Negli allenamenti ci sono io e la
natura, io la rispetto e lei rispetta me
Matteo SIMONE
La Skyrunner World Series è un circuito internazionale annuale di skyrunning, organizzato dalla International Skyrunning Federation (ISF).
Ogni anno vengono selezionate gare in vari Stati.
Almeno cinque di queste gare devono soddisfare i criteri definiti per le gare
denominate "SkyRace", "SkyMarathon", Vertical Kilometer,
Ultra SkyMarathon. In aggiunta vengono selezionate altre gare dette Skyrunner
World Series Trials con lo specifico obiettivo di promuovere lo Skyrunning nel
maggior numero di nazioni.
Per partecipare all'assegnazione del titolo finale gli
skyrunners devono partecipare ad almeno una gara della Skyrunner World Series
trials. Il punteggio di ciascun concorrente si ottiene sommando i 3 (o 4)
migliori punteggi nelle gare della world series più la miglior prestazione
nelle gare della world series trials. L'atleta che totalizza il punteggio più
alto ottiene il titolo di "Skyrunning World Champions".
Di seguito l’esperienza del friulano Tadei Pivk, atleta
dell’Unione sportiva Aldo Moro di Paluzza, per il secondo anno consecutivo
Tadei Pivk vince la Skyrunner World Series, 35 anni di Tarvisio, unico italiano
a conquistare il più importante circuito mondiale della Skyrace.
Ti sei sentito campione nello sport almeno un
giorno della tua vita? “Mi sono sentito vincitore, campione è una parola
grossa, per me di campioni c'è n’è pochi.”
Qual è stato il tuo percorso nella pratica
dell’attività fisica? “Ho iniziato gradualmente dopo il militare dopo un
trascorso nell'età giovanile nel salto e combinata nordica, ho fatto le cose
con calma più per gioco all' inizio fino arrivare a farlo in modo molto
intensivo.”
Se hai una passione che vuoi alimentare nessuno ti può
fermare, lo trovi sempre il mondo per coltivare la tua passione, non esistono
freni e paure o condizioni meteo che ti possano fermarti, diventi scaltro nel
trovare sempre il tuo tempo a disposizione tutto per te per la tua passione per
la tua dipendenza da sport salutare perché ti fa trovare un senso della vita
più nobile, autentico, vero.
Iniziare per gioco è un buon approccio, è quello che
dovrebbero fare i ragazzi praticando lo sport da ragazzi, si ha una vita
d’avanti per fare le cose sul serio.
Quali fattori e persone hanno
contribuito al benessere e performance nello sport? “I fattori e
le persone sono stati gli amici con i quali ho iniziato l'attività, sia della
corsa che nello sci alpinismo, senza di loro non avrei mai iniziato a praticare sport così
faticosi ma allenandosi in gruppo la fatica si sentiva meno.”
E’ vero, è importante condividere gioia e fatica sia
nella vita ma anche nello sport, quando si fatica insieme si è più disposti e
propensi a farlo, ad impegnarsi, a rispettare eventuali tabelle di allenamento,
ognuno tira l’altro, ognuno si fa più forza con la presenza dell’altro, se uno
vuole cedere, l’altro è pronto a trovare le giuste parole, lo sguardo giusto
per farlo continuare nella sua prevista attività, pensando sempre
all’obiettivo deciso e scritto.
Qual è una esperienza che ti possa dare la
convinzione che ce la puoi fare nello sport e nella vita? “Per me la
cosa principale è stata la testa quando mi metto in testa una cosa voglio
riuscire a raggiungerla e ogni giorno costruivo uno scalino.”
E’ giusto, le cose importanti si costruiscono uno
scalino alla volta, un passo alla volta, importante è decidere dove arrivare e
poi bisogna partire con decisione, impegno e determinazione.
Cosa pensano i tuoi famigliari ed amici della tua
attività sportiva? “Loro sanno quanta passione e sacrificio ci metto e ne
sono contenti, poi forse alla fine penseranno che sono matto.”
Che significa per te praticare attività fisica? “Ormai
è diventata una necessità, lì mi riesco ad estraniare dal mondo che ci circonda
che con i suoi ritmi per me diventati folli non guarda più alle persone ma solo
agli interessi, mentre negli allenamenti ci sono io e la natura, io la rispetto
e lei rispetta me.”
Belle parole, bella testimonianza, è vero la società
di porta a produrre, a essere multitasking, a non guardare in faccia a
nessuno, a volte non sai niente dei tuoi collaboratori, dei tuoi dipendenti, si
passa tanto tempo al lavoro senza condividere.
A volte anche la famiglia ti
prende, perché la gestione della casa e della famiglia comporta impegno di
spesa, di pulizia, di accompagnamento figli o fratelli da qualche parte, e allora diventa importante trovarsi un mondo proprio parallelo, dove si è con se
stessi e si fa abitare dentro se stessi cose semplici e naturali, pensieri e
sguardi, albe e tramonti, sensazioni di fatica e di raggiungimento di cima in condizioni
diverse a contatto con se stessi, con la natura, con gli esseri viventi umani o
animali che ti rispettano e diventano complici del tuo mondo di vivere.
