mercoledì 10 marzo 2021

Jacopo Pretolani, triathlon: Ora sono un marziano anche io

 Devo ringraziare mio fratello Luca che ogni anno mi parlava degli sport di endurance

C’è sempre qualcuno che coinvolge e consiglia e poi se c’è vera passione si continua con impegno e determinazione raggiungendo risultati inimmaginabili e approfondendo la propria passione fin da diventare esperti e poter consigliare agli altri, un’arte che si tramanda da amico ad amico, da un fratello all’altro, da padre in figlio, da maestro a discepolo.

Di seguito approfondiamo la conoscenza di Jacopo attraverso risposte ad alcune mie domande.

Come hai iniziato a correre?E' grazie a mio fratello e sotto i suoi preziosi consigli (era coach di una squadra amatoriale podistica) che ho cominciato a correre da Settembre 2014...ho cominciato ad inanellare giri da 1km del parchetto sotto casa...1 giorno correvo, 1 giorno riposavo, quando correvo, 1 giro in più fino ad arrivare ad 1 ora di corsa continuativa, inizialmente sembrava un miraggio correre per 1h di seguito.”

 

All’inizio tutto è difficile ma poi si impara a conoscersi, a gestire tutti gli aspetti che riguardano l’attività sportiva sia in allenamento che in gara.

Cosa consiglieresti per chi vuole iniziare a correre?Per chi inizia è fondamentale avere delle persone di cui fidarsi che diano i giusti consigli, butto giù quelli che mi diede. Le scarpe. Andammo insieme a comprare le scarpe e siamo andati da un negozio specializzato dove hanno persone esperte (runner) che sanno consigliarti la giusta scarpa e le fanno provare su tapis roulant con ripresa video, fino ad individuare quella più corretta...quando ora mi chiedono consigli sulle scarpe, consiglio dove andarle a comprare non i modelli da comprare...ognuno è differente, ognuno ha un modo di correre ed una velocità differente...bisogna provare le scarpe e comprare quella che non ti crea problemi senza seguire le mode. Abbigliamento. Deve essere traspirante che non faccia sudare, molti pensano che sudare equivalga e dimagrire, se si suda si perdono solo liquidi che poi devono essere reintegrati...i liquidi servono perché contengono i sali minerali, senza liquidi e sali si fa più fatica e si rischia di avere crampi.”

 

La corsa è un’attività sportiva che non richiede particolare attrezzatura sportiva o luoghi dedicati, a volte è sufficiente uscire di casa correndo e ritornare correndo, e si può correre per strada, per campi, in pista, sul tapis roulant, ognuno può scegliere il meglio per se stesso.

Hai metodi o percorsi di allenamento da consigliare?Quando si comincia a correre non si sa nulla di questo sport meraviglioso, non si sa come e dove correre. Dove correre: L'ideale sarebbe alternare strada, parco, pista, palestra. La strada è l'ambiente dove si corrono le gare, però attenzione a scegliere strade non trafficate di macchine e pedoni. Il parco è l'ambiente immerso in natura, però attenzione a sassi e alle radici, quindi va bene per corse lente e rigeneranti, ma non per allenamenti veloci. La pista è perfetta per allenamenti veloci, però si va troppo veloci...attenzione a non farsi male. In palestra sul tapis roulant, io vado solo quando fuori diluvia e sono vicino a gare...così riduco il rischio di ammalarmi.

 

Sarebbe importante fare attenzione a quello che si fa, dedicarsi all’attività fisica focalizzandosi sul gesto sportivo e ascoltando le proprie sensazioni e osservando l’ambiente circostante.

Cosa consigli di fare o non fare?Come correre: a che ritmo correre? All'inizio bisogna solo insegnare al nostro fisico a resistere e per farlo bisogna essere graduali e progressivi. Bisogna iniziare a correre ad un ritmo che ti consente di parlare con qualcuno senza avere il fiatone, però non troppo piano. Meglio non correre ascoltando la musica, per strada avere le cuffie è pericoloso in quanto non si sentono le macchine, nel parco si spreca l'opportunità di ascoltare la natura ed in generale meglio ascoltare il proprio corpo e ciò che ci circonda.”

 

Prima o poi arriva l’esordino nella prima gara per sperimentarsi e apprendere dall’esperienza.

