Di seguito approfondiamo la conoscenza di
Jacopo attraverso risposte ad alcune mie domande.
Come
hai iniziato a correre? “E' grazie a mio fratello e sotto i suoi preziosi consigli (era coach di
una squadra amatoriale podistica) che ho cominciato a correre da Settembre
2014...ho cominciato ad inanellare giri da 1km del parchetto sotto casa...1
giorno correvo, 1 giorno riposavo, quando correvo, 1 giro in più fino ad
arrivare ad 1 ora di corsa continuativa, inizialmente sembrava un miraggio
correre per 1h di seguito.”
All’inizio tutto è difficile ma poi si
impara a conoscersi, a gestire tutti gli aspetti che riguardano l’attività
sportiva sia in allenamento che in gara.
Hai
metodi o percorsi di allenamento da consigliare?
“Quando si comincia a correre non si sa
nulla di questo sport meraviglioso, non si sa come e dove correre. Dove
correre: L'ideale sarebbe alternare strada, parco, pista, palestra. La strada è
l'ambiente dove si corrono le gare, però attenzione a scegliere strade non
trafficate di macchine e pedoni. Il parco è l'ambiente immerso in natura, però
attenzione a sassi e alle radici, quindi va bene per corse lente e rigeneranti,
ma non per allenamenti veloci. La pista è perfetta per allenamenti veloci, però
si va troppo veloci...attenzione a non farsi male. In palestra sul tapis
roulant, io vado solo quando fuori diluvia e sono vicino a gare...così riduco
il rischio di ammalarmi.”
Cosa
consigli di fare o non fare? “Come correre: a che ritmo correre? All'inizio bisogna solo insegnare al
nostro fisico a resistere e per farlo bisogna essere graduali e progressivi.
Bisogna iniziare a correre ad un ritmo che ti consente di parlare con qualcuno
senza avere il fiatone, però non troppo piano. Meglio non correre ascoltando la
musica, per strada avere le cuffie è pericoloso in quanto non si sentono le
macchine, nel parco si spreca l'opportunità di ascoltare la natura ed in
generale meglio ascoltare il proprio corpo e ciò che ci circonda.”
La
prima gara? “Inizialmente
correvo a 6'/km e mi diceva che continuando ad allenarmi avrei potuto correre
la prima gara da 10km a Gennaio 2015 a circa 4'30"/km...io pensavo che fosse
troppo ottimista...ed invece alla prima gara ufficiale (La corsa della Befana a
Gennaio 2015), corsi 10km in 45'53" ... ci aveva preso! Fondamentale è
l'alimentazione...andare da un buon nutrizionista. Rispettare i segnali del
proprio corpo, specialmente all'inizio, non si è allenati, non si ha un fisico
predisposto per uno sport così logorante (la corsa è molto logorante), quindi
ai primi segnali di dolori è inutile e dannoso imbottirsi di creme ed
antinfiammatori ... meglio fermarsi per più di 1g, se dopo 3gg il dolore
persiste, farsi vedere da un buon fisioterapista, se il fisioterapista è bravo
sa se può e se deve intervenire o se invece consigliare una visita da medici
specialisti (ortopedici).”
Una
esperienza che ti può dare la convinzione che ce la puoi fare nello sport e
nella vita? “A
Valencia nel Novembre 2015 ho corso la mia seconda maratona, ero partito che
avevo l'influenza, ho provato lo stesso a partecipare. Ho corso bene per 20km,
poi l'influenza ha colpito a livello addominale e non riuscivo più a correre, non
appena provavo a correre provavo fortissimi dolori addominali...quindi
cominciai a camminare e ogni tanto riprovavo a correre, così per 13 lunghi km,
avevo inoltre brividi di febbre e freddo (avevo influenza) però ho continuato e
volevo prendermi la medaglia da finisher. Al km 33 ho liberato lo stomaco e ho
potuto riprendere a correre senza provare dolore...però ero totalmente
disidratato quindi avevo crampi ovunque...per i rimanenti 9km che mi separavano
da quella fottuta medaglia ho corso e camminato in preda a crampi e
brividi...sono arrivato alla fine, l'ho chiusa in 4h59'...ho pensato che se ero
riuscito a finire questa maratona in queste condizioni potevo fare qualunque
cosa!”
