Matteo SIMONE
Lo sport è un’attività che attira tante persone, che permette di apprendere su stessi dall’esperienza e mettendosi in gioco, lo sport diventa un’occasione per sperimentarsi nella fatica raggiungendo obiettivi con il duro lavoro, la motivazione e l’impegno costante nel tempo.
Di seguito Gabriele racconta la sua esperienza rispondendo ad alcune mie domande.
Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita? “Qualche volta, un po’ per fortuna e un po’ merito, mi sono ritrovato in posizioni assolute di rilievo e, pensando al mio allenamento discontinuo, mi sono sentito un campione.”
L’essere umano è sempre alla ricerca di nuovi stimoli per cercare dii cavarsela sempre, per testarsi, per apprendere dall’esperienza.
Qual
è stato il tuo percorso per diventare atleta?
“Per me lo sport a livello agonistico è
iniziato in età avanzata (20 anni) con il podismo, sebbene fossi già conscio di
possedere buone doti nel fondo. Ho iniziato così a praticare il mezzofondo fino
a circa 25 anni, per poi passare a distanze più lunghe. La voglia di cercare
nuovi stimoli mi ha spinto verso altre discipline come il triathlon e
naturalmente i suoi derivati.”
Sono tanti gli ingredienti del benessere e della performance nello sport, bisogna essere motivati, attenti e focalizzati nell’esercizio dell’attività fisica, bisogna avere l’attrezzatura adeguata, soprattutto se si tratta di più discipline bisogna avere tempo a disposizione e saper combinare gli allenamenti senza stress e senza rischiare infortuni da sovraccarico.
Quali
fattori contribuiscono al tuo benessere e/o performance?
“Allenamento, concentrazione e
alimentazione.”
Nello
sport chi contribuisce al tuo benessere e/o performance?
“Quando ho la possibilità di allenarmi
con persone motivate e di livello simile al mio, riesco a migliorare le mie
performance e raggiungere il benessere che l’attività sportiva riesce a
regalarci.”
Lo sport a volte permette la condivisione dell’esperienza con altri che se sono dello stesso livello diventa stimolante e sfidante e appagante.
La
gara della tua vita dove hai dato il meglio di te o hai sperimentato le
emozioni più belle? “Sicuramente
il primo Ironman a cui ho partecipato, a Nizza nel 2012.”
Il 24 giugno 2012, Gabriele ha partecipato all’Ironman di Nizza Triathlon 226 (3.8-180-42.2k) con il crono di 10h16’51” (1h04’55” nuoto, 5h50’21” bici e 3h13’55” corsa).
Il vincitore fu il belga Frederik Van Lierde 8h21’51” (47’22” / 4h35’42” / 2h53’39”), precedendo il britannico Paul Amey 8h42’48” (48’46” / 4h55’50” / 2h52’15”) e il francese Francois Chabaud 8h45’23” (48’53” / 4h48’21” / 3h02’02”).
Tra le donne vinse la belga Tine Deckers 9:16:05 (57’18” / 5h10’03” / 3h02’31”), precedendo la neozelandese Gina Crawford 9h26’25” (52’10” / 5h20’04” / 3h07’14”) e la tedesca Kristin Möller 9h37’07” (1h02’47” / 5h27’58” / 3h00’29”).
La
tua gara più difficile? “Tante, fatte in periodi di scarso allenamento, magari per cercare nuovi
stimoli e concluse qualche volta con un ritiro.”
Ritieni
utile lo psicologo dello sport? “Non ho mai fatto ricorso ad uno psicologo di nessuna branca, se non per
test o attività di studio, per cui non conosco l’efficacia delle terapie. Ma se
fossero efficaci, allora per lo sport credo sarebbero fondamentali, perché mi
rendo conto che la ricerca della prestazione crea scompensi psicologici.”
La pratica dello sport aiuta a costruire una personalità in ottimo stato di salute fisico, mentale e relazionale, permette di sviluppare fiducia in se stessi e soprattutto resilienza per superare periodi di demotivazione, infortuni.
Una
tua esperienza che ti può dare la convinzione che ce la puoi fare?
“Sono molto scaramantico ed abitudinario,
quando la routine del pre-gara fila liscia, so che ce la farò.”
Un
episodio curioso o divertente della tua attività sportiva?
