Domina in ogni caso un sentimento
di stima e affetto reciproco
Matteo SIMONE
Sabato 13 Luglio 2019 si sono svolte in nel Nord Alta Val Formazza (VB), del Piemonte, gare di trail running di diverse distanze:
Bettelmatt Trail, 51,3 km e 3330 m D+-; Bettelmatt
Sky Race, 33,2 km e 2665 m D+-; Bettelmatt Race, 17,5 km e 880 m D+-;
Bettelmatt Mini Trail, 8 km.
La gara maggiore è stata vinta da
Borgialli in 6h00’51” precedendo l’amico di squadra Montani 6h09’03” e Roberto
Alberio 7h10’17” mentre la gara femminile è stata vinta dalla tedesca Basilia
Foerster in 8h17’ precedendo Guendalina Sibona e Laura Trentani.
La Sky Race è stata vinta da Cristian Minoggio per la 6^ volta in 3h54’ precedendo Norman Cerini 4h13’51)” e Matteo Ceresa 4h20’04” mentre la gara femminile è stata vinta da Georgiana Marinescu in 5h28’52” che ha preceduto Elena Vanzini 5h33’06” e Maria Pozzi 6h03’. La Bettelmatt Race è stata vinta da Mauro Stoppini e Vanini Chiara.
Di seguito le impressioni dei due
protagonisti principali, nonché amici di squadra, attraverso risposte ad alcune
mie domande.
Riccardo
Borgialli
Entrambi
ex calciatori, chi ha attaccato per prima? “Io e Riccardo siamo prima di tutto grandi
amici, per cui, oltre alla rivalità sportiva che chiaramente c'è e ci sarà
sempre, domina in ogni caso un sentimento di stima e affetto reciproco. Ognuno
ha ‘attaccato’ secondo le proprie caratteristiche, io nei tratti ‘più corribili’,
Riccardo nelle discese e tratti tecnici, lui purtroppo nel finale ha accusato
dei problemi di stomaco e non è riuscito nell'attacco finale sull'ultima
discesa, ma sono cose che capitano se si sta in giro tante ore tra caldo,
freddo e altitudine.”
Tra Borgialli e Montani c’è una grande
amicizia, un enorme rispetto e una conoscenza approfondita di se stessi e anche
reciproca.
Ognuno dei due sa quanto vale l’altro e
conosce le specifiche attitudini, caratteristiche, potenzialità dell’altro,
quindi gareggiare insieme è uno studio continuo del momento presente orientato
un po’ verso avanti verso i prossimi chilometri e la parte finale per capire
come procedere e proseguire e quando provare a cambiare ritmo.
C'è il rischio che tra di voi vi sabotate
i ristori o l'attrezzatura? “Non c'è assolutamente rischio di sabotaggi, non mi va né di pensarci né di rispondere
ad una domanda del genere. Il nostro è uno sport pulito fatto di gente onesta che dà volta per volta il meglio di sé.”
E’ la risposta che, sia io sia chi
conosce i due forti atleti, ci saremmo aspettato, avevo inteso la loro amicizia
e rispetto che trasmettono il senso di un sano sport.
L’intento della domanda era proprio una
richiesta esplicita della conferma della loro onestà e amicizia che
contribuiscono a illustrare il trail come
uno sport di fatica ma non esclusivamente di protagonismo a tutti i costi ma
anche collaborativo e di condivisione per sperimentare tanto benessere tra gli
amici nella natura che mette alla prova presentando terreni duri e impervi e
condizioni climatiche imprevedibili.
Altri
atleti erano con voi per giocarvi il podio? Avevi fan con te alla
partenza, lungo il percorso? “Come da
previsione ce la siamo giocata noi due, sul percorso c'erano tanti amici e
hanno fatto il tifo a tutti, dal canto mio non posso che ringraziare i miei
amici e la mia famiglia che mi seguono spesso durante le trasferte e mi danno
una carica grandissima, parte delle mie vittorie è anche merito loro.”
Infatti tra i favoriti della Bettelmatt
Trail, gara più lunga e impegnativa, spiccavano i nomi dei vincitori delle due
edizioni precedenti: Riccardo Montani, vincitore nel 2018 e Riccardo Borgialli
vincitore nel 2017.
Riccardo
Montani
Cos'è che non ha funzionato in gara? “All’inizio della gara ho sentito le gambe un po’ dure, non giravano
proprio come volevo, comunque sia ero troppo lontano da Riccardo a distanza di
4-6’, in particolare quando mancavano 15km dalla fine le gambe si erano un po’
sbloccate, dopo tutti quei chilometri mi sono venuti forti crampi allo stomaco
quando ero al passaggio del passo di Nefelgiu e mi sono un po’ fermato e quindi
da quel momento Riccardo ha preso più margine, mi ha dato alla fine 8’.
Comunque sono contento di essere stato al suo fianco sul podio e che abbia
vinto lui che è un mio grande amico.”
Questa è la bellezza dello sport che non
sempre è tutto scontato e tutto liscio, a volte non basta avere le gambe e la
testa a posto ma l’organismo umano è complesso e ci può essere sempre una parte
di esso che si rifiuta di collaborare o fa i capricci per qualche motivo e
allora si fa quel che si può, si prova comunque ma con la consapevolezza che
ogni giorno è diverso dall’altro e ogni gara ci può riservare sorprese
piacevoli o spiacevoli.
Riuscirete a
indossare maglia azzurra stessa competizione? “Sì, come hai detto sarebbe bello indossare la stessa maglia della
nazionale, io però sono un po’ più orientato verso lo skyrunning ed è lì che
sono in nazionale mentre lui lo è stato
nel trail running e mira più a quello, però non discriminiamo credo entrambi le
altre nazionali, sarebbe bello essere insieme.”
Due grandi amici atleti che hanno
indossato più volte la maglia della nazionale italiana rappresentando la
nazione in gare internazionali ma in specialità diverse e a volte si affrontano
e confrontano insieme in gara.
Hai
ancora da imparare da Riccardo o ti senti autonomo? “Lui è dentro a questo mondo ad alti livelli più di me e da più tempo e
credo che dalla sua esperienza ci sia sempre da imparare infatti tante volte
gli chiedo dei consigli e in particolare devo migliorare meglio sulla salita.”
Grazie sempre a entrambi per la disponibilità
a raccontare e far conoscere il loro mondo di fatica e di relazioni.
Riccardo
Borgialli è menzionato nel mio libro “Maratoneti e Ultrarunner. Aspetti
psicologici di una sfida”, edito da Edizioni Psiconline.
Psicologo clinico e
dello sport, Psicoterapeuta
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