Più la fatica avanza, più la salita
si fa dura, più gioia avrò all’arrivo
Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta
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Lo sport è una grande risorsa per le persone, si fa parte di un gruppo o di una squadra, si organizzano allenamenti, si partecipa a gare, si apprende dalle situazioni difficili di fatica, si decidono obiettivi sempre più sfidanti.
Di seguito Alessio, iscritto alla Podistica
Solidarietà come runner e triatleta,
racconta la sua esperienza rispondendo ad alcune mie domande.
Ti sei sentito campione nello sport almeno
un giorno della tua vita? “Credo di
poter dire di esserlo ogni giorno che ho la fortuna di potermi allenare, anche
se quando ho concluso il ‘Passatore’.”
Ogni allenamento è una mattonella che
serve a costruire il benessere dell’atleta e anche la performance in vista di
una gara importante, difficile e sfidante come può essere la classica ultramaratona
del Passatore di 100km da Firenze a Faenza.
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A volte è importante avere amici che
stimolano, stuzzicano, coinvolgono, invitano a cambiare stile di vita, perché
non è mai troppo tardi per cambiare, per lasciare il divano, per mettersi in
gioco.
Nello sport quali fattori contribuiscono al benessere e performance? “Il fattore principale è la sfida contro me
stesso. Mi permette di essere ogni giorno migliore, anche quando il reale
miglioramento non ci è stato. Già l’averci provato però mi ha dato ugualmente
la gioia.”
Ogni giorno è importante stare in contatto
con se stessi, fare il punto della situazione, capire come si sta e cosa si
vuol fare, e lo sport aiuta a prendersi cura di sé curando fisico, anima, mente
e spirito.
C’è qualcuno che contribuisce
al tuo benessere e performance nello sport? “Chi contribuisce al mio benessere è sicuramente l’affetto della mia
famiglia. In particolare mia moglie e mia figlia sono la mia prima fonte di
benessere. La cosa più bella è vederle all’arrivo delle gare mentre tifano per
me.”
Cosa pensano familiari e amici
della tua attività sportiva? “Sono
Contenti, in maggior parte, perché vedono me rilassato, motivato ma soprattutto
felice nonostante i modesti risultati. Altri si chiedono come mai, nonostante
non vinca nulla, mi ostino ad andare avanti.”
Bello quando la famiglia comprende ed è
partecipe, l’atleta è più sereno e coccolato, riesce ad essere meno teso e a
focalizzarsi nel suo sport senza preoccupazioni o pensieri che possano sabotare
la prestazione.
Un
episodio curioso o divertente della tua attività sportiva? “La cosa più bella è vedere il caro amico
Sandro Mercuri che dopo avermi introdotto alla pratica della corsa dicendomi di
provare, adesso guardando la continuità degli allenamenti mi dice: ‘Ma guarda
che io scherzavo quando ti dicevo prova a farti una corsetta. Tu sta cosa la
stai prendendo troppo sul serio!’ e ci ridiamo sopra. Sempre a lui è toccata la 'Bastardata'. Dopo avermi tirato per tutta la gara alla mia prima Roma Ostia,
negli ultimi 200 metri gli ho fatto uno scatto per arrivare prima di lui:
pessimo esempio di sportività.”
Se non ci fossero gli amici! Sempre belle
e interessanti le storie e gli aneddoti tra amici, tante sfide tanti scherzi,
tanta fatica insieme,
Cosa hai scoperto
del tuo carattere nel praticare sport? “Che
ho una ‘testa dura’. Più il dolore al ginocchio si fa sentire, più la fatica
avanza, più la salita si fa dura mi fa capire che più gioia avrò all’arrivo. La
medaglia 'Finisher' deve essere mia, a costo di arrivare strisciando.”
Sono un po’ preoccupato per il ginocchio
di Alessio, occorre prestare attenzione e andare avanti, uno sguardo al
ginocchio e uno sguardo al traguardo avanzando con la consapevolezza che si può
fare se vogliamo e che con l’aiuto della mente possiamo riuscire ad arrivare
comunque senza strisciare.
Che
significato ha per te praticare il tuo sport? “E’ il mio momento, la mia coccola. Dopo aver avuto la mia ‘pausa
sportiva’ nella giornata, sono una persona migliore.”
Bella questa risposta, infatti il momento
di sport diventa una coccola per l’atleta, qualcosa da praticare prima o dopo
un impegno per caricarsi o per scaricarsi, per ritrovare se stessi o amici per
rilassarsi nonostante la fatica.
Quali sensazioni sperimenti nello sport? “Senso di libertà, felicità, gioia, orgoglio, però prima di ogni gara
ansia, agitazione fino allo sparo, poi solo sorrisi.”
Quali sono le difficoltà e i rischi? A cosa devi fare attenzione nel
tuo sport? “Fino a questo anno ero
concentrato principalmente sulla palestra e la corsa. Da questo anno ho deciso
di mettermi in gioco con il triathlon. Difficoltà particolari sul nuoto dal
punto di vista della tecnica (ma ci si diverte ugualmente) ma la mia paura è la bicicletta. Le due ruote le temo tanto per paura di incidenti. Ma nonostante
tutto, si va avanti.”
