sta lottando come una leonessa affinché la sua salute torni alla normalità.
Un consiglio per chi vuole provare questa gara? Allenarsi con costanza almeno 6 giorni su 7. Non serve partire a mille, ma con la gestione dei propri mezzi. Spingere dove si è più forti e razionalizzare nelle prove più difficili. Nella frazione Run (la mia bestia nera) ho alleggerito molto interagendo e divertendomi con la gente.

Ottimi consigli, infatti importante è la costanza soprattutto in gare di endurance come l’Ironman, dove bisogna stare sulle gambe per tantissime di ore e bisogna abituarsi alla fatica. E poi capire come gestirsi le varie frazioni di gara, spingendo dove si è più portati e gestendo andando avanti dove si è meno portati.
La gara dove hai sperimentato le emozioni più belle? Non saprei, forse l’Olimpico a Trani, Campionato Regionale 2025. Questo è l’anno dei record: su sei gare ho realizzato per 5 volte il primo posto e un secondo posto, ovviamente di categoria. Ho vinto inoltre, tre Campionati Regionali di cui uno Cat. Sprint e due Cat. Olimpico; Tre Race Hard. Insomma, tanta roba.
Che significato ha per te un podio o personal best? Il podio per me è il coronamento di allenamenti fatti bene e con costanza.

Tanta roba per Natale che possiamo definire l’uomo dei podi, grande coraggio e passione nell’allenarsi con costanza per meritarsi vittorie di categoria in gara, un esempio per tutti, giovani e meno giovani che si può fare, a ogni età.
Il tuo vissuto prima, durante, dopo una gara? Prima di una gara sono molto in tensione, anche da diversi giorni. Riesco a gestire molto bene le prime due frazioni. Nella terza, soffro un po’ di più, ma stringo i denti e faccio del mio meglio. Il dopo gara è un momento emozionante e di liberazione. Mi godo i complimenti e il podio cui sono abituato. Quello dell’Ironman a Cervia è stato magico.

Importante essere consapevoli dei propri punti di forza e delle proprie criticità per gestire la gara fin dall’inizio ma con la consapevolezza che se si stringono i denti si può arrivare comunque a podio e che comunque ne vale sempre la pena.
Andare a podio a Cervia è davvero un grande prestigio per Natale, la sua squadra e l’intera cittadinanza di Manfredonia.
Hai sperimentato il limite nelle tue gare? Se gli allenamenti sono fatti con costanza, scopri man mano i tuoi limiti e nella gara cerchi si superarli.

Si tratta di allenarsi quotidianamente e abituarsi ai ritmi, alla fatica, all’acquaticità, alla sella della bici, ai chilometri di corsa a piedi, adattandosi gradualmente a ogni condizione anche climatica oltre che di fatica fisica e mentale.
La tua gara più estrema o più difficile? La mia gara più difficile: Olimpico – Pisticci 2025. Non ero sufficientemente preparato e ho sofferto molto soprattutto nella Frazione Run.

Si soffre ma non si molla, sapendolo già da subito di quanto si può fare e accogliendo ogni fatica e ogni dolore che comunque non ostacolano il viaggio verso il traguardo.
Ritieni utile lo psicologo nello sport? Personalmente non ho mai avvertito la necessità di uno psicologo dello sport. In generale, credo sia molto utile per motivare e nella gestione dei momenti di sconforto.
Prossimi obiettivi a breve, medio, lungo termine? Il mio prossimo obbiettivo è la maratona di New York, ma senza velleità di tempo e classifica; mi sono iscritto con altri associati al Medio Ironman Zell am See 2026 in Austria.

La pratica di uno sport è una grande opportunità per mettersi in gioco, fare esperienza ma anche viaggiare in giro per il mondo, soprattutto se si tratta di tre discipline sportive.
A Manfredonia sempre più persone si cimentano nell’atletica, nel nuoto, nel ciclismo, nel triathlon. Nascono associazioni sportive e aumenta il movimento sportivo e il prossimo novembre circa 30 atleti correranno la maratona di New York tesserati con Manfredonia Corre, una grande realtà associativa sportiva atletica di Manfredonia che è riuscita a organizzare una gara partecipata da circa 1000 atleti, la Re Manfredi Run.
Ti ispiri a qualcuno? Non di preciso.
Cosa dà e cosa toglie lo sport? Ormai per me lo sport è vita. Se manco un allenamento ho i sensi di colpa. Curo l’alimentazione. Sto bene con me stesso e con il mio corpo. Di sicuro toglie dello spazio alla famiglia, ma a quanto pare mia moglie mi tollera bene. Almeno credo.
Quali sono gli ingredienti del successo? Avere intorno persone che ti supportano e che hanno amore per quello che fai.
Gli allenamenti più importanti? Tutti gli allenamenti sono importanti. Nel triathlon c’è il vantaggio che li puoi scegliere.

In effetti, il vantaggio del triathlon è che hai a disposizione tre sport da poter praticare, se non ti va di correre, puoi andare in bici, oppure puoi notare, a volte ne puoi fare due di allenamenti combinati, insomma una grande opportunità di sport da soli o in compagnia.
Cosa ti spinge a fare sport di endurance? Sono sempre stato attirato verso sport impegnativi ed estremi come il winsurf, kitesurf, snowboard. Ritengo che siano sport reattivi, che ti emozionano in modo particolare e ti fanno scoprire le tue potenzialità.
Cosa diresti a te stesso di 10 anni fa? “Ma si, ce la posso fare!”
Una parola o frase che ti aiuta nei momenti difficili? Le parole che mi caricano molto e mi stimolano a fare meglio sono quelle degli amici di squadra. Vaii Linoo! Grande!

Grande vantaggio far parte di una squadra di amici che supportano e sostengono in presenza e poi li si ricorda quando serve, soprattutto nei momenti difficili dove si potrebbe mollare, ma il loro ricorso aiuta a insistere e persistere fino alla fine.
In che modo lo sport ti aiuta nella vita quotidiana? Nella vita quotidiana, gli allenamenti mi aiutano a interrompere il tram tram quotidiano.

Lo sport è davvero una cura alla fretta della vita, un’opportunità per stare con se stessi, approfondendo la propria conoscenza e le proprie possibilità che a volte sono immense e insospettabili.

Dott. Matteo Simone

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