La prima gara?Inizialmente correvo a 6'/km e mi diceva che continuando ad allenarmi avrei potuto correre la prima gara da 10km a Gennaio 2015 a circa 4'30"/km...io pensavo che fosse troppo ottimista...ed invece alla prima gara ufficiale (La corsa della Befana a Gennaio 2015), corsi 10km in 45'53" ... ci aveva preso! Fondamentale è l'alimentazione...andare da un buon nutrizionista. Rispettare i segnali del proprio corpo, specialmente all'inizio, non si è allenati, non si ha un fisico predisposto per uno sport così logorante (la corsa è molto logorante), quindi ai primi segnali di dolori è inutile e dannoso imbottirsi di creme ed antinfiammatori ... meglio fermarsi per più di 1g, se dopo 3gg il dolore persiste, farsi vedere da un buon fisioterapista, se il fisioterapista è bravo sa se può e se deve intervenire o se invece consigliare una visita da medici specialisti (ortopedici).

 

L’imprevisto è sempre dietro l’angolo, bisogna fare del proprio meglio e se succede qualcosa continuare per la propria strada e apprendere dall’esperienza uscendone sempre più rafforzati, motivati e determinati per la prossima volta.

Una esperienza che ti può dare la convinzione che ce la puoi fare nello sport e nella vita?A Valencia nel Novembre 2015 ho corso la mia seconda maratona, ero partito che avevo l'influenza, ho provato lo stesso a partecipare. Ho corso bene per 20km, poi l'influenza ha colpito a livello addominale e non riuscivo più a correre, non appena provavo a correre provavo fortissimi dolori addominali...quindi cominciai a camminare e ogni tanto riprovavo a correre, così per 13 lunghi km, avevo inoltre brividi di febbre e freddo (avevo influenza) però ho continuato e volevo prendermi la medaglia da finisher. Al km 33 ho liberato lo stomaco e ho potuto riprendere a correre senza provare dolore...però ero totalmente disidratato quindi avevo crampi ovunque...per i rimanenti 9km che mi separavano da quella fottuta medaglia ho corso e camminato in preda a crampi e brividi...sono arrivato alla fine, l'ho chiusa in 4h59'...ho pensato che se ero riuscito a finire questa maratona in queste condizioni potevo fare qualunque cosa!”

 

A volte si cambia stile di vita perché si ha un’esperienza illuminate, ci si accorge che qualcosa può cambiare nella nostra vita in modo positivo se prendiamo in mano le redini della nostra vita e se lo vogliamo veramente.

Un episodio curioso o divertente della tua attività sportiva? Alla festa dei santi del 2014, la folgorazione! Mio fratello mi chiese di correre insieme al centro di Roma durante la gara ‘Corsa dei Santi’ del primo Novembre. Ci ingrigliammo insieme con altri 4000 runner (mai visto prima tanti runner). Corremmo al centro di Roma, percorso chiuso al traffico con tanta gente che incitavano (stranieri), mentre i romani ci maledivano. Bello, bello, bello...quel giorno decisi di smettere di fumare e che il podismo era lo sport giusto per me.” 

 

Si può fare tutto ma c’è bisogno di intenzione, passione, motivazione in modo che si trova sempre uno spazio e un tempo per dedicarsi a uno sport prima o dopo l’attività lavorativa, prima o dopo gli impegni familiari.


Quali capacità, risorse, caratteristiche, qualità possiedi nella pratica del tuo sport?Costanza: mi alleno tutti i giorni, mi sveglio alle 5 e comincio ad allenarmi alle 6 (corsa o bici su rulli), poi accompagno mio figlio a scuola, poi vado in piscina per fare 40/60 minuti di nuoto, poi al lavoro (dove per fortuna riesco a riposare seduto dietro una scrivania). Conoscere e rispettare il proprio fisico, ai primi segnali di sofferenza meglio fermarsi per evitare infortuni. Variare gli sport e gli allenamenti...non fare sempre e solo corsa, meglio alternare altri sport o altre attività in palestra come Pilates, stretching, esercizi funzionali.