L’atleta cerca sempre di alzare
l’asticella, di provare cose diverse più difficili e complesse per mettersi
alla prova, per cercare di riuscire, per consolidare la propria autoefficacia.
Quali condizioni fisiche o ambientali ti
ostacolano nella pratica del tuo sport? “Un dolore fisso continuo al ginocchio che con fisioterapia e
infiltrazioni teniamo a bada. E a volte il poco tempo, al quale compensiamo
levandolo al sonno.”
Cosa ti fa
continuare a fare attività fisica? “La
gioia di farlo, ogni giorno sono felice di avere la fortuna di poter fare sport
perché vuol dire che sono in salute.”
Lo sport fa sperimentare benessere fisico
e mentale, si percepisce un senso di benessere e di forma fisica, un senso di
riuscita e di miglioramento nel corso di una preparazione atletica o in gara.
Un messaggio rivolto ai
ragazzi per avvicinarli al tuo sport? “Credo
che qualsiasi sport faccia bene ai ragazzi, l’importante è vivere il tutto con
il sorriso. La corsa ti fa stare bene e soprattutto ti fa mangiare tanto. Il
triathlon è divertente, ma questo ancora devo capirlo pure io.”
Lo sport aiuta a capire il senso del pieno
e del vuoto, delle energie che ci sono e che si possono esaurire, che si mangia
per piacere e per bisogno, che non c’è solo fatica ma anche soddisfazione, che
le cose bisogna guadagnarsele, che si può fare tutto con costanza, impegno e
determinazione.
Ritieni utile la figura
dello psicologo dello sport? Per quali aspetti ed in quali fasi? “Credo di sì. La mia unica esperienza
personale con questo tipo di figura mi è capitata nel 2018. Il comitato
organizzativo del Passatore, introdusse tra gli eventi collaterali alla gara,
dei meeting/conferenze con psicologi dello sport (mental Coach), nel quale
davano dei consigli su come affrontare la fatica. Devo dire che nei momenti più
tosti, quelle parole che sembravano a volte scontate, mi tornavano nella testa
e mi davano conforto e forza ad affrontare la fatica.”
La mente può aiutare il fisico ad arrivare
fino alla fine sani e salvi, si tratta di integrare nella mente della persona
sabotatori e aiutatori, gli uni remano contro ma è importante tenere in conto
quello che vogliono trasmettere, gli altri sono più fiduciosi propositivi ma a
volte troppo impulsivi, importante avere le idee chiare e sapersi organizzare
ogni momento per decidere quello che si vuole e si può fare.
Prossimi obiettivi? “Prossimi
obiettivi da aspirante Triatleta, un 70.3 (forse Ostia a ottobre 2019).
Sogni realizzati e da realizzare? Sogni
da realizzare sono tanti. E cmq entro il compimento dei 50 anni sono in ordine:
Maratona di NY, un Ironman e la Nove Colli Running. Esagerati? E sennò che
sogni sono.”
Tante sfide toste e difficili nella mente
di Alessio, staremo a vedere cosa ci racconterà in futuro.
Sei consapevole delle tue possibilità, capacità, limiti? “Si sono consapevole, ma il gioco sta proprio
lì…nel mettere il tutto in discussione.”
Quanto ti senti sicuro, quanto credi in te stesso? “L’unica sicurezza che ho è che mi diverto,
poi tutto l’altro viene dopo. Certo quando sono tornato a casa con due salamini
beretta per aver vinto il premio 8° di categoria alla Mezza Maratona ‘La
Panoramica’ per me è stata una vera gioia. E lo dico sinceramente.”
E’ importante avere ogni tanti dei premi
di consolazione o dei feedback positivi da parte di amici o famigliari, aiutano
a continuare a impegnarsi.
Quale esperienza ti dà la convinzione di potercela fare? “Nelle gare ‘lunghe’, quali maratone,
ultratrail, etc. è bellissimo confrontare i pensieri durante la gara con quelli
del dopo. A neanche metà della gara pensi di ‘essere finito’, di aver dato
tutto. E invece quella gara la finisci, riuscendo pure a fare lo ‘scatto finale’.
Le gare lunghe le paragono (per sentito dire) a un parto: durante il parto i
dolori lancinanti inducono le mamme a pensare ‘basta figli’, come il bimbo
nasce pensi già al prossimo.”
Ultramaratone e ironman sono lunghi viaggi sia di preparazione che di gara, si è a
volte soli con se stessi con dubbi e perplessità, elaborando situazioni e
pensieri. Io stesso l’ho sperimentato quando mi iscrissi all’ironman, 9 mesi prima della gara, davvero
è stato come un parto concludere l’ironman.
Hai un modello di riferimento, ti ispiri
a qualcuno? “Proprio modello no, ma
chissà capiti una giornata come quella di Steven Bradbury il pattinatore scarso
diventato leggenda nel 2002 ai giochi invernali.”
In effetti Bradbury vinse un inaspettato
oro alle Olimpiadi di Salt Lake City ai 1000 m dello short track per una serie di circostanze a lui favorevoli come le
cadute e le squalifiche di tanti atleti più favoriti. In Australia si usa dire:
"doing a Bradbury" (fare un
Bradbury), per indicare un successo clamoroso e altamente insperato.
Psicologo, Psicoterapeuta, Terapeuta EMDR
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