A pochi interessa questo sport che comunque è fatto di preparazione atletica, di gioco di squadra doppio e misto, di precisione, concentrazione, vittorie e sconfitte, di qualificazioni a Olimpiadi, di investimento di tempo e soldi, di rinunce e sacrifici, lontani da casa, scelte di scuole mirate per dedicarsi a tempo pieno a questo sport.
Il titolo di Campione Italiano 2017 è
stato conquuistato da Rosario Maddaloni, GS Fiamme Oro, l’argento è andato a Fabio
Caponio, Pol Santeramo ed il gradino più basso del podio ha ospitato due atleti Lukas Osele, ASV Malles e Matteo Bellucci,
BC Milano.
Un po’ di tempo fa, ho avuto
l’opportunità e l’onore di incontrare Matteo Bellucci che mi ha descritto un
poco questo sport e la sua esperienza sportiva e che negli ultimi Campionati Italiani
è riuscito a salire sul podio conquistando una medaglia di bronzo.
Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita? “Senza umiltà non è
facile diventare campioni e ognuno deve avere la consapevolezza di chi è e di
dove può arrivare. Il mio obiettivo nello sport non è essere un campione agli
occhi di chi guarda da fuori ma essere fiero dell'atleta che sono e sarò senza
alcun tipo di rimpianto.”
Qual è stato il tuo percorso per
diventare atleta? “Ho iniziato a fare sport all'età di 6 anni giocando a pallavolo
per poi abbandonarla all'età di 17. Ho portato avanti questo sport e il badminton dai 15 ai 17 per poi
propendere per quest’ultimo che è lo sport che pratico tuttora. Il motivo della
scelta di uno sport anziché due è stato soprattutto per motivi di impegno
scolastico. Ho scelto di continuare badminton
nonostante le scarse possibilità di allenamento nella mia città di origine
(prima del trasferimento a Milano) perché mi dava sensazioni diverse e positive
rispetto a uno sport di squadra come la pallavolo che dopo tanto tempo non mi
risultava più appassionante come prima.”
Che
consiglio daresti a coloro che devono fare scelte
importanti nello sport? “Scegliere
col cuore e con la passione che si ha dentro senza influenze esterne.”
Come ha contribuito lo sport al tuo
benessere? “In maniera fondamentale facendomi seguire un regime di vita e una
dieta sana ed equilibrata ma soprattutto ha contribuito a farmi crescere dal
punto di vista maturativo e di gestione della tensione emotiva.”
Riesci a immaginare una vita senza sport? “Al momento
non riesco ad immaginare una vita senza sport perché ho una passione enorme per
il badminton che mi fa allenare
numerose ore al giorno per competere a livello internazionale ma in particolar
modo mi ha permesso di rappresentare la mia nazione. Sono comunque consapevole
che prima o poi dovrò confrontarmi con una vita senza lo sport a cui penserò solo quando sarà ora cercando nel frattempo di
tenere aperte più porte possibili per il mio futuro.”
Quale
alimentazione segui prima, durante e dopo una gara? Usi integratori?
“Un'alimentazione fornitami dal medico federale a
base di carboidrati e proteine. Uso integratori pre allenamento, tra una
sessione e l'altra per avere energie e dopo allenamento per un recupero più
veloce.”
Nello sport chi ha contribuito al tuo benessere e/o performance? “La federazione Italiana di
badminton con tutte le sue forze (medico, psicologo, fisioterapista ecc.)
stanno contribuendo quotidianamente al mio benessere e performance.”
La gara della tua vita dove hai sperimentato le emozioni più belle? “E’ stata la vittoria al terzo set col punteggio di 22-20 al
secondo turno dei campionati italiani assoluti contro il numero 2 di Italia.
Vittoria che mi ha permesso di arrivare fino in finale. È stata una gara
estenuante dal punto di vista emotivo e mentale e piena di adrenalina.”
Una
tua esperienza che può darti la convinzione di potercela fare nello sport e/o nella vita? “Tutto
quello che ho fatto e dato per il badminton
finora e che mi ha portato a indossare la maglia azzurra dopo soli 4 anni di
attività mi sprona a dare il meglio di me e mi dà convinzione e sicurezza nel
migliorare e raggiungere in miei obiettivi.”
Cosa pensano familiari e amici della tua attività sportiva? Come è cambiata la tua
vita familiare? “I miei genitori sono
contenti e orgogliosi di quello che faccio perché mi vedono sereno e felice
della mia vita da atleta. La mia vita familiare è ovviamente cambiata perché
vedo i genitori molto di rado solo quando torno a casa qualche weekend o per
vacanza. Ho comunque buoni rapporti con entrambi e ho contatti con loro
quotidianamente.”
Ti va di
descrivere un episodio curioso o divertente? “Ho giocato due volte in Africa una volta in Uganda e più di
recente in Etiopia. Sono stati due tornei molto particolari per condizioni di
gioco. In Uganda entrava vento in palestra e il volano che pesa pochi grammi
era incontrollabile mentre in Etiopia ho giocato a 2000 metri di altezza e il
volano era perciò velocissimo tanto che tutte le piume sono state piegate dal
giudice arbitro per renderlo accettabile per giocare.”
Cosa hai
scoperto nel diventare atleta? “Quali meccanismi psicologici ti hanno aiutano
nello sport? “Ho
scoperto un grande affiatamento in gara in me stesso e tanti meccanismi
psicologici di risoluzione a problemi e ragionamento durante una gara.
Sicuramente il processo psicologico più grande che mi porta ad avere come
qualità quella di non mollare mai è lo star male (a volte anche troppo) alla
fine di una gara persa. Questo pensiero che a volte mi affolla la mente anche
in gara (da non confondere con la paura di perdere) fa sì che io dia tutto
prima di uscire dal campo.”