Un episodio curioso o divertente della tua attività sportiva? “Alla festa dei santi del 2014, la folgorazione! Mio fratello mi chiese di correre insieme al centro di Roma durante la gara ‘Corsa dei Santi’ del primo Novembre. Ci ingrigliammo insieme con altri 4000 runner (mai visto prima tanti runner). Corremmo al centro di Roma, percorso chiuso al traffico con tanta gente che incitavano (stranieri), mentre i romani ci maledivano. Bello, bello, bello...quel giorno decisi di smettere di fumare e che il podismo era lo sport giusto per me.”
Si può fare tutto ma c’è bisogno di
intenzione, passione, motivazione in modo che si trova sempre uno spazio e un
tempo per dedicarsi a uno sport prima o dopo l’attività lavorativa, prima o
dopo gli impegni familiari.
Quali
condizioni fisiche o ambientali ti ostacolano nella pratica dell'attività
fisica? “Di inverno
fa freddo ed è buio, allenarsi per strada di corsa è proibitivo. Ho poco tempo
per allenarmi, non riesco quindi ad organizzarmi per fare tutto quello che
vorrei. Assenza di Velodromi a Roma per fare lavori in bici.”
Lo sport diventa un orto importante da
coltivare da parte dell’atleta che sperimenta sia benessere che a volte anche
performance ottenendo risultati ambiti e soddisfacenti.
Quali
sensazioni sperimenti facendo sport? “Allenandomi tutti i giorni provo tutte le sensazioni, da quelle belle e
positive dopo un buon allenamento fatto in compagnia degli amici delle 6 del
mattino, a quelle brutte di allenamenti mal riusciti, da solo, al buio ed al
gelo invernale...che ti tira fuori solo pensieri brutti.”
Hai
rischiato di mollare? Cosa ti fa continuare? “Non ho mai pensato di mollare, allenarmi mi
fa stare troppo bene.”
Per ogni cosa ci sono le opportune attenzioni e cautele e inoltre bisogna considerare la ciclicità dell’esperienza che prevede belle e brutte sensazioni ma passano tutte sia le belle che le brutte così come passano salite e discese che sono entrambe utili, l’una per rafforzarsi e l’altra per rilassarsi ma non più di tanto.
Non bisogna sottovalutare nessun aspetto
nello sport che a volte potrebbe essere determinante soprattutto se si punta
alla performance e soprattutto nello sport di endurance dove oltre ai muscoli
conta anche la testa, la nutrizione, l’abbigliamento tecnico.
La
tua gara più difficile? “La più difficile a Valencia 2015, in generale le prime maratone sono
state tutte difficili, in tutte ho avuto problemi intestinali e muscolari...da
qui la decisione di essere seguito da un buon nutrizionista ed un buon coach.”
Se ci si allena bene, con costanza e
impegno prima o poi arrivano i risultati che ripagano della fatica e di
eventuali sacrifici e alimentano la passione e la voglia di continuare.
Come
hai superato eventuali crisi, sconfitte, infortuni?
“Sconfitte nel podismo non penso che
debbano esistere, praticare sport è comunque una vittoria a prescindere dai
risultati che si ottengono. Al limite si può pensare a qualche crisi se non si
ottengono i risultati sperati dopo lunghi ed estenuanti allenamenti...si
superano pensando positivo e puntando a nuovi obiettivi. Gli infortuni, i
maledetti infortuni...ecco l'infortunio che è ciò che ti mette veramente a dura
prova. Se si riesce si dovrebbe provare a praticare un altro sport (io così ho
superato l'ultimo infortunio avuto e che mi ha consentito di conoscere il
triathlon...quindi ho trasformato una difficoltà in opportunità). Se non si
riesce a praticare nessun altro sport...bisogna avere una fortissima
motivazione e cercare di non mollare specialmente a livello nutrizionale per
evitare di prendere peso. Occupare il tempo prendendosi comunque cura di se
stessi e quindi senza lasciarsi andare.”
Un
messaggio ai ragazzi per avvicinarli allo sport?
“Lo sport fa bene soprattutto a se
stessi, aumenta l'autostima, ti allontana da vizi sedentari (videogiochi o
similari). Riuscire nello sport ti consente di inserirti in un ambiente sano.
Ci sono tantissimi sport...bisognerebbe provarli tanti fino a trovare quello
giusto, senza arrendersi alle prime esperienze e senza farsi condizionare dagli
amici che ti spingono verso i loro sport o verso la loro vita sedentaria.”
C'è
stato il rischio di incorrere nel doping? Un messaggio per sconsigliarne l'uso?
“No, mai avuto l'idea di utilizzare il doping
per migliorare le prestazioni. Migliorare le prestazioni usando il doping è
fuori legge. Se uno è dopato batti (forse) gli avversari sani non dopati, ma
perdi con te stesso. Il doping fa male, ti uccide.”
