domenica 21 marzo 2021

Francesco Cannito: Quando fai una gara lunga c’è sempre un momento di crisi

305,040 km in 48 ore, record italiano categoria M60 
Matteo SIMONE

L’A.S.D. Transeo con il patrocinio della FIDAL, del Comune di Policoro e della IUTA (Associazione Italiana di Ultramaratona e Trail), ha organizzato la 2° edizione della 6 DAYS UMF - WINTER EDITION, manifestazione podistica agonistica sulle distanze di 1000 miglia, 10 Giorni, 1000 Km, 6 - 24 - 48 ore, 6 giorni, 100 km, 100 miglia, maratona e 50 Km.

Le gare si svolgono su di un anello di 1082 metri omologato FIDAL. 
Di seguito Francesco racconta la sua esperienza rispondendo ad alcune mie domande. 
Grandissimo, te l'aspettavi?Buongiorno Matteo. Ero convinto di fare una buona gara, avevo fatto allenamenti durissimi Mi allenavo da solo attorno un anello di 1450 metri, circuito ideale per simulare la gara. Nelle gare lunghe c’è sempre la sorpresa ... qualche volta non sempre la salute ti aiuta in quei giorni. Quando feci l’ultramaratona Milano-Sanremo oppure la Race Across Apulia alcuni giorni prima ebbi dei problemi fisici non collegabili con la corsa…le portai a termine ma in pessime condizioni”. 

Importanti e utili le parole di Francesco, se vuoi ottenere ottimi risultati in gara, bisogna simulare la gara, il più possibile, orari, fatica, percorso, il fisico e la mente si adattano alle circostanze di gara e così risulta essere più familiare e addomesticabile la fatica in gara. 
È importante anche tenere a mente non solo le gare dove si è riusciti, si è sperimentato successo, sono andate benissimo ma anche quelle dove si è avuto problemi, difficoltà, criticità ma si sono superate e quindi la fiducia in sé aumenta nel riuscire a fare bene e meglio nonostante qualsiasi avversità o criticità che si può sempre gestire e superare con la tanta esperienza in gare di ultramaratone. 
Che significato ha per te? “Quando raccogli i frutti dopo tanti sacrifici sei felice, sposti un’altra asticella e credi sempre di più in te stesso”. 

Dopo il temporale, la tempesta, la fatica si esce illesi si sperimenta sempre la pace dei sensi, una grande soddisfazione, un rilassamento meritato, una gioia immensa, un’incredulità in quello che si è riusciti a fare con tanto impegno e determinazione. 
A chi la dedichi? “Dedico questa prestazione innanzitutto ai miei genitori per avermi insegnato che nella vita se credi veramente a qualcosa devi dare tutto te stesso per arrivarci, non è come percorrere un’autostrada ma stradine strette curvose e tanti saliscendi. Poi dedico questo risultato a mia moglie che mi assiste sempre in queste gare e avere una compagna che sa cosa fare in tutti i momenti di gara è tantissimo”. 

Dietro ogni persona c’è sempre una famiglia composta da genitori che si sono sempre occupati e preoccupati per i loro figli alla ricerca del meglio per loro, studio, lavoro, sistemazione ed eventuali moglie e figli che supportano e a volte incitano come la moglie di Francesco che è anche lei un’agguerrita ultramaratoneta. 
Cosa pensavi in gara? “In gare come quelle sei da solo, non puoi distrarti devi essere concentrato e mai sprecare energie inutilmente, ogni tanto quando ti incroci con altri atleti un sorriso e via. Cosa penso? Cerco di non pensare alla corsa in quel momento…penso a tutte quelle cose belle che ho fatto”. 


In gare dove si cerca la performance c’è poco spazio allo scherzo, si è più focalizzati in quello che si sta facendo per capire come fare per non consumare troppa energia, come integrarsi e quale può essere l’abbigliamento adatto, insomma ci sono tanti dettagli da curare per cercare di percorrere più chilometri possibile nell’arco delle 48 ore che è la gara scelta da Francesco per imprimere il suo record nazionale. 

Cosa hai temuto? “Quando fai una gara lunga c’è sempre un momento di crisi o un infortunio, questo ogni ultra lo tiene in conto e mentalmente durante gli allenamenti pensa a come gestire la mente in quei casi, durante la gara abbiamo avuto tanto freddo, acqua e vento ma fortunatamente sono riuscito a non mollare…il sogno era grande”. 

Cosa è stato determinante? “Il clima non è stato clemente con noi atleti. Acqua, freddo e tanto vento non mi hanno aiutato nella mia gara, sono andato avanti perché credo che quando vuoi realizzare un sogno....quest’ultimo è più forte di molte cose avverse come quelle che si sono verificate in quest’ultima gara”. 

 

In gare considerate estreme della durata di 2 giorni possono essere tanti i sabotatori ambientali o mentali, qualcosa ci può suggerire di fermarci, dolori immaginari, o e percepiti insopportabili, fatica accumulata nel corso delle ore perché la mente non riesce a far pulizia di pensieri negativi e tante altre avversità che si possono incontrare, ma se il sogno è grande e l’impegno c’è stato in modo adeguato allora non si molla, o quanto meno si fa attenzione ai messaggi che si ascoltano e uno per uno si risponde a dovere avanzando sempre, prima vado a vanti e poi penso a come fare per gestire il fastidio, intanto avanzo poi forse c’è qualche problema che va via da solo. 
Cosa c'è dietro questo podio? “Dietro questo podio ci sono tanti km di allenamenti…tanto tempo tolto alla famiglia e una forte motivazione”. 