Quali sono le sensazioni che sperimenti facendo
sport? “Dopo tanti anni di attività riesci a capirti al volo, certamente
si fa fatica ma è una fatica piacevole.”
Lo sport diventa un’opportunità di autoconoscenza, la
fatica non pesa diventa un investimento in termini di conoscenza personale e
soddisfazioni nel raggiungere obiettivi ed arrivare dove si vuole.
Quali sono le difficoltà, i rischi, a cosa devi
fare attenzione nella pratica del tuo sport? “Le difficoltà
sono più legate agli orari serali per gli allenamenti dopo il lavoro, è
difficile trovare le motivazioni per un allenamento intenso, rischi li corre
anche uno che scende le scale di casa, non voglio fissarmi su paure che
condizionano poi la vita, bisogna sempre essere concentrati su quello che si
fa, quello che poi ci succede fa parte della vita.”
Cosa ti fa continuare a fare attività fisica, hai
rischiato di mollare? “Per prima cosa sto bene nel fare attività, un giorno
penso sarà la testa a dirmi: il nostro lo abbiamo fatto ora torniamo al gioco
dei primi anni.”
Ritieni utile la figura dello psicologo nel tuo
sport? Per quali aspetti ed in quali fasi? “Non ho mai
provato anche se ho sentito che sempre più atleti ricorrono a questa figura, io
ritengo che ogni cosa che può aiutare una persona è positiva.”
La gara della tua vita, dove hai dato
il meglio o hai sperimentato le emozioni più belle? “Ricorderò
per sempre quattro gare, tre per aver ottenuto un grandissimo risultato
sportivo internazionale ma una per aver corso, come dice un mio amico (Marco De
Gasperi), senza toccare per terra, la Paularo - Castel Valdajer.”
Fa sempre piacere ottenere un grande risultato nello
sport che pratichi con passione, posso immaginare quando riesci ad ottenere un
grandissimo risultato a livello internazionale le sensazioni ed emozioni
diventano fortissime da accogliere e da assorbirle un po’ alla volta nel corso
delle ore e dei giorni successivi alla gara ed anche a distanza di tempo è
sempre piacevole fare una capatina indietro nel tempo per ricordare quei
momenti e risperimentare con l’immaginazione le sensazioni ed emozioni
sperimentate, ti danno la carica per andare avanti.
Quale è stata la tua gara più difficile? “Gare
difficili ci sono ma da ricordarne una in particolare no.”
Come hai superato eventuali crisi, sconfitte,
infortuni? “All' inizio ci si butta giù ma poi il tempo guarisce tutto e alla
fine ritorni a fare ciò che ti piaceva.”
E’ quello che succede alle persone resilienti ed in
condizioni di disagio, difficolta ed anche traumatiche come infortuni,
calamità, sconfitte, è importante ritornare un passo alla volta alla
quotidianità, ristabilirsi da solo o con l’aiuto di amici, persone fidate o
anche professionisti dell’aiuto, come succede anche in psicologia di emergenza,
aiutare le persone ad uscire da situazioni difficili e poter a volte
sperimentare anche una crescita post traumatica, la difficoltà a volte ti dà
degli stimoli e delle opportunità di apprendimento.
Quale può essere un messaggio rivolto ai ragazzi
per avvicinarsi allo sport? “Oggi giorno per loro è difficile, vedo da parte
delle istituzioni la poca voglia di avvicinare i giovani all'attività fisica che
è quella essenziale per avere persone sane prima di tutto, poi perché lo sport
vero e proprio diventa una questione personale.”
Vero la pratica dello sport diventa un investimento da
parte della società nei ragazzi per farli diventare sani, mauri, responsabili,
coesi tra di loro, lo sport diventa una scuola di vita da affiancare a quella teorica
tra i banchi di scuola, e poi se qualcuno intravede nello sport un’occasione
per primeggiare può dedicarsi con più impegno e determinazione e cercare di
primeggiare per gloria e/o denaro.
C’è stato il rischio di incorrere nel doping nella
tua carriera sportiva? “No, ho sempre incontrato e frequentato persone
amanti della montagna e di tutto ciò che la circonda.”
Quale può essere un messaggio per sconsigliare
l’uso del doping? “Anche qui non c'è niente da dire, per me se ne parla
e se ne parlerà sempre, il doping c'è perché c'è interesse che ci sia.”
Cosa hai scoperto di te stesso nel praticare
attività fisica? “Che non ci sono limiti, nel mio caso nello sport il
corpo ci mette poco ad adattarsi e riesce a crescere sempre.”
Vero, gli atleti di endurance si rendono conto che si
può fare tutto, con qualsiasi modalità, in qualsiasi condizione, importante è
un adattamento ed una preparazione graduale.
Prossimi obiettivi? Sogni da realizzare? “Io cerco di
impegnarmi sempre al massimo non sono un pianificatore preferisco fare le cose
quando sono pronto.”
Matteo SIMONE 380-4337230 - 21163@tiscali.it
Psicologo, Psicoterapeuta, Terapeuta EMDR
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