venerdì 30 agosto 2019

Alessandra Scaccia: La corsa è mia, è un momento che vivo sola con me stessa

Prossimo obiettivo la mia prima ultramaratona 65.700 km

Nella mente degli atleti ci sono sempre gare da fare, sfide, che convivono con dubbi e paure che vogliono sabotare le intenzioni e le prestazioni degli atleti. 

Di seguito Alessandra Scaccia, Atl. Colleferro-Segni, racconta la sua esperienza rispondendo ad alcune mie domande.
Ti sei sentita campionessa nello sport almeno un giorno della tua vita?Si, nel mio piccolo qualche volta mi sono sentita campionessa! Il giorno che feci la mia maratona a 2h57’ per il mondo degli atleti veri era un Crono irrisorio ma per me è stato un successo personale.

Campioni non si è solo vincendo gare o facendo record ma anche fare progressi ritenuti per la persona importanti e dovuti a impegno e fatica che ripaga sentendosi capaci e sperimentando buone sensazioni ed emozioni.
Qual è stato il tuo percorso per diventare atleta?Sono arrivata alla corsa dopo che ho lasciato le corse in bici da corsa. La bicicletta richiedeva troppe ore al giorno di allenamento e frequentando l'università non mi era più possibile. La corsa inizialmente è stato un ripiego poi piano piano è diventata una passione e uno stile di vita.”

La vita porta a fare scelte importanti e cambiamenti che a volte sembrano traumatici e destabilizzanti ma poi a volte risultano risolutori se si è ben disposti ad accettare e a voler e saper cavalcare l’onda del cambiamento orientandosi su nuovi percorsi che portano comunque a mete e obiettivi sfidanti e stimolanti.
Quali fattori e persone contribuiscono nello sport al tuo benessere e/o performance?Sono una persona particolarmente emotiva. Gli eventi della vita li sento tutti in pieno, sono capitati vari periodi in cui difficoltà quotidiane incidevano sulla voglia di allenarmi, man mano questo è cambiato, riesco ad estraniarmi da persone e circostanze. La corsa è mia, è un momento che vivo sola con me stessa pertanto non c'è nulla in particolare che possa incidere sulle mie prestazioni, se sto bene fisicamente qualsiasi condizione o luogo è ottimale per fare bene.”

Lo sport a volte diventa un aspetto importante nella vita della persona, qualcosa che fa star bene a cui non si può rinunciare, un rifugio per ripararsi faticando ma stando con se stessi, con il proprio dolore che fa sentire di star vivendo intensamente volendo ottenere qualcosa mettendosi in gioco, sperimentando e provando a far sempre meglio.
La gara della tua vita dove hai sperimentato le emozioni più belle? La gara che non scorderò mai è stata la Cost to Cost del 2013 Sorrento-Amalfi, 32 km fantastici fatti alla grande in uno scenario meraviglioso, la fatica non mi ha accompagnata nemmeno per un km.”

La gara non è solo competizione, stress, tensione, fatica, sofferenza ma anche vivere l’esperienza in particolari contesti e scenari più o meno naturalistici dove si è immersi in un’attività condita di odori, suoni, percezioni sensoriali che entusiasmano e alleggeriscono ogni fatica.
La tua gara più difficile?La gara più difficile è stata una 21 km. Preparata a puntino, il giorno della gara arriviamo a destinazione, 2 gradi di temperatura il 25 di aprile, pioggia mista a neve, sul percorso tratti in cui l'acqua superava le caviglie. La consapevolezza di 2 mesi di lavoro buttato ma la voglia di arrivare comunque, ecco in questo caso è stata una battaglia continua con la mia testa che mi suggeriva ad ogni metro di fermarmi. Ma così non è stato, finita e vinta!”

L’atleta è sempre messo di fronte a battaglie fisiche mentali, ci sono avversari interni ed esterni da gestire, tenere a bada, combattere, ci vuole una grande forza fisica e mentale per non mollare, per crederci fino alla fine, per respirare e riorganizzarsi in ogni momento.
Quale tua esperienza ti può dare la convinzione che ce la puoi fare?In realtà non esiste un particolare che mi dia l'assoluta convinzione di farcela. Sicuramente le sensazioni durante gli allenamenti duri mi danno fiducia sul fatto che sto lavorando bene e che se non ci sono contrattempi riuscirò nell'impresa ma... sono parecchio fatalista, mi faccio prendere a volte dall'idea che ci sarà qualcosa che andrà storto e quindi non parto mai con la totale convinzione di farcela sicuramente, io da parte mia ce la metto tutta.”

La consapevolezza è importante per l’atleta, la consapevolezza di fare del proprio meglio, che non si può controllare tutto, che tutto è relativo anche una sconfitta o una vittoria, che si può sempre migliorare alleandosi con la fatica che permette di incrementare la performance solo se si è disposti a resistere, a fare qualcosa ritenuto un po’ oltre le nostre possibilità e capacità, solo quando ci proviamo possiamo conoscere i nostri mezzi e potenzialità e provare a fare il salto di qualità.
Quali sensazioni sperimenti facendo sport (pre-gara, in gara, post gara)?
Le sensazioni del pre-gara sono pessime
: ansia, ansia, ansia in qualsiasi tipo di gara e in qualsiasi condizione. Durante la gara o meglio dal momento dello start in poi la mente si svuota, mi estraneo da tutto quello che ho intorno e corro… e tiro fuori più di quello che posso. A fine gara l'adrenalina è alle stelle, se poi ho raggiunto l'obiettivo e se comunque ho portato a termine la competizione senza problemi l'euforia mi accompagna almeno per 12 ore e non riesco assolutamente a dormire.