Quali condizioni fisiche o ambientali ti ostacolano nella pratica dell'attività fisica?Di inverno fa freddo ed è buio, allenarsi per strada di corsa è proibitivo. Ho poco tempo per allenarmi, non riesco quindi ad organizzarmi per fare tutto quello che vorrei. Assenza di Velodromi a Roma per fare lavori in bici.”

 

Lo sport diventa un orto importante da coltivare da parte dell’atleta che sperimenta sia benessere che a volte anche performance ottenendo risultati ambiti e soddisfacenti.

Che significa per te praticare attività fisica?L'allenamento mi fa star bene, se non mi alleno mi sembra che mi manca qualcosa. L'allenamento mi consente di mantenere un buon stato di forma e di migliorarla, in modo da avere delle prestazioni in gara di alto livello.

Quali sensazioni sperimenti facendo sport?Allenandomi tutti i giorni provo tutte le sensazioni, da quelle belle e positive dopo un buon allenamento fatto in compagnia degli amici delle 6 del mattino, a quelle brutte di allenamenti mal riusciti, da solo, al buio ed al gelo invernale...che ti tira fuori solo pensieri brutti.

Hai rischiato di mollare? Cosa ti fa continuare? Non ho mai pensato di mollare, allenarmi mi fa stare troppo bene.”

 

Per ogni cosa ci sono le opportune attenzioni e cautele e inoltre bisogna considerare la ciclicità dell’esperienza che prevede belle e brutte sensazioni ma passano tutte sia le belle che le brutte così come passano salite e discese che sono entrambe utili, l’una per rafforzarsi e l’altra per rilassarsi ma non più di tanto. 

Quali sono le difficoltà e i rischi? A cosa devi fare attenzione nella pratica del tuo sport?Difficoltà nel mantenere alta la volontà di allenarsi tutti i giorni, quindi pianifico gli obiettivi nel medio/lungo periodo. Rischio di andare in over training e quindi di stancarmi invece di allenarmi, quindi rispetto i segnali del mio corpo, a volte invece di fare degli allenamenti ... vado in palestra e mi butto nell'idromassaggio e mi rilasso. Quando mi alleno in bici ... il rischio è quello di NON portare a casa la pelle...purtroppo al centro sud non c'è la cultura della bici e quindi veniamo visti come di intralcio e occupatori abusivi di strada con tutte le conseguenze del caso.”

 

Non bisogna sottovalutare nessun aspetto nello sport che a volte potrebbe essere determinante soprattutto se si punta alla performance e soprattutto nello sport di endurance dove oltre ai muscoli conta anche la testa, la nutrizione, l’abbigliamento tecnico.

Ritieni utile lo psicologo nel tuo sport? Per quali aspetti e in quali fasi?Lo psicologo è utile nella vita quando si ha bisogno di capire come uscire da situazioni di difficoltà e non si trova il modo di farlo da soli o con le persone che ci circondano. Anche nello sport possono capitare situazioni che potrebbero essere affrontate meglio con l'aiuto di uno psicologo. Per ora non ho avuto necessità di avere questo tipo di aiuto, ma se dovesse servirmi non esiterò a farmi dare una mano da un buon psicologo.”

La tua gara più difficile?La più difficile a Valencia 2015, in generale le prime maratone sono state tutte difficili, in tutte ho avuto problemi intestinali e muscolari...da qui la decisione di essere seguito da un buon nutrizionista ed un buon coach.”

 

Se ci si allena bene, con costanza e impegno prima o poi arrivano i risultati che ripagano della fatica e di eventuali sacrifici e alimentano la passione e la voglia di continuare.

La gara dove hai dato il meglio o hai sperimentato le emozioni più belle?In tante gare ho sperimentato belle emozioni, prima durante dopo. Alla mezza maratona Roma Ostia 2017, ho fatto il mio personale (1h23') e sono arrivato mano nella mano con la mia compagna...emozionante a livello sentimentale. Alla maratona Siviglia 2017, ho corso in 3h, abbassando il personale di 14' e non dovevo nemmeno correrla in quanto avevo da poco ripreso a correre dopo un infortunio...sportivamente emozionante. Sempre nel 2017, dopo 1’anno di sofferenze causa un infiammazione al tendine d’Achille non curata, invece di fermarmi e curarmi ho continuato ad allenarmi per scendere sotto le 3h alla maratona di Valencia...ho corso una maratona magnifica fissando il mio PB a 2h56'49". Nel 2018 ho vinto la mia prima gara a Rieti una mezza maratona...esperienza irripetibile, emozione indescrivibile ed inaspettata. Nel 2019 mi sono laureato campione italiano Fidal di categoria M50 nella distanza 50km...emozione indescrivibile ed inaspettata.