Dietro ogni successo ci sono sempre sacrifici, fatiche, rinunce ma l’importante è che ci sia un’alternanza tra dolore e gioia, assenza e presenza, fatica e soddisfazione, sconfitta e successo. 
Come ti sei riuscito a prepararti nonostante il lavoro e la famiglia? “Ho un mio carissimo amico coach Enrico Vedilei, una persona preparato nel campo ultra che mi ha sempre seguito dall’inizio preparazione fino all’inizio gara, Bruno Gagliardi il mio fisioterapista che nei momenti di bisogni mi metteva in quadro e dietro di me c’era la mia compagna, lei anche Ultramaratoneta non mi ha mai fatto pesare nulla. Quando iniziò ad allenarmi Enrico e vide i risultati che gli mandavo, mi disse che avrei infranto alcuni record di categoria😜. Prima di incontrare lui io mi allenavo un po’ meno. Ho portato al mio fianco prima un’amica che ora non corre più e poi mia moglie e correvo adeguandomi a loro. Con i suoi consigli sono riuscito a correre e battere il record di categoria nelle 48 ore facendo 305,040 km, quello attuale era di 286 km detenuto da Roldano Marzorati. 

Dietro ogni prestazione eccellente c’è non solo l’atleta che l’ha compiuta ma anche la famiglia che gli permette di fare ciò, un eventuale allenatore che possa dare consigli e dritte basate sulla propria esperienza e competenza, preferibilmente qualcuno che si cura del corpo, soprattutto della colonna, articolazioni, muscolatura. 
Il precedente record italiano di categoria di 286,048 km era di Roldano Marzorati, ottenuto il 13.09.2020 sempre a Policoro, a seguire Michele D'Errico con 281,539 km ottenuto il 12.07.2014 a Pignola. 
Cosa vedi davanti a te? “Questa prestazione mi dà la motivazione di pensare a correre una gara in Grecia l’ASA Atene-Sparta-Atene, un percorso storico ambito da tanti Ultramaratoneti di tutto il mondo”. 


La mentalità di Francesco e di tanti altri ultrarunner è di alzare sempre il più possibile l’asticella, e quindi maratone, 6 ore, 100km, 200km, 300km e perché non provare a percorrere anche circa 500km, si può fare tutto testandosi e allenandosi come si deve, sempre non perdendo di vista se stessi e chi è vicino. 

Come stai gestendo periodo COVID? “Purtroppo questa pandemia ha limitato molti rapporti tra persone che si confrontavano frequentandosi ora solo messaggi, telefonate e niente gare...una pandemia che prima o poi passerà e potremmo nuovamente ritornare a quel tempo felice che noi davamo per scontato”.  


Dice bene Francesco un tempo felice che davamo per scontato e ora che tutto ciò non c’è possiamo apprezzare momenti felici insieme, i contatti, le carezze, le pacche sulle spalle, le coccole, baci e abbracci, ora più che mai ci mancano, si spera che tutto ritorni come prima, dobbiamo continuare a non abbassare la guardia e allo stesso tempo a non mollare. 
Colleghi, famiglia e amici di squadra cosa dicono di te? “Molti mi incitano a continuare, mi chiedono tutto quello che faccio e come faccio, poi c’è una piccola parte di quelli che tu credi amici, ti fanno il sorrisetto ma dentro di loro sperano che tu fallisca......li vorrei ringraziare, loro non sanno quanta forza ti danno per non mollare...perché in quei momenti difficili di gara pensi a loro😜😜😜. Grazie della stima e degli articoli che mi dedichi… sono anche un po’ di forza in più nel sostenere i miei allenamenti”. 


Grandissima testimonianza, Francesco è un esempio per tanti, la sua forza di volontà, tenacia, determinazione, perseveranza, resilienza, gioia aiuta se st4esso, la moglie e tanti altri runner e ultrarunner a continuare a impegnarsi per raggiungere mete e obiettivi e trasformare songi in realtà nonostante questo lungo periodo di pandemia, nonostante le mete e gli obiettivi siano troppo sfidanti. 

Francesco è menzionato nel libri:
 
Sport, benessere e performanceAspetti psicologici che influiscono sul benessere e performance dell’atleta. Prospettiva editrice, Civitavecchia, 2017. 


Sollecitato da un amico triatleta ho pensato di scrivere un libro che parli non solo di campioni, ma anche dell’atleta comune lavoratore, il quale deve districarsi tra famiglia e lavoro per coltivare la sua passione sportiva, per trovare il tempo per allenarsi, praticare sport, stare con amici atleti, partecipare a competizioni. Attraverso questionari ho raccolto il punto di vista di atleti comuni e campioni, per approfondire il mondo dello sport, e in particolare gli aspetti che incidono sul benessere e sulla performance. È fondamentale conoscere il loro punto di vista a completamento delle teorie relative agli aspetti che incidono sul benessere e la performance dell’atleta e della squadra. Lo psicologo dello sport a volte diventa una figura di riferimento per il singolo atleta, per l’intera squadra, per lo staff, i tecnici, i dirigenti. 


Matteo SIMONE 

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