Cosa
hai scoperto di te stesso nello sport? “Ho scoperto la forza di volontà che non pensavo di avere. Da giovane
non mi piaceva correre e soffrire, il mio limite era la resistenza.”
Hai
un modello di riferimento? Ti ispiri a qualcuno?
“Non mi ispiro a nessuno, non ho modelli
di riferimento...cerco solo di superare i miei limiti.”
Una
frase che ti aiuta a crederci e impegnarti? “No nessuna frase in particolare. Nelle
situazioni difficili e dove le energie fisiche e mentali si stanno esaurendo,
l'importante è avere il pensiero positivo. Ad esempio, bisogna pensare che le
difficoltà (condizioni atmosferiche avverse ad esempio) ci sono per tutti e che
io mi sono allenato duramente per superare quelle difficoltà. Altre forse di
pensiero positivo che mi aiuta molto è visualizzare l'arrivo, pensare che manca
poco all'arrivo, suddividere la distanza rimanente in micro distanze, in micro
obiettivi e raggiungerli uno per volta...alla fine finiscono e si è arrivati!”
Federica Moroni vince la prova femminile
in 3h34’57” e diventa Campionessa Italiana precedendo Chiara Milanesi 3h41’13”,
segue l’atleta di Malta Josann Attard 3h44’28” mentre Denise Tappatà 3h52’10”
arriva 4^ assoluta e 3^ nella classifica nazionale precedendo Sara Trevisan
3h56’19”.
Tra i titoli italiani di categoria da
menzionare per la categoria SM50, Jacopo Pretolani della società “Piano ma
arriviamo Roma” 3h43:39.
Qual
è stato il tuo percorso nella pratica dell'attività fisica?
“Da ragazzo (fino a 22 anni) ero molto
sportivo e ho praticato tantissimi sport a livello amatoriale (Nuoto, Calcio,
Volley, Basket, Vela, Sci, Tennis, Tennistavolo), ma nessuno a livello
agonistico. Dopo i 23 anni ho continuato a praticare tanti sport e ho iniziato
a giocare a Squash, poi praticato per 2 anni a livello agonistico (facendo
tornei regionali) fino ad età di 27 anni. Causa lavoro e famiglia per 20 anni
... assoluta inattività. Ho ripreso a praticare sport (podismo) a 47 anni.
Causa infortunio non potevo correre e a 50 anni ho iniziato ad andare in bici
da strada e ho ripreso a nuotare, non appena ho potuto riprendere a correre nel
2018 ho provato a gareggiare nel triathlon. Il triathlon mi è piaciuto e nel
2018 (anni 51), ho fatto 2 sprint, 3 olimpici ed 1 Medio...e mi sono iscritto
al full Ironman (3,8km swim + 180km bike + 42km run) che farò a Giugno 2019.”
Nello
sport quali fattori e persone hanno contribuito al tuo benessere e/o
performance? “La
ripresa delle attività sportive a 47 anni è stata dovuta al fatto che avevo più
tempo da dedicare a me stesso e al mio benessere. Avevo più tempo in quanto mi
sono separato e avevo avuto un declassamento al lavoro. Inizialmente avevo mal
digerito il declassamento al lavoro, però ora ogni volta che incontro i
responsabili dell'epoca non mi stanco mai di ringraziarli per avermi concesso
di riprendere il possesso della mia vita. Prima infatti lavoravo 15 ore al
giorno, e venivo chiamato a qualunque ora del giorno e della notte...dopo, vita
normale.”
Jacopo sembra essere abbastanza
resiliente e da quello che racconta sembra che abbia sperimentato anche una
crescita post traumatica superando crisi e difficoltà con una marcia in più.
Cosa
pensano familiari e amici della tua attività sportiva?
“I familiari sono abituati ad i ritmi di
allenamento in quanto in famiglia mio fratello ha iniziato molto prima di me.
Gli amici sportivi, comprendono. Gli amici non sportivi mi vogliono troppo
bene, mi assecondano e mi stimano...anche se sotto sotto pensano che sia un po’
matto.”
Nella mente degli atleti ci sono sempre
mete e obiettivi da raggiungere e quelli di Jacopo sono davvero sfidanti e
allettanti.
Prossimi
obiettivi? “Obiettivo di
lungo periodo...continuare a divertirmi allenandomi e provare nuove esperienze,
forse dei Trail che ti avvicinano a madre natura...’stay tuned’”.
http://www.ibs.it/libri/simone+matteo/libri+di+matteo+simone.html
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