                                                              


Interessante la seguente testimonianza di Jacopo che ho sperimentato anch’io, bisogna vere sempre un piano B, anch’io in un periodo di infortunio ho conosciuto la capoeira che è una lotta, gioco, danza e ho praticato per qualche anno così come a volte passo dal podismo al ciclismo.

Come hai superato eventuali crisi, sconfitte, infortuni?Sconfitte nel podismo non penso che debbano esistere, praticare sport è comunque una vittoria a prescindere dai risultati che si ottengono. Al limite si può pensare a qualche crisi se non si ottengono i risultati sperati dopo lunghi ed estenuanti allenamenti...si superano pensando positivo e puntando a nuovi obiettivi. Gli infortuni, i maledetti infortuni...ecco l'infortunio che è ciò che ti mette veramente a dura prova. Se si riesce si dovrebbe provare a praticare un altro sport (io così ho superato l'ultimo infortunio avuto e che mi ha consentito di conoscere il triathlon...quindi ho trasformato una difficoltà in opportunità). Se non si riesce a praticare nessun altro sport...bisogna avere una fortissima motivazione e cercare di non mollare specialmente a livello nutrizionale per evitare di prendere peso. Occupare il tempo prendendosi comunque cura di se stessi e quindi senza lasciarsi andare.

 

Lo sport è una palestra di vita, fa uscire fuori dalla zona di confort per apprendere dall’esperienza, incrementa autoconsapevolezza e fiducia in sé.

Un messaggio ai ragazzi per avvicinarli allo sport?Lo sport fa bene soprattutto a se stessi, aumenta l'autostima, ti allontana da vizi sedentari (videogiochi o similari). Riuscire nello sport ti consente di inserirti in un ambiente sano. Ci sono tantissimi sport...bisognerebbe provarli tanti fino a trovare quello giusto, senza arrendersi alle prime esperienze e senza farsi condizionare dagli amici che ti spingono verso i loro sport o verso la loro vita sedentaria.”

C'è stato il rischio di incorrere nel doping? Un messaggio per sconsigliarne l'uso? No, mai avuto l'idea di utilizzare il doping per migliorare le prestazioni. Migliorare le prestazioni usando il doping è fuori legge. Se uno è dopato batti (forse) gli avversari sani non dopati, ma perdi con te stesso. Il doping fa male, ti uccide.”

 

La pratica di uno sport aiuta a conoscere se stessi, il proprio corpo, incrementa autoconsapevolezza.

Cosa hai scoperto di te stesso nello sport?Ho scoperto la forza di volontà che non pensavo di avere. Da giovane non mi piaceva correre e soffrire, il mio limite era la resistenza.”

Hai un modello di riferimento? Ti ispiri a qualcuno?Non mi ispiro a nessuno, non ho modelli di riferimento...cerco solo di superare i miei limiti.”

Una frase che ti aiuta a crederci e impegnarti?No nessuna frase in particolare. Nelle situazioni difficili e dove le energie fisiche e mentali si stanno esaurendo, l'importante è avere il pensiero positivo. Ad esempio, bisogna pensare che le difficoltà (condizioni atmosferiche avverse ad esempio) ci sono per tutti e che io mi sono allenato duramente per superare quelle difficoltà. Altre forse di pensiero positivo che mi aiuta molto è visualizzare l'arrivo, pensare che manca poco all'arrivo, suddividere la distanza rimanente in micro distanze, in micro obiettivi e raggiungerli uno per volta...alla fine finiscono e si è arrivati!

 

Il 25 aprile 2019 si è svolta a Castel Bolognese la 50 km di Romagna, valida anche come Campionato Italiano Assoluto e Master. Il vincitore è stato l’atleta del Marocco Tariq Bamaarouf 2h56’23” che ha preceduto il connazionale Zituoni Youness 2h59’52”, mentre Mohamed Hajjy 3h02’12”, 3° arrivato, si aggiudica il titolo italiano precedendo Simone Pessina e Andrea Zambelli.