“Spesso, per motivi a volte diversi, mi
alleno di nascosto. A volte al lavoro, per non ingenerare polemiche con
colleghi; a volte a casa, perché se no la mia compagna rosica che io mi sono
allenato e lei no; a volte per necessità, magari in una città nuova dove non
trovavo una piscina per nuotare o era chiusa, ho scavalcato e mi sono
intrufolato per “rubare” un’oretta di nuoto… anche in un paio di piste di
atletica mi è successo.”
Lo sport rende le persone più forti e in salute, rende le persone più efficaci e produttive nel lavoro e sviluppa progettualità e positività, diventa un importante orto da coltivare accanto a quello familiare e lavorativo.
Quali
sensazioni sperimenti facendo sport? “Le più varie, a seconda del tipo di allenamento e di come stia andando.
Si spazia dalla frustrazione di un allenamento o gara che non va come dovrebbe
andare, all’esaltazione di una prestazione inattesa.”
Quali
sono le difficoltà e i rischi? A cosa devi fare attenzione nel tuo sport?
“Al di là dei rischi fisici di cadute o
incidenti in bici, il rischio è quello di infortuni da sovraccarico. Anche il
sovrallenamento è un problema per gli atleti a cui piace faticare.”
Lo sport permette di sperimentare il ciclo della vita fatto di periodi di successi e insuccessi, vittorie e sconfitte, tensione e rilassamento.
Quali
condizioni fisiche o ambientali ti inducono a fare una prestazione non
ottimale? “Durante le
gare adoro le situazioni difficili, a patto che coinvolgano tutti gli atleti in
gara. In allenamento soffro il caldo e il vento.”
Cosa
ti fa continuare a fare sport? “Me lo chiedo anch’io… Cioè uno sport per mantenere un certo benessere
lo farei comunque per stare in forma e in salute e per divertirmi con gli
amici, lo sport di endurance a livello agonistico non lo so perché.”
Come
hai superato eventuali crisi, sconfitte, infortuni?
“Con il tempo.”
Lo sport rende felici, avvicina persone, culture e mondi; lo sport diventa una palestra di vita, trasmette sani valori.
Un
messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarli allo sport?
“E’ il divertimento più sano che esiste,
sotto tutti i punti di vista.”
Un messaggio per sconsigliare l’uso del doping?
“A livello professionistico tutti gli
atleti dovrebbero battersi per poter gareggiare ad armi pari, loro dovrebbero
essere i principali promotori di un antidoping serio, al di là di
considerazioni morali e delle implicazioni sulla salute. A livello amatoriale
la gara è contro noi stessi, doparsi vuol dire ingannarci, non ha senso!”
Dietro l’atleta c’è un mondo di persone che sostengono, fanno il tifo, coccolano, tifano, si informano, criticano.
Familiari
e amici cosa dicono circa il tuo sport? “Mediamente le persone che frequento sono coinvolte anche loro nel mondo
dello sport, quindi sono spontaneamente favorevoli e propense. Gli altri
naturalmente pensano che io sia pazzo a sprecare così tante energie (e a volte
anche salute) per un’attività più o meno fine a sé stessa.”
Lo sport permette di approfondire la conoscenza di se stessi nel raggiungere obiettivi difficili e sfidanti con impegno, motivazione, costanza, determinazione.
Cosa
hai scoperto di te stesso nel praticare attività fisica?
“La mia resistenza a determinate
condizioni, fisiche e psichiche.”
Riesci
a immaginare una vita senza lo sport? “Credo che vivere in modo dinamico sia uno sport anch’esso, quindi… no!”
Hai
mai pensato per infortuni o altro di smettere di essere atleta?
“Ho pensato di smettere di fare gare, non
di fare sport.”
Nella mente degli atleti ci sono sempre gare sfidanti da partecipare per testarsi per mettersi alla prova, per sperimentarsi, per sfidare altri.
Prossimi
obiettivi? “Mi
piacerebbe continuare a essere un atleta master in grado di ‘giocarsela’ con
gli atleti più giovani, specie con quelli che pensano di riuscire a raggiungere
gli obiettivi con delle scorciatoie e con uno spirito non sempre sportivo. C’è
bisogno che qualcuno un po’ più grande ogni tanto li rimetta in riga!”
Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
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