Importante è aver chiaro tutto il processo, le proprie modalità di affrontare, gestire e superare qualcosa, che tutto passa se si accetta sapendo che dopo la tempesta c’è tutto spianato, liscio e percorribile.
Quali sono le difficoltà e i rischi nel tuo sport? A cosa devi prestare attenzione?
Difficoltà e rischi sinceramente non ne vedo. Se corri o fai qualsiasi altro sport di resistenza è chiaro che l'unica difficoltà che si può incontrare è la fatica e la capacità di gestirla, certo non è semplice ma fa parte del gioco. Magari un piccolo rischio è quello di non fare le cose con la giusta misura.  Soprattutto per chi ha cominciato da poco. La corsa ti da benessere fisico e mentale ma bisogna anche saper ascoltare il corpo e sapere quando dargli tregua e riposo.”

La pratica e l’esperienza aiuta a trovare un sano equilibrio negli sforzi e nei recuperi, nello stressare ed esasperare i propri organi, muscoli, articolazioni e a occuparsi di loro con cure adeguate, massaggi, trattamenti.
Come hai superato eventuali crisi, sconfitte, infortuni?Di infortuni crisi e sconfitte ce ne sono state. Quello che ha bruciato di più sono stati un paio di infortuni 10 gg prima di gare programmate da mesi. Ammetto che è stata dura, non ti arrendi all'evidenza vuoi tentare per forza ma non è possibile, la delusione è tanta ma basta poter riprendere gli allenamenti e si fissano nuove mete e la delusione la lasci alle spalle. Un paio di crisi pesanti in cui il mio fisico mi aveva detto stop e non riuscivo più a camminare a ritmi decenti le ho superate ritirandomi dalle gare anche per 3/4 mesi, ricominciando da zero e accettando tempi non miei in allenamento ma andando avanti ugualmente sola, per conto mio, pian piano tutto torna alla normalità.”

Pian piano si sistema tutto con l’aiuto di qualcuno o da soli, importante è accettare l’evidenza ed essere disposti a rimettersi in gioco sapendo aspettare e riorganizzarsi con le risorse a disposizione rimodulando piani e obiettivi.
Un messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarsi allo sport?Il mio consiglio è quello di provare. Provare a praticare uno sport, uno qualsiasi, uno che piace, lo sport cambia la vita. Lo stile di vita, le priorità, la salute fisica e mentale migliorano in maniera esponenziale. Il gradino da superare è quello di iniziare, sono sicura che poi non se ne potrà più fare a meno.”

Lo sport davvero cambia le persone, fa evolvere, maturare e rende responsabili a partire dal gioco e la condivisione.
C’è stato il rischio di incorrere nel doping? Un messaggio per sconsigliarne l’uso?Mai avuto a che fare con doping o con gente che ne fa uso. Mi fa letteralmente schifo tale opzione e le persone che si dopano. È una doppia presa in giro. Primo non si rispetta lo sport come tale e gli avversari puliti che fanno sacrifici per ottenere risultati. Secondo si mente a se stessi sapendo di mentire, ci si racconta favole a cui si crede anche. Essere forti in maniera scorretta non fa di te un campione ma un pezzente. Non iniziare nemmeno per sbaglio ad assumere sostanze non consentite... se lo fate quando tornate a casa dopo una gara, magari anche vinta, guardatevi allo specchio e osservate cosa vedete... io abbasserei lo sguardo fossi in voi.”

In effetti il doping ammazza persone e sport, rende infelici coloro che ne fanno usano e le persone che gli stanno vicino compresi eventuali simpatizzanti e fan.
Familiari e amici cosa dicono circa il tuo sport?Familiari ed amici condividono la mia passione. I miei amici più cari sono anche loro runners e quindi non devo spiegare niente a loro sulla mia scelta... loro sanno già tutto, visto che hanno seguito stessa direzione.”

Insieme è sempre molto meglio, se si è compresi si è più sereni nell’investire in tempi e in fatica.
Ritieni utile lo psicologo dello sport? Per quali aspetti e in quali fasi?Lo psicologo nello sport lo ritengo indispensabile per attività agonistiche di livelli elevati. Le lotte mentali che attraversano la testa degli atleti sono paurose, lo vediamo noi amatori, immaginiamo i professionisti. Serve assolutamente chi sia in grado di gestire queste fasi sia nel periodo della preparazione che in quello del pre-gara.”

Nella mente dell’atleta si annidano e crescono a volte pensieri negativi che vogliono sabotare le buone intenzioni dell’atleta, si ha difficoltà a essere orientati all’obiettivo e alla meta da raggiungere con fiducia e convinzione avendo faticato e seguito piani e programmi di allenamento.
Prossimi obiettivi? Sogni realizzati e da realizzare?Prossimo obiettivo una ultramaratona, la mia prima ultramaratona il 22 settembre 65.700 km, speriamo vada tutto per il meglio!” 
Come ti vedi a 50 anni?A 50 anni? Sempre di corsa! Magari a stabilire qualche record di categoria.”

I vantaggi dello sport spesso sono la positività, la voglia di continuare ad andare avanti nonostante l’età anagrafica avanzi.

Matteo SIMONE Psicologo, Psicoterapeuta  
380-4337230 - 21163@tiscali.it

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