Federica Moroni vince la prova femminile in 3h34’57” e diventa Campionessa Italiana precedendo Chiara Milanesi 3h41’13”, segue l’atleta di Malta Josann Attard 3h44’28” mentre Denise Tappatà 3h52’10” arriva 4^ assoluta e 3^ nella classifica nazionale precedendo Sara Trevisan 3h56’19”.

Tra i titoli italiani di categoria da menzionare per la categoria SM50, Jacopo Pretolani della società “Piano ma arriviamo Roma” 3h43:39.

Qual è stato il tuo percorso nella pratica dell'attività fisica?Da ragazzo (fino a 22 anni) ero molto sportivo e ho praticato tantissimi sport a livello amatoriale (Nuoto, Calcio, Volley, Basket, Vela, Sci, Tennis, Tennistavolo), ma nessuno a livello agonistico. Dopo i 23 anni ho continuato a praticare tanti sport e ho iniziato a giocare a Squash, poi praticato per 2 anni a livello agonistico (facendo tornei regionali) fino ad età di 27 anni. Causa lavoro e famiglia per 20 anni ... assoluta inattività. Ho ripreso a praticare sport (podismo) a 47 anni. Causa infortunio non potevo correre e a 50 anni ho iniziato ad andare in bici da strada e ho ripreso a nuotare, non appena ho potuto riprendere a correre nel 2018 ho provato a gareggiare nel triathlon. Il triathlon mi è piaciuto e nel 2018 (anni 51), ho fatto 2 sprint, 3 olimpici ed 1 Medio...e mi sono iscritto al full Ironman (3,8km swim + 180km bike + 42km run) che farò a Giugno 2019.

 


Jacopo sembra essere un grande uomo di sport, da ragazzo molto curioso e avventuroso sperimentandosi nei diversi sport individuali e di squadra e tra un impegno familiare e uno lavorativo o riesce a trovare del tempo per allenarsi e presentarsi in gara abbastanza competitivo da poter vincere un titolo italiano di categoria sulla distanza di 50km, complimenti.

Nello sport quali fattori e persone hanno contribuito al tuo benessere e/o performance?La ripresa delle attività sportive a 47 anni è stata dovuta al fatto che avevo più tempo da dedicare a me stesso e al mio benessere. Avevo più tempo in quanto mi sono separato e avevo avuto un declassamento al lavoro. Inizialmente avevo mal digerito il declassamento al lavoro, però ora ogni volta che incontro i responsabili dell'epoca non mi stanco mai di ringraziarli per avermi concesso di riprendere il possesso della mia vita. Prima infatti lavoravo 15 ore al giorno, e venivo chiamato a qualunque ora del giorno e della notte...dopo, vita normale.”

 

Jacopo sembra essere abbastanza resiliente e da quello che racconta sembra che abbia sperimentato anche una crescita post traumatica superando crisi e difficoltà con una marcia in più.


Nello sport chi ha contribuito al benessere e performance?Devo ringraziare mio fratello Luca che ogni anno mi parlava degli sport di endurance che praticava (nuoto, bici e soprattutto corsa) e di quanto tempo dedicasse a queste attività...mi sembrava un marziano e non concepivo come si potesse sacrificare la propria vita per fare sport...ora sono un marziano anche io.”

Cosa pensano familiari e amici della tua attività sportiva?I familiari sono abituati ad i ritmi di allenamento in quanto in famiglia mio fratello ha iniziato molto prima di me. Gli amici sportivi, comprendono. Gli amici non sportivi mi vogliono troppo bene, mi assecondano e mi stimano...anche se sotto sotto pensano che sia un po’ matto.” 

 

Nella mente degli atleti ci sono sempre mete e obiettivi da raggiungere e quelli di Jacopo sono davvero sfidanti e allettanti.

Prossimi obiettivi?Obiettivo di lungo periodo...continuare a divertirmi allenandomi e provare nuove esperienze, forse dei Trail che ti avvicinano a madre natura...’stay tuned’”.

 

Matteo SIMONE

http://www.ibs.it/libri/simone+matteo/libri+di+matteo+simone.html

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