Che
significa per te partecipare a una gara? Hai sperimentato l’esperienza del
limite? “Significa essere chiamato ad essere
pronto per affrontare la gara stessa con i mezzi che ho a disposizione. Non
penso di essere mai arrivato al limite estremo ma di esserci andato vicino
alcune volte. Sicuramente in questi casi l’adrenalina aiuta tanto a mantenere
corpo e mente in azione fino al termine della gara.”
Quali sensazioni sperimenti facendo sport? “Il primo motivo per cui
faccio il mio sport è perché mi sento bene e in pace con me stesso ogni volta
che prendo (nel mio caso) la racchetta in mano e colpisco il volano.”
Quali sono
i tuoi pensieri? “I miei pensieri sono legati alla volontà di
raggiungere gli obiettivi che mi sono prefissato allenandomi al meglio ogni
giorno per arrivare ad essere uno sportivo fiero di quello che ha fatto e di
dove è arrivato senza aver rimpianti voltandosi indietro. Proprio per questo
non mi piace quando gli allenamenti non mi soddisfano e esco dal campo senza
aver messo l’energia che ho; ogni allenamento è un piccolo pezzo di puzzle nel
raggiungimento dei propri sogni.”
La tua gara più difficile? “Ogni gara presenta le
sue difficoltà e sicuramente giocare con un avversario di livello più alto
rispetto al tuo non è mai facile e a volte frustrante perché ti senti indifeso
e senza capacità tecniche necessarie per venirne fuori.”
Quali condizioni fisiche o ambientali
ti hanno indotto a fare una prestazione non ottimale? “Nella mia disciplina la condizione
fisica è fondamentale perché è una disciplina molto esigente dal punto di vista
fisico. La condizione ambientale è qualcosa a cui bisogna cercare di adeguarsi
il prima possibile soprattutto viaggiando molto e trovandosi in ambienti
diversi per temperatura, umidità, altitudine ecc; tutte caratteristiche che
compromettono la performance ottimale in gara.”
Cosa ti fa continuare a fare sport? Come hai superato crisi, sconfitte, infortuni? “Ciò
che mi fa continuare a fare sport è la passione che ho e tutte le sensazioni
positive che provo nel farlo. Tanti anni di sport mi hanno fatto capire che le
crisi ci sono e che le sconfitte bruciano, ma allo stesso modo so che finché
ami uno sport non sarà una crisi o una sconfitta a farti mollare. Per fortuna
finora non ho avuto alcun infortunio grave che mi abbia fatto pensare a
mollare."
Ti è capitato di avere la sensazione che ti
cascasse il modo addosso, come sei riuscito a continuare dritto? “La calma e la
tranquillità sono fondamentali nel continuare dritti senza prendere decisioni
stupide e affrettate quando sembra che il mondo ti cada addosso. A volte essere
pazienti e parlare con persone fidate che ti possono aiutare è la decisione più
saggia e giusta da fare.”
E’ importante esercitare la presenza,
l’attenzione, la gentilezza e la lentezza, e vedrai che si riesce ad
individuare la soluzione più giusta in quel momento.
Un tuo messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarli a uno sport di fatica e impegno? “Lottare per i loro sogni perché prima o
poi i sacrifici ripagano e ci si sente orgogliosi di se stessi dopo aver
‘faticato’ allenamento dopo allenamento, giorno dopo giorno e vederne i
risultati.”
Quale messaggio
per sconsigliare l’uso del doping? “Lo sport è per tutti e
di tutti e questo significa che lo sport è passione e soprattutto una forma di
rispetto e sportività nei confronti di se stessi e degli altri. L’uso del
doping è inutile nello sport fatto di sana concorrenza e di sani valori.”
Ritieni
utile la figura dello psicologo nello sport? “Ritengo
la figura dello psicologo dello sport positiva nella carriera di un’atleta sia
fuori che dentro il campo. Ogni atleta di alto livello nella sua carriera ha
avuto o avrà alti e bassi e a volte il colloquio con una persona specializzata
nell’ambito può essere di enorme aiuto. Penso inoltre che la figura dello
psicologo sia anche utile per un lavoro di concentrazione, performance e
stabilità mentale all’interno del campo durante gli allenamenti quando gli
atleti possono fornire dei feedback immediati e a caldo di ciò che succede
nella mente di ognuno di loro e quali sono le sensazioni in determinate
situazioni del gioco.”
Sogni realizzati e da realizzare? “Un
sogno che ho realizzato è quello di avere l’onore di indossare la maglia
azzurra e di poter rappresentare la mia nazione nel mondo. I sogni da
realizzare sono diversi ma sicuramente l’obiettivo che più mi affascina
guardandomi proiettato nel futuro è la partecipazione ai giochi olimpici di
Tokyo 2020.”
Nello sport, come
nella vita è importante sviluppare consapevolezza, cioè conoscere le proprie
qualità, risorse, caratteristiche, ma anche i propri limiti. Inoltre è
importante avere obiettivi per potersi focalizzare ed impegnarsi con passione,
determinazione, convinzione. Fin da ragazzi si possono avere idee più o meno
chiare e portare avanti progetti e sogni da trasformare in realtà.
Un’intervista a Matteo Bellucci è riportata nel mio libro “Sogni olimpici Aspetti, metodi e strumenti mentali di competenza dello psicologo per trasformare il sogno olimpico in realtà”. Presentazione: Isabel Fernandez. Prefazione di: Sonia De Leonardis.
Psicologo clinico e dello sport, Psicoterapeuta
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